Riordino Province: anche Civitanova dice no
all’accorpamento con Ascoli e Fermo

Il Consiglio comunale ha approvato la proposta di delibera e chiede a Spacca e ai parlamentari marchigiani di di ricorrere alla Corte Costituzionale e salvare la Provincia di Macerata. Contrari i consiglieri del Movimento 5 stelle

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COSTAMAGNA

Ivo Costamagna, presidente del Consiglio comunale di Civitanova

di Laura Boccanera

Civitanova chiede a Spacca e ai parlamentari marchigiani di sottoporre il riordino delle province alla Corte Costituzionale e salvare la Provincia di Macerata. Il Consiglio comunale ha approvato ieri, in tarda serata, la proposta di delibera di Consiglio  sul riordino delle Province con la quale si afferma, pur nel rispetto delle finalità attinenti al riordino della spesa pubblica degli Enti provinciali, la forte contrarietà ad ogni ipotesi di riordino che veda sopprimere la Provincia di Macerata e si chiede un percorso condiviso con l’Ente provincia di Macerata teso al rafforzamento del territorio provinciale aprendo un dialogo costruttivo con i territori e le istituzioni di Fermo e di Ascoli Piceno. Nessun campanile dunque nè tantomeno l’antica ostilità fra la città costiera e il capoluogo e il consiglio comunale di Civitanova ha voluto, con un’assise aperta fare un gesto istituzionale, un tentativo di mantenere l’autonomia e scongiurare l’ipotesi di accorpamento con Ascoli. Tra i relatori, oltre al presidente del consiglio Ivo Costamagna che ha aperto i lavori anche alcuni ospiti che hanno preso parte alla seduta,tra cui l’assessore regionale Sara Giannini e l’assessore provinciale Giorgio Palombini (su delega del presidente Antonio Pettinari), il consigliere Marco Diomedi, i rappresentanti sindacali della Cgil (Aldo Benfatto) e Cisl (Laura Raccosta), il referente CAL (Roberto Broccolo), Marina Santucci del Comitato per Macerata e il suo territorio. Ha portato il suo contributo anche l’onorevole Mario Cavallaro. In sintesi viene contestato il progetto di accorpamento della Provincia di Macerata con Ascoli e Fermo, “un provvedimento – nei commenti dei diversi esponenti – che provocherebbe disservizi ai cittadini e non un risparmio per le casse dello Stato”.

Nella sua prolusione, il presidente del Consiglio comunale Ivo Costamagna ha invitato con fervore a votare la delibera già adottata dalla Giunta comunale il 10 agosto 2012, e a unire le forze per evitare un accorpamento che si rivelerà drammatico per il nostro territorio. Anche il vicesindaco ed ex presidente della provincia di Macerata Giulio Silenzi ha voluto portare il suo contributo personale al dibattito: “Da qualche anno stiamo assistendo ad una crescente delegittimazione delle province – ha detto Silenzi – che è giunta fino all’attuale eliminazione del livello democratico di rappresentanza. La mia riflessione è un invito a non fare una questione di confini, ma fare attenzione alle dinamiche sociali ed economiche e alle trasformazioni avvenute nelle comunità locali in questi anni. Una riflessione, una volta che il Governo prenderà deciderà il futuro degli accorpamenti, che potrebbe partire proprio da Civitanova con l’intento di guardare al futuro e non al passato”. La proposta è stata votata dal consiglio con 13 voti favorevoli, 2 astenuti (Morresi e Carassai) e 2 voti contrari (Emiliozzi e Pucci). Assenti i consiglieri Mobili, Corallini e Rogani, usciti al momento del voto Marzetti, Gismondi, Rosati, Ciarapica e Dolci.

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Un momento del Consiglio comunale di ieri sera

“Sono molto felice che ieri il Consiglio Comunale si sia ampiamente compattato sul voto di contrarietà al riassetto della provincia di Macerata. Il riassetto o, peggio ancora, il dissolvimento della nostra provincia entro un maxi ente che si estenderebbe da Apiro ad Ascoli Piceno causerebbe tutta una serie di forti disservizi, che andrebbero a colpire soprattutto le fasce della cittadinanza più disagiate – ha sostenuto il sindaco Corvatta – quella espressa non è dunque la difesa di un privilegio, che in questo caso non esiste proprio, ma è la tutela delle necessità di tutti noi.  Di più: l’eventuale risparmio che una operazione del genere comporterebbe sarebbe tutto da dimostrare, visto che le fondamentali attività assolte dall’organismo provinciale andrebbero a ricadere sui comuni, con l’effetto di dovere presumibilmente aumentare di parecchio il numero totale di dipendenti della pubblica amministrazione.”

Contrari i consiglieri del Movimento 5 stelle che motivano con la riduzione della spesa pubblica la loro decisione e biasimano la scelta di aver anteposto come urgenza il provvedimento sul riassetto piuttosto che i problemi relativi alla città: “le provincie sono uno spreco di denaro pubblico essendo un ente ora superato nelle sue funzioni dalle nuove tecnologie e assolutamente doppio rispetto a tutte le competenze già svolte da altri uffici locali o regionali. Inoltre il documento approvato sostiene innanzitutto l’incostituzionalità del decreto mentre solo in seconda istanza chiede di sostenere o emendare la provincia di Macerata nell’accorpamento. Un raggiro ai danni di tutti i cittadini, un voler mascherare le reali intenzioni dietro a false motivazioni campanilistiche. La scelta dei capoluoghi di provincia va seguita con un criterio oggettivo e non su soggettive valutazioni di importanza di singole tradizioni culturali o propagandistiche valorizzazioni di potenza imprenditoriale. Visto il pochissimo utilizzo che tutti i cittadini fanno degli uffici provinciali crediamo sia dannoso rallentare l’esecuzione del decreto con inutili ricorsi basati ancora una volta sul mantenimento di privilegi”. E sull’urgenza del consiglio comunale aperto dicono: “è stato quanto mai sintomatico come tutti i problemi di Civitanova siano passati in secondo piano di fronte all’ urgenza di salvaguardare i “compagni” della provincia e come il presidente del consiglio comunale abbia dato parola proprio a tutti dimenticando di far intervenire il Sindaco”.

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Lo scorso 4 agosto era arrivato il “no” all’accorpamento dal Consiglio comunale di Macerata (leggi l’articolo)



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