di Filippo Davoli
Fatto. Anche quest’anno è finita l’estate. I fuochi artificiali di San Giuliano ne hanno decretato anche stavolta la chiusura. Ora ci attendono gli ultimi sprazzi di sole festaiolo alle Canestrelle e alle Casette, poi si ripioverà inesorabilmente nell’autunno e nella routine. Tutti i maceratesi tornano per la festa del santo patrono, volenti o nolenti: è come se una molla si tendesse fino al 29 agosto per poi riavvolgersi di scatto e riprecipitare tutti a casa. I festeggiamenti, si sa, sono sempre gli stessi: Luna Park a Villa Potenza (l’unico a sopravvivere, sia pure di poche ore, alla kermesse patronale); mercato per le vie del centro e, da un paio d’anni, in Corso Cavour e le Mura da sole; la più breve processione cittadina; il rito della piadina con la salsiccia sempre al solito posto in Piazza Cesare Battisti; poi l’attesa dei fuochi e fine delle trasmissioni.
Da qualche anno, pare che Piazza Libertà sia in grado di ospitare solamente rifacimenti musicali dei Pink Floyd: il primo fu mirabile, entusiasmante (ancora complimenti alla voce di Giuliano Bruscantini che ce ne regalò emozioni molto prossime all’originale); poi fu tutta una lenta inesorabile discesa pinkfloydiana verso l’amatorialità, talvolta nemmeno troppo amabile. Fino alla caduta libera di questo San Giuliano: chi avesse voluto mangiare la papera in allegria profittando della bella iniziativa della Pro Loco, si è ritrovato in una Piazza Libertà violentata da un volume insopportabile, inaccettabile, fastidiosissimo. Credo nessuno si sia posto il problema di cosa veniva eseguito (Zucchero il giorno 30, un misto di rock il 31): l’impossibilità di scambiare una parola, un saluto, se non ad almeno cinquecento metri di distanza, è dato credere abbia messo a dura prova udito e nervi di chiunque. Tutto il mio cordoglio per chi non ha potuto spostarsi (bancarellisti e negozianti). Ma anche il segreto desiderio di capire chi ha permesso praticamente questo piccolo miracolo di maleducazione civica.
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Delle piazze del centro, quest’edizione di San Giuliano ha avuto bancarellisti in Piazza Battisti e Piazza Mazzini, la musica che abbiamo ricordato in Piazza Libertà e niente di niente in Piazza Vittorio Veneto. Teatro di manifestazioni sportive nel mese di luglio, risistemata a salotto buono negli ultimi cinque anni, la Piazza della Biblioteca comunale e della chiesa di San Giovanni in realtà non poteva ospitare nulla di usurante. A dispetto della sorpresa e del dispiacere dei commercianti di quella zona, il pavè della piazza ha portato alla luce tracce antichissime di insediamenti umani; trattasi delle strisce delimitanti il campo di pallacanestro delle suddette gare atletiche: un tracciato postmoderno bianco e immacolato, segno inconfutabile che un tempo (così si dirà nel 2194) questa città era abitata da esseri umani particolarmente sportivi… La conservazione di dette incancellabili vestigia consentirà a Macerata di candidarsi a sito archeologico tra i più importanti del Paese. C’è anche da credere che, col favore dello spopolamento, il traguardo sarà raggiunto anche prima del prossimo secolo.
