di Beatrice Cammertoni
Il balcone che da Piazza della Repubblica di Treia si affaccia sulle colline maceratesi presenta da poco un nuovo panorama. Affacciandosi e guardando verso Cingoli, non si vedono più solamente le nostre campagne: una chiazza nera salta all’occhio ed è facile riconoscerne l’origine. Si tratta di un impianto di più di quarantamila pannelli solari, esteso su uno dei campi che circondano Schito, frazione di Chiesanuova. In Agosto alcune ruspe iniziarono dei lavori sul terreno di cui gli stessi confinanti non seppero nulla fino alle prime istallazioni: 14 ettari, una potenza nominale di 9.973 chilowatt, insomma, una vera e propria distesa costeggiata dalla strada Sant’Eunero.
A distanza di pochi mesi la storia si ripete: un progetto per 12 ettari e 7.334 chilowatt sembra dover aggiunge agli attuali ben 36.000 pannelli, a soli 150 metri di distanza dai primi. Questa volta però, un’intera comunità ha deciso di fare tutto il possibile affinché Schito non venga incapsulato in un “mare” nero e artificiale. Di nuovo il fotovoltaico, dunque e di nuovo una mobilitazione per impedirne l’istallazione selvaggia nelle colline maceratesi: 20 famiglie e 55 residenti della frazione si sono costituiti in un Comitato determinato a “salvare” i terreni dalle nuove costruzioni. Tre striscioni impongono alla vista degli automobilisti che percorrono la Cingolana la battaglia dei residenti delle zone in questione. Si chiede di porre fine al fenomeno del “fotovoltaico selvaggio” e di ascoltare le richieste di una comunità “incazzata”.
Ma non sono questi gli unici passi compiuti dal gruppo guidato dal portavoce Lorenzo Luccioni e dal Prof. Alberto Meriggi: se per i pannelli già autorizzati e istallati non c’è più nulla da fare, per il nuovo progetto, in attesa di essere approvato dalla Provincia, è in corso una forte e decisa mobilitazione. Il comitato ha scritto a tutti gli enti coinvolti, ottenendo un primo risultato nel focalizzare l’attenzione di Arpam, Soprintendenze, uffici provinciali e regionali e del corpo forestale sul caso. La lettera destinata al Sindaco di Treia, Luigi Santalucia, ha trovato risposta in un’amministrazione che si dichiara pronta ad accogliere le preoccupazioni dei cittadini ed a avviare controlli a tutto campo sull’impatto paesaggistico e sulla salute dell’impianto. Al primo cittadino, però, il Comitato chiede di più: condividere la protesta affinché la provincia non autorizzi l’impianto.
Sono molti i motivi di questa mobilitazione. I danni al paesaggio, per cominciare: oltre ad essere una delle zone attraversate dall’antica via romana Flaminia, le tre ville che sovrastano i campi di Schito sono state realizzate tra ‘700 e ‘800 da architetti di grande fama. Vi si trova inoltre un pino marino secolare ed una riserva di caccia. Sull’impianto inoltre aleggiano sospetti relativi all’impatto che i pannelli potrebbero avere sulla salute umana. Al di la del fastidioso ronzio emesso dalle singole piastre applicate, è la quantità di energia prodotta e raccolta nelle centraline a destare le maggiori preoccupazioni.
Oltre ai cambiamenti nello stile di vita degli abitanti della frazione vanno considerate anche le conseguenze economiche che ricadranno sui i proprietari di terreni ed abitazioni: di fatto gli abitanti si trovano accerchiati dagli impianti, per questo gli immobili si svaluteranno e saranno molto più difficili da vendere. Il Comitato promette un’affluenza in massa alla Conferenza dei Servizi in provincia che presto si occuperà del caso e nel frattempo continua a sollecitare l’intervento di istituzioni e di enti che si occupano di ambiente. Presto si entrerà in campagna elettorale e con Capponi di nuovo in corsa per il ruolo di Presidente della Provincia e Tonino Pettinari ago della bilancia con il suo Udc è presumibile che Treia ritorni protagonista della politica maceratese. Quali saranno le posizioni dei partiti sul caso di Schito, ma più in generale sui fenomeni della mobilitazioni contro il fotovoltaico che sono aumentate in modo direttamente proporzionale al numero di impianti?
