Daniele Sparvoli, confermato ieri alla presidenza del Cosmari (leggi l’articolo), ha presentato assieme a sei degli otto membri del nuovo Cda quelli che saranno gli obiettivi che il consorzio si porrà da qui a pochi mesi. Prima di trasformarsi in una srl e divenire l’unico gestore pubblico del ciclo dei rifiuti nella provincia di Macerata. Dopo il ringraziamento ai sindaci – “che hanno riconosciuto a me e a tutto il vecchio cda di aver tenuto la situazione anche in momenti difficili” – al personale e agli ex consiglieri che lo hanno affiancato nel precedente mandato, Sparvoli ha illustrato per prima cosa lo stato dei lavori nella di Cingoli.
Smentendo immediatamente qualsiasi ritardo di sei mesi, “come apparso su qualche organo di stampa”. La discarica, i cui lavori sono cominciati nel giungo scorso, dovrebbe essere consegnata al consorzio entro il 20 febbraio. “Ad oggi – ha dichiarato Sparvoli – a meno di altre alluvioni o di un mese di neve non ci saranno ritardi importanti. Permetteteci al limite”, ha ironizzato, “un ritardo di dieci giorni a causa delle piogge torrenziali del mese scorso, quando la discarica si era trasformata in una piscina. Dieci giorni per un’opera che ha impiegato otto anni a partire, in un paese in cui le opere pubbliche impiegano anni essere realizzate, spero sia un eventuale ritardo che ci sia perdonato”.
Per il momento i rifiuti verranno ancora abbancati nella discarica di Torre San Patrizio. Ad un costo del 15% inferiore rispetto a quanto pagato per portare l’indifferenziata a Fermo. Il Consorzio pagherà 76.50 euro a tonnellata, contro la vecchia tariffa di 86 euro a tonnellata. “Questo grazie a una maggiore concorrenza”, ha spiegato Sparvoli, “e alla trattativa condotta dal presidente dell’Ata Antonio Pettinari”. Cosmari portera in discarica tra le 4000 e le 5000 tonnellate di rifiuti al mese, per un costo medio di oltre 340.000 euro e dunque con un risparmio di 42.000 euro al mese. Si immagina quindi che in primavera, se Giove Pluvio non ci metterà lo zampino, i rifiuti indifferenziati verranno conferiti a Cingoli dopo essere stati ridotti ad eco-balle, come concordato con il comune cingolano.
Il secondo obbiettivo che si è posto il cda – e che sarà portato avanti dai vertici della futura srl – è la sempre maggiore introduzione dei sacchetti con i microchip. Questo per arrivare ad un sistema di tariffazione che vada a gravare sui cittadini non a seconda della metratura dell’appartamento ma a seconda della quantità di rifiuti prodotti. L’utilizzo del microchip, sperimentato in un primo momento a Petriolo, è oggi esteso ai comuni di Porto Recanati, Recanati, Castelraimondo, San Severino, Camerino, Monte san Giusto, Loro Piceno e Urbisaglia. E nella primavera del prossimo anno arriverà anche nel centro di Macerata. A breve verrà scelto un comune campione per testare il nuovo metodo di tariffazione.
“L’introduzione del microchip – ha spiegato Sparvoli – sta consentendo un aumento della differenziata di circa il 5%. Ma oltretutto sarà lo strumento necessario per arrivare alla tariffazione puntuale”. Un tipo di costo del servizio, stabilito su quanto si ricicla e su quanti rifiuti si producono, posto come obiettivo già nel testo di legge che introdusse la Tares. Sparvoli ha voluto precisare come non vi siano problemi di privacy e come il consorzio non ceda a nessuno i dati raccolti, smentendo le preoccupazioni dei comitati che stanno sollevando il problema e sottolineando come siano gli stessi cittadini a chiedere un metodo di tariffazione più equo”. Ogni cliente viene identificato da un numero. E solo nel caso di significative anomali il numero viene associato a un nome. Operazione che ovviamente faranno gli uffici e gli organismi preposti”.
L’ultimo punto toccato dal presidente del Cosmati, prima degli auguri di Natale e della presentazione del nuovo Cda, è stato quello della razionalizzazione e della “spendig review” che verrà messa in atto con la riorganizzazione societaria. Non più tre società – Cosmari, Smea e Sintegra – con 19 amministratori, ma due società – di cui una partecipata al 100% dal Cosmari – con solo 6 amministratori. “L’integrazione”, ha proseguito il presidente, “consentirà di avere 3 revisori dei conti e non più nove. Ed un’unica sede invece di tre”. Si risparmieranno così i 150.000 euro di affitto spesi da Macerata per i locali in uso a Smea, oltre ai canoni pagati per la sede di Syntegra.
