La presidentessa della Maceratese, Maria Francesca Tardella, in tribuna all’Helvia Recina nel match contro l’Ancona
di Filippo Ciccarelli
Insulti, minacce, parapiglia, referti medici e intervento della polizia: è finita come peggio non poteva una gara tra gli Allievi della Maceratese e quelli dell’Ancona 1905, disputata a Collevario domenica scorsa. Il match, terminato 1-0 in favore dei giovani padroni di casa, è stato ad alta tensione, tanto che oggi l’Ancona ha emesso un durissimo comunicato nei confronti della Maceratese e della presidentessa Maria Francesca Tardella:
“Episodio deprecabile la scorsa domenica mattina a Macerata al campo sportivo Collevario, dove era impegnata la squadra Allievi dell’Ancona 1905, contro la parigrado della Maceratese, nella sesta giornata di ritorno del campionato Regionale. Durante la partita il giocatore e capitano della squadra dorica, Nicolò Tanasi, veniva apostrofato continuamente con la frase “sei un criminale” dalla Presidente della società ospitante, signora Francesca Maria Tardella (come da lei ammesso ad un quotidiano nei giorni successivi), presente in tribuna. A fine gara poi, mentre le due squadre rientravano negli spogliatoi, la signora Tardella entrava sul terreno di gioco, accompagnata da un individuo, che aggrediva fisicamente il giocatore Tanasi, con un colpo al volto e strattonandolo lo feriva al petto. Intervenivano le forze dell’ordine per sedare gli animi e al giocatore, trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Regionale di Torrette ad Ancona, veniva riscontrato un trauma cranico e lesioni al torace, con una prognosi di quattro giorni. Alla luce di quanto accaduto l’Ancona 1905, condanna categoricamente il comportamento della Presidente Tardella e dell’aggressore (già identificato), e si riserva di denunciare alle autorità sportive e civili il gravissimo episodio, anche in considerazione del contesto e delle parti in causa: una Presidente di una società di calcio, contro un ragazzo minorenne di appena 16 anni di età e durante una partita di un campionato giovanile, dove la componente educativa dovrebbe essere l’elemento più importante. Un gesto gravissimo che non può e non deve passare nell’indifferenza”.
Maria Francesca Tardella respinge però ogni addebito, censurando al contrario il comportamento della società dorica: “Innanzitutto – precisa la Tardella – non ho detto che il ragazzo è un criminale, ma che il comportamento che stava tenendo lo era. Quel giocatore infatti ha fatto diverse entrate durissime, per cui è stato anche ammonito: per quel che mi riguarda, poi, ha preso ad insultarmi ed ingiuriarmi più volte dall’interno del terreno di gioco. A fine gara ho detto all’arbitro che speravo si fosse accorto di quanto accaduto, e quel ragazzo si è avvicinato in modo molto minaccioso ed ha continuato ad insultarmi. Mi sono anche arrivati degli sputi, non so se per opera sua o di altri suoi compagni: comunque a quel punto è stato bloccato dai nostri dirigenti, proprio perché stava venendo di me e continuava ad insultarmi”.
Cos’è successo a quel punto?
“Sono andata a festeggiare i miei ragazzi, e poco dopo, mentre stavo andando via, ho visto arrivare la polizia, che era stata chiamata dall’Ancona”.
L’Ancona minaccia querele…
“Facciano pure, sporgano le loro denunce: io mi difenderò nelle sedi opportune. Dico solo una cosa: è strano che un giocatore che sarebbe stato così brutalmente aggredito, con quattro giorni di prognosi e addirittura un trauma cranico sia stato portato al Pronto Soccorso in Ancona, peraltro dopo essere uscito dal campo da solo senza bisogno di cure mediche e dopo aver fatto la doccia negli spogliatoi. Perché non è stato portato di urgenza a Macerata?”.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Caspita !?!!? Un trauma cranico e lesioni al torace per una prognosi complessiva di 4 giorni….onestamente è la prima volta in vita mia che leggo una prognosi di soli 4 giorni per un trauma cranico…ma chi cacchio ha firmato un simile referto ??? A mio avviso trattasi di documentazione medica ottenuta al solo scopo di inoltrare una denuncia con un minimo di spalle coperte…
Pà cù l’ojo…rosicate! Ahahahahahah! Ma quando smetterete di fare ‘ste figure patetiche? SIETE SEMPLICEMENTE RIDICOLI!