“In questo contesto non possiamo che chiedere presto e pubblicamente alle forze politiche di prendere una posizione netta. Noi sappiamo di avere chi ci sostiene e chi invece ci osteggia, ma questo non ci impedirà di continuare nella nostra strada.” Possibile un’azione coordinata dei vari gruppi sorti nel territorio maceratese con lo stesso obiettivo? “In nostro è un comitato giovane, nato solo a gennaio quando ormai le voci che correvano sul nuovo impianto si erano dimostrate fondate. Il prossimo passo sarà sicuramente quello di guardare a situazioni simili alle nostre”, dicono i membri. “Tutte queste storie mettono in evidenza un’assenza di comunicazione e informazione per ciò che riguarda i progetti. Per noi è difficile comportarci da storici degli avvenimenti, tutto quello che sappiamo ce lo siamo ricavato da soli dopo quanto successo con il primo impianto.”
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A Treia mi pare che Capponi abbia preso circa il 70%, no? Rivotatelo, mi raccomando!
Treia se tenesse Capponi e il nucleare…
QUANDO VI EVOLVERETE?
NUCLEARE? DOVE?
Basta deturpare il territorio. Ma non si vogliono proprio rendere conto che l’unica materia prima che l’Italia possiede a costo zero è il paesaggio. Ma non ci si domanda perchè gli stranieri dopo la Toscana e l’Umbria si non riversati in massa nelle nostre zone? Cosa vogliano fare, tutto il possibile per cacciarli? Possibile che gli interessi di pochi valgano sempre di più di quelli delle comunità?
Veramente c’è qualcuno scandalizzato per gli impianti fotovoltaici?? Ma per favore! Certo va regolamentata l’installazione al fine di non deturpare. Ma è anche vero che meglio un mega impianto fotovoltaico che una centrale a carbone o una centrale nucleare! Inoltre un impianto fotovoltaico può essere smantellato e restituire il terreno nelle medesime condizioni in cui era precedentemente… Veramente non capisto tanta indignazione… Anzi dovremmo tutti fare in modo di installarlo nelle nostre abitazioni e/o condomini per permettere una crescita reale delle fonti energetiche rinnovabili.
Certamente il fotovoltaico è meglio del carbone, petrolio e nucleare, ma è meglio solo se viene installato sui tetti dei condomini e delle fabbriche, dove, specialmente in tante di quest’ultime, anzichè deturpare potrebbero abbellirle e migliorarle andando a sostituire i tetti realizzati in amianto.
Sul fatto che i campi, uno volta smantellati gli impianti, torneranno alle condizioni precedenti, non lo credo tanto facile, dopo un ventennio di inattività, ma non sono un esperto e quindi potrei anche sbagliare.
L’impianto fotovoltaico di Chiesanuova, il più grande, sorge su una ex-cava, pertanto ritengo sia un ottimo esempio di recupero di un’area dismessa e degradata, ai fini della produzione di energia pulita.
eh sì, meglio una bella centrale nucleare!
comunque e’ una esagerazione…………….qui si e’ persa la bussola su tutto………poi tutti sti comitati del no a tutto mah! siamo da 3 mondo
La Puglia e’ invasa da pannelli fotovoltaici al posto dei campi…..
prima di commentare sarebbe meglio capire bene la situazione…voglio conoscere coloro a cui piacerebbe svegliarsi la mattina e trovare 14 ettari di fotovoltaico davanti e dietro la propria casa dove prima c’era soltanto natura…u_u’
Voglio proprio vedere cosa dirà il sig. Capponi durante la tradizionale campagna elettorale che farà anche nelle varie località di Treia. Cosa risponderà ai suoi concittadini, soprattutto quelli di questo comitato, che lo aspetteranno inferociti per farsi raccontare quanti e quali sono i vantaggi che il fotovoltaico porterà alle loro vite a fronte di oneri sociali quali a) impatto paesaggistico, b) impatto sulla salute (massiccia presenza di centrali di trasformazione) c) impatto sui valori economici delle proprietà d) impatto sul morale dei residenti (immaginatevi di dovervi svegliare tutte le mattine in mezzo a migliaia di pannelli di silicio, anziché in una senz’altro migliore campagna) e) impatto climatico con aumenti di qualche grado di temperatura nelle vicinanze (da verificare, anche se 26 ettari di fotovoltaico concentrati in un unico punto un minimo di cambiamento lo porterà).
Vediamo se quel 69,41% di treiesi avrà ancora il buon gusto di votarlo alle prossime provinciali.
Sbaglio o la discarica si farà a Cingoli?
Sbaglio o qualcuno aveva detto il contrario in campagna elettorale?
Io co ‘sto fotovoltaico ho capito solo che a me non porta nessun guadagno… pago sempre la stessa enorme bolletta!!
Penso che porta vantaggio al proprietario terriero che, per soldi, si fa deturpare tutta la natura che possiede senza pensare che i pannelli si possono tranquillamente piazzare sopra qualsiasi tetto senza rovinare i campi che, dopo anni, non produrranno più come oggi.
E poi gli impianti durano solo 15/20 anni… dopo vanno spesi altri soldi per rifarli…. e allora dove sta il guadagno??
