Fausto Bertinotti sarà a Macerata giovedì 17 maggio per due appuntamenti. Il primo è previsto alle 10.30 nell’Aula Magna della Facoltà di Giurisprudenza dove l’ex presidente della Camera terrà una lectio magistralis dal titolo “I diritti del lavoratori fra crisi e democrazia”. Alle 18 Bertinotti sarà, invece, agli Antichi Forni dove parlerà di “Aprire il recinto: trasformare la politica dai partiti ai movimenti”.
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Una cariatide che non accetta di essere passato di moda….
to’ chi si vede bertinotti …… quello che a venduto l’italia a berlusconi ….. ha ancora la faccia di farsi vedere ……
@ Properzi…
Magari gliela avesse venduta, almeno avrebbe incassato: l’ha fatto gratis!!!
All’assessore alla partecipazione…:
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
(Giorgio Gaber, La Libertà, 1972
Dopo aver contribuito a far cadere Prodi ed averci regalato due lustri di berlusconismo ci viene a parlare dell’art.18????? Ma per piacere……..
E si chiama ” lectio magistralis”?????
Giorno in….Fausto per Macerata
No, ma il bello è che interverranno Carancini e la Curzi sul tema “Aprire il recinto”: a chi, bisognerebbe replicare prima di aprire l’incontro.
Il peggio della politica degli ultimi venti anni. Ma chi lo ha invitato? Se non avessi da lavorare lo andrei a fischiare.
In questo momento caotico della politica italiana, grazie al sistema proporzionale magari ci sarà spazio anche per lui nel prossimo Parlamento. Insieme a lui ci saranno altri soggetti che nei paesi anglosassoni, con sistema maggioritario, nemmeno si avvicinerebbero all’entrata. O si fa una legge elettorale in senso maggioritaro puro, favorendo il BIPARTITISMO, o finiremo come la Grecia che non è riuscita dopo le elezioni a fare il governo e dovrà tornare di nuovo alle elezioni provocando un terremoto finanziario con costi per tutta Europa. Il sistema proporzionale favorisce l’instabilità politica, gli estremismi di destra e di sinistra e la spesa clientelare. Secondo voi come mai i paesi anglosassoni non hanno mai conosciuto dittature o terrorismi politici? Grazie al SISTEMA MAGGIORITARIO PURO. Si deve mettere al centro la persona con le sue qualità umane, professionali e intellettuali e non il suo partito e la sua ideologia qualunque sia.
non da Libero o dal Giornale
dal sito
PARTITO MARXISTA-LENINISTA ITALIANO
sede centrale Firenze, via Gioberti n°101 tel 055 2347272 begin_of_the_skype_highlighting 055 2347272 end_of_the_skype_highlighting email: commissioni@pmli.it
Bertinotti in vacanza con l’aereo di Stato
Il nuovo guardiano della Camera, Fausto Bertinotti, da quando si è seduto sullo scranno più alto di Montecitorio si è talmente calato nel ruolo istituzionale che ricopre da non provare più alcuna vergogna: sul piano politico, etico e tantomeno morale. Anzi fa di tutto per dimostrare di gradire moltissimo le “delizie” del capitalismo, il lusso, l’agio e i privilegi del Palazzo che la borghesia riserva ai suoi più fidati servitori.
E così, dopo essersi assicurato uno stipendio di circa 200 mila euro all’anno, una lussuosa villa con piscina in Umbria da poco acquistata e ristrutturata e una vecchiaia dorata con la pensione da parlamentare che gli spetta, durante le ferie estive, mentre milioni di operai, pensionati e cassintegrati non si sono potuti permettere nemmeno un bagno nella piscina comunale, Bertinotti e consorte hanno voluto provare anche l'”ebbrezza” di utilizzare l’aereo “blu” (pagato dallo Stato coi nostri soldi e messo a disposizione dei presidenti degli organi costituzionali) per trascorrere una bella vacanza in Quiberon, località esclusiva sulla costa bretone francese.
Un posto per ricchi di prima categoria, hotel superlussuoso con beauty farm e vista mozzafiato sull’Atlantico, cucina da gran gourmet a base di pesce, ostriche e champagne e negozi extra lusso dove fra l’altro si trova un tipo di cachemire di prima qualità a prezzi da capogiro e di cui sicuramente Bertinotti e consorte hanno apprezzato la manifattura.