P.S. il Medico che ha firmato un simile referto dovrebbe essere radiato dall’Ordine…
La rovina dei giovani calciatori sono i genitori che li montano all’inverosimile invece di dar loro quattro schiaffi quando ce n’è bisogno…Si gioca per divertirsi, non per diventare tanti piccoli Maradona. Le aspettative dei genitori sono esagerate e i comportamenti scorretti sono quasi sempre legittimati dai genitori stessi, proprio come in questo caso.
Sti anconetani ” nun ce vonno sta”. Facevano sicuramnete più bella figura se ne andavano a casa zitti e muti. Ridicolaggine allo stato puro. Buffoni.
E’ solo una partita di calcio, ma calmateve tutti!!!!!!!!!!!!!!
@Alessandro Savi: scusa ma la colpa é anche di quei consigli comunali che all’unanimitá votano gli ordini del giorno a favore della squadretta comunale, come tu hai trionfalisticamente rivendicato in altra sede. Delle due l’una: o si gioca ‘per divertirsi’, come dici qui, e allora non si capisce perché il calcio dovrebbe diventare oggetto addirittura del dibattito istituzionale, oppure anche tu appartieni a quella categoria di politicanti che usano il calcio come i romani usavano ‘panem et circenses’ e quindi cavalchi le trascurabili problematiche della squadretta comunale e i piagnistei della Tardella quasi fossero psicodrammi collettivi per darti visibilitá.
Io propendo per la prima ipotesi, e credo che in Italia si straparli di calcio in tutte le salse e in tutti i contesti, e le conseguenze sono quelle che tu stesso deprechi.
Forse sarebbe ora che sul calcio, che é oggettivamente una cazzata, a tutti i livelli, figuriamoci quello infimo locale, scendesse finalmente il silenzio. Anche il tuo e quello del consiglio comunale, che magari dovrebbe occuparsi di qualcosa di un po’ più serio.
Vieni dal PCI, che un tempo si occupava dei problemi dei lavoratori. Fra essi, oggi, non credo rientrino lo stato d’animo e le prodezze della Tardella.
se giochi al calcio, giochi per vincere A tutte le età. È uno sport dove c’è il contatto fisico, non esiste giocare per divertirsi. Da questo ad aggredire verbalmente e fisicamente le persone però ce ne corre. Il problema sono i genitori “fanatici”? Si, ma in minima parte. Il problema è questa società ipocrita in cui viviamo che per 1 euro in più venderebbe l’anima al diavolo. Giocatori professionisti con un comportamento in campo da denuncia penale (cazzotti, aggressioni, calcioni da dietro, sputi, insulti, volgarità gratuite…) vengono portati come esempio per i bimbi ed addirittura fatti testimonial dell’unicef per poi dedicargli libri, dvd, cd, su presunti record inventati (non avendo mai vinto un tubo in carriera)… Il tutto per vendere copie di giornali sportivi insignificanti ad una massa di tifosi ignoranti….
@ ansio litico
Sono un appassionato di calcio locale, non seguo la serie A, la Champions League e quant’altro ma semplicemente la squadra della mia città che ritengo essere patrimonio collettivo dei maceratesi tutti perchè ha una storia quasi secolare, porta il nome della città (non di aziende private o istituti di credito, per intenderci) e la rappresenta – calcisticamente parlando, s’intende! – negli stadi di mezza Italia. Intorno alla Maceratese ci sono molti appassionati: alcuni la considerano “la” ragione di vita (sono le esagerazioni di cui tu stesso parli), altri, più sobriamente, un aspetto della vita stessa che insiste sulla cosiddetta “anima passionale” che non è meno importante di quella cosiddetta “razionale”.
Più in generale, ritengo che il calcio – come tutti gli sport di squadra – svolgano un ruolo sociale importantissimo: i bambini che praticano sport crescono più sani, vengono tenuti lontani dai pericoli della strada, vivono all’interno di un sistema di valori che è antitetico rispetto a condotte di vita non altrettanto sane. C”è stato un appassionato dibattito negli anni settanta proprio all’interno del PCI su questo tema e le conclusioni coincisero in parte con le tue (relativizzare, ridimensionare lo straparlare di calcio in tutte le salse e in tutti i contesti), in parte con le mie (la funzione sociale dello sport).