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Era, una volta, che la passeggiata tra le bancarelle richiedeva un raro esercizio di calma ed abitudine alla lentezza. Per decenni non abbiamo considerato le emergenze, sottovalutando beatamente le vie di fuga, stipati uno sull’altro, uno di fianco all’altro nei corsi principali del centro storico a caccia di qualche genialata mai vista prima (oggetti rivoluzionari nelle presentazioni dei venditori, che generalmente non funzionavano mai quando ripetevamo le manovre in casa, ma era un godimento comprare). La riacquistata capacità di respirare – grazie alla diversa disposizione dei banchi – ci ha, non so perché, tolto un po’ del gusto di quel pienone di gente assatanata e guduriosa, coi palloncini dei più piccoli che ti sbattevano in faccia e i pestoni involontari di qualche signora un po’ troppo in carne. Un sano masochismo, verrebbe da commentare. Ma poi arrivavi al banco dello zucchero filato e delle mandorle, dimenticando il dolore e via verso casa, con la sportina piena di delizie. Avevi fatto San Giuliano. Quest’anno – complice la crisi? – anche i consueti mattatori delle dimostrazioni sembravano spenti, sottotono, ingrigiti. Più debole anche il flusso della gente, quasi automatico, rassegnato. Per fortuna ci sono ancora i bambini…
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E siamo arrivati ai fuochi. Non quelli fatui delle liti politiche, ma quelli veri, per quanto artificiali. Ne ricordo un’edizione memorabile sotto la giunta Menghi: furono tanti e bellissimi, ma rimasero nella memoria come preludio alla sua disfatta nell’avventura da sindaco. Niente male anche quelli di quest’anno: più o meno le stesse figure degli anni passati (i vermicelli che fischiano, i salici piangenti luminosissimi, gli emotikon…) ma con una batteria decisamente più scoppiettante e accattivante. Nonostante la prece a San Giuliano da parte del Vescovo, sarà il preludio dell’addio alla provincia? Speriamo di no.
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Purtroppo manca un sofista, in vita pregevole commentatore di CM, che avrebbe dato un contributo illuminato in versetti.
In effetti quelle strisce meritano una lavata (di capo qualora siano indelebili!).
Il mosciume della festa patronale, così come quello di una tradizionale sagra di paese o di una festa dell’unita’ (anche quest’ultima ormai di interesse archeologico) da l’idea di quanto invece sia stata meravigliosa la notte dell’opera.
Prezioso ed esattissimo ritratto di quello che questa festa e’ ormai diventata . Bravo Davoli .
Una festa che dimostra ogni anno di piu di essere stanca e di avere stancato un po’ tutti –
Certo non si può neppure pensare che per migliorarla – basterebbe far arrivare delle novità sulle bancarelle .
Tutti sappiamo che oggigiorno le novità vengono proposte non dico giornalmente ma quasi – dagli espositori cinesi – nei mercati di tutte le città e paesotti.
Che fare allora ??
Basterebbe semplicemente fare –
Basterebbe semplicemente pensare –
Basterebbe semplicemente almeno tentare di cambiare qualcosa
Certo quando dico tentare di cambiare – non intendo la posizione del palco – che per coinvolgere un po’ tutta la città sarebbe stato meglio
posizionare in Piazza S.Giovanni
e dar modo così a chi era interessato ad ascoltare quella patetica orrenda copia di zucchero -che se non battevi le mani diceva di volerti sputare in bocca e di arrivarci passando per il corso della repubblica e allo stesso tempo permettere a chi voleva scambiare 4 chiacchiere dopo aver mangiato la papera della proloco rimanendo seduto -di poterlo fare – senza dover urlare .
Per carità solo facendo si sbaglia ma
che almeno qualcuno faccia qualcosa e se possibile qualcosa di meglio ..
Una cronaca che dovrebbe rimanere indelebile…..
Progetti ce ne potrebbero essere molti, le idee nuove sono ben accette….
Proviamo a raccogliere qui……
Caro Filippo Davoli, non è che nessuno si accorto di tutti i cambiamenti e per non dire quasi sul ridicolo, ma tu credi che li possiamo cambiare?.. basta che se magna e fai magiare e gli fai vedere dei culi e tutto passa, per una volta sono tutti d’accordo sui stranieri e quelli di colore, meno male che nessuno li ha cacciati, anzi facevano a gara per farsi le foto abbracciati Possiamo dire che c’è stato il miracolo. Come si dice tira più un pelo di …. Che un paio di buoi. Sai non c’è posto per chi pensa o riflette costa troppo, e tuto apparenza. Fatto senza esperienza ne cultura. Credo nessuna competenza.. speriamo che per il prossimo anno certamente con meno soldi perché c’è li tolgono con le bollette e la benzina e poi inizieranno con le nove tasse, che la festa sia migliore.. però potremmo fare noi in modo artigianale delle cose tanto per cambiare… ORGANIZZIAMOCI!!!!
