Quattro notizie, negli ultimi giorni, mi hanno, come s’usa dire, intrigato. La prima riguarda il cantautore Tiziano Ferro, la seconda i traffici interni ed esterni della Finmeccanica, la terza i gettoni di presenza in consiglio comunale e la quarta Giacomo Leopardi. Notizia numero uno. Tiziano Ferro, poetico assertore, nelle sue canzoni, di alti princìpi morali e tuttavia residente in Inghilterra per motivi fiscali, ha ricevuto dall’agenzia delle entrate un accertamento di complessivi dieci milioni per imposte evase e relative sanzioni. Nel suo ultimo album c’è un brano che s’intitola “La differenza fra me e te”. La differenza, adesso, l’abbiamo capita. Canta in un altro brano: “Mi sentivo un carcerato”. Un presagio? No, per sua fortuna non siamo negli Stati Uniti. Intendiamoci, lui non è il solo a predicare bene e razzolare male. Ed è noto che la ragione per cui l’Italia si trova sull’orlo del fallimento dipende in massima parte dall’evasione fiscale (non a caso Riccardo Muti se l’è presa con quegli innumerevoli artisti o artigiani della musica che si trasferiscono all’estero ma poi vomitano fango sui difetti dell’Italia).
Notizia numero due. La Finmeccanica è un grande gruppo industriale che se la passa piuttosto male anche per via d’ignobili e danarose pastette con la politica – sono in corso indagini, qualcuno è già stato arrestato – e risulta che a un suo consulente incaricato di trattare l’acquisto dell’azienda americana Drs (pessimo affare, sembra, per Finmeccanica) sia stata liquidata una provvigione di circa quindici milioni. E qui, oltre al ritorno in grande stile di Tangentopoli, suscita scandalo sia l’incredibile enormità di certi compensi sia, come concausa del suddetto rischio di fallimento, l’impressionante e galoppante allargarsi della forbice sociale fra gli straricchi e gli strapoveri che tirano a campare con pensioni di quattrocento euro al mese (in mezzo c’è la grande categoria dei “benestanti”, come li ha definiti Berlusconi, ma l’Istat dice che pure loro sono sempre più “malestanti”).
Notizia numero tre: fino a oggi le sedute del consiglio comunale di Macerata sono state trentanove, vale a dire, se escludiamo la sosta estiva, quasi una alla settimana. Un record? Certamente sì. Basti pensare che al consiglio di Civitanova ce ne sono state appena quindici. E qual è la ragione di tanto stakanovismo? Non l’esorbitante numero di delibere della giunta, che anzi è accusata di farne troppo poche (infatti i nostri consiglieri vengono molto spesso chiamati a discutere – meglio, a conversare – di mozioni, interpellanze, ordini del giorno e varie amenità). E allora? Forse l’interminabile e ormai stucchevole ostilità fra il sindaco Carancini e la sua maggioranza? Può darsi. Oppure i ben dodici gruppi consiliari, ognuno dei quali pretende visibilità? Può darsi anche questo. Ma non è da scartare l’ipotesi che la ragione stia anche – se non soprattutto – nel fascino adescatore dei gettoni di presenza, il cui costo si aggira sui duemilaquattrocento euro a seduta (l’ultima è durata appena due ore ed è ruotata su argomenti che potremmo definire aria fritta). Non sarà questa, allora, la vera ragione? E se è questa, come la mettiamo con la disperante situazione del bilancio comunale?
La notizia numero quattro riguarda Giacomo Leopardi. Rieccolo, diranno i lettori. Stavolta, però, la scelta non dipende dal mio personale stravedere per il genio recanatese, ma dal New York Times, il quotidiano da oltre un milione di copie che nella classifica dei libri più importanti dell’anno negli Usa ha inserito al sesto posto (sic!) i “Canti” leopardiani tradotti da Jonathan Galassi e pubblicati dall’editore Farrar. Ecco un fatto sul quale riflettere, specialmente perché tale graduatoria si riferisce proprio all’anno in corso. C’entra qualcosa con le crescenti preoccupazioni dell’opinione pubblica americana per l’attuale situazione italiana? Forse sì. Non è da escludere, infatti, che alcuni versi della canzone “All’Italia” – scritta nel 1818, all’età di vent’anni – abbiano giustificato, nei lettori d’oltre oceano, l’allarme circa lo stato della nostra economia e più in generale del nostro vivere civile. Quali versi? Eccoli: “O patria mia, / oimè quante ferite / che lividor, che sangue!”. E ancora: “Piangi, che n’hai ben donde, / Italia mia, come cadesti o quando / da tanta altezza in così basso loco?”.
