Sull’altopiano di Colfiorito
il più grande parco eolico delle Marche

Il progetto presentato in Provincia. Costo previsto: 55 milioni di euro

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Da sinistra: Andrea Catorci, Sauro Scaficchia, Antonio Pettinari, Flavio Corradini, Renato Ricci

 

di Maurizio Verdenelli

Sull’altipiano di Colfiorito tra le ruspe in azione della Quadrilatero, sorgerà dalle parti ventosissime (e panoramiche) di Monte Tolagna nei comuni di Monte Cavallo, PieveTorina e Serravalle di Chienti, il più grande parco eolico delle Marche. Dopo sei anni di fierissimo “braccio di ferro” tra la Comunità montana di Camerino e la Soprintendenza per i beni ambientali e paesaggistici, c’è stato il recente ‘sì’ del grande Mediatore cui la Regione alla fine si era rivolta: il governo Monti. Infatti la presidenza del consiglio dei Ministri dopo aver convocato le parti a Roma il 27 marzo scorso, ha autorizzato il 30 aprile la Regione Marche a concludere positivamente l’iter istruttorio avviato sin dal (quasi) lontano 12 dicembre 2006. “Per una totale pacificazione con la Soprintendenza –dice ora Sauro Scaficchia, il presidente della Comunità montana- non solo osserveremo rigorosamente tutti i ‘paletti’ posti, ma metteremo a disposizione risorse per restaurare e risanare il cospicuo patrimonio architettonico e storico dell’area”.

Detto del ‘risarcimento’, del tutto volontario s’intende, andiamo a vedere in cosa consista il più grande parco eolico marchigiano. Diciassette “gran macchine” eoliche (ognuna alta 64 metri, il diametro ne misura 80) rispetto alle venti all’origine previste, produrranno ogni anno 69.000 MWH pari al consumo elettrico domestico annuo di circa 56.000 persone, molto superiore ai 15.000 abitanti, la popolazione intera dei 13 comuni della comunità montana camerinese. In termine di ‘bilancio ambientale’ la produzione elettrico del parco eolico consentirà di evitare ogni anno,  46.406 tonnellate di anidride carbonica, 96 di ossidi di zolfo, 103 di ossidi di azoto ed infine una tonnellata di polveri e 112 TEP/anno.

parcoeolico31-300x225“Sarà sopratutto l’occasione per dare impulso e sviluppo economico alla zona montana –aggiunge Scaficchia- ci saranno possibilità di occupazione e d’investimenti: insomma il parco funzionerà da volano”.

Il costo previsto è intorno ai 55 milioni di euro; ci si aspetta attraverso un ‘leasing in costruendo’ il contributo determinante delle banche. Il cantiere avrà una durata di 16 mesi, più lungo del previsto per rispettare i cicli della Natura, potentemente presente su questo splendido territorio a cavallo tra Umbria e Marche. In base alle previsioni, i tempi di rientro dell’investimento (oltre l’80% per la fornitura e messa in opera delle turbine) grazie agli incentivi, saranno contenuti in 5 anni. “Dopo di che –incalza Scaficchia- si attendono cospicui ritorni economici netti per altri 15 anni a vantaggio di tutti gli enti locali coinvolti e del territorio”. Dopo venti anni il parco eolico sarà infatti smontato completamente. Ed è anche previsto un sistema di monitoraggio, della durata di due anni, pre- e post opera. Si chiamerà, in modo beneaugurante, “Baci”. Sperando che il progetto non debba ricevere in cambio contestazioni, visto che qualcuna ‘strisciante’ pare emergentee. “Un momento: al progetto hanno collaborato anche Lipu e Legambiente! Abbiamo fatto le cose con coscienza” dice Scaficchia.  A ‘disegnare’ il parco eolico di Monte Tolagna, che farà impallidire quello pre-esistente di Muccia (solo 4 macchine) hanno partecipato due università: quella di Camerino per l’aspetto della tutela della fauna e della flora, e la Politecnica delle Marche per l’aspetto ingegneristico.

E questa mattina, presso l’ufficio del presidente Antonio Pettinari, in Provincia si è tenuta la conferenza stampa di presentazione con la partecipazione del rettore dell’Unicam, Flavio Corradini; del prof. Andrea Catorci (botanico, Camerino); del prof. Renato Ricci (ingegnere, Politecnica delle Marche), dello stesso Scaficchia e del ‘padrone di casa’ Antonio Pettinari. Per il quale Colfiorito ha sempre rappresentato una ‘cima’ da conquistare, civilmente a vantaggio delle comunità: ha ricordato infatti, Pettinari, i suoi trascorsi di assessore provinciale a Viabilità e Trasporti, agli inizi degli anni ’90 quando lanciò un concorso di idee per un progetto possibile di grande viabilità su un territorio che contiene eccezionali gioielli storici (Plestia, le chiese romaniche) e naturalistici (la palude di Colfiorito, già lago di Perugia, oasi protetta a livello mondiale). “Sia chiaro –ha detto il presidente della Provincia di Macerata- rispettando sempre l’ambiente, i Beni del Creato. Per me queste montagne sono sacre e devo dire che il lavoro di due staff eccellenti come quelli accademici di Camerino ed Ancona è stato puntuale ed ha preservato l’eccezionale biodiversità del grande altipiano”.

