Il Pd di Treia risponde all’articolo di Giancarlo Liuti (leggi) e constesta una dichiarazione di Franco Capponi:
Un articolo del 1 maggio di Giancarlo Liuti su Cronache Maceratesi dal suggestivo titolo: “Il dilemma dell’energia: botte piena o moglie ubriaca?”, ha ricordato ai lettori che il Partito Democratico di Treia aveva preso chiara posizione contro l’accorpamento eccessivo di pannelli solari a terra, citando come esempio il caso della Contrada Schito di Chiesanuova di Treia. Dalle parole di Giancarlo Liuti sembra emergere una velata critica al sostegno espresso dal PD treiese ai piccoli impianti e alla contrarietà nei confronti delle mega strutture fotovoltaiche a terra perché “[…]per il gran bisogno di energia […] purtroppo ci vogliono grandi investimenti, grandi impianti, grandi potenze e grandi occupazioni di aree”. Ma non crede Giancarl Liuti che proprio la necessità di grandi impianti che, come egli stesso ricorda, creano ferite al paesaggio, richiedano delle regole chiare e condivise? La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili ha un senso quanto più è diffusa sul territorio e quanto più e diversificata: solare, biomasse, vento, idrico. Altrimenti avranno sempre gioco facile i detrattori quando affermano che le fonti rinnovabili non potranno mai sostituire le fonti tradizionali arrivando ad ipotizzare un ritorno al nucleare. Era necessario un programma nazionale che avesse stabilito obiettivi di energia da fonti rinnovabili per ogni territorio tenuto conto delle sue peculiarità e caratteristiche.
Il PD di Treia non si era schierato contro il fotovoltaico in generale, ma contro la realizzazione di grandi impianti spuntati all’improvviso senza un minimo di coinvolgimento della popolazione residente costretta solo ad accettarli o, meglio, a subirli. A Treia vi erano già una ventina di convenzioni firmate per un totale di circa 42000 KW e una superficie impegnata di più di ottanta ettari di terreno agricolo. Se i grandi impianti sono necessari, bisogna che vi siano piani di insediamento a livello comunale, provinciale o regionale che, attraverso un confronto politico e sociale, stabiliscano i siti e le regole per le installazioni. Il Partito Democratico prese quella posizione anche perché a Treia il dilagare dello scempio stava avvenendo in un contesto di assoluto silenzio a livello di informazione e di supina costrizione all’accettazione da parte della popolazione. La politica locale taceva e si rifugiava dietro il paravento dell’impotenza a muoversi al di fuori della normativa nazionale. Oggi che il problema è esploso, grazie anche a proteste a livello popolare, i rappresentanti politici locali sono sollecitati da più parti ad esprimere pareri su questioni riguardanti la produzione energetica correlata con la salvaguardia dell’ambiente e del territorio. La campagna elettorale per le elezioni provinciali è l’occasione migliore per sondare i loro pareri al riguardo. Il PD treiese è rimasto sconcertato dall’affermazione del candidato presidente Franco Capponi (di Treia), quando nel faccia a faccia fra i candidati presidenti prganizzato proprio da Cronache Maceratesi il 18 aprile, presso l’ITC Gentili di Macerata, su precisa domanda su che cosa pensava del fotovoltaico in terreni agricoli, ha risposto che lui era stato sempre contrario e che sarà sempre contrario ai mega impianti. A tale risposta molti hanno arricciato il naso e il PD di Treia per primo. Una risposta da campagna elettorale, molto lontana dalla realtà. Chi era presidente della Provincia nell’anno in cui Macerata ha battuto il record italiano per il rilascio di autorizzazioni per grandi impianti a terra e proprio Treia per tale scempio primeggiava in Provincia? Il PD è dell’avviso che chi era davvero contrario al fotovoltaico in terreni agricoli ed era presidente dell’ente che rilasciava le autorizzazioni, avrebbe dovuto dirlo pubblicamente in qualche occasione (non è mai accaduto) e mettere in evidenza le proprie idee con qualche manifestazione concreta. Ma questo nel caso di Capponi non è successo! Un presidente contrario al fotovoltaico selvaggio avrebbe dovuto evitare di rispondere, ai cittadini che protestavano per il deturpamento delle aree vicine alle abitazioni, che in fondo i laghi neri erano anche accettabili e che col tempo ci si abituava ad averli vicini. E’ accaduto anche questo! Documentabile! Qualcuno obietterà che l’altro candidato Pettinari era all’epoca il suo vice presidente. Ma è documentato con testimonianze che più volte Pettinari ha tentato di distogliere Capponi dalla volontà di far rilasciare autorizzazioni ovunque. E la contrarietà di Pettinari è stata espressa pubblicamente in tempi non sospetti. L’affermazione di Capponi nel faccia a faccia somiglia molto alle sue dichiarazioni di contrarietà nella passata campagna elettorale sulla discarica di Cingoli! Ma quella discarica pare che si faccia!”
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Sul Carlino di oggi:
L’altro impianto di proprietà della famiglia Capponi non è stato autorizzato quando Capponi era Presidente. Se le autorizzazioni sono state rilasciate e gli impianti sono stati realizzati nel rispetto della legge, ognuno è libero di impiegare le proprie opportunità private nella manier che ritiene più opportuna.
Che dire: se la situazione riguarda un candidato Presidente, diplomato perito agrario, che ha lavorato come tecnico nei centri di assistenza della Federazione provinciale Coltivatori Diretti e presso gli uffici per l’agricoltura della Regione Marche ….non ci sono parole