Tu rappresenti una profonda verità che io condivido in toto: basta calcio in TV dal lunedì alla domenica! Basta con il gossip sulle fidanzate di Balotelli o i peli del sedere di Messi! Basta con lo sport miliardario e con i calciatori strapagati quando c’è gente che quelle somme non le vedrebbe neppure vivendo 10 volte.
Ma non puoi fare di tutta l’erba un fascio.
Secondo la mia modesta opinione, confortata dal pensiero etico di Aristotele, occorrerebbe trovare un giusto equilibrio e tornare ai sani valori dello sport, in particolare del calcio, sottraendo ad esso quell’esasperazione che conduce inevitabilmente a fatti come quelli che abbiamo letto nell’articolo che stiamo insieme commentando.
Ho ascoltato – inorridendo – genitori di ragazzini di 14 anni incitare il proprio figlio a “rompere le gambe” dell’avversario.
Ho ascoltato padri e madri gridare “figlio di…” ai coetanei dei propri figli.
In questo senso ti dico che la rovina dei giovani calciatori sono gli stessi genitori.
In merito all’ordine del giorno.
Nessun tono trionfalistico, ci mancherebbe. Se ti ho dato questa impressione, credimi, è una impressione errata. Semplicemente si è trattato di un sostegno alla Maceratese da parte dell’assise cittadina che ha “sprecato” venti minuti per approvarlo per poi passare alle cose più importanti alle quali fai riferimento. Quell’ordine del giorno, votato all’unanimità, ha un significato ben preciso: il consiglio comunale riconosce il valore sociale e l’importanza della squadra cittadina, apprezza l’operato della sua presidente, si impegna nel sostenerla in questa difficile congiuntura economica coinvolgendo le risorse imprenditoriali del territorio.
In merito alla ricerca della visibilità da parte mia, ti invito ad una riflessione: mi sembri ben informato, quindi saprai certamente che faccio parte del gruppo dei cinque/sei consiglieri di maggioranza che non sono del tutto “allineati” con l’operato dell’amministrazione comunale. Ebbene: questa posizione politica potrebbe essere fonte di enorme visibilità, se solo lo volessi. Pensa ai tanti luoghi comuni che potrei cavalcare sfruttando quel sacrosanto sentimento di rabbia diffusa che alberga, oggi più che mai, nell’anima di tantissimi cittadini. Ti risulta che lo abbia mai fatto? Non stimo Matteo Renzi e Beppe Grillo proprio per questo motivo, non sarò certo io quello che cerca (o cercherà) di captare il consenso usando l’antipolitica o la visibilità fine a se stessa.
Il tuo post, comunque, ha un senso e in parte lo condivido appieno. Se ti va, troviamoci per un caffè insieme, avremo modo di approfondire direttamente e spiegarci meglio. Tempo fa, replicando ad un articolo di Liuti, scrissi che luoghi come questo hanno un senso compiuto solo se favoriscono incontri tra persone reali e non tra dita che battono su di una tastiera: proviamo a fare questa piccola “rivoluzione” proprio io e te, ne sarei lusingato.
Chiamami (il mio numero di telefono lo trovi nell’elenco) o vienimi a trovare in consiglio comunale, proviamo insieme a dare l’esempio: magari ognuno resterà convinto sostenitore delle proprie tesi ma almeno ci saremo guardati negli occhi e avremo discusso davvero.
Un cordiale saluto.
Alessandro
Se solo metà del comunicato fosse vero, si ravvirerebbero reati gravi. Aggressione e lesioni a minorenne, come minimo (sempre se fosse vera la storia) un paio di anni di DASPO non ve li toglie nessuno. Comunque è una vergogna ed in quanto tale fatevi un esame di coscienza e vedete cosa state insegnando ai “nostri” giovani.
VERGOGNATEVI
Come al solito c’è chi parla a sproposito. Chi non c’era non può giudicare riguardo a quello che è successo. Io mi permetto di far presente che anche ad Ancona, durante la partita di serie D, ci furono dei comportamenti incresciosi da parte di raccattapalle dorici. Nei giorni successivi un dirigente anconetano dichiarò il falso..
Sono d’accordo con chi ha detto…”ma solo per una partita di calcio?”, sono d’accordo con chi ha detto ” a tutte le età si vuole vincere”, sono d’accordo (in parte) con Alessandro Savi quando sostiene che tutto dipende dalla maleducazione dei genitori..ma io ci metterei anche degli allenatori e dei dirigenti.
Visto che si tratta di una partita tra ragazzi e lo scopo principale dello sport per i giovani è l’educazione. Il risultato, anche se importante passa in scondo piano.