E soprattutto… Che ne faremo di tutti questi pannelli?? Come saranno smaltiti??
Faremo una nuova Napoli in tutta Italia??
Mi sa che una delle solite sciocchezze fatte oggi per guadagno senza pensare a domani.
Mi sa che il boom finirà prima del previsto.
Liana Paciaroni
@Lilly…controlla bene, gli incentivi li paghi proprio con la tua bolletta (componente A3)
http://www.repubblica.it/economia/2011/02/07/news/rinnovabili_relazione-12180385/?ref=HREC1-8
Purtroppo quella zona era tutt’altro che degradata come si può vedere dalle foto presenti sul sito della provincia al link di presentazione della pratica del progetto.
Lavoro a Treia ormai da un decennio ed è tristissimo affacciarsi da Piazza della Repubblica è vedere quel “buco nero”.
Fa rabbia che poco più avanti sorge indisturbata la degradatissima Fornace abbandonata da anni e ben più adatta per l’installazione di un fotovoltaico di più grandi dimensioni.
Il fotovoltaico selvaggio che uccide l’agricoltura e il paesaggio delle Marche
Sembra assurdo ma una tecnologia utile e da favorire come l’energia
fotovoltaica, assecondata da leggi regionali carenti, hanno solo apparentemente frenato
una forsennata corsa verso attività speculative a discapito dell’agricoltura e
dell’allevamento locali, distruggendo tragicamente flora, fauna e paesaggio, ma
questo è quanto sta succedendo in molti paesi dell’entroterra Marchigiano e soprattutto Maceratese.
Una miriade di aziende che operano nel campo delle energie rinnovabili hanno
scoperto il nuovo “Eldorado” nell’ottenere facilissime autorizzazioni e nell’installare per ettari ed ettari senza nessuna efficace prescrizione pannelli fotovoltaici tra campi coltivati, olivi secolari,
prati dedicati a pascolo sempre piú minacciato , case coloniche, ville storiche storiche, chiesette, tutto il patrimonio rurale che tanti stranieri ci invidiano, e che cosí stiamo solo cacciando. Così le Marche con la sua campagna, tanto decantata in spot da star internazionali come Hoffman, stanno (stiamo) in realtá
svendendo la sua più preziosa e interessante risorsa rappresentata dalla
tipicità territoriale, dove antiche case coloniche e territori rurali incontaminati
formano un’originaria identità paesaggistica.
Tra pochissimi anni, se non si opera a tutelare subito questo immenso
patrimonio di tutti i Marchigiani, con una popolazione attiva in agricoltura che é la piú vecchia d’Europa, potremo ammirare al posto di estesi vigneti, oliveti
secolari tipici, cami di grano e girasoli, di zone verdi in cui si trovano le ultime propaggini di macchia
mediterranea, di zone umide, di prati con gli armenti al pascolo, dei
vigneti e dei boschi di conifere, (l’uniche e vere ricchezza delle nostre
terre), distese sterminate di pannelli in silicio, con o senza inseguitore
solare sostenuti da pali zincati, conficcati nel suolo con plinti di cemento
accompagnati da chilometri di cavi elettrici.
L’introduzione di questa tecnologia al di fuori di ogni dubbio industriale
camuffata da un’ipocrita eco-sostenibilità comporta stravolgimenti radicali
della geomorfologia di estesissime parti del nostro delicato territorio rurale:
basti pensare che un parco di 1 MegaWatt equivale a 3 ettari di terreno e il
conto è presto fatto. In molti comuni sono previsti parchi che raggiungono la
copertura complessiva di 20 ettari. Per entrare meglio nelle dimensioni basti
pensare che un parco di 20 ettari di fotovoltaico dislocato su suolo agricolo
equivale all’estensione di un paese di 2.000 abitanti. Quanti tetti delle nostre area industriali disseminate da ettari ed ettari di capannoni spesso sfitti potrebbero avvalersi di questi impianti , o quanti dei nostri
tanti paesi potrebbero ospitare dei piccoli impianti domestici con
gratificazioni economiche distribuite a tutti cittadini?
Tali campi saranno resi sterili e volutamente inquinati a suon di
pericolosissimi diserbanti, già da tempo utilizzati in agricoltura con effetti
altamente nocivi per gli agricoltori e i consumatori, nei campi fotovoltaici
saranno utilizzati senza troppe attenzioni vista le finalità ‘non agricole’
dell’impianto e l’assenza di controlli e di indicazioni in merito da parte degli
enti preposti.
Per non parlare della cementificazione indiscriminata e del forsennato consumo
del territorio e del paesaggio bene collettivo tutelato finanche dalla
costituzione repubblicana.