Ma se Galassi avesse tradotto e fatto pubblicare negli Usa anche il “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani” – scritto nel 1824 – ben altre e non meno inquietanti informazioni avrebbero varcato l’Atlantico. Per esempio sul fatto che gli italiani “non hanno costumi ma usanze” (non princìpi etici, dunque, ma abitudini), e che “l’Italia è priva d’ogni fondamento di morale e d’ogni vero vincolo e principio di conservazione della società”, e che le uniche occasioni di stringersi insieme sono “il passeggio, gli spettacoli, le chiese e le feste sacre e profane”, e che “l’indifferenza di ciascuno verso gli altri è la maggior peste dei costumi e della morale”, e che vi si conduce “una vita senza prospettive di futuro, senza scopo, ristretta al solo presente”, e che “le classi superiori (dirigenti, ndr.) sono le più ciniche”. Eccesso d’individualismo, insomma, latitanza del sentimento di appartenere a un comune consorzio di diritti, doveri, responsabilità, impegni, prospettive. Questo nel 1824. E oggi? Mettiamole insieme, le quattro notizie. E tiriamo le somme.
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O comune, o comune,
perché non rendi poi
quel che prometti allor? perché di tanto
inganni i figli tuoi?
Da quando e’ stato abolito il rimborso per riposo compensativo in favore dei Consiglieri dipendenti pubblici che “lavoravano” fino a tarda sera, l’orario delle sedute viene fissato dal Presidente dell’Assemblea d’intesa con il direttore del ParkSi…
…i consigli durano di meno ma se ne fanno di più!
Ho appreso che i Consigli comunali durano finché è aperto il ParkSi. Un manipolo di volenterosi dei Centri sociali occupi il Parksi e non si terranno più i costosi Consigli comunali.
Non credo che i consiglieri, di tutti e 12 i gruppi, vadano in consiglio per il gettone. Credo, ma ne sono quasi certo, che il sudetto si aggiri al di sotto dei 50,00 euro a seduta, ai quali vanno tolte le detrazioni fiscali e la quota che ogni consigliere versa al propio partito. Lei caro Liuti, presterebbe la sua qualificatissima opera, per un intero pomeriggio lavorativo per 50.00 euro lorde?, io no!.
Questi sono momenti delicati, a incitare il popolo che di natura è ignorante, ignorante nel senso che ignora, che non va a vedere effettivamente quanto incidono i costi della politica all’interno di un bilancio e quanto incidono invece i costi amministrativi, gli spreghi, la cattiva gestione che, non in tutte, ma in gran parte delle amministrazioni è presente, con queste insinuazioni ci si rimette e si rischia che poi il popolo ci si rivolti contro! è si perchè il popolo è strano prima ti esalta poi, soltanto qualche anno più tarti ti appende a testa in giù e ti riempe di calci e sputi.
Stefano Ciabattoni
Si Dott. Liuti è veramentre triste, si ama tanto questa città da credere sempre che questa (legislatura) possa essere quella buona. Nienteaffatto rimane sempre tutto come prima. Si metta dalla mia parte, il 90% delle mozioni e interpellanze presentate dai nuovi consiglieri comunali, erano già state proposte dal sottoscritto 20 anni fa. Prima il consiglio comunale lavorava se necessario dalle ore 16 alle 24 e nessuno si muoveva. (oggi si predica bene, poi si ruzzola male) I consigli comunali di questa legislatura sono fatti solo di Interpellanze e ordini del giorno presentati delle minoranze. La maggioranza porta solo variazioni di bilancio. Gli Assessori sono sempre in Comune non li vedi certo come succedeva anni fa: a Roma, in Ancona Regione Marche o nel parlamento europeo (con pregetti credibili) dove la stessa Regione ha uffici a disposizione. Si preoccupano solo delle locali manifestazioni culturali, molto adatte alle Pro Loco e non certo ad un capo luogo di provincia che già vede spegnersi le manifestazioni su Padre Matteo Ricci, dove, tutto ciò non avviene di certo per il Presidente Spacca che dalle stesse ah iniziato un saggio lavoro economico culturale estendendolo poi alla magroregione verso l’Est. E che dire di Giacomo Leopardi “Italia mia, come cadesti o quando” su questo caso,Il New York Times ci ha dato un’ccasione internazionale irripetibile che non capita di certo più, nessuno ha intuito come rispondere. Dott. Liuti, Arch. Bonifazi, Sarebbe proprio bello essere in Maggioranza in questi momenti cosi difficili per l’economia dell’Italia e della nostra città, dove un vero politico, ha l’occasione di dimostrare quanto vale nel saper difendere le tante tradizioni politiche positive di questo grande contenitore culturale come è Macerata. Ivano Tacconi consigliere comunale Macerata
“…..Nienteaffatto rimane sempre tutto come prima”; ed inoltre ” … Sarebbe proprio bello essere in Maggioranza in questi momenti cosi difficili per l’economia dell’Italia e della nostra città, dove un vero politico, ha l’occasione di dimostrare quanto vale”.