A mio modesto avviso e da sportivo i colpevoli da sanzionare sono tre:
1) La Sig.ra Tardella, come Presidente, non doveva assolutamente interagire con il giovane giocatore, ne durante il gioco ne dopo. In caso di falli esagerati doveva interagire con un dirigente avversario e protestare con lui! Solo da multare!
2) Il focoso giovanotto anconetano, ha l’attenuante dell’agonismo, ma l’aggravante della maleducazione…non ci si rivolge a male parole o gestacci a persone adulte! Pena squalifica per due giornate.
3) L’allenatore dell’Ancona (il più colpevole), visto che non ha solo il compito di insegnare lo sport ma ha anche il compito di educare civilmente e sportivamente i suoi ragazzi….visto l’atteggiamento troppo irruento del ragazzo aveva il dovere di sostituire subito il ragazzo con due rimproveri anche a costo di perdere una pedina fondamentale, come ho visto fare ad allenatori in tanti cd. sport minori! Squalifica per 5 giornate!
@Alessandro Savi: grazie innanzitutto per il tono amichevole e garbato della risposta, però non mi convinci perché:
1) non condivido campanilismi come quello che traspare da alcune tue considerazioni (dici infatti: seguo la Maceratese perché é la squadra della mia cittá), in realtá considero l’essere nato a Macerata una sciagura dalla quale tentare se possibile di sfuggire andandosene altrove e certo non un motivo di compiacimento per le prodezze di una squadra di serie infima;
2) rilevo una contraddizione fra i ‘boni mores’ che deriverebbero – in teoria – dalla frequentazione dei campi di calcio e la realtá concreta che tu stesso descrivi, dove i bambini vengono spronati a comportamenti antisportivi (e mi pare che la stessa Tardella sia un esempio di questo secondo tipo e non del primo);
3) purtroppo il fenomeno calcio non si presta ad analisi complesse: o si accetta ed allora si deve tollerare l’orgia televisiva, Biscardi, le fidanzate di Baloelli, Moggi, etc. etc.,o lo si combatte. Un po’ come con Berlusconi: la sinistra specula, spacca il capello in quattro, e quello, ad oltre settant’anni suonati, da quasi venti é sempre lì. Non c’é bisogno che io spieghi – nell’uno e nell’altro caso – da che parte sto. Certo che un consiglio comunale, se pur per soli 20 minuti, parli di calcio, non mi sembra un buon segnale.
Un cordialissimo saluto
Sono completamente d’accordo col sig Martello però vorrei aggiungere alla sua lista anche i genitori, in particolar modo il padre, che in tutto quel parapiglia era il più agitato….anzi, secondo me, gli strattoni che lo hanno ferito al petto sono proprio i suoi visto. Ad un certo punto infatti il figlio cercava con tutte le forze di fermare suo padre gridando e piangendo:”papà ti prego basta, smettila”. Una scena terribile…
@Sergio: Non ero presente (non è che seguo molto il calcio) ma visto che il padre del ragazzo si è comportato così aggiungo la pena anche al padre (ancora più colpevole), Un anno di DASPO e assistenza da parte dei servizi sociali!
Un padre deve essere il primo ad educare un figlio (e qui lo sport c’entra un pò meno) a non maltrattare persone mature, anche se ha 1000 ragioni!!!!! Invece che difenderlo e urlare contro la sig.ra Tardella doveva prenderlo a sganassoni!
Non ci sono giustificazioni valide, essere stati presenti o meno non cambia nulla. non ha alcuna importanza di chi ha cominciato prima o finito dopo, tutti i coinvolti devono solo recitare il mea culpa e pensare seriamente se sono adatti o meno a frequentare i campi di calcio e in particolar modo i tornei giovanili.
A mio modo di vedere forse l’unico non colpevole è proprio il giovane giocatore, se i suoi interventi in campo erano troppo irruenti lo doveva decidere l’arbitro e se del caso punirli di conseguenza parimenti dicasi se dal campo minacciava o insultava qualcuno degli spettatori.
Ai miei tempi quando ancora non esistevano le scuole calcio, il mister avrebbe dato un bel calcio in c… al proprio giocatore, non lo avrebbe fatto giocare per varie gare, e a casa il padre avrebbe finito l’opera.
