di Matteo Zallocco
Una notizia battuta dall’Ansa di Roma oggi pomeriggio ha creato scompiglio nel Pdl maceratese in vista del congresso provinciale di domenica. L’agenzia riporta un articolo a firma Gianmario Mariniello sul sito di Generazione Italia: “Continua lo scandalo delle tessere false del Pdl: come a Vicenza, anche in provincia di Macerata risultano iscritti al partito di Berlusconi tanti dirigenti di FLI, tra cui il vice coordinatore provinciale, Felice Munafò, il coordinatore regionale di Generazione Futuro (movimento giovanile di FLI), Veronica Fortuna, e addirittura il coordinatore provinciale del partito di Gianfranco Fini a Macerata, Giorgio Pollastrelli. Si tratta dell’ennesima dimostrazione di come elenchi degli iscritti del Pdl siano stati copiaincollati, probabilmente per cercare di nascondere il crollo del partito di Berlusconi sul territorio. Il milione di iscritti tanto esibito da Angelino Alfano è stato travolto in questi mesi dagli scandali: forse anche questo avrà contribuito a far crollare il Pdl in tutti i sondaggi. La politica è un’altra cosa: non a caso Felice Munafò, Veronica Fortuna e Giorgio Pollastrelli hanno scelto il progetto di FLI”, conclude.
Il coordinatore provinciale del partito di Gianfranco Fini a Macerata, Giorgio Pollastrelli, non si dice sorpreso per la notizia Ansa per il fatto che pur avendo lasciato il Pdl da due anni “figuro purtroppo ancora negli elenchi di questo partito e addirittura potrei votare – ha dichiarato – in occasione del congresso provinciale di domenica prossima. In questi giorni frenetici in vista del congresso qualcuno mi ha fatto vedere questi elenchi. I coordinatori regionali del Pdl Ceroni e Ciccioli avevano detto che nelle Marche i loro iscritti erano aumentati, evidentemente i numeri che danno sono sballati. Più che celebrare un congresso bisognerebbe celebrare il funerale di un partito che è crollato dal 40 al 18% per cento”.
Mario Lattanzi, segretario provinciale uscente del Pdl, alla notizia di tesserati fasulli nel proprio partito cade dalle nuvole e prima smentisce tale eventualità poi, per maggiore garanzia, controlla gli elenchi in suo possesso. Subito dopo rilascia questa dichiarazione: “Posso categoricamente dichiarare che i tre nominativi citati nella nota di agenzia non sono iscritti negli elenchi dei nostri soci e assolutamente non figurano tra gli aventi diritto al voto nelle prossime consultazioni congressuali del partito. Dal 2010 infatti essi non hanno rinnovato la tessera essendosi iscritti a Fli. Qualcuno ha tirato fuori i vecchi tabulati del 2010, non si sa a quale scopo: gli iscritti del Pdl in provincia di Macerata attualmente sono 2.900”.
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ma quanto ci vuole x scoprire se è vero o no??????????????
Ci credo e come! E’ cosi’ in tutta italia e per tutti i partiti!
A maggior ragione bisogna far spazio alle giovani genarazioni, in questo caso al giovane Acquaroli
L’anima di Almirante accusa:” ruvulimme a case do principate de monache”.
non c’è nessuna tessera truccata nel pdl di Macerata. Negli elenchi sono ben evidenziti gli status dei singoli. Chi era iscritto nel 2010 e ha rinnovato, vicino all’anno ha una R che significa RINNOVATO, Chi era iscritto nel 2010 e non ha rinnovato non ha la R vicino all’anno. E può votare solo e soltanto chi si è iscritto al partito nel 2011 e chi ha rinnovato la tessera, da precisare che il versamento doveva obbligatoriamente essere fatto per tutti(rinnovi e nuove adesioni) entro e non oltre il 31.10.2011 e l’adesione trasmessa a Roma tramite gli organi provinciali o comunali o spedita con racc. a.r. avente data di spedizione massima 31.10.2011. Al congresso non è ammesso il voto per delega. Quindi, non vedo il clamore e lo scandalo in provincia di Macerata.
anche i vecchi partiti della 1° repubblica dicevano così come afferma marcucci. Ma la regola è sempre la stessa.
Largo alle giovani generazioni. Va bene Acquaroli.
Letto l’articolo, sono andata a consultare nuovamente l’elenco tesserati. Potete stare tranquilli, perchè i Vs. nomi non ci sono, né alla data del 28 novembre 2011, nè ad oggi! Utilizzare ogni pretesto per farsi pubblicità pur sapendo di prendersi gioco della buona fede dei cittadini, non vi fa essere credibili.