Continua la ferrea battaglia delle forze dell’ordine alla clandestinità e all’illegalità (leggi l’articolo). La costa maceratese e in particolare il territorio di Porto Recanati in prossimità dell’Hotel House, l’area Ceccotti e il fosso in via IV Novembre di Civitanova sono da questa notte oggetto di una pressante operazione di controllo eseguita dai Carabinieri della Compagnia di Civitanova Marche.
Il condominio Hotel House di Porto Recanati, teatro di ripetuti episodi di intolleranza fra cittadini stranieri di diverse nazionalità (è popolato da circa 3.000 persone di 40 etnie diverse) anche questa notte era oggetto di vigilanza fissa da parte dei carabinieri. Una pattuglia di Porto Recanati, mentre fermava uno straniero di origine magrebina che stava fuggendo, è stata aggredita. Un carabiniere è stato medicato in ospedale per lesioni lievi e profilassi. L’episodio è piuttosto insolito visto che a differenza di qualche mese fa e subito dopo l’omicidio di Draif Lofti, gli uomini dell’Arma sono accolti con favore dai residenti del palazzo multietnico. Anche questa notte i carabinieri hanno avuto il sostegno di alcuni africani, per lo più senegalesi, per difendersi dalle furie di un magrebino.
Ancora operazioni di controllo e perquisizioni domiciliari, attuate a seguire da una decina di pattuglie dell’Arma, col concorso di una unità cinofila dei carabinieri di Pesaro e dell’elicottero Ax 109 del 5° elinucleo Carabinieri di Falconara che all’alba ha supportato i colleghi sia all’House che a Civitanova. Altri fermi sono in corso a Porto Recanati, mentre a Civitanova sono stati ispezionati dai militari dell’Arma tombini e il canale di scorrimento acque, con la collaborazione di alcuni operai comunali. Irruzione anche nell’area Ceccotti dove è stata individuata una capanna con all’interno 5 clandestini, già noti perché autori di furti e spaccio di droga.
Le laboriose operazioni di fermo, identificazione, foto segnalamento e accompagnamento all’Ufficio Stranieri per il successivo accompagnamento nei centri di identificazione ed espulsione, impegneranno gli uomini dell’Arma di Civitanova per tutta la giornata.
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Evidentemente anche all’Hotel House qualcuno ha capito che non può pagare le colpe delle pecore nere… e comunque quest’articolo è la più degna risposta agli insultanti commenti di ieri dei vari razzisti che popolano Cronache Maceratesi…
Anche gli ultimi episodi di criminalità confermano ancora una volta che la droga è al centro della gran parte delle azioni delittuose che avvengono nella nostra provincia.
Ricordo, solo per fare qualche esempio di maggior clamore limitato ai giorni scorsi, questi ulteriori scontri a sangue avvenuti presso l’Hotel House; l’arresto a Macerata per una serie di furti di N.P. (un tossicodipendente che da anni cerca di uscire dalla droga e che nel frattempo è vittima della propria malattia, che comporta, come è noto, una compulsione ad iniettarsi eroina e quindi a ricercare in ogni modo, anche copn i furti, i soldi per acquistarla); l’episodio dell’investimento mortale a Civitanova di un ciclista da parte di un pirata della strada (che in precedenza aveva assunto droga); e si potrebbe continuare ancora a lungo.
La mia idea è che il traffico e lo spaccio di stupefacenti debbano essere non uno dei filoni di interesse e preoccupazione da parte delle forze dell’ordine, ma quello principale. Gli altri reati (ad esempio, furti e rapine; favoreggiamento della prostituzione; ecc.) sono nella maggior parte dei casi strumentali rispetto ai reati connessi alla droga, nel senso che servono a procurarsi liquidità necessaria ad entrare nel grande mercato della droga, quello che consente i guadagni illeciti più veloci e più smisurati. Ciò credo che sia sotto gli occhi di tutti gli osservatori attenti, e ha trovato una recente e drammatica conferma in un recente grido di allarme del Procuratore della Repubblica Paciaroni (che, a mio avviso, dovrebbe servire da stimolo non solo per svolgere una più efficace azione di prevenzione, come si sta già cercando di fare, ma anche per impostare una politica di contrasto alla criminalità, comune e soprattutto organizzata, fortemente orientata contro la droga).