Le due nuove società, così come ha stabilito in estate l’assemblea dei sindaci, si occuperanno rispettivamente della raccolta- smaltimento dei rifiuti e dell’igiene urbana, con un unico direttore generale. Tutti risparmi, secondo Sparvoli, che dimostrano “come la spesa organizzativa sia stata ridotta”. Nonostante questo, ha chiarito il presidente del Cosmari, “per adesso non ci saranno abbassamenti di tariffe che sono già più basse della media marchigiana e nazionale”. Questo perché con le cifre risparmiate sarà necessario coprire per qualche tempo i mutui accesi dal consorzio per abbancare i rifiuti nella discarica di Fermo, senza gravare sulle tariffe applicate ai cittadini.
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Microchip: le solite c…..te di chi deve giustificare il fallimento della raccolta differenziata, che doveva fare risparmiare il cittadino, mentre invece…
Il microchip garantisce che nessun altro mette nel tuo sacchetto riufiuti errati?
I nullatenenti e gli extracomunitari con molti figli pagheranno le multe?
Ci hanno ingannato, perchè il loro obiettivo è guadagnare di più e di non rinunciare alle loro prebende.
Purtroppo ci sono ancora tanti “daltonici” che non riconoscendo i colori fanno come gli pare…!!! Basta fare un giretto… e nei giorni prestabiliti… ne vedi di tutti i colori… e quelli non raccolti fanno tanta bella figura…!!! Come biglietto da visita per i turisti è l’ideale…!!!
Micro chip e micro chopo… micro chip & chop… quanto era meglio una volta senza tutte queste storie… next step: rifiuti certificati… chi avrà una certificazione di conformità sui rifiuti vincerà una fornitura di sachetti chip e chop per un anno…
E invece una bella politica “a costo zero” di RIDUZIONE della produzione di rifiuti no eh ?
E’ l’unica soluzione per risparmiare: smaltimento in discarica, incenerimento o raccolta differenziata non sono risolutivi e sono costosi (oltre che pericolosi per la salute), produrre meno rifiuti (auspicabilmente Rifiuti Zero) sì.
Suggerimento: perché non partiamo dai 3-4 Kg/mese di pubblicità indesiderata che ci arriva nelle cassette della posta ??? (fatto una prova personalmente nel mese di Ottobra 2012)
Non vogliamo vietarla ? Bene, facciamo un “registro delle opposizioni” comunale, così chi non la vuole può esigere di non essere forzato a riceverla.
da chi acquistano i microchip????
la domanda non è piaciuta, allora completiamo, quale azienda fornisce i microchip, e chi all’interno del cosmari si occupa del progetto???
con il microchip gli unici a guadagnare saranno il cosmari e i comuni che incasseranno le multe, Oltretutto il microchip è un RAM quindi qualcuno ci spieghi come verrà riciclato. Grazie
A parte il fatto che in realtà non sono microchip ma RFID (però “microchip” fà più fico, no ?) – anche perché sennò i sacchetti sarebbero costati 1€/l’uno, minimo – vorrei sapere qual’è il piano di riduzione dei rifiuti che viene proposto per risolvere il problema.
O non cè ?
Pongo un’interrogativo: visto che i “chip” servono a monitorare quanti rifiuti produciamo procapite, vuol dire che lo smaltimento dei 3-4Kg di carta che mi arriva nella cassetta delle lettere ogni mese dovrò pagarlo a peso ? Perché se così è, comincio a denunciare fin da subito tutte le ditte che mi mandano la pubblicità che non ho richiesto.
Perché i 57 sindaci hanno votato all’unanimità l’acquisto di un ramo della SMEA al prezzo di 1.200.000,00 più 321.000,.. per tfr dei dipendenti compresi i 5 dirigenti (figure apicali) più un leasing di 500.000,00, quando nel verbale di assemblea COSMARI n. 4 del 20/06/2013 c’è un parere legale in risposta a quattro quesiti, dal quale emerge chiaramente che il cosmari poteva assumere l’affidamento diretto della gestione dei rifiuti da parte dell’ATA anche in presenza di altri soggetti (SMEA)?