Il primo provvedimento della stagione lirica maceratese targata Francesco Micheli è stata la pubblicazione do un avviso di selezione per un “giovane creativo” che sarà incaricato di creare il nuovo brand dello Sferisterio (leggi l’articolo). La scadenza per la presentazione delle candidature è fissata al prossimo 14 gennaio.
Per essere ammessi (la partecipazione deve essere individuale) sono necessarie attitudine alla progettazione grafica e al web design e età non superiore ai 40 anni (nati dal 1972 in poi).
Le candidature devono essere inviate entro le ore 12 di sabato 14 gennaio all’indirizzo info@sferisterio.it indicando la disponibilità immediata a iniziare la collaborazione ed allegando una breve presentazione professionale, la segnalazione del proprio sito web, o di un proprio lavoro di progettazione grafica, o di un portfolio.
Il corrispettivo per la progettazione della veste grafica, del logo e per lo sviluppo del nuovo sito web è di Euro 3.000 lordi, più eventuale iva. La valutazione delle proposte verrà effettuata dal Direttore artistico Francesco Micheli che ha proprio 40 anni.
Roberto Cherubini critica questa iniziativa:
“Sono stato il primo ad essere molto felice per la nomina alla direzione dello Sferisterio di un giovane professionista. Reputo invece profondamente “squallido” un bando di gara che ponga un limite d’età. Chi ha compiuto 40 anni a dicembre sarà escluso dal concorrere ad una gara basata sulla creatività e le idee ed è profondamente ingiusto.
Esistono sistemi molto più intelligenti e non discriminatori per “agevolare” i più giovani (a 39 anni si è giovani?), come ad esempio assegnare un punteggio maggiore a certe fasce di età. Nella mia lunghissima vita – ho 46 anni – ho conosciuto 25enni che avevano la vitalità e la creatività di un 70enne, e viceversa. Siccome ho un’idea sullo Sferisterio la presenterò ugualmente al consiglio d’amministrazione, ed invito a farlo a tutti i “vecchi” come me. Ci sono a volte delle decisioni, avallate stranamente dai politici, che sono tutt’ altro che intelligenti e che non vanno nella direzione della qualità. Viviamo in un’ epoca nella quale, senza raccomandazioni, si è precari fino ai 40 anni, mortificare le persone solo perché hanno compiuto i 40 anni è delirante.
Spero che il nuovo Direttore artistico dello Sferisterio ci ripensi e lasci che la creatività non abbia età. Per farlo lo invito ad un semplice ragionamento su domanda: come avrebbe reagito se fosse stato deciso di accettare progetti per la stagione lirica solo da 39enni, visto che lui è del 1972?…e che motivo ci sarebbe stato di escludere gente come Pizzi?”
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Forse sarebbe stato più opportuno chiedere un progetto preliminare invece di un generico curriculum (in ambito di web design non è facile definire e certificare gli apporti di una persona all’interno di una realizzazione grafica o di un sito). Non mi sento di criticare un’iniziativa in cui si compie si una discriminazione ma a favore di una fascia completamente bistrattata come quella dei giovani (magari si poteva prendere in considerazione non solo la gioventù anagrafica, ma anche quella “lavorativa” visto che per molti non c’è mai stata la possibilità di accesso a ruoli di questo tipo). La cosa che colpisce è che il lavoro per realizzare l’immagine e la comunicazione dello Sferistereo abbia una valore di soli 3000 euro lordi… solo un giovane precario o un appassionato innamorato di Macerata come Roberto ci potrebbe stare…
Mi capita spesso di imbattermi in proposte di lavoro nel campo dell’informatica in cui è richiesto un limite di età. Molto spesso, la mia “vetusta” età di 38 anni mi sbatte automaticamente fuori.
Non capisco la logica di tali limiti. Come programmatore informatico mi ritengo ancora capace di appendere molto, magari non ho più l’elasticità mentale di un ventenne, ma l’esperienza conta e qualche scorciatoia te la permette.
Forse il limite dei 40 anni del bando vuole avvantaggiare i più giovani, quelli per cui la percentuale di disoccupazione è più alta? Se fosse così, ci risiamo, se hai 40-50 anni sei troppo vecchio per lavorare e troppo giovane per la pensione!!!
Per un bando del genere sarebbe stato meglio puntare sulle capacità di progettazione come suggerito da Antonio piuttosto che sull’età anagrafica.
Condivido in pieno quanto scritto da Roberto Cherubini: la creatività non ha età.