Difatti la trasformazione di ottimo suolo agricolo, si vedrà
violentato da chilometri di cavi elettrici e cabine ad alta tensione necessarie
per il trasporto e il defluimento della corrente elettrica prodotta, pali di
illuminazione posti nei parchi come dissuasori per prevenire furti e atti
vandalici produrranno un ulteriore e dannoso inquinamento luminoso.
Sicuramente resterà qualcosa per i cittadini e per i lavoratori locali?
Pensiamo proprio di no! Difatti questa è una neo-colonizzazione energetica dove
in loco ci sono solo i cosiddetti ’sviluppatori’ piccole aziende locali che
fanno sì di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per poi venderle, o
meglio svenderle, a grandi ditte delle energie rinnovabili del nord Italia o,
peggio, a multinazionali dell’energia .
Il vero affare è nel Conto Energia e nei Certificati Verdi.
Il Conto Energia è un’agevolazione governativa che integra il costo di un
kilowatt pagandolo tre volte tanto e rendendolo vantaggioso per l’azienda
titolare della produzione energetica.
I certificati verdi sono degli speciali attestati rilasciati alle aziende che
producono energia da fonti rinnovabili che attestano la non immissione in
atmosfera di gas serra prima fra tutti la CO2. Questi certificati possono essere
venduti dalle aziende produttrici di energia elettrica da fonti rinnovabili ad
aziende di produzioni inquinanti, al fine di
permettergli ancora di inquinare e mortificare le genti che lavorano e vivono
intorno. È un vero e proprio mercimonio dell’ossigeno in cambio di gas nocivi.
E il cittadino che vedrà sorgere questi parchi fotovoltaici intorno alle sue
zone agricole che ci guadagna?
Beh, gli unici ad avere un contentino, a dire il vero molto misero, sono i
proprietari dei terreni. Ai proprietari spesso annichiliti dal miraggio del
guadagno facile, vengono pagati indennizzi a seconda dell’entità del parco che
possono variare da 3.000 ? a 20.000 ? l’anno. Ma una volta dismesso il parco
spesso il costo di smaltimento dell’impianto, di ripristino dei luoghi e di
bonifica se lo dovrà accollare il proprietario del terreno, e i costi superano
di gran lunga i denari “guadagnati” per l’indennizzo.
A volte non ci guadagno neppure questo poiché le stesse aziende acquistano
direttamente i terreni dove localizzare l’impianto.
Di contro il resto dei cittadini non ne guadagna un bel niente, neppure una
semplice riduzione della propria bolletta elettrica.
Veramente il cittadino, a conti fatti, ha tutto da perdere soprattutto in
termini di salute e qualità della vita: inquinamento da diserbanti, aumento del
processo di desertificazione del territorio, esponenziale aumento di fonti di
inquinamento elettromagnetico, perdita irreversibile della tipicità dei
territori salentini, riduzione dei suoli agricoli (il futuro prossimo si
giocherà su risorse idriche e territori agricoli), cementificazione e
industrializzazione dei territori destinati all’agricoltura e all’allevamento,
perdita irreversibile di bellezze storico-paesaggistiche con gravissimo danno
per le attività turistiche, inquinamento delle falde per aumento di diserbanti,
dispersioni e scariche elettriche.
Le rinnovabili sono energie che devono essere prodotte e utilizzate in
loco! Senza il Conto Energia e i Certificati Verdi le grandi industrie non
avrebbero nessun interesse verso la produzione di energia elettrica da fonti
alternative e rinnovabili, di contro il cittadino, o l’azienda, che produce
energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo ha maggiori e innegabili
benefici.
Cosa fare?
La cosa da fare da parte dei cittadini è chiedere agli amministratori locali,
provinciali e regionali di bloccare e regolamentare tutte le richieste
autorizzative inoltrate e valutare attraverso il coinvolgimento democratico di
tutte le componenti della società civile, assieme ai cittadini, quale forma di
sviluppo a vantaggio della collettività perseguire. Il cittadino, inoltre, può
chiedere all’amministrazione pubblica di quantificare il reale bisogno di
energia elettrica per il fabbisogno di autoconsumo comunale, delle utenze
pubbliche e private, ridurre tutti gli sprechi applicando un sano risparmio
energetico e pianificare assieme alla cittadinanza, con l’ausilio di tecnici
terzi, l’introduzione del fotovoltaico domestico diffuso per le utenze pubbliche
e private attraverso un opera chiara e trasparente di mediazione, attraverso un
bando pubblico, tra ditte installatrici di pannelli fotovoltaici, banche per
accedere a dei mutui a tassi agevolati e privati cittadini debitamente coinvolti
e informati.
