di Maurizio Verdenelli
Sull’altipiano di Colfiorito tra le ruspe in azione della Quadrilatero, sorgerà dalle parti ventosissime (e panoramiche) di Monte Tolagna nei comuni di Monte Cavallo, PieveTorina e Serravalle di Chienti, il più grande parco eolico delle Marche. Dopo sei anni di fierissimo “braccio di ferro” tra la Comunità montana di Camerino e la Soprintendenza per i beni ambientali e paesaggistici, c’è stato il recente ‘sì’ del grande Mediatore cui la Regione alla fine si era rivolta: il governo Monti. Infatti la presidenza del consiglio dei Ministri dopo aver convocato le parti a Roma il 27 marzo scorso, ha autorizzato il 30 aprile la Regione Marche a concludere positivamente l’iter istruttorio avviato sin dal (quasi) lontano 12 dicembre 2006. “Per una totale pacificazione con la Soprintendenza –dice ora Sauro Scaficchia, il presidente della Comunità montana- non solo osserveremo rigorosamente tutti i ‘paletti’ posti, ma metteremo a disposizione risorse per restaurare e risanare il cospicuo patrimonio architettonico e storico dell’area”.
Detto del ‘risarcimento’, del tutto volontario s’intende, andiamo a vedere in cosa consista il più grande parco eolico marchigiano. Diciassette “gran macchine” eoliche (ognuna alta 64 metri, il diametro ne misura 80) rispetto alle venti all’origine previste, produrranno ogni anno 69.000 MWH pari al consumo elettrico domestico annuo di circa 56.000 persone, molto superiore ai 15.000 abitanti, la popolazione intera dei 13 comuni della comunità montana camerinese. In termine di ‘bilancio ambientale’ la produzione elettrico del parco eolico consentirà di evitare ogni anno, 46.406 tonnellate di anidride carbonica, 96 di ossidi di zolfo, 103 di ossidi di azoto ed infine una tonnellata di polveri e 112 TEP/anno.
“Sarà sopratutto l’occasione per dare impulso e sviluppo economico alla zona montana –aggiunge Scaficchia- ci saranno possibilità di occupazione e d’investimenti: insomma il parco funzionerà da volano”.
Il costo previsto è intorno ai 55 milioni di euro; ci si aspetta attraverso un ‘leasing in costruendo’ il contributo determinante delle banche. Il cantiere avrà una durata di 16 mesi, più lungo del previsto per rispettare i cicli della Natura, potentemente presente su questo splendido territorio a cavallo tra Umbria e Marche. In base alle previsioni, i tempi di rientro dell’investimento (oltre l’80% per la fornitura e messa in opera delle turbine) grazie agli incentivi, saranno contenuti in 5 anni. “Dopo di che –incalza Scaficchia- si attendono cospicui ritorni economici netti per altri 15 anni a vantaggio di tutti gli enti locali coinvolti e del territorio”. Dopo venti anni il parco eolico sarà infatti smontato completamente. Ed è anche previsto un sistema di monitoraggio, della durata di due anni, pre- e post opera. Si chiamerà, in modo beneaugurante, “Baci”. Sperando che il progetto non debba ricevere in cambio contestazioni, visto che qualcuna ‘strisciante’ pare emergentee. “Un momento: al progetto hanno collaborato anche Lipu e Legambiente! Abbiamo fatto le cose con coscienza” dice Scaficchia. A ‘disegnare’ il parco eolico di Monte Tolagna, che farà impallidire quello pre-esistente di Muccia (solo 4 macchine) hanno partecipato due università: quella di Camerino per l’aspetto della tutela della fauna e della flora, e la Politecnica delle Marche per l’aspetto ingegneristico.
E questa mattina, presso l’ufficio del presidente Antonio Pettinari, in Provincia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione con la partecipazione del rettore dell’Unicam, Flavio Corradini; del prof. Andrea Catorci (botanico, Camerino); del prof. Renato Ricci (ingegnere, Politecnica delle Marche), dello stesso Scaficchia e del ‘padrone di casa’ Antonio Pettinari. Per il quale Colfiorito ha sempre rappresentato una ‘cima’ da conquistare, civilmente a vantaggio delle comunità: ha ricordato infatti, Pettinari, i suoi trascorsi di assessore provinciale a Viabilità e Trasporti, agli inizi degli anni ’90 quando lanciò un concorso di idee per un progetto possibile di grande viabilità su un territorio che contiene eccezionali gioielli storici (Plestia, le chiese romaniche) e naturalistici (la palude di Colfiorito, già lago di Perugia, oasi protetta a livello mondiale). “Sia chiaro –ha detto il presidente della Provincia di Macerata- rispettando sempre l’ambiente, i Beni del Creato. Per me queste montagne sono sacre e devo dire che il lavoro di due staff eccellenti come quelli accademici di Camerino ed Ancona è stato puntuale ed ha preservato l’eccezionale biodiversità del grande altipiano”.
