Le «black ladies» di Aldo Nicolaj

RECENSIONI - Domenica scorsa, al Teatro della Società Filarmonico-Drammatica di Macerata, il regista Giorgio Contigiani ha portato in scena "Come non sei stata mai"

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Il regista Giorgio Contigiani

Il regista Giorgio Contigiani

di Walter Cortella

Chi di noi non annovera tra le sue conoscenze qualche persona «strana»? Anzi, molto spesso esse sono più d’una, ma per nostra fortuna di rado ce le troviamo davanti tutte insieme. Sarebbe una vera calamità. Ma il teatro, grazie alla sua magia, è capace di materializzare questa eventualità. E domenica scorsa, al Teatro della Società Filarmonico-Drammatica di Macerata, il regista Giorgio Contigiani ha portato inscena tre figure di donne che eufemisticamente possiamo definire «strane».

Lo spettacolo Come non sei stata mai, basato su tre monologhi al femminile scritti da Aldo Nicolaj, autore di numerose commedie e atti unici, è caratterizzato da uno spiccato black humour, poiché le tre protagoniste hanno una caratteristica in comune: la personalità di ognuna di esse presenta aspetti a dir poco inquietanti, pur nella loro diversità. Contigiani, con maestria, fonde i tre monologhi e le vicende vengono narrate quasi in simultanea. Sulla scena tre locations decisamente diverse: una spiaggia, una cella, ed un terrazzino all’attico.

-½Ottilia-+

Paola Cosimi

Ottilia (Paola Cosimi) è una mamma molto apprensiva, asfissiante. Seduta sotto l’ombrellone, osserva il suo bambino che gioca con un’amichetta sulla riva del mare, ma lo assilla con mille raccomandazioni. È una donna snob e cinica. Si preoccupa che il figlioletto non prenda troppo sole e nel timore che possa raffreddarsi gli fa indossare il loden, il cappellino tirolese e le calze di lana che la premurosa zia gli ha regalato. L’anno prossimo non gli andrebbero più a misura!!Ma non si commuove affatto quando la bimbetta annega tra i marosi per raccogliere il pallone del figlio. Anzi, critica aspramente la mamma che, presa dal lavoro, trascura la piccola.

Ivana Silla -½Diomira-+

Ivana Silla

Del tutto diversa è Francesca (Paola Piaggesi). È una donna modesta, come ce ne sono tante, assillata dall’igiene personale e della casa. Fin qui niente da eccepire, anzi. Ma per soddisfare questa sua mania non ha esitato in passato ad ammazzare alcune persone per ricavare dai loro corpi ingenti quantità di sapone. Per questo è stata condannata all’ergastolo, ma lei non se ne duole, non trova niente di strano in ciò che ha fatto ed è addirittura felice di vivere in isolamento in quella piccola cella che tiene sempre in ordine, separata dalle altre recluse che la chiamanocon disprezzo e orrore «la saponificatrice».

Infine, Diomira (Ivana Silla). È una single che vive appartata nella sua accogliente mansarda. È ansiosa e da tempo è sotto terapia farmacologica. Non esce mai di casa, accontentandosi di osservare il mondo dall’alto del suo terrazzino. Soffre la presenza della gente e scarica la sua ansia coltivando amorevolmente le sue piante. Ma la sua momentanea serenità viene turbata dalla presenza di un elettricista che, incurante del pericolo, sta eseguendo un lavoro sull’edificio di fronte, sospeso nel vuoto e senza alcuna protezione. Animata da sincera premura per la sua incolumità, supplica l’uomo di fare molta attenzione, di non distrarsi e di valutare il grosso rischio che corre lavorando a quell’altezza da terra. Ci vuole poco a lasciare la presa e precipitare. Ma sarà proprio questo suo incessante dialogo a distrarre il giovane elettricista, a provocarne la caduta e la morte. Diomira avvertiva in sé questofosco presentimento!!!

Paola Piaggesi -½Francesca-+

Paola Piaggesi

La performance è il risultato di un impegnativo laboratorio, nel corso del quale il regista e le protagoniste, ciascuna con esperienze teatrali diverse, hanno esplorato il mondo interiore delle tre donne di Nicolaj. Un esperimento decisamente positivo che ha soddisfatto appieno il bravo Contigiani. Le sue oculate scelte registiche nella caratterizzazione dei singoli personaggi hanno fatto emergere la innata teatralità di Paola Cosimi, le potenzialità interpretative di Paola Piaggesi e le promettenti doti di Ivana Silla, al suo debutto assoluto sulla scena. Merito, infine, al regista che, fondendo i tre monologhi, ha reso più articolato e accattivante il testo originale. Minimalista ma funzionale la sua scenografia e appropriata la scelta dei costumi.

(Foto di Stefano Germondari)

 

 

 

 



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