Non svendiamo il paesaggio e la campagna marhigiana per un salato piatto di lenticchie!
esistono centinaia di chilometri quadrati di tetti di aree industriali in tutta italia, che non supportano nemmeno un pannello, ci sono invece aree paesaggistiche come le colline marchigiane decantate dal Leopardi, abbrutite da distese seriali di silicio. Ci chiediamo allora qual’é il compito degli illuminati paesaggisti-amministratori? quello di continuare a fare accademia e/o propaganda politica o intervenire direttamente ed efficacemente a correggere ed indirizare questo perverso abbrutimento del nostro paesaggio. Basta questa sterile ambivalenza da bar nucleare o fonti rinnovabili , quando il paziente il Sig.Paesaggio (dei pianificatori e paesaggisti) il nostro paesaggio rurale , giá pesantemente abbrutito sta in realtá morendo
Riguardo la temporaneitá degli impianti, in italia non c’é cosa piú definitiva di una cosa temporanea…..e poi vi sembra cosí temporaneo un impianto che dura un quarto di secolo? Ci sono oggi per ogni giovane imprenditore agricolo ben 18 imprenditori agricoli ultra 65 enni: coltivare il silicio non é fare agricoltura e non é un’opzione. Il rinnovamento generazionale della agricoltura di qualitá, non passa assolutamente per il silicio, coltivare un pannello é un altro un finto miraggio della new ecomy , ma potrebbe essere da questi finti “parchi “ fotovoltaici , seriamente compromesso. Il fotovoltaico pertanto cominciamo a metterlto sui tetti dei capannoni, e non sottraiamo spazio e risorse alla nostra agricoltura.
…purtroppo e’ la regione che decide…allora chiedetelo a loro il perche
Alcuni chiarimenti per coloro che hanno presentato osservazioni alla nostra contestazione al dilagare del fotovoltaico a terra a Chiesanuova. Siamo assolutamente favorevoli al fotovoltaico e a tutte le forme di energia pulita. Ma siamo contrari al dilagare del fotovoltaico a terra che deturpa il paesaggio e cambia all’improvviso le abitudini e gli stili di vita dei residenti. Il problema di Chiesanuova non è la presenza del fotovoltaico, ma l’eccesivo accorpamento degli impianti. Ventisei ettari di pannelli solari, più altri minori a poca distanza, che all’improvviso circondano e incapsulano una ventina di case, francamente appare una esagerazione! Per una infinità di motivi che nell’articolo sono ben evidenziati. A Luca Scarponi diciamo che certamente è meglio il fotovoltaico rispetto al nucleare o al carbone. Ma ciò che avviene a Chiesanuova non rappresenta una scelta dettata da necessità di procurare energia per la collettività, come potrebbe essere nel caso di una centrale nucleare o a carbone. A Chiesanuova si assiste solo a un fenomeno di pura e semplice speculazione economica di pochi a spese di molti. Gli impianti di Chiesanuova non sono necessari. Sono necessari solo per le tasche dei proprietari della terra e per le società forestiere che ad hoc si costituiscono. Caro Luca, uno striscione che abbiamo esposto recita: “fotovoltaico: sui tetti sì, nei campi no”. A Fulvio Ventrone facciamo notare che dovrebbe meglio informarsi o completare con tutta la verità il suo ragionamento. Quella che egli definisce “ex cava”, che avrebbe lasciato un’area dismessa e degradata, è una immensa balla. Appena terminate le estrazioni di ghiaia dalla cava, la stessa è stata riadattata a terreno agricolo seminativo e utilizzata in tal senso fino all’installazione del fotovoltaico. Dunque, o è cava o è terreno agricolo! A Maria Grazia Mei abbiamo già risposto attraverso Luca, ma dovrebbe informarsi meglio sul caso specifico e sulle infinite criticità che procurerebbe quel mega impianto. Lei vorrebbe la propria abitazione circondata all’improvviso da “ottantamila” pannelli solari senza poter esprimere un suo parere? Vedere la propria abitazione svalutata della metà? Tutte le case coinvolte sono il frutto di sacrifici in agricoltura di almeno due generazioni e oggi rappresentano l’unico patrimonio da lasciare ai figli. A Stefano Perucci ricordiamo che il Comitato è sorto per il “no” ad un caso specifico e non contro il fotovoltaico in generale. Gli diciamo anche che se non fosse sorto il Comitato nessuno avrebbe mosso un dito per suscitare il problema dell’invasione fotovoltaica a Treia e dell’accorpamento incontrollato a Chiesanuova. A Treia ci sono già duecento ettari di fotovoltaico a terra e, in ogni specifica situazione, tutti si sono accorti dell’installazione solo dopo l’inizio dei lavori: nessuna assemblea, nessun coinvolgimento della popolazione, nessun avviso ai residenti. A Lilly diciamo che proprio stamattina il GR1 della Rai ha detto che l’Italia ha speso finora ventitre miliardi di euro per il fotovoltaico, tutti caricati sulle bollette degli utenti. Grazie a tutti per i commenti. Grazie a quanti sostengono questa nostra battaglia. Firmato: Lorenzo Luccioni e Alberto Meriggi a nome del Comitato dei residenti.
