“La vendita di giochi come Gta 5 dovrebbe essere vietata ai minori”

L'INTERVENTO - Appello all'onorevole Irene Manzi per portare la questione in Parlamento nella Commissione cultura

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La copertina di Gta V

La copertina di Gta V

Dall’avvocato Andrea Marchiori, riceviamo:

Sono trascorsi oltre trent’anni dall’entrata in commercio del Commodore 64 e della console Atari, veri precursori delle attuali piattaforme di videogiochi. Da allora, per giocare a pac-man, non e’ stato più necessario andare in sala giochi e le abitudini dei giovani sono decisamente cambiate. Si discute molto della incidenza negativa che i videogames possono avere nella vita di relazione ma, di fatto, non esistono studi autorevoli e suffragati da prove attendibili sui rischi da sovraesposizione.
Con lo stereotipo Nerd viene definito colui che e’ attratto esclusivamente da giochi e attività interattive, che escludono la propensione alla socializzazione; mentre il Geek ne identifica la figura meno abile tecnologicamente.
Un argomento di discussione riguarda l’opportunità di dedicare ai giovani giochi che hanno come unico scopo ludico la violenza dei personaggi virtuali. In effetti, si deve osservare che il progresso tecnologico ha introdotto sistemi informatici che consentono una sempre maggiore interattività tra il giocatore e l’apparecchio, cosicché viene a crearsi una nuova dimensione surreale e fantastica in grado di coinvolgere il corpo e la mente. In questi giorni, sulle piattaforme PSP e XBOX, esce un prodotto destinato a rivoluzionare il mondo della interattività ludica: si tratta del video game Grand Theft Auto 5, un’avventura metropolitana, in cui i personaggi e le ambientazioni sono molto realistici ed anche i dialoghi sono perfettamente integrati nei contesti dei vari livelli. 
recensione gta VPeccato che l’abilità consiste nel migliorare le performance del crimine e del sesso ed in generale del cattivo gusto, il tutto condito da linguaggi scurrili che le stesse recensioni dello staff promotore indicano come non controllabili.
Michael, primo personaggio impersonato, si allontana dalla famiglia (una moglie in preda a crisi isteriche, un figlio tossicodipendente che passa la giornata davanti ai videogame ed una figlia disposta proprio a tutto pur di fare strada) e si avvia al crimine più bieco pur di sfogare le proprie disfatte, visto che anche l’alcool non lo soddisfa più a sufficienza. L’amicizia, si fa per dire, con Travor, spregiudicato spacciatore e trafficante, consente di addentrarsi pienamente nello spirito del game. Tanto per fare un esempio, si guadagna preziosa esperienza sparando una raffica di revolverate in direzione dell’auto della polizia, per poi scaraventare fuori dell’abitacolo il cadavere del tutore della legge intriso di sangue, se del caso pestandogli il volto.
A questo punto, il giocatore non può fare a meno di assecondare il pazzo impersonato, sempre che non voglia desistere dal guadagnare preziosi crediti per progredire nell’avventura. Il buon Michael viene descritto dal narratore come un maniaco desideroso di “fare sesso con tutto ciò che respira”. Così, prima di conoscere Franklin, il terzo personaggio discutibile, tanto per usare un eufemismo, si può entrare in uno dei nightclub presenti in città e consumare una serata di sesso esplicito, facendo sventolare dei bei bigliettoni tra i seni prosperosi delle entreneuse denudate. Questo e’ solo un assaggio della lunghissima impresa virtuale.
L’ideatore si difende osservando che il gioco non e’ diseducativo ma e’ lo specchio della società e, poi, fa notare, che il prodotto e’ espressamente consigliato ad un pubblico adulto.  A me pare che l’avvertenza sia un subdolo incentivo rivolto i giovani ad acquistare il videogame; d’altronde il grande successo delle vendite lo conferma. Questo, a mio avviso, non e’ l’epilogo di un decadimento socio-ludico, ma l’inizio di una pericolosa tendenza alla violazione dei diritti degli adolescenti. Mi sento, quindi, di rivolgere un accorato appello all’Onorevole Irene Manzi, componente della Commissione cultura, affinché la questione venga portata all’attenzione del Parlamento; la vendita di un prodotto del genere non dovrebbe essere consigliata ad un pubblico maggiorenne, bensì vietata ai minorenni.



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