In questa ottica (la droga come il principale problema criminale anche dalle nostre parti) vanno considerati pure i sempre più rilevanti casi di “mafia imprenditrice”, cioè le situazioni in cui le organizzazioni criminali (cosa nostra, ‘ndrangheta, camorra, oltre a mafie straniere di supporto) vengono nelle Marche, ed anche in provincia di Macerata, per investire i soldi sporchi e riciclare i guadagni illeciti (anche oggi sui giornali c’è il resoconto di un caso del genere, quasi da manuale, accertato e stroncato a Pesaro, con immobili sequestrati in tutta la regione, ed anche nel maceratese). C’è da tenere gli occhi ben aperti: pensiamo ai centri commerciali, ai “compro oro” che spuntano come funghi, agli esercizi pubblici in difficoltà rilevati da gente strana, che nulla ha a che vedere con l’economia locale.
Ricordiamoci tutti che la droga uccide i nostri figli e che la mafia, tramite la droga, uccide i nostri figli.
no, non dobbiamo creare allarmismi inutili…anche la signora sindachessa di porto recanati recentemente ci ha reso meno preoccupati:”l’hotel house è tranquillo ed è un esempio di integrazione”….non bisogna essere razzisti, come afferma tranquillamente qualche buon commentatore……e quindi…..qual’è il problema!!?? in nome del buonismo e della pelosa solidarieta’ lasciamoche questi signori migranti facciano quello che vogliono.
Non sono piu’ ospiti, sono i padroni:spaccio, prostituzione, violenze…..che non pagano le bollette, poi…è il problema minore…
ad ognuno il proprio mestiere…il nostro è quello di non essere razzisti e lasciar correre…
Di seguito l’articolo con i dettagli dell’operazione all’Area Ceccotti:
https://www.cronachemaceratesi.it/2011/09/15/rastrellamenti-alla-ceccotti-catturati-cinque-tunisini/
caro dott. bommarito, credo che se non si conoscano le persone non si debba parlare..io conosco niki da una vita e i suoi problemi non sono derivanti dall’eroina…quindi se la faccia finita…
Salve a tutti,
come al solito la questione dell’Hotel House trascende in una diatriba sterile e stagnante incentrata sull’equazione immigrazione=criminalità.
Da criminologo posso dire che l’H.H. ha una struttura architettonica ben precisa che nasce nel dopoguerra negli Usa. Si tratta di una sorta di edilizia popolare che fin dagli esordi ha creato problemi di devianza e criminalità. Se ci fate caso la struttura dell’H.H. assomiglia molto a quella dello Zen di Palermo (che esiste tutt’ora) e ad altri casermoni che nel tempo sono stati abbattuti.
Tra l’altro esiste un filone criminologico fondato da Oscar Newman che si chiama Prevenzione della Criminalità attraverso lo spazio urbano (teoria della Defensble space) che ha proprio preso in esame gli edifici con le medesime carattersitiche dimostrando come essi siano, per natura, luoghi di devianza e criminalità.
Le amministrazioni fino ad ora hanno adottato soluzioni tampone che non hanno migliorato la situazione, quando l’hanno peggiorata…provate a farvi un giro sotto l’H.H.!!!
Caro Alessandro,
sopra ho parlato di Niki (peraltro senza farne il nome) proprio perchè lo conosco, conoscevo molto bene suo padre (morto qualche mese fa), conosco altri suoi familiari e conosco da tempo i suoi problemi, sia quelli legati alla tosicodipendenza che quelli conseguenti di natura giudiziaria.
Credo che che sia un bravo ragazzo che, una volta incappato nell’eroina, non ha più trovato la forza di uscirne (proprio perchè l’eroina annulla la forza di volontà), e si è avvitato sempre di più in una spirale negativa. Senza una grande convinzione ha fatto alcuni tentativi per uscirne, ma l’esito è stato sempre negativo.
Credo che la sua vicenda sia emblematica sotto diversi aspetti: a) perchè dimostra quanto sia difficile uscire dall’eroina, una volta che si è intrapreso questo tragico percorso; b) perchè dimostra quanto poco possono fare le istituzioni sanitarie preposte, che si affidano sostanzialmente al metadone e a qualche risicato invio (anche in tal caso, per carenza di fondi) in comunità terapeutiche, il cui operato non viene controllato da nessuno.