“Si può dire che il progetto, dopo 6 anni di lavoro insieme, ci ha fatto parlare alla fine uno stesso linguaggio comune. Ed è stato davvero sorprendente per un botanico come me ed un ingegnere come Renato” ha detto Catorci. Pare infatti, pure, che per esigenze di ‘coppia’, e cioè di riproduzione e nidificazione di due splendide aquile di Monte Tolagna, anche l’ubicazione di una ‘macchina’ eolica (ognuna dei quali occupa un’estensione di 100/150 mq) sia stata spostata. “la collocazione di tutti gli impianti –ha detto Catorci- è stata particolarmente attenta a non compromettere la percezione della montagna in quanto tale; per questo motivo la sommità di Monte Tolagna non verrà occupata da macchine ed anche i crinali principali sono stati preservati. Gli impianti sono previsti, nella quasi totalità in corrispondenza di aree agricole abbandonate; inoltre la loro disposizione è progettata in modo da non intercettare le migrazioni dell’avifauna più importanti dell’area”.
Certamente il parco sarà visibile ai più, dal grande altipiano. E’ stato questo uno dei motivi principali di dissenso della Soprintendenza nella lunga battaglia tra annullamenti, sospensioni ‘sine die’ con l’ente presieduta da Scaficchia. L’ultima richiesta della Soprintendenza, non accettata tuttavia dalla comunità montana in quanto tecnicamente non realizzabile, tendeva proprio a non rendere visibili ‘le pale’da tutti gli edifici vincolati presenti sul territorio sia pubblici sia privati “nonché da nuclei e centri storici che risultino nel rispetto di forma e materiali caratterizzanti il territorio”. Il ‘nodo di Gordio’ è rimasto così, intatto, fino a quando non ci ha pensato a ‘dirimerlo’ il Consiglio dei ministri, all’unanimità.
“Non si poteva proprio rendere invisibile un parco che cerca di cogliere, proprio in alto, una delle ‘sorgenti vive’ dell’energia pulita, il vento” ha dichiarato il prof. Ricci. Il quale ha chiarito come a far decidere per il più grande impianto eolico della regione nel ‘cuore verde’ dell’altipiano, siano state oltre all’alta ventosità della zona, le nuove grandi vie di comunicazione che stanno avanzando con i cantieri della ‘Quadrilatero’ e la presenza di due linee elettriche ad alta tensione che percorrono la Piana sin dal 1920. La sottostazione di trasformazione sorgerà a Fonte della Mattinate “contigua ad un’area di accumulo inerti, utilizzata durante l’emergenza del terremoto del ‘97” dice il prof. Ricci. E a chi scrive che gli ha rammentato la concomitante presenza del prezioso acquedotto in travertino romano, poi Botte dei Varano, il progettista ha rassicurato: “Il sito verrà certo preservato”. A Selvapiana, nella valle incantata sopra Monte Cavallo, amatissima dal grande genetista Nazzareno Strampelli (lamentava come l’area fosse stata ‘follemente’ disboscata: piante centenarie spazzate vie per far posto la coltura della patata rossa) sarà ristrutturato un fabbricato per il centro di controllo e le strutture di monitoraggio dell’università Politecnica (Dipartimento di Energetica) e dell’Università di Camerino (Dipartimento di Scienze ambientali). “Certo è –dice il professore- che le esigenze di tutela ambientale interrando cavicondotti e realizzando fondazioni meno invasive, faranno lievitare i costi del parco. Se fossimo in Puglia, sarebbe costato il 35/40 per cento in meno. In ogni caso questo progetto è, per questo, talmente innovativo da porsi ai vertici europei”.
“Il rispetto dell’ambiente è totale –tiene a precisare, come gli altri, il rettore Corradini- verrà a questo proposito creato un Centro di ricerca sull’Eolico facendo il punto su tutte le esperienze fin qui maturate in rapporto alla tutela ambientale a livello europeo. Vogliamo che l’energia pulita che tra queste splendide montagne verrà prodotta a beneficio di tutti non sia a svantaggio della bellezza incomparabile dei luoghi. In ogni caso la nostra Università è a disposizione, in qualsiasi momento, per offrire spiegazioni e chiarimenti a chi lo voglia. La trasparenza è un obbligo certo non eludibile”.