@ ansio litico
non devi ringraziarmi per il tono amichevole e garbato, ci mancherebbe altro. La mia risposta a Gianfranco di qualche giorno fa (meno garbata, hai ragione…) era semplicemente conseguente ad un atteggiamento che mi provoca fastidio perchè sistematicamente contrassegnato da dietrologie e dal cosiddetto, insopportabile “benaltrismo” (non ricordo chi ha coniato questo termine per indicare quelli che dicono sempre “ci vuol ben altro…” e poi non propongono mai nulla).
Non ho la pretesa di convincerti scrivendo poche righe (ti rinnovo l’invito ad incontrarci), tuttavia cerco di risponderti sui punti che hai evidenziato:
1- Sul campanilismo, siamo nella totale soggettività. Io amo la mia città, pur con tutte le sue contraddizioni e i suoi problemi. Contraddizioni e problemi che esistono ovunque e che, spesso, sono ben più gravi altrove. Da ciò che scrivi, sembra che ti stai organizzando per andartene: ti auguro buona fortuna e di trovare ciò che cerchi. Io spero di rimanere sempre nella città in cui sono nato e spero di poter continuare ad andare allo stadio la domenica a tifare la mia Maceratese nonostante quella che tu definisci “infima” categoria: è la mia squadra e continuerei a sostenerla anche se la categoria fosse ancora più infima.
2- La contraddizione c’è, è innegabile. Da un lato c’è il calcio, lo sport, lo stare insieme in un gruppo. Dall’altro lato c’è il fanatismo, le aspettative esagerate dei genitori (ma, talvolta, anche degli allenatori, dei dirigenti e dei presidenti), l’emulazione da parte dei ragazzini di tutti quei fenomeni che la TV ti propina a tutte le ore. Io sono stato fortunato perchè ho sempre avuto come tecnici veri e propri maestri di vita: Peppe Sileoni, Sergio Morresi, Mauro Scoponi, Giancarlo Coppari, Sergio Macellari, Ennio Cherubini sono stati gli allenatori – ma soprattutto le persone – che mi hanno fatto star bene in un gruppo dove sono nate vere amicizie e mi hanno aiutato a crescere in un sistema di valori che ancora oggi ho come punto di riferimento. Alcuni ragazzini non hanno oggi la stessa fortuna che ho avuto io in passato ma, in questi casi, è compito dei genitori portare via il proprio figlio da un ambiente caratterizzato da una eccessiva competitività, da un allenatore che fa giocare solo i più bravi, da dirigenti che non insegnano la lealtà nel calcio e, di conseguenza, nella vita. Per quanto riguarda la vicenda della dott.ssa Tardella, mi pare che il contributo di Sergio faccia luce sulla partita in questione e contribuisca a darmi ragione: spesso i genitori dei giovani calciatori sono la rovina dei figli. Se la vicenda sarà affrontata in tribunale staremo a vedere chi ha provocato e chi ha reagito: in ogni caso, per come conosco la Tardella, la reputo lontana anni luce da comportamenti di tal guisa.
3- Sul fenomeno calcio, concepito nella sua interezza, temo tu abbia ragione, temo sia impossibile tornare al sano equilibrio di trenta/quaranta anni fa quando si aspettava la domenica sera per vedere la sintesi di una partita di serie A sul secondo canale della RAI. Oggi non passa un giorno senza una partita: ci sono gli anticipi, i posticipi, i recuperi, le coppe (con tanto di anticipi e posticipi anche lì), il gossip e tutto il resto. Tutto questo – a me come a te – fa letteralmente schifo. Fa schifo l’asservimento di uno sport alle esigenze televisive, fa schifo il calcio ridotto tristemente a business. Ecco perchè non seguo la serie A e le grandi squadre. Ecco perchè preferisco i campionati “infimi” dove c’è quasi sempre più agonismo ma anche più semplicità, più onestà, più genuinità. La Maceratese ha dato vita ad una scuola calcio che, a breve, saprà valorizzare i giovani del territorio tornando ad essere un punto di riferimento provinciale, ha un personale tecnico di alto livello (visita il sito, se vuoi:http://www.ssmaceratese.it/scuola-calcio/lo-staff-della-scuola), proprio in questi giorni è partito il trofeo Velox dedicato ai giovani e giunto alla 36esima edizione. Potrei continuare citando la bellissima esperienza del nostro baby portiere Riccardo Marani, protagonista al Torneo di Viareggio e neo-convocato in Nazionale così come di altri giovanissimi (Francesco Romanski, ad esempio) seguiti da club di categorie importanti.