Innanzitutto una considerazione… XY può parlare sotto pseudonimo e dire quel che gli pare, io mi nasconderei… vabbé, i commenti di questo portale sono sempre più assurdi…
E poi mi permetto di dare ragione ad Alessandro Alisei, anche se non lo conosco. Ho già commentato circa N.P. ed il suo esser stato abbandonato da una società iperindividualista, ecc ecc… Se poi aggiungiamo la situazione familiare di questo ragazzo… ma si sa che i genitori non sbagliano mai, sono i figli ad ingigantire i problemi, vero?
Inoltre, caro avvocato, la smetta di inserire tutti i suoi pensieri in un grande calderone e rimestarli, contribuendo a fare solo una gran confusione del tipo: tutte le droghe sono ugualmente nocive, chi si droga si fa male, poi delinque, poi entra in contatti con la mafia, poi va a svaligiare le gioiellerie e alla fine spara pure al gioielliere… Se le cose stessero così, questo portale non riuscirebbe a star dietro a tutto ciò che avviene in provincia…
@Bommarito
Noto che mentre io scrivevo, lei ha un po’ raddrizzato la mira. Cmq le assicuro che conosco molti eroinomani che ne sono venuti fuori, rottamati, con disturbi della personalità, ma ne sono venuti fuori…
Caro Lupo,
non credo di aver cambiato linea o raddrizzato la mira. Conosco anche io alcuni eroinomani che ne sono usciti, certo, con grande fatica e con l’angoscia che prima o poi potranno ricaderci. Purtroppo conosco anche altri ragazzi che hanno usato l’eroina, tra i quali mio figlio, che oggi vado a trovare al cimitero.
Quanto al calderone, secondo me il problema vero di chi affronta le tematiche della droga è proprio quello di non mettere insieme i vari aspetti della questione. E’ quello che io nel mio piccolo cerco di fare, legando i discorsi sulla prevenzione a quelli sulle difficile terapie e a quelli sulla necessaria repressione. La verità è che si tratta di un problema enorme, che può essere affrontato solo cercando di mettere insieme tutti gli aspetti rilevanti.
Se posso permettermi di darti del “tu”, ti voglio ringraziare per il breve commento che hai fatto al mio ultimo articolo, quello intitolato “La droga del sesso”.
@Avv.to Bommarito, continui la sua preziosa testimonianza con tenacia e garbo come fatto finora. Sta conducendo una santa battaglia. Sappia che siamo in molti a condividere il suo pensiero e a tifare per il successo delle sue iniziative.
Voglio iniziare dall’argomento principale di questo articolo, a mio avviso troppo velocemente bypassato:
L’Hotel House conta più di 3000 inquilini la maggior parte dei quali lavoratori, padri e madri di famiglia, bambini e ragazzi onesti che, pur avendo gli stessi diritti di qualsiasi altro lavoratore, non vengono tutelati dallo stato e dalle forze dell’ordine diventando vittime della criminalità e del pregiudizio di chi, dall’alto di una presunta ed insignificante discendenza italiana, si sente di poter fare di tutta l’erba un fascio mettendo nello stesso calderone miliardi di persone che non hanno nulla in comune.
Tutte queste persone sono tenute in scacco da criminali, spacciatori, sfruttatori della prostituzione ecc. che vanno a delinquere appositamente in quel luogo sapendo che altri saranno incolpati.
I senegalesi che hanno aiutato i poliziotti hanno sicuramente dato un contributo fondamentale e nessuno di noi può sapere se gli stessi saranno vittime di ripercussioni da parte di altri malviventi per aver alzato la voce contro una situazione che non tollerano. Diciamo che loro stessi, grazie alla loro splendida cultura, non si sono posti il problema ma hanno agito spinti dalla giustizia.
In molti sanno che la maggior parte degli avvenimenti spiacevoli che accadono all’Hotel House sono causati da persone esterne, infiltrate che si recano sul posto solo per delinquere. Il gesto di questi senegalesi che probabilmente resteranno innominati e che senza nessun riconoscimento ricadranno nel quotidiano razzismo che sono costretti a vivere, segnala la forza d’animo di chi, nonostante le difficoltà economiche, sociali, geografiche, politiche continua ancora a conoscere il significato del rispetto del prossimo distinguendo senza il minimo dubbio il bene dal male.
A coloro che rispondono con semplici civili gesti alle calunnie di una società corrotta nell’animo e nello spirito va tutta la mia ammirazione e gratitudine.
