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I nomi dei maceratesi
che parteciparono
alla Marcia su Roma

Rinvenuto l'elenco

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Marinetti

di Gabor Bonifazi

Mentre a Macerata si discute animatamente sui futuri assetti della Giunta comunale e delle nomine alle Società partecipate, c’è da registrare il rinvenimento dell’elenco degli arditi maceratesi che parteciparono alla Marcia su Roma. E’ risaputo che tutto ciò che scompare, o viene fatto scomparire, non scompare mai del tutto: restano le tracce o magari un documento in un polveroso archivio.

Sicché alla storia della marcia del 28 ottobre del ’22, contribuì anche Macerata grazie ai seguenti squadristi: Eolo Donati, Raul Rettaroli, Orfeo Cimica, Fausto Crespi, Carlo Palombari, Gennaro Rinieri, Ferdinando Rinieri, Carlo Bulfoni, Vittorio Bulfoni, Ugo Ilari, Giovanni Giovanetti, Ettore Fata, Adelchi Pantaloni, Alessio Pantaloni, Emilio Rocchetti, Agostino Rocchetti, Ennio Tomassini, Lucio Balelli, Pippo Spadoni, Sesto Caldarelli, Renato Valentini, Vincenzo Valentini, Pietro Lazzaroni, Nando Mariottini, Carlo Protani, Antonio Calabresi, Nicola Meloni, Marchesini, Ezio Cingolati (in seguito divenne deputato Ndr), Giuseppe Lazzarini, Ottorino Storiani, Milella, Ubaldo Braccialarghe, Armando Martini, Ivan Scalchi, Rolando Bonelli, Tullio Boldrini, Aristide Considera, Augusto Falcioni, Ferdinando Fedeli, Venanzo Mariani, Camillo Poparelli, Raimondo Sensini, Carlo Boldrini, Giuseppe Cappelli, Venanzo Clerici, Filippo Morelli, Armando Fedeli, Enotrio Marucci, Enrico Sbricioli e Elianto Tomassetti.

Si può  ritenere che a distanza di tanti anni molte famiglie di questi squadristi siano scomparse o addirittura estinte. Ci scusiamo della rimozione per quei maceratesi che potrebbero trovare ingombrante la presenza dei propri avi nell’elenco, ma anche con quanti si saranno vantati di avere un antenato legionario «ante-marcia» e quindi interventista, il cui nome non figura tra coloro che seguirono alla lettera il motto urlato da Filippo Tommaso Martinetti: «Marciare non Marcire!».

E dire che la Macerata degli intellettuali che si “spappolano” dietro i primati più spettacolari che culturali, con commemorazioni e auto celebrazioni, hanno dimenticato completamente il centenario del Manifesto futurista.



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