Se Maria Francesca Tardella dovesse “mollare”, Macerata rischierebbe di perdere tutto questo: ecco perchè abbiamo deciso di parlare di calcio in Consiglio Comunale e di votare all’unanimità un ordine del giorno rivolto a sostenere sia la Maceratese che le altre società sportive presenti in città.
Tale atto – lo ripeto ancora una volta – è stato approvato all’unanimità anche da colleghi che, come te e per le stesse tue ragioni (che in larga parte condivido), non amano il calcio ma che, al tempo stesso, non possono non riconoscere l’importanza di questo sport soprattutto in riferimento ai settori giovanili.
Di Berlusconi e delle cause del suo successo in occasione della recente tornata elettorale ne parliamo un’altra volta – magari a voce – altrimenti oggi pomeriggio non combino più nulla.
Di nuovo tanta cordialità
Alessandro
ma questa presidentessa non si vergogna?
a prescindere dalla ragione o torto, siete peggio degli animali.
il tutto per una partita di calcio e 4 patate
@Paolo Ponzelli, non posso che essere d’accordo in quanto ho scritto la stessa cosa. E’ vero un tempo, quando il calcio era uno sport vero, l’allenatore ti prendeva a calcioni e poi ti puniva…a casa pure (anche in serie A succedeva). L’arbitro, di solito in quelle categorie sono ancora giovani inesperti e dovrebbero essere aiutati dai dirigenti con spirito sportivo.
Oggi fanno sentire i ragazzi dei piccoli campioncini, gli montano la testa, i genitori hanno l’illusione che diventi un grande campione (forse uno su 10.000) e quindi si comportano male di conseguenza.
@Sem D’accordo (in parte) ma la Sig.ra Tardella ha solo sbagliato a interloquire con il calciatore, quindi non ha commesso chissà quale fatto grave!
@Alessandro capisco la passione (noi ci conosciamo bene) ma non ti sembra che il mondo calcio sia diventato un pò esagerato anche a livelli giovanili! Forse sarebbe il caso di rimettere i piedi per terra, ma per il bene dei ragazzi che non si illudano poi di fare grandi carriere!
@agli allenatori che hanno messo le manine rosse (solo loro possono averlo fatto) dico…cercate di insegnare ai ragazzi la disciplina, la tecnica MA SOPRATUTTO L’EDUCAZIONE CIVILE E SPORTIVA…SOLO COSI’ POTRETE AVERE (FORSE) LA SODDISFAZIONE DI AVER CREATO UN CAMPIONE! ALTRIMENTI IL “FUORILEGGE” (OVVIAMENTE IRONICO) NON VE LO VUOLE NESSUNO!
Mio figlio grande ha nove anni ed è iscritto da quado ne aveva sei alla scuola calcio della Maceratese.
Tutti gli allenatori che ha avuto ed ha sono bravi e preparati e soprattutto insegnano ai bambini bravi o meno a giocare, vincere e perdere senza alcun dramma.
Spero che anche quelli che verranno quando sarà più grande abbiano lo stesso spirito, altrimenti non esiterò a fargli cambiare squadra.
Non sono daccordo sul fatto che la Tentella non abbia commesso un grave errore, per l’età che ha e per il ruolo che ricopre non può per nessun motivo comportarsi come un ultrà, confrontandosi, provocata o meno, in malo modo con un ragazzino che era si un avversario ma anche un suo ospite.
Per quanto riguarda il fatto che i genitori dovrebbero far vivere il calcio ai propri figli in altro modo sono daccordo, ma purtroppo temo che sono proprio i genitori a non avere più la serenità che avevano i nostri quando ci venivano a vedere giocare da ragazzi.
@Alessandro Savi: non volevo innescare un dibattito infinito, rimango della mia idea e so – da molto tempo – di essere parte di una minoranza. Ma, ahimé, mi trovo meglio nelle minoranze, in questo come in altri campi, che nelle maggioranze, e non ho mai giustificato il principio che una cosa vada bene perché ‘piace alla maggioranza’, ma questo sarebbe un discorso troppo lungo.
Quanto all’andarmene, se avessi vent’anni fuggirei lontanissimo da questa cittadina desolata e desolante; avendone purtroppo qualcuno in più non ci abito più da anni, e quindi me ne sono allontanato, si, ma non abbastanza …..