appunto, molto più sana e meno visibile una bella centrale nucleare! tipico ragionamento del marchigiano: quello che non si sa e non si vede è sempre lecito e buono! siamo pieni di inquinamento e rinunciare al proprio orticello per il bene di tutti non mi sembra un così grande sacrificio!
sto seguendo il problema di chiesanuova, spero nella ragionevolezza della Ditta che dovrà installare i pannelli….di fronte a tempi molto lunghi prima della eventuale autorizzazione e quindi di contributi minori, vista la richiesta del comune di sottoporre a “via” la questione,e prevedendo i sicuri ricorsi dei cittadini…chissà che non decida di lasciar perdere…sicuramente non lascerà perdere il proprietario del terreno invece…che dei danni al territorio e ai suoi concittadini chiaramente non si cura…vorrei vedere cosa farebbe se glieli mettessero nel suo giardino migliaia di pannelli…
@paoolo
non è vero che decide la Regione! la Regione, attraverso la recente legge regionale, ha cercato di limitarli! le autorizzazione vengono date 1 dalla provincia (che ricordo si vantava di essere al top in Italia per kW prodotti…) 2 il sindaco. infatti, in base all’art.114 della costituzione il sindaco è “sovrano del proprio territorio” e potrebbe, qualora volesse, impedire questo scempio. l’ultima firma spetta a lui e quindi è qui che dobbiamo cercare eventuali colpevoli
Energie rinnovabili e inquinamento dei paesaggi
http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=401&Itemid=56
Fotovoltaico e Territorio
di Domenico Coiante, Fisico, ex Direttore del settore fonti rinnovabili di ENEA, socio di ASPO Italia e di Amici per la Terra
http://www.stopalconsumoditerritorio.it/index.php?option=com_content&task=view&id=319&Itemid=90
purtroppo c’è da considerare il fatto che i sindaci potrebbero sì,in teoria,limitare questo scempio non concedendo le autorizzazioni….ma rischiando le inevitabili cause con conseguenti risarcimenti milionari…e con buone possibilità di perderle..per cui no..non si può dare la colpa ai sindaci, semmai una colpa può venire dalla mancata prescrizione di opere di mitigazione dell’impatto…ma a Chiesanuova tutto si può dire meno che non le abbiano prescritte, vedremo sul nuovo impianto che, spero, non parta mai!
Fanno bene gli abitanti di Chiesanuova a manifestare prima e durante la riunione della Conferenza dei Servizi in Provincia.
Per chi vuol sapere quali sono le altre domande di installazione del fotovoltaico basta cliccare al link qui sotto dove ci sono tutte le pratiche della provincia di macerata:
http://via.sinp.net/qpresenter/home.action
Purtroppo ce ne sono tantissimi ancora da deliberare
I sindaci e le amministrazioni comunali non possono essere altro che a favore di impianti fotovoltaici. Soprattutto per le disastrate casse del comune di treia, gli incentivi una tantum o opere di compensazione come li volete chiamare possono essere un contributo a migliorare le condizioni e l’offerta di infrastrutture per i cittadini. Il trade off dell’amministratore sta nel fare opere pubbliche aumentando i consensi (e i fondamentali voti) ma allo stesso tempo perdere i consensi favorendo il fotovoltaico “selvaggio”.
Alla luce di cio’ non si capisce quale sia la ratio degli amministratori treiesi. 26 ettari di fotovoltaico sono difficili da far digerire con un semplice campo per il calcetto per la popolazione di chiesanuova come contropartita. Quale sia il totale delle opere di mitigazione non è possibile saperlo visto che dal comune tutto tace. Su tutti i fronti.
Non si spiega neanche il perchè con tutti i lavori fatti per l’attuale centrale di 14 ettari non si è pensato di far allargare la strada che passa di fianco il fotovoltaico. Ogni giorno passo per andare verso cingoli e sono costretto a fare slalom tra alberi e macchine o a volte camion anche se è vietato. Non è una strada sicura ma è usata da tutti per evitare il centro abitato di chiesa nuova.
http://www.faqbook.it/inquinamento-pannelli-solari-fotovoltaici.htm
Il fotovoltaico in grandi impianti a terra è la “nuova” bolla speculativa…tutto è BUSINESS..è la prima regola della finanza mondiale.Lo dice anche il film “Wall Street II Il denaro non dorme mai”. Qualche punto su cui riflettere:
1) 10 anni fà esisteva il Conto Energia, i singoli cittadini, meglio se con villetta, investivano 30.000 euro in pannelli fotovoltaici, l’Enel comperava l’energia prodotta pagandola TRE volte quella venduta al singolo, la procedura non era semplice ma per i pochi che riuscirono fù un vero investimento. Ora è impossibile accedere a tale conto perchè NON ci sono più incentivi statali ai singoli, cioè NON conviene.
