di Enrico Maria Scattolini
Non capita spesso (anzi, quasi mai) che il presidente di una società saluti un suo ex giocatore con le parole di caloroso ringraziamento e di sincero affetto usate dalla dottoressa Tardella nel comunicato con cui, l’altro ieri, ha augurato le migliori fortune a Federico Melchiorri nella sua nuova avventura nel calcio che conta (leggi l’articolo). Soprattutto quando si ha la consapevolezza che, senza l’attaccante, niente sarà più come prima. Nonostante il Cavaliere… ufficiale appena arrivato. Ma Melchiorri merita tutto questo. Certamente il premio più ambito l’avrebbe ottenuto se la squadra fosse stata capace di sfruttare appieno i suoi gol ed avesse conquistato essa stessa la promozione nel calcio professionistico. E’ un rammarico rimasto nei sentimenti di Melchiorri. Qualche giorno fa, aprendosi con Mariella nostra, le avrebbe confidato la convinzione che “….il campionato si sarebbe potuto vincere.” Se ciò fosse accaduto, probabilmente il giocatore sarebbe rimasto in casa. Ma è inutile piangere sul latte versato. L’occasione deve anzi essere colta, sull’esempio appunto della Tardella, per lanciare un segnale di civiltà in un mondo travagliato come quello del calcio italiano. Da parte degli altri addetti ai lavori, da parte della tifoseria e da parte della comune. In città, le lunghe trattative con i clubs di serie B interessati all’acquisto di Melchiorri sono state seguite con interesse ed anche curiosità, ma senza un alito di fastidioso egoismo che puntasse al loro fallimento. Perchè tutti sanno che Federico ha diritto di giocarsi la più importante chance della sua carriera, al di là degli angusti interessi… domestici. Anche per le sue qualità umane. Ha fatto bene la Tardella ad evidenziarle, in un atleta che non si è mai posto al di sopra degli altri: quindi modesto, disponibile, collaborativo. Personalmente ho avuto modo di apprezzarle nei trentasette appuntamenti domenicali avuti di fila con lui negli stadi del centro Italia. Di gente biancorossa ne ho conosciuta tanta nelle mie frequentazioni biancorosse. Ancora nota. Dall’antico Rigamonti a Brizi; da Giammarinaro a Mazzanti, Turchetto, Dugini, Berti; da Malizia a Colantuono. Per finire con le star fratelli Pagliari e Morbiducci. Federico Melchiorri fa caso a sé. Il suo futuro è in grembo a Giove. Ma io sono sicuro che un angolino del suo cervello resterà sempre presidiato dal pensiero di un ritorno alla Maceratese. Una sorta di clausola di salvaguardia. Naturalmente a tempo debito, ma ancora in condizione per esaltare l’amata platea biancorossa. Una volta disse alla Tardella: ”Mi piacerebbe prendere il posto di Pagliari e Morbiducci nella memoria dei tifosi.” Per me l’ha già fatto.
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Il paragone non si puo’ fare adesso, Melchiorri bravissimo qui a Macerata, deve dimostrare il suo valore tra i professionisti…Pagliari grandissimo a Macerata e circa 300 partite in serie B
Quando Pagliari giocava i derby c’erano 10-12.000 spettatori…. e la gente lo considerava un’idolo adesso quando ce ne sono tanti si arriva a 3500-4000 spettatori
I PARAGONI SECONDO ME MEGLIO NON FARLI, PERCHE’ TENDONO AD EVIDENZIARE CHI E’ MEGLIO DELL’ALTRO……DUE GRANDISSIMI CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA MACERATESE