Di nuovo cordiali saluti
@Tommaso
Si, hai proprio ragione. E’ veramente difficile però far “rimettere i piedi per terra” a ragazzini bombardati di calcio tutti i giorni, dalla mattina alla sera. E, lo ripeto, soprattutto ai genitori anch’essi bombardati ed esaltati più dei figli. Mi sa che Paolo Ponzelli ha colto nel segno quando afferma che i nostri genitori erano più sereni di noi. Io sono stato un calciatore mediocre, lo ammetto. Però, anche stando in panchina, era tutto bello ugualmente: gli allenamenti, il ritrovo prima della gara, i festeggiamenti o i musi lunghi – a volte le lacrime – dopo la stessa. Poi si andava tutti a fare le “vasche” e lo “struscio” lungo il corso della Repubblica e tutto finiva lì, senza grandi drammi. Ricordo i derby con la Robur, con la Giorgiana o con Santa Croce, ci si sfotteva a lungo ma non c’erano tutte quelle stronzate di oggi. Anzi, gli esaltati, quelli che si credevano fenomeni venivano quasi automaticamente isolati dal gruppo. Ricordo e ricorderò sempre il mio primo allenatore, Peppe Sileoni: un grande, una sorta di secondo padre per tutti noi. Era un insegnante di educazione fisica e, prima ancora del calcio, si dedicava alla crescita ed allo sviluppo del nostro corpo. Ci ha insegnato la lealtà, l’amicizia, il rispetto reciproco ancor prima del calcio. Non l’ho mai dimenticato e quando, alcuni anni fa, ho avuto modo di rivederlo a distanza di più di trent’anni, mi sono tornate in mente, indelebili, le sue parole e i suoi insegnamenti. Sembro un reduce, me ne rendo conto, ma allora le cose erano davvero molto più belle e più sane.
Un caro saluto, Tommaso. A quando una nuova, bella chiacchierata?
Alessandro spero presto in una bella chiacchierata come quando abitavamo vicini! Certo che erano altri tempi, ma per il calcio…gli altri sport sono rimasti con lo stesso spirito sportivo di una volta. Questo perchè? Perchè ci sono troppi interessi, troppe aspettative che i media forniscono illudendo ragazzi e genitori. E’ vero in TV fanno vedere anche i campionati infimi di calcio straniero e raramente uno sport minore (qui da hockeysta sono di parte, confesso) ma perchè? Perchè, solito motivo ci sono interessi, soldi che girano e dei ragazzi non importa nulla a nessuno, sono pedine da sfruttare. Colpa anche della scuola dove non si insegnano le varie discipline (o se ne insegnano poche e per volontà di qualche professore). All’estero, l’ho potuto constatare con mano hanno squadre e seguono tutti gli sport. Pensa la Germania o l’Inghilterra o l’Olanda dove si eccelle più o meno in tutti gli sport calcio, hockey, volley, rugby, basket, baseball ecc….! In Italia il calcio fa la parte del leone e si prende tutto! Giusto in parte, visto che è lo sport più seguito, ma perchè non far provare o vedere ai ragazzi altri sport di cui si potrebbero innamorare; perchè alcune società(di calcio) hanno 100 ragazzi e ne fanno giocare 40? Perchè agli altri 60 non è possibile sperimentare altri sport..magari trovando soddisfazione! Soldi! Soldi! Soldi! (e qui gli amanti del calcio metteranno tante manine rosse, ma se ragionassero capirebbero che ciò che dico è vero!)
Mi sembra, visto l’anonimato lasciato all’ipotetico aggressore del giocatore anconetano, che già ci sia un procedimento investigativo in corso… Le cose certe sono due: una è che il ragazzo dell’Ancona va punito calcisticamente parlando, l’altra è che l’azione intrapresa dalla presidentessa della Maceratese insieme ad un suo dirigente è stata compromettente dal punto di vista della sicurezza. E’ stato davvero superficiale abbassarsi alle provocazioni di un giocatore ospite, aizzando ancor di più la questione che addirittura voleva risolvere direttamente col giocatore, sfociando poi in tutto quello raccontato dalle due parti: ovvero un’azione riprovevole, violenta e ridicola agli occhi di tutti.