Caro Javier,
non è vero proprio per niente che il popolo bue cerca solo natiche e pappatoia. Ovvio che non disdegna (perché, tu disdegni?), ma io in prima persona sono testimone del contrario. Certo, ci sono tante occasioni mancate, tante energie dilapidate, tante buone volontà sfiancate con l’ostracismo o l’oblio. Che dire? Peccato (per la città, intendo. Le occasioni, le energie, le volontà, sanno riorganizzarsi altrove).
Come sempre lucidissimo nella visione assolutamente aderente alla realtà, ma personalmente mi appassiona di più, caro Filippo, contribuire per cambiare uno stato di cose che in questa città sembra ormai inamovibile!
Mi sento ancora impegnata per farlo, con la consapevolezza ancora maggiore, che ognuno deve fare la sua piccola parte e il resto è nelle mani di Dio!
Grazie della citazione!
Carissima Anna,
per poter contribuire bisogna essere nella possibilità di contribuire. O democraticamente messi nella possibilità di poter contribuire. Perché il contributo deve presupporre un’apertura, un accoglimento dall’altra parte. Una buona fede. Altrimenti è utopia.
Cara Anna,
dopo di te è andata meglio o… peggio?
Caro Filippo, credo di non essere mai stata una persona utopica in senso stretto, credo di aver provato a coniugare dei principi con un sano pragmatismo, pero’ come dico sempre ai dei miei amiciin conto e’ fare politica in prima persona, un conto essere impegnati dall’esterno!!! Buona fede anche a te!
Caro Giorgio uno dei problemi della nostra città e’ che fanno ancora fatica ancora a rileggere la caduta della mia amministrazione, pensando così di rischiare di riabilitarmi, ma come mi capita spesso di dire io devo fare riabilitazione e non essere riabilitata! Per il resto caro Giorgio lascio agli altri questo giudizio!!! Un caro saluto!!!
Caro Filippo, credo di non essere mai stata una persona utopica in senso stretto, credo di aver provato a coniugare dei principi con un sano pragmatismo, pero’ come dico sempre ai dei miei amiciin conto e’ fare politica in prima persona, un conto essere impegnati dall’esterno!!! Buona fede anche a te! Caro Giorgio uno dei problemi della nostra città e’ che fanno ancora fatica ancora a rileggere la caduta della mia amministrazione, pensando così di rischiare di riabilitarmi, ma come mi capita spesso di dire io devo fare riabilitazione e non essere riabilitata! Per il resto caro Giorgio lascio agli altri questo giudizio!!! Un caro saluto!!!
Dopo l’amministrazione Menghi debbo dire che le cose sono andate decisamente meglio, si è ristabilita la pace e la tranquillità maceratese. Mi sembra che oggi sia tutto abbastanza nella norma, le cosiddette “mediane” in alcuni casi a Mecarata non si prendono in considerazione.
Sembra che Piazza S. Giovanni sia impraticabile perchè si è aperta una vistosa crepa nel pavimento.
Io vorrei solo sapere con quali soldi il comune paga i fuochi d’artificio. SONO LETALI PER GLI ANIMALI RANDAGI O PADRONALI ALL’APERTO. STAVANO PER ESSERE LETALI PER LA MIA CAGNETTA CARDIOPATICA. MA QUANDO LA SMETTERANNO CON CERTE MANIFESTAZIONI ANACRONISTICHE ED INCIVILI, COSTOSE ED INUTILI?
A San Giuliano (1)
Lei: “caro, quest’anno voglio comprare il “ragnatore” (n.d.r. strumento per togliere le ragnatele dagli angoli, costituito da una lunga asta telescopica con piumino al termine).
Lui: “va bene”.
L’altro (il commerciante che spanne): “guardi che bellezza, si allunga fino a raggiungere i 4 metri!”
Lui: “e che devo toje le ragnatele a quillo de lu piano sopra?”
A San Giuliano (2)
Acquistato il prezioso oggetto i due passeggiano per le mura quando vengono fermati da un’anziana coppia.
La vecchietta, eccitatissima: ” ndo’ sse compra lu ragnatore?”
Il vecchietto, a capo chino e sommessamente: ” o Marì, ma l’imo comprato l’anno scorso…”