ma ho capito male?, guardi sig. Tacconi che lei, contro il mandato dei suoi elelttori, è già in maggiornaza, li sostiene sempre e vota con loro…
Caro dott. Liuti pensa che questo malcostume possa cessare? crede che siano i 39 consigli comunali comunque mal retribuiti a costituire uno scandalo? Lo scandalo è non sulla quantità della spesa, ma sulla qualità dei soldi spesi. Retribuiamo stupide e stantie discussioni, paghiamo inutili e pietose verbosità che farebbero inorridire anche i ciarlatani. La voglio informare che la spartizione dei pani e dei pesci di evangelica memoria continua senza sosta e che recentemente è stata data la presidenza della STU via Trento ad una esponente del PD con la modesta retribuzione di circa 20000 euro lordi annui, che l’incarico nel consiglio di amministrazione dell’APM vale oltre 300 euro a seduta, quasi una pensione sociale. Vorrei precisare che il Comune di Macerata avrebbe dovuto abbandonare la partecipazione alla STU oramai da anni, a meno che non sia riuscito a sistemare la questione della vendita dell’ex VAM, antica sede FIAT, per ragioni a me sconosciute. Comunque resta scandaloso l’esborso così oneroso, anche a detta di qualche socio STU, che già veniva denunciato da anni. Questa inutile amministrazione comunale continua la scia delle precedenti e poggia la propria nullità sulle stesse persone che in campagna elettorale giurava di combattere, ma le promesse sono come le nuvole: basta un refolo di vento e scompaiono e ora è importante resistere, resistere perché i danni divengano sempre più irreparabili. Che sia vera l’osservazione recentemente fatta da Celentano che Berlusconi era il sintomo, ma la malattia erano gli italiani? Spero sempre che la ribellione morale cresca e che mi restituisca fiducia in un grade popolo come l’italiano!!!
L’articolo mi ha ricordato una vecchia storiella:
“Un giorno un fioraio va da un barbiere per un taglio di capelli. Dopo il taglio, chiede il conto, e il barbiere risponde:
“Non posso accettare soldi, questa settimana sto facendo il servizio gratuito per la comunità”.
Il fiorista è molto contento, saluta calorosamente e lascia il negozio. La mattina dopo, quando il barbiere va ad aprire il suo negozio, trova un cartello con sopra scritto “grazie” e una dozzina di rose davanti alla saracinesca.
Più tardi, un fornaio passa dal barbiere, anche lui per un taglio di capelli, e quando cerca di pagare il conto, il barbiere di nuovo risponde:
“Non posso accettare soldi, questa settimana sto facendo il servizio gratuito per la comunità”.
Il fornaio, felice, lascia il negozio. La mattina dopo, il barbiere trova davanti al negozio un foglio di carta con scritto “grazie” e una dozzina di ciambelle calde che lo aspettano alla porta.
Poi, un membro del Parlamento, venuto per un taglio di capelli, quando va per pagare il conto, il barbiere di nuovo gli risponde:
“Non posso accettare soldi, questa settimana sto facendo il servizio gratuito per la comunità”.
Il membro del Parlamento, felicissimo di questa notizia, lascia il negozio. La mattina dopo, quando il barbiere va ad aprire, trova davanti al negozio una dozzina di altri parlamentari in fila, in attesa di un taglio di capelli gratuito.”
Ivano Tacconi Stefano Ciabattoni:
credete sia più utile rinfacciare alla comunità quanto siete dotti e simpatici o magari una RIDUZIONE dello STIPENDIO?
http://www.comune.macerata.it/Engine/RAServePG.php/P/105451CMC0300/M/63471CMC0300