L’amministrazione comunale si prodiga per aiutare la SS Maceratese e la sua presidentessa poco prima in consiglio e subito dopo la dirigente nel campo di collevario, ristrutturato anche per i servizi della Soc. Sportiva stessa, scivola così in basso…. Al di là di dove stia il giusto o lo sbagliato, credo che chi è al centro dell’osservazione pubblica, locale o generale che sia, non può permettersi bagarre del genere…
Maria Francesca Tardella è anche una educatrice, i richiami fatti al ragazzino erano necessari e indispensabili al proprio futuro di uomo e sportivo. Se nelle competizioni anche di serie A succede poi quello che tutti vediamo scandalizzandoci, il punto di partenza è quanto è successo durante la partita dei ragazzi Macerata – Ancona. La Presidente in questo caso Donna in quelle occasioni di gioco si è sentita in dovere di non essere Presidente ma responsabile di quella educazione che tutti auspichiamo per i nostri ragazzi e che oggi sembra sia sfuggita di mano a tanti di noi. Nel rispetto delle belle tradizioni sportive tra Ancona – Macerata sarebbe giusto chiudere questo caso che riguarda ragazzi sedicenni con una bella stretta di mano. Loro, sarebbero i primi a tranne vantaggio.
@ansio litico…che tristezza!
@Ventura: concordo, Macerata é proprio tristissima …. Se ci si consola con partite e comportamenti come quelli descritti nell’articolo, Macerata mi pare proprio alla canna del gas ….
Non ho letto una sola riga dell’articolo,ma mi sono fiondato per scrivere il 27° commento…Già il 27° commento ad un articolo che parla di cosa: Calcio….o peggio un fatto di violenza legato al calcio. Ma dedichiamo il nostro tempo a cose ben più serie…
@Ansio Litico Ma quale tristissima? Come puoi giudicare una città solo da certi tipi di partite di calcio? Dove sta scritto poi che si consola con quei comportamenti e quelle partite?
Sig.Tacconi, pesso sono d’accordo con i suoi commenti…questa volta vorrei farle notare che la Tardella (no la Tentella, Paolo hai il figlio che gioca con la MAceratese e non conosci il nome del Presidente..io nemmeno vado a vederla e lo conosco!) ha giustamente un compito educativo con i ragazzi e proprio per questo non deve apostrofare il giovane..ma deve interagire con i rsponsabili della squadra avversaria perchè prendano provvedimenti e se non ne prensono con la federazione! Non si educa un ragazzo mettendosi al suo pari!
Tommaso non so perchè ho scritto Tentella, ovviamente conosco il nome della presidente, ma quando l’ho scritto mi è venuto Tentella (forse la vecchiaia). Per il resto sono daccordo con te e ribadisco il contenuto del mio precedente post.
Il calcio, come ogni altro spot dove girano denari è, oramai dalla notte dei tempi, solo ed esclusivamente business…
Anche in categorie che, ipocritamente, ancora vengono definite semidilettantistiche
Lo si è visto benissimo con la Sambenedettese, che doveva salire (costi quel che costi), e la Maceratese.
Quindi di cosa si sta parlando?
Se girano soldi, anche pochi spiccioli, De Coubertin se ne va tranquillamente a farsi fott… Benedire!!!
Forse, e dico forse, le partitelle domenicali scapoli/ammogliati ancora assomigliano un pò all’importante è partecipare.
Inoltre il calcio (da noi, altrove il Rugby o il Footoball Americano) contiene meccaismi/istinti/regole/gruppi/strutture sociali, antropomorfiche, politiche, ecc. ecc. lungamente studiate e descritte…. Per cui anche il disoccupato per Maradona si priva del mangiare, ma segue la squadra del cuore e fa l’abbonamento in curva
Ma il calcio perchè è più popolare, ma in misura minore in un qualsiasi sport dove c’è un vincente (singolo o squadra che sia) scattano dei meccanismi tali, nel branco, lungamente notati, studiati, compresi.
E nel gruppo (branco) anche l’essere più mite si trasforma in un assatanato, violento (magari per poi tornare tranquillissimo 5 minuti dopo)
Lo Sport, se non ci si sofferma solo sul calciatore famoso (e sulle sue fidanzate) o sul nuotatore gran fico, ma lo si considera anche dalla parte degli spettatori/fanatici è così complesso per cui si arriva anche a capire la madre, tranquillissima, che urla che l’altro ragzzo è un gran figlio di… e si capisce il padre che incita il suo pargolo a spezzare le gambe (o spezzare le reni alla Grecia??) all’avversario
Quando l’individuo diventa massa è capace di tutto: dall’aggredire il tifoso aversario solo perchè porta una diversa maglia fino all’impiccare quello di una diversa religione….