Unico problema: il viaggio; in quanto il Quiberon, come spesso accade per queste località da super ricchi solitamente situate fuori dalle normali rotte aeree e marittime, è molto disagevole da raggiungere. Occorre fare tre scali aerei, trasbordo in taxi e oltre 10 ore di viaggio.
Troppo stressante per un presidente ormai non più abituato a fare code per i biglietti e check-in all’aeroporto: meglio utilizzare un bel volo diretto a bordo di un comodissimo velivolo di Stato e per giunta senza scucire nemmeno un euro di tasca propria.
29 novembre 2006
“Detesto le tue idee,
ma darei la vita
perchè tu possa sostenerle.”
Voltaire
@sisetto
Sottoscrivo il detto di Voltaire a patto che ci siano le idee da sostenere. Il Parolaio Rosso, fin da quando stava nella CGIL, di idee ne ha sempre avute poche, mentre non ha mai difettato di opportunismo personale.
@ Alexis De Tocqueville
L’opportunismo politico del Parolaio Rosso (ipse dixit Giampaolo Pansa) è sicuramente inferiore a quello dei reduci “garibaldini” che hanno pensato di invitarlo a Macerata e al livello culturale dell’Università stessa
@Gabor Bonifazi
hai perfettamente ragione, ma devo confessare che Faustino racchiude quel tipo di antropologia italiana che mi fa venire l’orticaria. A sostegno di quello che dici sono da sempre un sostenitore del motto petroliniano rivolto al fischiatore in piccionaia:
“Io nun ce l’ho cò te ma cò quelli che te stanno vicino e nun t’hanno buttato de sotto”.
@Alexis De Tocqueville
Nessuna polemica. Un consiglio: La invito a leggere, ma senz’altro lo avrà già fatto, il “Trattato sulla tolleranza” di Voltair.
@Gaborverità
Tutti Le danno ragione, da destra a manca, al Visconte. Mamma mia quanto La invidio!
Caro Sisetto,
grazie del consiglio ed apprezzo veramente la sua pacatezza. Devo fare una confessione: ho 48 anni ed il mio pseudonimo rivela che sono infarcito di quella cultura liberale che ha attinto a piene mani dagli scritti di Voltaire. Tuttavia, ed è questa la confessione, a questa età e con questa Italia ho proprio una voglia matta di “menare le mani”.
@ Sisetto
Su Voltaire: le idee altrui vanno rispettate, anche se non condivise…
Il problema è che Fausto ne ha avute sempre poche, per di più vaghe…
@ Sisetto
Grazie! La lectio magistralis mi fa pensare ad una delle tante laurea honoris causa (sarebbe meglio ad honorem) conferite ad usum Delphini e anche alla Novella XC di Franco Sacchetti:
Un calzolaio da San Ginegio tratta di tòrre la terra a messer Ridolfo da Camerino, al quale essendo venuto agli orecchi, con belle parole lo fa ricredente del suo errore, e perdonagli.
Ancora mi conviene tornare a una delle novelle di messer Ridolfo da Camerino, la quale sta in questa forma. Uno calzolaio della terra di San Ginegio, la qual tenea il detto messer Ridolfo, fu una volta sí presuntuoso che cominciò a parlare e a trattare per via di stato contro al detto messer Ridolfo; di che gli venne agli orecchi. Essendo il detto messer Ridolfo nella detta terra, e saputo che ebbe il convenente del fatto, non corse a furia, come molti stolti fanno; e non volle che queste cose paressino, se non come da calzolaio. E ancora non volendo mostrare viltà, ma piú tosto magnanimità, mostrò d’andare a sollazzo per la terra; e andando dove questo calzolaio stava con la sua stazzone, e messer Ridolfo si ferma e dice:
– Perché fa’ tu quest’arte? – E quelli dice: – Signor mio, per poter vivere – . E messer Ridolfo dice: – Non ci puoi vivere con essa, non è tua arte e non è tuo mestiero, e non la sai fare -; e toglie le forme e falle portar via.