2)Gli incentivi ora sono solo per grandi impianti e quindi SOLO per grossi investitori, un’abile mossa per far tornare capitali detenuti in paradisi fiscali, infatti da qualche anno non ci sono più condoni o sanatorie per i soldi off-shore…una coincidenza?
3) entro due o tre anni finiranno gli incentivi agli impianti fotovoltaici e i prezzi dei pannelli dagli attuali 700 euro cadauno crolleranno a 70 euro cadauno, perchè gia oggi ingombranti, poco efficenti..saranno sostituiti da pellicole fotovoltaiche flessibili, leggere applicabili su ogni superficie.
4)I grandi impianti a terra deturpano il paesaggio, quindi i terreni, i casolari di campagna da ristrutturare perdono oggi e perderanno in poco tempo di valore, saranno svenduti a 4 soldi, e proprio lì che i grandi investitori, chi ha tanta grana per capirci, comprerà a piene mani terreni ottimi da coltivare estensivamente ed abitazioni da ricostruire tanto poi basterà sradicarli da terra.
Ricordo a tutti che TUTTO E’ BUSINESS nel meraviglioso mondo del LIBERO MERCATO.
P.S. ah…dimenticavo i pannelli fotovoltaici sono tutti Made in China..questa è la GLOBALIZZAZIONE bellezza..
A tutti gli amanti del territorio della provincia di Macerata: ho scoperto questo gruppo su facebook che è lo stesso che ha pubblicizzato in passato questo portale:
NO AGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI A TERRA!
al link
http://www.facebook.com/home.php?sk=group_135422576513250&ap=1
Potrebbe essere anche un’occasione per verificare, parlare e scambiare idee e progetti sul fotovoltaico.
Ricapitolando: il fotovoltaico è brutto a vedersi, l’eolico fa troppo rumore, il nucleare è pericoloso e il petrolio inquina…
2-3 candele per la luce, un bue e un asinello per il riscaldamento e allora sì che vivrete sereni.
Ah vero, poi come fate a scrivere idiozie su Cronache Maceratesi senza corrente elettrica?
Rispettiamo anche chi definisce “idiozie” le nostre opinioni. Comunque giova ribadire che i molti “idioti” che qui hanno presentato commenti e coloro che hanno aperto il dibattito, non criticano il fotovoltaico in generale, ma semplicemente il caso specifico di Chiesanuova che vede un eccessivo accorpamento di pannelli solari in un unico punto, per centrali non necessarie per procurare energia, ma solo frutto di speculazioni economiche di pochi a danno di molti residenti. Fotovoltaico sì, ma regolamentato.
Certi commenti non sarebbero neanche da prendere in considerazione vista la superficialità e l’arroganza, ma è proprio per questi personaggi che si fà strada la speculazione e la mancanza di regole.
Ed infatti il mio commento era di portata generale, o forse è intuibile una critica esclusivamente rivolta agli abitanti di Chiesanuova? Nel calderone dei Mister. No ci comprendo tutti coloro che sanno opporsi, magari anche bene, ma che al di là di questo sono di un vuoto opprimente in fatto di proposte alternative.
Buon Maurizio, la mia non è né superficialità né arroganza, è realismo. Quando troverò il modo di produrre energia pulita e senza effetti collaterali, tipo dai pensieri, dai sentimenti, o semplicemente usando i commenti “illuminati” su Cronache Maceratesi, te lo farò sapere. Anzi no, altrimenti che produco?
Sig.Alessandro, grazie per il buon, ma non condivo che per realismo si etichettino delle idiozie idee diverse da quelle che tra l’altro lei non ha neanche esposto. Facile criticare senza proporre. Comunque provi a rileggere il mio secondo commento e vedrà che non sono di quelli che vogliono leggere al lume di candela. Il no pregidiziale non porta da nessuna parte, ma da nessuna parte ci porta anche vivere di speculazioni che rovinano il bene comune, anche il suo.