Per quanto riguarda la discussione sulla droga vorrei solamente dire 2 cose: la droga è il più grande affare di ogni criminalità organizzata presente sul suolo italiano quindi inevitabilmente tutti gli altri affari illeciti sono ad essa collegati.
Per quanto riguarda il ragazzo in questione (che tutti a Macerata conoscono) credo che quando una persona è dipendente dall’eroina nessuna delle sue azioni è libera dall’influenza di questa sostanza che occupa in maniera costante e continuativa tutta l’esistenza del soggetto radicandosi anche nei suoi comportamenti più ovvi e naturali. Credere che una persona possa avere un’esistenza normale pur essendo dipendente da eroina è pura utopia.
Caro avvocato Bommarito, perché dunque, invece che parla di continuo di repressione, non iniziamo a parlare un po’ di speranza? L’eroina è una brutta bestia, un po’ più della coca, un po’ meno delle droghe sintetiche, lo dico anch’io per esperienza personale, familiare, anche se la mia è meno intima e dolorosa della sua. Ho avuto anche il piacere di conoscere sua moglie, percependo da solo qual è il dramma di perdere un figlio, per questo non posso che sostenere la vostra associazione in questo percorso, ma quello che vedo, soprattutto dai suoi interventi su questo portale, è che quanto più (consciamente o inconsciamente) lei si sforza di essere “nazionalpopolare” (che termine orrendo, non ho trovato di meglio e me ne scuso), tanto più aumenta la popolarità dei suoi post. Questo non serve a nessuno, se non ad alimentare il falso perbenismo. Non credo sia questo ciò che vuole…
Infine un appunto, caro avvocato, promettendole di non disturbarla più… Giorni fa, plaudiva ad un’iniziativa di Forza Nuova. Io provengo da ambienti totalmente opposti politicamente e le assicuro che a noi piace confrontarci con i “tossici”, non speculare sulla loro sofferenza per far contenti gli abitanti del quartiere Tribunale… Il mio esempio sono Fausto e Iaio (lei sa di cosa parlo, vero?) ed il loro libro bianco sull’eroina, quando il fenomeno droga era visto come un’imbarazzante argomento che riguardava una “classe” di disagiati sociali…
Con stima per il suo lavoro! Non ne condivido i contenuti, ma credo sia importante…
Vorrei paludire, oltre alle argomentazioni di Giuseppe- Bommarito, stimato amico e collega, che condivido in pieno, anche a quelle di Marco Ribechi. Ha ragione che non bisogna fare di tutta un erba un fascio l’hanno dimostrato quei bravi senegalesi, anzi lo hanno insegnato a noi!! Ora il sindaco di Porto Recanati doverbbe invitarli uno per uno in comune e in una pubblica occasione, ringraziarli! Solo così si può dare una mano all’integrazione! Come l’altro senegalese che in provincia di Modena ha sventato una rapina in farmacia di un ricco architetto Italiano! Non trattiamoli da selvaggi e criminali solo per i vestiti o il colore della pelle, ma dobbiamo essere accoglienti con chi viene a lavorare ed anche portarci loro esperienze…MA NEL CONTEMPO INFLESSIBILI E DURI CON CHI COMMETTE REATI, ITALIANO O STRANIERO CHE SIA!
Ciao Mauro,
una precisazione l’H.H. conta più di 3000 inquilini…mmm…forse si, forse no! Nel senso che nessuno sa esattamente quante persone ci vivono semplicemente perchè nessuno ha mai provveduto ad un censimento serio. Quindi si tratta di stime molto approssimative.
Non serve entrare dentro, per fare delle stime approssimative e per capire quante persone usano (non abitano è diverso) l’H.H. si potrebbero utilizzare i dati relativi al consumo di acqua e di elettricità…e questo il comune, la provincia e la regione lo sanno molto bene!
Ripeto: è la classica politica dello struzzo, nessuno si vuole sporcare le mani.
Caro Lupo,
io non parlo in continuo di repressione, anche se penso che sia indispensabile sbattere in galera tutti coloro che vendono la morte a dei ragazzi che non capiscono la pericolosità di quello che stanno facendo, oppure, pur comprendendola, non sono in grado di sottrarsi al dominio della sostanza. E’ molto importante però discutere anche di prevenzione (e i miei articoli puntano proprio a dare informazione e sensibilizzazione su questi temi) e di terapie, cosa che io pure faccio, sia su questo giornale che in altre sedi (ad esempio, in molte assemblee nelle scuole della provincia). E poi, se proprio vuoi saperlo, parlo anche di continuo con diversi di quelli che tu chiami i tossici e con tanti loro familiari, che non sanno dove sbattere la testa.