A volte ci si lamenta che i giovani non hanno spazio, altre che ne hanno troppo…
Per me è giusta questa iniziativa che vuole avvantaggiare chi probabilmente non è ancora affermato, fornendogli un volano pubblicitario enorme. Anzi, io avrei posto il limite a 30 anni e non a 40.
Sono lieto che l’amico coetaneo Cherubini mi dia man forte su questa faccenda delle anagrafi. E’ nelle cose, infatti, che Alessandra Amoroso risulterà bravissima, se nel concorso vengono tenute fuori Mina e Ornella Vanoni per sopraggiunti limiti non di voce ma d’età (forse è il solo modo per far vincere l’Amoroso). Cherubini Vanoni vorrebbe partecipare, se non vi fosse lo sbarramento (e forse il livellamento) al basso; io Mina no. Però la precisazione è egualmente opportuna, e soprattutto para il colpo-boomerang al neodirettore artistico, il quale compirà 40 anni entro il 2012; e dunque dovrà dimettersi entro l’anno prossimo dal prestigioso incarico…
Inoltre, la creatività – oltre a non avere età – non ha nemmeno colore politico. Ma qui capisco che il pasticcio si impasticcia ancora di più…
Salve a tutti,
tanto per cominciare Vi riporto un articolo del Fatto in cui si evince che l’esecutivo Monti è il più vecchio d’Europa. http://www.youtube.com/watch?v=98xspMXeWAw&feature=related
In Italia si parla di gioventù in termini strani, il giovane professionista di 40 anni, avvocato di 35 anni etc.etc. Si parla di gioventù, anche quando anagraficamente, a rigor di logica, non si è più giovani. Che l’età dell’indipendenza si sia alzata e che per i maschi l’adolescenza si collochi in un periodo indefinito che va dai 13 ai 50 anni si sa, sono delle tipicità nostrane. In Europa e negli altri continenti uno è giovane a 20 anni e non a 40.
L’età che uno si sente è un’altra cosa. Conosco tanti vecchietti arzilli che si sentono 20 anni, ma ai quali non mi sentirei, in coscienza, di dare un incarico professionale. Ad una certa età ai ritmi sfrenati del lavoro si dovrebbero sostituire i giardinetti, le passeggiate coi nipoti o un bel viaggio. Ci sono giovani maceratesi che non riuscirebbero a comprarsi una casa senza l’aiuto dei propri genitori e ce ne sono altri che sono costretti a cambiare città, a volte nazione perchè non c’è lavoro.
Mi scuso se ho mancato di rispetto a qualcuno e se qualcuno si potrà sentire offeso per motivi anagrafici. Credo, come voi, che la creatività non ha età, ma credo anche che le occasioni lavorative e la possibilità di crearsi un’avvenire debbano essere di chi ha tutta la vita davanti.
Per una volta un’iniziativa (A MACERATA!!!) rivolta a giovani…e dai…
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/11/28/governo-monti-vecchio-deuropa-della-storia-repubblicana/173685/
ovviamente il link è questo…e non la canzone che stavo ascoltando. Scusate. I primi segni dell’età che avanza…:-)
Ho già detto la mia a proposito del limite d’età in questo genere di concorsi, proprio fuori contesto, oltretutto perché
-taglia fuori la meritocrazia , termine che ogni santo giorno fa il paio sulla bocca di tutti con diamo spazio ai giovani
– si scontra incidentalmente con l’attuale riforma delle pensioni ( David, c’è chi ha tutta la vita davanti e chi , libero professionista, ha tanti anni ancora per andare in pensione avendone più di 40 , come la mettiamo? )
ma ringrazio Roberto per avere portato la questione in primo piano, perché a bando uscito, voglio dire ora
1) Sono assolutamente d’accordo con Antonio Pagnanelli , ed è infatti così che pensavo venisse formulato il concorso: date le linee di indirizzo sui contenuti ai partecipanti, ognuno avrebbe presentato un progetto grafico concreto, per poter vagliare poi i fra i tanti pervenuti, quello ritenuto ottimale. I curricula si presentano per le assunzioni, per un diverso rapporto di collaborazione; Qui c’è da tirare fuori una buona idea, e il curriculum in quanto a questo, non garantisce un bel niente.
Ma perché, vorrei sapere, scegliere tramite concorso il creativo e non direttamente lo studio del brand , che è quello che interessa, in definitiva?
E perché poi, mettersi a perdere altro tempo prezioso, già che si è in ritardo organizzativo di qualche mese ? Il 14 gennaio, il logo poteva già essere disponibile in quest’altra modalità di concorso.
