Il sogno di Macerata
in una notte di mezza estate

Successo oltre ogni più rosea aspettativa per la Notte dell'Opera. Pienone e tripudio di colori in corso Cairoli, centro storico e corso Cavour (GUARDA IL VIDEO E LA GALLERIA FOTOGRAFICA)

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Lo Sferisterio illuminato con la tecnica del digital mapping

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Piazza Mazzini gremita di gente

di Alessandra Pierini

(Foto servizio di Lucrezia Benfatto e Guido Picchio)

(GUARDA IL VIDEO)

“Non sembra neanche Macerata”: è questa l’espressione che hanno ripetuto da una parte all’altra della città le migliaia di persone arrivate nel capoluogo per la Notte dell’Opera. E’ il tono stupito con cui molti l’hanno pronunciata sta a significare che l’evento è stato vincente ma soprattutto che rappresenta un primo passo nella lunga strada che necessariamente bisognerà percorrere per ridefinire l’immagine di una città considerata, da almeno un decennio, sonnacchiosa, poco ricettiva e per niente aperta alle novità.Macerata non sembrava se stessa ma, diciamolo, ieri notte sembrava molto meglio: il centro storico senza auto parcheggiate nè in transito è apparso in tutta la sua bellezza, i salottini del centro storico, il Cafè Momus  in corso Cairoli, la Siviglia di corso Cavour e lo Sferisterio trasformato da un tripudio di affascinanti luci e colori oltre a sorprendere e divertire hanno fatto riscoprire ai maceratesi e non solo la voglia di incontrarsi, stare insieme, di salutarsi, sorridersi e stringersi la mano.

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Il direttore artistico Francesco Micheli

 

A fare il piccolo miracolo è stata certamente l’idea di un percorso che ognuno poteva gustare a suo piacimento che Francesco Micheli e il suo staff hanno curato e sviluppato, ma innegabile è l’impresa compiuta dai commercianti che hanno messo a disposizione della città le loro capacità, il loro estro creativo e perchè no, un buon gusto inimitabile e per la riuscita della manifestazione hanno messo da parte interessi e concorrenza. Se la Notte dell’Opera è stata magica, l’adrenalina che animava le vie prima dell’inizio, durante i preparativi, e la collaborazione tra tutti è stata la vera grande novità e la carta vincente che ha concretizzato lo spirito maceratese. L’unica nota stonata arriva dai puristi dell’Opera che avrebbero gradito un po’ più di bel canto. Accettabile ma l’opera è anche società, cultura, denuncia e politica, come ha dimostrato Serena Sinigaglia con la sua Carmen,  considerare opera solo canto e voci sarebbe un ridurla ai suoi minimi termini. La Macerata di ieri sera è stata una grande opera, uscita dal santuario dello Sferisterio, e manifestatasi a cielo aperto in tutte le sue forme. Per godere lo spettacolo, gli spettatori avrebbero dovuto sedersi molto in alto e guardare giù i giochi di luci, colori e suoni e soprattutto fare un bel bagno nell’incredibile atmosfera offerta.

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Le ballerine di flamenco di corso Cavour

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Le protagoniste de La Traviata al bar Pierino

QUI CENTRO STORICO – Nella Notte dell’Opera, tra i salotti di Traviata, non è sembrato strano trovare ragazze in bikini dal corpo dipinto tra i tavoli di un bar, nè giovanotti armati di bombolette spray alle prese con pannelli bianchi da trasformare in opere d’arte. Quello che invece ha proprio colpito è accorgersi di come le piazze vengono trasfigurate, in peggio, dalle auto. Piazza della Libertà, piazza Mazzini e anche la minuscola piazza XXX Aprile (davanti alla chiesa di San Giorgio) vestite di oro e gremite di persone hanno conquistato una dimensione nuova e imperdibile.

QUI CORSO CAVOUR – Tavole imbandite, soldati, ballerine di flamenco  e poesie hanno trasformato la city maceratese, normalmente votata al business e agli affari, in una calorosa Siviglia, avvolgente al punto da non riuscire ad andarsene. Il rosso degli abiti, dei ventagli, delle tende ha invitato alla passione. Le note della chitarra e la voce di Carmen hanno fatto il resto.

QUI CORSO CAIROLI – I Casettari hanno riscoperto in una calda notte d’estate la loro vocazione bohèmienne e le tante somiglianze tra Parigi e il borgo maceratese incredibilmente valorizzato dall’orizzonte scenico dello Sferisterio in continua trasformazione. Suggestiva anche l’idea di sedersi ai tavoli del Cafè Momus e di ascoltare la musica dei Pink Floyd sapientemente mixata con le note degli strumenti classici. Le caratteristiche botteghe  non hanno spalancato le porte dei loro negozi ma in un estremo gesto d’apertura sono scese in strada con carrettini di frutta, appendini di abiti e persino una creperia.

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