Non credo che i miei interventi siano nazional-popolari. Mi sforzo di essere il più possibile obiettivo e documentato, pur avendo le mie idee, anche sulla cannabis, e queste idee le espongo a viso aperto, mettendoci la faccia, il nome e il cognome.
Quanto a Forza Nuova, ho scritto di aver apprezzato la loro iniziativa, che, eclatante e strumentale quanto vuoi, comunque mirava a tenere desta l’attenzione su un problema enorme che tutti si sforzano di non vedere. Non ci vedo niente di male. Non ci sto più a vedere tutto il bene da una parte e tutto il male dall’altra parte. Tanto più in una situazione in cui, da tutte le altre forze politiche locali, sia di centro destra (che dovrebbero avere a cuore i discorsi della legalità, del sostegno alle forze dell’ordine, del contrasto alla droga) che di centro sinistra (che dovrebbero essere particolarmente attente alle problematiche del recupero e del reinserimento del tossicodipendente, nonchè a quelle del contrasto alle varie mafie), viene solo il silenzio più assoluto.
Sono perfettamente in linea con il Sig TMartello!!!!
Giustissimo.
Breve premessa: condivido le argomentazioni di Marco Ribechi, sempre puntuale nei suoi interventi. Trovo interessante anche l’intervento del dott. Del Bianco, ma la criminologia applicata alla realtà a volte porta a risultati molto diversi da quelli che si trovano scritti nei trattati di sociologia…
Per l’avvocato: le assicuro che non sono un personaggio di fantasia, come il fumetto che ho scelto come nickname e col quale sono cresciuto, ma semplicemente preferisco che la mia faccia sia conosciuta in città, tra i miei amici e conoscenti, sono disposto a fare un’eccezione con lei e di lasciarle i miei dati in privata sede, ma non credo che gliene importi.
Tossici è una parola orrenda, come nazionalpopolare, nel mio precedente post erano entrambe virgolettate, ma è comunque una parola brutalmente reale, che dipinge un fenomeno.
Sulla questione di come il fenomeno sia visto da centrodx e centrosx, sfonda una porta aperta, ma le ripeto che non è andando a fare una scampagnata per prati “degradati” che si riporta l’attenzione sul problema, è molto più efficace il suo intervento o, in senso più libertario, quello ad esempio di Don Andrea Gallo, piuttosto che queste parate folkloristiche che non servono a nulla, nemmeno ad incrementare i consensi…
@delbiancodavid, ciao
vero quanto dici e che questo tipo di struttura favorisce la criminalità ( tu ti rifai a certa edilizia popolare americana, che infatti è stata abbattuta perlopiù, in quanto non c’era neanche più domanda di mercato) ma vatti a guardare come sono tenute le House in Germania o in Svizzera o in Francia invece, dove sono nate con le Courbusier, quale modello architettonico di integrazione sociale. La finalità architettonica era quindi opposta ,a quella che si è configurata nel tempo all’Hotel House ( da residence per benestanti che era inizialmente a rifugio condominiale per immigrati) , cioè di una disgregazione sociale fra un dentro e un fuori e dove l’aggregazione interna oggi , è diventata sinonimo di delinquenza. Lo spirito con cui sono state concepite le House, era quello infatti del “vivre en communaité ” e questo è rimasto in altri Paesi europei , come Germania e Francia, dove gli appartamenti sono ambìti, perchè c’è tutto il desiderabile in comune, ogni tipo di servizio per i condomini: da pianterreno coi servizi sociali – asili, lavanderie,- fino all’attico con piscina, il verde esterno curato, i parcheggi.
Una volta avevo anche inserito un link su quello di Marsiglia ,(dico Marsiglia !) parlando sempre di H.H, ora non ho tempo, ma si trova facilmente su you tube.
Quindi? Ancora una volta la politica. Sempre questione di cattiva politica di casa nostra o di politica inesistente per meglio dire: quella del ” lascia fà” ,finchè i problemi non diventano enormi e complessi da risolvere ,come in questo caso.