2 ) Il bando, prevede selezione per creativo per veste grafica Sferisterio.
Tutto lascia supporre quindi , che qualcun altro penserà o abbia già pensato, al concept. del nuovo brand , probabilmente lo stesso Micheli.. Se così non fosse, oltre il discrimine anagrafico e il resto detto sopra , puntare tutto lo studio per la nuova immagine dello Sferisterio sulla sola figura tecnica, è un altro aspetto discutibile del concorso, perché va ad incidere sul risultato
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Per dirla con Leonardo da Vinci, sono le idee quelle che contano , il resto è manovalanza .
Non necessariamente in quest’ambito ( diverso è un per un geometra, architetto etc.) , chi ha l’ispirazione giusta, deve saperla trasferire su carta, può avvalersi di un tecnico esperto di grafica per poterla realizzare visivamente . Così come un bravo grafico, non deve necessariamente avere doti diverse dalle sue competenze tecniche . E infatti , perciò così sono organizzate le agenzie pubblicitarie: per reparti.
Iin quello creativo due sono le figure professionali, il copyright e l’art director, la cosiddetta coppia creativa, che lavora a stretto gomito, ognuno secondo il suo contributo, uno concettuale, sui contenuti , l’altro estetico, formale visivo, grafico.
Ritengo le osservazioni di Cherubini fondate e argomentate. Tuttavia , l’apertura ai “giovani”, in questo caso ad un giovane creativo , ritengo faccia parte del “colore” che si vuol dare alla “novità” e\o all’innovazione. E’ dunque un lapsus di secondo tipo, meditato. In questo senso giustificabile. Ma qui ritorna l’argomentazione concreta di Cherubini, alla quale segue l’inossidabile ( e verificata) dimostrazione a contrariis di Davoli, con l’emblematico esempio di Mina-Vanoni. Il che la dice lunga sulla forza persuasiva del paradosso, al quale aggiungerei un secondo: l’uso ( e l’abuso) del “genere” ( femminile). Insomma, la cooptazione di “donne”, qualora si vogliano far fuori uomini ( magari con la scusa della pari dignità). Nel caso specifico, mi sarei chiesto, se vi fossero, giacenti presso lo Sferisterio, altri Loghi, ovvero depositati.
Per una volta sono d’accordo con Garufi, il gusto estetico di un giovane è più affine a quello di un direttore giovane per il taglio che si vuol dare la festival. Il problema vero sono e restano sempre i fatidici 300 euro da fame per un lavoro che i quei presenti non si rendono conto di quanto è duro da fare professionalmente.
Detto ciò vorrei chiedere anche una volta fatto il lavoro chi si occuperà di aggiornare il sito? Fare nuove grafiche e locandine coi titoli e delle stampe? Una società che collabora con lo Sferisterio? Un interno all’associazione?
Anche io l’ho criticato … ma non sono finito sul giornale ! 😀
@ Garufi, Travaglio
…..Un giovane creativo, perchè incontra di più il gusto estetico del nuovo direttore artistico? Ma che stiamo parlando di un capo di moda?
Fra un anno scade il contratto del nuovo direttore, ne arriva, chissà , un altro che ha 20 anni di più, cambiamo di nuovo immagine, perchè ogni anno la leghiamo all’età o agli umori del direttore di turno? …Oh, ma ci stiamo con la testa ? Pianificazione, sapete cos’è, sì? E allora……..
Oppure per parlare in questi termini, non so, confondete la promozione della stagione, con l’immagine dello Sferisterio , la veste grafica, non lo so.
La mia analisi è, che il nuovo direttore si è spogliato del suo vero ruolo, a partire dal fatto che non farà alcuna regia, per farsi interprete più della struttura e darsi tutto agli aspetti promozionali e d’immagine: lui qui, Del Monaco in Cina. Nessun può dire se farà bene o meno e tutti ci auguriamo che farà più che bene.
Le mie perplessità, riguardano più questo confusa sottrazione da un lato, e moltiplicazione di ruoli dall’altro, quindi l’impostazione generale a monte.
Ai miei occhi, si evidenzia ad esempio una scollatura nel lavorare su un obiettivo comune, quest’anno, dal fatto che qui si andranno a rappresentare tre opere secondo il filo conduttore dichiarato da Micheli , ma una Turandot, però., che manco fosse andata in scena l’anno scorso, l’ultima rappresentazione risale a prima del 2008, avrebbe prestato bene il fianco a del Monaco. Un dettaglio diplomatico, che male non avrebbe fatto di sicuro.