Insomma il dado è stato tratto dal Governo che ha deciso per sfruttare il vento che agita le cime intorno alla Piana di Colfiorito, sulla quale un giorno lontanissimo s’affacciò con la sua cavalleria Annibale guardandosi bene, però dal tentare un attacco alla ben munita città di Plestia. Le pale serviranno per dare sostegno ad una zona per la quale ‘San Sisma’ non è stato sufficiente per tentare un’inversione di tendenza economica e di sviluppo alle popolazioni rimaste. Già, il terremoto del 97: è stato ricordato da tutti (insieme con la condanna all’atroce attentato di Mesagne) con la solidarietà per ‘ i fratelli dell’Emilia’ da parte di gente purtroppo abituata da sempre a tali devastanti dramma. Ha detto in conclusione Pettinari: “Stiamo adesso organizzando un gruppo di tecnici da inviare in Emilia per contribuire a far fronte a tutte quelle operazioni, ricognizione, perizie, verifiche che purtroppo noi conosciamo bene sin dai tempi (ricorrenti) del terremoto”.
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ma si, roviniamo il paesaggio anche a Colfiorito…
continuiamo invece ad inquinare con il petrolio………..
sarebbe meglio una bella centrale a carbone? un turbogas oppure preferisci una bella centrale nucleare??? aggiungo…secondo me le pale eoliche sono affascinanti!
Diciassette “gran macchine” eoliche (ognuna alta 64 metri, il diametro ne misura 80)… Il diametro del palo o delle pale? Perché allora si arriverebbe ad un’altezza massima di 104 metri (64 metri + 40). Perché non piantumare allora un poetico parchetto anche a Sasso d’Italia o a San Lorenzo di Treja?
Tuttavia rimango dalla parte della Soprintendenza e di Vittorio Sgarbi.
@ Laura Becattini
Quanto tempo è che non passi a colfiorito? Credo moltissimo perchè la piana è letteralmente devastata dai lavori della superstrada su cui nessuno si è mai espresso contro quanto questo parco eolico. Votiamo NO per il nucleare e poi non vogliamo neanche parchi eolici, perchè rovinano il paesaggio. Questo parco eolico sarà visibile solamente in parte dalla piana e dai luoghi dichiarati sensibili dalla Soprintendenza. Oltretutto l’intervento è reversibile al 90% e quel 10% che manca può essere cmq smantellato; parlo dei basamenti in c.a. delle torri, elettrodotti e centrale di trasformazione. Ma ciò che porterà alla comunità in termini economici ed occupazionali, ed all’ambiente con indubbi vantaggi per la salute di tutti? O veramente preferite une bella centrale nucleare, meglio a carbone?
Se poi vogliamo parlare genericamente di politica energetica, personalmente sono più favorevole agli impianti di modeste dimensioni e puntuali da mettere in rete, ma questo non vuol dire che sia legittimo sparare a zero a prescindere su questi grandi progetti.
Ultimo messaggio ai politici locali che stanno cavalcando il cavallo vincente, si ricordino che i territori che avranno maggiore compromissione dal punto di vista paesaggistico ed ambientale sono Monte Cavallo, Pieve Torina e Serravalle di Chienti e non tutti i 13 comuni della comunità montana….
.. e vai con lo scempio di un meraviglioso paesaggio….e di finanziamenti a gogo….aahaahh , poveri illusi voi sostenitori dell’eolico…
Ma che fastidio danno, se le mettono sulle cime dei monti? Mica è sulla pianura dove c’è quella bella superstrada con uno svincolo che sembra far invidia a Los Angeles!
Chi paga e perchè vengono smantellate dopo venti anni?
@ Paoolo
Gli ambientalisti della domenica pensano che installare un palo da 64 metri sia semplice come conficcare il bastone di un ombrellone sull’arenile. Purtroppo non è così. Infatti per far arrivare potenti escavatori a Collattoni si dovranno preparare le strade, poi arriveranno le betoniere per le fondazioni (un cubo come una casa di due piani), poi arriveranno i pali con mezzi di trasporto speciali ed infine i generatori verranno allacciati alle cabine. FIAT LUX!
….. le problematiche dell’eolico…… DA LEGGERE, per farsi un’idea sull’argomento…
.http://www.viadalvento.org/
http://www.viadalvento.org/category/informazioni-sulleolico-nelle-marche/
( da Google )
@ ………………..
http://www.epaw.org/
http://savetheeaglesinternational.org/
( da Google )
secondo me non sanno piu dove andare a cercare energia mo vediamo con fukushima e tutto dove andrete a finire l’energia è un bene e lo stanno sfruttando ai mininmi storici perche qualsuno non si informa e lo dice apertamente che fine ha fatto il signore che ha progettato l’energia a idrogeno dove è sepolto grazie alla speculazione di voi umani ? come esseri tali degli di essere chiamati ? perche nessuno da un informazione del genere ?
finanziamenti a go go e come diceva toto io pago
Per fortuna domenica era l’anniversario di Falcone e Borsellino per fortuna come tuitte le cose che girano in italia sprechi degrado ecc ecc monnezza bah scempio dell umanita
Finalmente una buona notizia per la montagna! A parte l’impatto visivo (innegabile) credo che la risorsa del vento debba essere un’opportunità di crescita per quelle zone. Possiamo discutere quanto si vuole tra i pro e i contro. Con la crisi economica le possibilità di sviluppo per la montagna sono ancora più scarse. Mi compiaccio con la Comunità Montana di Camerino, con la Provincia di Macerata, con l’Università Camerte e con quanti si impegneranno per questa realizzazione, nel rispetto delle regole del Piano Energetico Ambientale Regionale.