Quello che preoccupa, è che non si capisce ancora quale sia la soluzione politica oggi, al punto in cui si è arrivati. Anche se non è solo più oggi un problema politico, ma anche sociale, sociologico ed architettonico e quindi va affrontato da diversi punti di vista e con diversi strumenti . Certo è , che non arriva da Storace la soluzione, che voleva la sua rasa al suolo, o demandare tutto e sempre alle Forze dell’ordine No, è ‘ un problema complesso che non si risolve abbattendo un edificio o con le incursioni sempre più frequenti di polizia e carabinieri. Quella di Storace come soluzione, sposterebbe soltanto il problema da verticale ad orizzontale, come fu detto , da chi non ricordo, a quel proposito.
completate voi: tutti a _ _ _ _
Premetto anche io che ho molto apprezzato l’intervento di Marco Ribechi, preciso e puntuale, e documentato come sempre. E mi sono piaciuti, oggi come anche in altre occasioni, gli interventi del criminologo Del Bianco.
Per Lupo, se vuoi contattarmi, questa è la mia mail: avvbommarito@tiscali.it
curioso questo Lupo Alberto… recita testualmente “Innanzitutto una considerazione… XY può parlare sotto pseudonimo e dire quel che gli pare, io mi nasconderei… vabbé, i commenti di questo portale sono sempre più assurdi”. Lui invece ci mette nome e cognome… e sull’assurdità dei commenti di questo portale… beh, vista la sua apertura mentale mi sembra strano che sia il solo depositario della verità e gli altri tutti co…oni… ringraziamo tutti di avere ancora la possibilità di poterci esprimere democraticamente, senza andare sempre a polemizzare! E un plauso sincero a quei ragazzi senegalesi che hanno dimostrato in concreto che la delinquenza non ha nazione nè colore
Salve a tutti,
premesso che mi piace molto il tono costruttivo della discussione vorrei proporre alcuni spunti di riflessione.
1. in primo luogo i trattati di sociologia e la letteratura criminologica servono a dare una base di partenza. Non sempre ciò che è valido in un determinato contesto può essere applicato con successo in un altro. Le esperienze citate da Tamara rappresentano sicuramente delle best practices e, sicuramente, nei casi suddetti le amministrazioni comunali e statali hanno affrontato seriamente la situazione. Questo non vuol dire che tali best practices siano valide anche qua da noi. Lo stesso vale per le leggi: il trapianto legislativo da un contesto giuridico-sociale ad un altro, senza alcuna conoscenza pregressa del background, si rivela molto spesso fallimentare.
2. allo stato attuale ci troviamo davanti ad una situazione molto complessa. Come scrivevo prima le soluzioni tampone adottate nei momenti di emergenza sono servite a ben poco. Si ritiene, erroneamente, che tenendo tutta la criminalità chiusa in un recinto essa rimanga al suo interno. L’.H.H. è un un batterio, una malattia in continua progressione, una mela marcia che quando tocca le altre mele le rovina.
Allora che fare in questi casi? Sicuramente la questione non può essere lasciata così. Vi pongo l’esempio di una situazione analoga a quella dell’H.H. in particolare situata nel comune di Calderara in Emilia Romagna. Bene in questo caso l’amministrazione esasperata da anni e anni ha deciso, in estrema ratio, per l’abbattimento della struttura. La decisione è stata maturata dopo anni di soluzioni tampone inutili e di soldi, quelli dei contribuenti, spesi senza alcun risultato. Venne costituito un comitato scientifico composto da funzionari statali, dal sindaco, da una criminologa e da architetti. Sono entrati dentro e l’accoglienza non è stata delle migliori dato che mi raccontavano che i residenti hanno cominciato a tirare di tutto (anche una lavatrice). E’ stato elaborato un censimento incrociato sulla base dei consumi dell’acqua e in base alle persone trovate nel luogo nel momento dell’ingresso. A quel punto vennero presi i provvedimenti espulsivi per gli irregolari e ricollocati i residenti regolari (con lavoro, famiglia, documenti in regola) in situazioni abitative alternative pensate in precedenza.
I residenti regolari, in particolari, traslocarono in case popolari, case con affitti agevolato, case affittate con regolare contratto e furono sparpagliati. La struttura demolita. A distanza di 10 anni cominciano a vedersi i risultati. La criminalità e la devianza abbassati notevolmente.
Quello che vi ho raccontato è stato un intervento ingente per i costi (umani e finanziari) ma che ha portato a dei risultati importanti e a scelte impopolari da parte dell’amministrazione di Calderara che ha avuto fiuto. E’ un esempio e come il suddetto ne esistono moltissimi.