“Si può dire che il progetto, dopo 6 anni di lavoro insieme, ci ha fatto parlare alla fine uno stesso linguaggio comune. Ed è stato davvero sorprendente per un botanico come me ed un ingegnere come Renato” ha detto Catorci. Pare infatti, pure, che per esigenze di ‘coppia’, e cioè di riproduzione e nidificazione di due splendide aquile di Monte Tolagna, anche l’ubicazione di una ‘macchina’ eolica (ognuna dei quali occupa un’estensione di 100/150 mq) sia stata spostata. “la collocazione di tutti gli impianti –ha detto Catorci- è stata particolarmente attenta a non compromettere la percezione della montagna in quanto tale; per questo motivo la sommità di Monte Tolagna non verrà occupata da macchine ed anche i crinali principali sono stati preservati. Gli impianti sono previsti, nella quasi totalità in corrispondenza di aree agricole abbandonate; inoltre la loro disposizione è progettata in modo da non intercettare le migrazioni dell’avifauna più importanti dell’area”.

Certamente il parco sarà visibile ai più, dal grande altipiano. E’ stato questo uno dei motivi principali di dissenso della Soprintendenza nella lunga battaglia tra annullamenti, sospensioni ‘sine die’ con l’ente presieduta da Scaficchia. L’ultima richiesta della Soprintendenza, non accettata tuttavia dalla comunità montana in quanto tecnicamente non realizzabile, tendeva proprio a non rendere visibili ‘le pale’da tutti gli edifici vincolati presenti sul territorio sia pubblici sia privati “nonché da nuclei e centri storici che risultino nel rispetto di forma e materiali caratterizzanti il territorio”. Il ‘nodo di Gordio’ è rimasto così, intatto, fino a quando non ci ha pensato a ‘dirimerlo’ il Consiglio dei ministri, all’unanimità.

“Non si poteva proprio rendere invisibile un parco che cerca di cogliere, proprio in alto, una delle ‘sorgenti vive’ dell’energia pulita, il vento” ha dichiarato il prof. Ricci. Il quale ha chiarito come a far decidere per il più grande impianto eolico della regione nel ‘cuore verde’ dell’altipiano, siano state oltre all’alta ventosità della zona, le nuove grandi vie di comunicazione che stanno avanzando con i cantieri della ‘Quadrilatero’ e la presenza di due linee elettriche ad alta tensione che percorrono la Piana sin dal 1920. La sottostazione di trasformazione sorgerà a Fonte della Mattinate “contigua ad un’area di accumulo inerti, utilizzata durante l’emergenza del terremoto del ‘97” dice il prof. Ricci. E a chi scrive che gli ha rammentato la concomitante presenza del prezioso acquedotto in travertino romano, poi Botte dei Varano, il progettista ha rassicurato: “Il sito verrà certo preservato”. A Selvapiana, nella valle incantata sopra Monte Cavallo, amatissima dal grande genetista Nazzareno Strampelli (lamentava come l’area fosse stata ‘follemente’ disboscata: piante centenarie spazzate vie per far posto la coltura della patata rossa) sarà ristrutturato un fabbricato per il centro di controllo e le strutture di monitoraggio dell’università Politecnica (Dipartimento di Energetica) e dell’Università di Camerino (Dipartimento di Scienze ambientali). “Certo è –dice il professore- che le esigenze di tutela ambientale interrando cavicondotti e realizzando fondazioni meno invasive, faranno lievitare i costi del parco. Se fossimo in Puglia, sarebbe costato il 35/40 per cento in meno. In ogni caso questo progetto è, per questo, talmente innovativo da porsi ai vertici europei”.

“Il rispetto dell’ambiente è totale –tiene a precisare, come gli altri,  il rettore Corradini- verrà a questo proposito creato un Centro di ricerca sull’Eolico facendo il punto su tutte le esperienze fin qui maturate in rapporto alla tutela ambientale a livello europeo. Vogliamo che l’energia pulita che tra queste splendide montagne verrà prodotta a beneficio di tutti non sia a svantaggio della bellezza incomparabile dei luoghi. In ogni caso la nostra Università è a disposizione, in qualsiasi momento, per offrire spiegazioni e chiarimenti a chi lo voglia. La trasparenza è un obbligo certo non eludibile”.

Insomma il dado è stato tratto dal Governo che ha deciso per sfruttare il vento che agita le cime intorno alla Piana di Colfiorito, sulla quale un giorno lontanissimo s’affacciò con la sua cavalleria Annibale guardandosi bene, però dal tentare un attacco alla ben munita città di Plestia. Le pale serviranno per dare sostegno ad una zona per la quale  ‘San Sisma’ non è stato sufficiente per tentare un’inversione di tendenza economica e di sviluppo alle popolazioni rimaste. Già, il terremoto del 97: è stato ricordato da tutti (insieme con la condanna all’atroce attentato di Mesagne) con la solidarietà per ‘ i fratelli dell’Emilia’ da parte di gente purtroppo abituata da sempre a tali devastanti dramma. Ha detto in conclusione Pettinari: “Stiamo adesso organizzando un gruppo di tecnici da inviare in Emilia per contribuire a far fronte a tutte quelle operazioni, ricognizione, perizie, verifiche che purtroppo noi conosciamo bene sin dai tempi (ricorrenti) del terremoto”.



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