Philippe Daverio a Treia, “è un mito, vieni a vederla da vicino”

Lo storico dell'arte sarà sabato 9 febbraio alle 17 al Teatro Comunale

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Philippe Daverio

Sarà uno dei più  grandi storici dell’arte italiani a parlare dei misteri legati al fascino del Divino declinato al femminile: Philippe Daverio, autore, tra l’altro, di fortunati programmi culturali televisivi come Passepartout. Sarà a Treia domani sabato 9 febbraio quando l’Amministrazione Comunale intitolerà il suo Museo Archeologico (tra i più interessanti della regione e d’Italia per la collezione di reperti proveniente dal tempio di Iside) a due illustri treiesi: Luigi Lanzi e Fortunato Benigni.

Dolores  Prato sintetizza in quell’ “irrecuperabile mistero” 25 secoli di storia che corre parallela a quella di Roma cogliendo l’essenza stessa del genius loci della città “le cui lettere furono sempre su per giù quelle della terra” che non è mai stata una città qualunque. Le sue lontane origini sono testimoniate da Tito Livio (X, 10-11) che racconta come, nel 291 a.C. quando i Piceni si allearono con i Romani per combattere i Galli, Trea (così si chiamava allora) era già una città prospera e di grande importanza. Quasi 2.000 anni dopo, i botanici di Napoleone Bonaparte erano dello stesso parere nell’indicare l’Accademia Georgica treiese come un punto di riferimento in Europa per gli studi agrari. Il filo che lega due epoche così lontane, Treia lo riallaccia grazie all’archeologia e a due dei suoi figli più grandi che di quella scienza sono stati esponenti di spicco anche a livello mondiale.

A Luigi Lanzi (1732-1810), etruscologo ed autore della prima Storia Pittorica d’Italia, si devono ricerche e metodi di catalogazione ancora cardine per i musei di tutto il Mondo. Fortunato Benigni (1756-1831), letterato e instancabile motore della Georgica, è stato il primo a raccontare quanto gli scavi e i ruderi della zona Mura Saracene mostravano di questa storia millenaria.  Una storia, quella di Treia e dei due studiosi, che sarà ripercorsa, alla presenza, tra gli altri, del Soprintendente Archeologo per le Marche Mario Pagano, con l’aiuto dei professori Anna Santucci (Università di Urbino, curatrice della collana Luigi Lanzi 2010) e Roberto Perna (Università di Macerata), che presenterà nell’occasione per la prima volta rendering frutto degli studi sulla ricostruzione di ambienti della Trea Romana e reperti di epoca longobarda che vanno ad arrichire la già prestigiosa collezione museale treiese.  “Quello del 9 febbraio è un appuntamento importantissimo e fortemente voluto dall’Amministrazione per segnare un altro passo avanti nell’opera di divulgazione dell’immenso patrimonio culturale cittadino attraverso iniziative che avvicinino soprattutto i giovani alla conoscenza delle proprie radici e offrano a turisti e curiosi spunti per visitare la città. Perché Treia è un mito che vale la pena di vedere da vicino.”

 

Il programma di  “Treia è un mito, vieni a vederla da vicino”:

Ore 17.00. Saluti delle autorità, Luigi Santalucia, sindaco di Treia;  Tullio Patassini, assessore alla Cultura Comune di Treia; Mario Pagano, Soprintendente Archeologico per le Marche.  Luigi Lanzi: “il vero modo di illustrare le antiche cose”, Anna Santucci (Università di Urbino “Carlo Bo”).  Archeologia a Treia: una storia di ricerche e valorizzazione da Fortunato Benigni al 3D, Roberto Perna (Università degli Studi di Macerata).  Iside, il culto di una dea cult. Storie divine dal fascino secolare, Philippe Daverio, Storico dell’Arte

Ore 19.00. Intitolazione del museo a Luigi Lanzi e Fortunato Benigni; in mostra per la prima volta ambienti della Trea Romana in corso di ricostruzione e preziosi reperti archeologici di epoca longobarda.

 

 

 

 

 



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