Scusami….da come parli sembrerebbe quasi che tu non faccia parte dell’umanità…cosa sei…alieno?
Perché continuiamo a credere che questa sia energia pulita, perché non ci guardiamo attorno per vedere che anche in Germania, Stato all’avanguardia, stanno fecendo un passo indietro sull’eolico. Queste strutture sono una devastazione per il territorio, come dice Gabor dovete pensare al terreno che viene occupato solo dalle fondazioni di questi “mostri”. Tutto questo per un alito di vento, perché le pale non gireranno sempre, anzi, le vedremo immobili per la maggior parte dell’anno, visto che nelle nostre zone non ci sono venti dominanti come, per esempio, su una struttura offshore nel Mar Baltico. Queste operazioni non sono altro che speculazioni con le quali si arricchiranno poche persone, facendoci credere che dei benefici ne godremo tutti. Falso, falso come è successo con la storia del fotovoltaico, che alla fine ha solo devastato il nostro territorio ed ha aumentato le nostre bollette. E’ ora di cambiare registro, dobbiamo capire che l’energia è sì importante, ma dobbiamo anche saperla usare. Costruiamo intelligentemente, riduciamo gli sprechi, cerchiamo di localizzare queste forme di produzione di energia rinnovabile in maniera puntuale, nelle singole case, nei condomini, in zone urbanizzate, non in ettari di terra incontaminata….
In una nazione che ha un potenziale di energia che supera il consumo medio (e di picco!!!) e che continua ad importare dall’estero (svizzera, francia…), creare altre centrali rovinando il territorio, mi sembre piuttosto comico. Ma lasciamo decidere i politici… loro si che si intendono di numeri e tecnologia. Forse pensano che basta leggere Focus per pilotare la politica energetica di una nazione/regione/provincia.
Energia a vapore: Un anniversario vaporizzato
In questi ultimi tempi s’è parlato tanto di rami secchi e della relativa soppressione della linea ferroviaria Civitanova M. – Albacina, quindi non potevamo dimenticare che la tratta Civitanova – Macerata e la stazione stanno sul punto di spegnere ben centoventisei candeline. Infatti il treno a vapore arrivò a Macerata alle ore 10.45 del 22 Maggio 1886, attraverso l’ardito viadotto (dei suicidi) a nove arcate e dell’altezza massima di diciannove metri progettato dall’ing. Liborio Coppola. Per la costruzione del tratto Pausola – Macerata occorsero ventiquattro mesi e l’impiego di trecento operai, tra cui Ricci Ricciotti di Cesena che da quel momento aprì la bottega di fabbro a Macerata.
micro-eolico… no! e i pannelli sui tetti… no! dunque, ancora, campi di fotovoltaico, di cui la provincia si fa fiera di averli bloccati, (ma sarà mica perché sono stati ridotti gli incentivi?) e adesso, un parco di grossi pali da 64 metri.
Io dico che è meglio non centralizzare le energie, così come è stato ed è ancora per le fossili, una produzione di energia più capillare e democratica, fatta di piccoli impianti di fotovoltaico ed eolico.
Quello che mi lascia molto perplesso è lo smantellamento del parco a fine carriera, giusto il tempo di guadagnarci con gli incentivi… ma mi faccia il piacere!
Alcuni dati sull’impianto eolico progettato dall’Anemon (Gruppo Sorgenia):
“I lavori interesseranno 25.398 mq. (piazzole 12.770, aree plinti 1.928, cavidotti e allargamento strade 10.700). Saranno estratti per fissare i plinti 5.540 mc. di roccia, che non saranno però sufficienti per creare le piazzole. E’ previsto un apporto di 2.000 mc. di materiale proveniente da cave. A lavori conclusi, dovranno essere allontanati ed “eliminati” 5.000 mc. di roccia”.
(Cfr.Il Resto del Carlino, 29 Ottobre 2008)
Da amante di questa nostra splendida terra…
tanto promossa a parole, e tanto poco tutelata,
quale commento, se non:
che enorme – ennesima! – profonda tristezza.