In realtà la mia posizione non è così oscura. I metodi di produzione energetica sono quelli che conosciamo tutti, quindi è indubbio che è tra questi che si è costretti a scegliere. Purché tale scelta venga fatta! Se per ogni metodologia di produzione salta fuori un gruppo di persone che si oppone esponendo i “contro”, allora diamoci dentro con la cera, perché, seppur ironica, resta l’unica soluzione che mette tutti d’accordo…
Il fotovoltaico è una novità, potrei anche comprendere che a prima vista potrebbe creare un certo scompiglio alla vista. Ma trovo assurdo leggere che per una “chiazza nera” ci si sdegni: se ci fosse stata la “chiazza grigio-bianca” di un qualche capannone industriale (e ce ne sono, lo sappiamo tutti) forse il panorama da Piazza della Repubblica ne avrebbe tratto giovamento? Non prendiamoci in giro.
I cambiamenti e le novità portano con sé anche parecchi timori; mi piacerebbe sapere, anche se è impossibile, cosa mai avranno detto i nostri antenati quando si sono visti i campi invasi da tralicci dell’alta tensione, pali della luce e pali del telefono. Suppergiù quello che si sta dicendo oggi del fotovoltaico, ci scommetto!
E oggi invece cosa dice la gente in merito a questo? Suppergiù quello che dirà tra pochi anni sugli impianti fotovoltaici…
Sempre rispettando l’opinione di tutti, mi preme sottolineare che i capannoni industriali vengono costruiti in zone previste dai piani regolatori e non a casaccio. A Treia ce ne sono abbastanza tanto che il territorio, nel giro di una ventina d’anni, è passato da zona con vocazione tradizionale agricola, a zona industriale. E nessuno se ne è lamentato, anche perché i piani regolatori, prima di essere approvati, vengono discussi con la gente. Un capannone industriale di solito procura lavoro alla gente del posto! Una centrale fotovoltaica a Chiesanuova “ha già dato” lavoro a tedeschi, austriaci e cinesi che hanno fabbricato i pannelli. Durante l’allestimento dell’impianto fotovoltaico di 14 ettari già pronto a Chiesanuova, sono arrivati decine e decine di camion, ma nessuno, o rarissimi, dalla provincia, dalla regione e dall’Italia. Tutti camion con scritte tedesche. L’accunulo di fotovoltaico a Chiesanuova è piombato sul posto all’improvviso con una concentrazione esagerata, senza che la popolazione dei residenti potesse esprimere il proprio punto di vista o, almeno, far presente le varie criticità. Oggi quell’accumulo di Chisanuova non appare necessario per produrre elettricità e infatti non è sbocciato per questo scopo. Se il fotovoltaico a Treia risulta necessario si creino siti specifici attraverso il piano regolatore, come è stato fatto per i capannoni industriali, per le aree commerciali e per quelle residenziali. Per l’autoconsumo si mettano pannelli sui tetti delle case e delle strutture industriali o commerciali.
Aaaaaaahhhhhh! Finalmente! In realtà mi stavo preoccupando data l’assenza a qualsiasi riferimento economicamente apprezzabile. E invece eccolo qua! Sospiro di sollievo…
Quindi ben vengano le fabbriche, perché creano ricchezza, no agli impianti fotovoltaici, perché non ci si guadagna abbastanza. Vi aggrappate disperati ai c.d. “piani regolatori”, come se fossero l’ultimo appiglio prima del baratro. E quando poi i piani regolatori stabiliranno cose che non gradite? Inghiottirete zitti l’amaro boccone o organizzerete sagre e balli per annunciare la lieta novella?
Chi ha costruito l’impianto non era italiano: orrore! Di sicuro continueranno a non essere italiani se la nostra nazione resterà sistematicamente 30 anni indietro come succede da sempre. Noi dobbiamo mandare avanti gli altri, noi le palle di agire non ce le abbiamo. Ci appelliamo ai piani regolatori per cristallizzare il presente, ma quando cresciamo? Per una volta che è tangibile l’entusiasmo di fare qualcosa di utile siamo capaci di piangere per il deturpamento del paesaggio. Ma andate a scopare il mare…
Ho presmesso che rispettavo le opinioni di tutti, invece c’è chi risponde mandandoci, con eleganza ineguagliabile, a “scopare il mare”. Aveva ragione il lettore Fammilume quando diceva che certi commenti non avremmo dovuto neanche prenderli in considerazione. Chi ha scritto il commento precedente interpreta le cose a modo suo,dunque, il dibattito tra noi finisce qui. Parlare con lui è come fare a pugni con i passeri!
Perché, lei invece come le interpreta le cose? Intelligenti pauca…
“Ci sono molte cose che ci distruggono :
– ricchezza senza lavoro
– piacere senza coscienza
– conoscenza senza carattere
– religione senza sacrificio
– politica senza princìpi
– scienza senza umanità
– business senza etica
Mahatma Gandhi