Ad oggi la situazione è questa: videosorveglianza, presenza da parte della polizia (alcuni anni fa avevano messo un presidio fisso delle forze dell’ordine se non erro sparito dopo pochi mesi) non hanno portato a nessun risultato, controllo sociale inesistente, abbandono del territorio, devianza, degrado, criminalità diffusa.
Concludo dicendo che:
1. se si vuole risolvere la situazione dell’H.H. l’amministrazione deve cominciare essere onesta e dichiarare la volontà o meno di mettere mano alla questione, anche con scelte impopolari; le strategie politiche ci stanno stanno costando troppo, sia economicamente che in termini di qualità della vita (andate a fare una passeggiata anche in pieno giorno sotto l’H.H.), che di marketing territoriale (Porto Recanati sta rovinando la sua immagine di luogo per le vacanze);
2. senza criticare gli studi fatti in precedenza essi, sebbene siano validi dal punto di vista scientifico, non prendono in considerazione l’opinione dei cittadini e dei residenti onesti dell’H.H. e un volta realizzati vengono messi dentro un cassetto.
3. esiste un filone criminologico chiamato prevention through environmental design che descrive proprio le situazioni come la presente e che è utilizzato negli Usa da decenni…magari incominciare a leggere qualcosina potrebbe essere d’aiuto, che ne pensate? metto un brevissimo link da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Prevenzione_del_crimine_attraverso_la_progettazione_ambientale
Grazie dell’attenzione
Caro Giorgio Palmieri, se ti leggi diverse discussioni, mi si dice spesso in maniera più o meno esplicita che non devo nascondermi dietro un nickname, come se stessi facendo qualcosa di anomalo su questo portale, poi arrivano X Y, Marco Travaglio de MC, mug rugens e tantissimi altri, scrivono quel che gli pare e nessuno si permette di accusarli di nascondersi dietro nick! Dicevo solo questo, poi se tu leggessi la discussione, ti accorgeresti che mi sto confrontando con tutti… su altri articoli, purtroppo, mi sono dovuto limitare a tacciare di razzismo alcuni utenti, la cui unica soluzione per la questione Hotel House sarebbe quella di piazzarci un po’ di tritolo! Non sono depositario di nessuna verità, anzi visto lo spesso con cui i visitatori di CM pigiano il pulsante rosso, devo ammettere che l’unico c…one sono io! Quantomeno su questo portale…
Con affetto,
Lupo Alberto
Volevo solo commentare la seguente frase del Sig. Lupo Alberto “non speculare sulla loro sofferenza per far contenti gli abitanti del quartiere Tribunale…”. Gli abitanti del quartiere tribunale poichè pagano regolarmente le tasse come tutti gli altri hanno diritto di poter vivere in un ambiente decente, dignitoso e soprattutto non pericoloso per la salute. Storicamente l’area del parcheggio del tribunale, ma io aggiungerei anche il tratto che costeggia la ferrovia in via Fidelfo / Alfieri è oggetto di frequentazione da parte di tossicodipendenti e ne è testimonianza il numero di siringhe che lasciano a terra. Per non dilungarmi troppo, anche perchè l’oggetto di questo articolo è un altro, non commento lo stato del sottopasso che porta in via Ancona ma la informo che siringhe sono state trovate anche nei giardini all’incrocio tra via Marche e via Ancona dove quotidianamente si ritrovano i bambini del quartiere. Non entro nel merito delle sofferenze delle persone con problemi di droga ne tanto meno delle famiglie che stanno alle loro spalle ma dico solo che per evitare di aggiungere sofferenza a quella già esistente queste persone se non possono evitare di frequentare questi luoghi potrebbero almeno smaltire in sedi più appropriate i loro strumenti di morte.
Caro Johnny Utah, lei ha perfettamente ragione… ci giocano bambini, ci vivono persone, ma una persona eroinomane non ha la stessa nostra consapevolezza! E comunque affermavo semplicemente un concetto abbastanza banale: è sgradevole che si speculi sulle sofferenze e sul disagio a fini politici… Se domani gli abitanti del quartiere Tribunale o del rione Marche scendono in strada in 50-100 contro il degrado del loro quartiere, io plaudo alla loro iniziativa, finché queste saranno azioni di 4 estremisti di destra per me non porteranno mai a nient’altro se non a fomentare ulteriore odio!