Il calzolaio poté assai dire, che non si trovasse senza le forme; e non sapendo che si fare, e non potendo pensare quello che questo volesse dire, se ne va piú volte a messer Ridolfo a richiedere le sue forme. Alla per fine v’andò una volta, e trovò messer Ridolfo con una brigata di valentri uomini; e avvisandosi, se chiedesse le forme dinanzi a tanti, gli verrebbe meglio fatto di riaverle, considerando il detto messer Ridolfo per vergogna piú tosto gliene rendesse; e fattosi innanzi, in presenza di tutti dice:
– Signor mio, io vi priego mi rendiate le mia forme, ché io non posso lavorare, né far l’arte mia.
E messer Ridolfo guarda costui, e dice:
– Io ci t’ho detto, che non è l’arte tua di cucire ciabatte e fare calzari.
E ‘l calzolaio disse:
– O se questa non è l’arte mia, che sempre ce l’ho fatta qual è la mia?
Disse messer Ridolfo:
– Ben ci hai domandato; l’arte tua è di stare per questo bello palazzo, e darti alle cose piú alte; e io voglio tener quelle forme, per imprender di cucire, e di fare le scarpe e’ calzari, se mi bisognassi.
Questo calzolaio, continuando le sue domande, e messer Ridolfo facendo risposte strane e chiuse, e gli omeni che qui erano pareano come smemorati a udire il calzolaio domandare le forme e le risposte che ‘l signor facea. Stati per alquanto spazio, e messer Ridolfo dice:
– Questo ciabattino che voi vedete qui, ha trattato di tormi la signoria; e io, sappiendo ciò, e veggendo che l’animo suo de’ esser grandissimo, e non da tirare li cuoi con li denti, ma piú tosto da esser signore in questi palazzi, gli ho tolto le forme, però che, se cerca questo mestiero e parli che questo debba essere il suo, di quello non ha a fare alcuna cosa, però che non è suo mestiere, ma è molto vile e basso al suo grand’animo.
Questo calzolaio si scusava, e cominciorongli a tremare li pippioni: e messer Ridolfo dice:
– Nella tua mal’ora, non ti pure scusare, ch’io so ogni cosa, e voglioti condannare in presenza di costoro -; e disse a uno che andasse per le forme.
Quando il calzolaio udí questo, s’avvisò che con le dette forme il dovesse fare uccidere. Giunte le forme, dice messer Ridolfo:
– Dappoi che ci hai detto innanzi a costoro che questo è il tuo mestiero, e io ti voglio credere, e rendoti le forme; ma lascia stare il mio mestiero che non è da te, né da tuo pari, e torna a tagliare e a cucire le scarpe nella tua mal’ora; e va’ e fammi lo peggio che puoi.
Al calzolaio cominciò a tornare lo spirito; e disse:
– Signor mio, – inginocchiandosi, – io prego Dio che vi dia lunga e buona vita; e della grazia che mi avete fatta vi dia quel merito che alla vostra virtú e alla vostra misericordia si richiede. Io per me non sono da tanto che mai ve lo potesse meritare; ma bene siate certo d’una cosa che l’animo mio, e ciò che io posso, è tutto dato a voi.
E cosí si partí in quell’ora, che mai non pensò, né in detto né in fatto, se non ad esaltazione del suo signore. E ‘l detto messer Ridolfo per questo ne divenne al suo populo sí amato che tutti parve che… con un fervente amore ad ogni suo bisogno.
Oh quanto egli è da commendare uno signore quando per uno vile uomo gli è fatto simile offensa, che egli se ne curi come curò costui, mostrando la sua magnanimità e l’animo liberale, il quale il fa grande e montare fino alle stelle, per aver annullate e fatto poca stima di quelle cose le quali molti vili fanno maggiori, temendo che ogni mosca non gli offenda.
Dopo il partecipato evento di questa mattina, a causa di un problema familiare, Bertinotti è stato costretto a rinunciare alla partecipazione dell’evento organizzato alle 18 presso gli Antichi Forni. L’evento si terrà ugualmente alla stessa ora e nello stesso posto con gli altri ospiti.
Qualche giorno fa ho letto che il “compagno” Bertinotti è stato uno dei pochi ex presidenti della Camera a non voler rinunziare ai privilegi che lo Stato continua a riservare senza pudore a questi organi dopo che cessano dal mandato istituzionale. Io non capisco come non si vergogni! anche di fronte ai quei pochi giovani universitari che questa mattina lo stavano ascoltando nell’Aula Magna dell’Università di Macerata e che in buona fede vanno ad ascoltare ed applaudire ancora certi uomini che amano definirsi di sinistra!!!