di Mario Battistini
Coprire o non coprire lo Sferisterio? Da qualche tempo, si sta cercando di alimentare una questione a nostro avviso illusoria, coinvolgendo i cinque candidati alla carica di sindaco di Macerata, che si rincorrono in fumose quanto improbabili soluzioni tecnologiche per centrare un obiettivo che appare del tutto privo di prospettive attendibili. Sì, è un falso problema. Perché, in primo luogo, mai e poi mai la Sovrintendenza delle Marche e il competente ministero avallerebbero un’operazione culturalmente disdicevole, che finirebbe per deturpare il monumento simbolo del capoluogo che la <generosità di Cento Consorti edificò, ad ornamento della città e a diletto pubblico>.
Come si può pensare di cambiare i connotati di un’opera d’arte di tale rilievo che intellettuali e studiosi hanno inserito nelle guide turistiche e nei circuiti culturali internazionali (grazie soprattutto alla stagione lirica), che è esaltata dal Fai (il Fondo in difesa dell’Ambiente Italiano), che è documentata nelle riviste e nelle enciclopedie e che è tutelata dalla legge nella sua originaria composizione architettonica? No, non pare in alcun modo praticabile il tentativo di porre un <ombrello> sopra questo straordinario teatro all’aperto, che la nobile famiglia di Maffeo e Diomede Pantaleoni, ispiratrice del progetto dei munifici Cento Consorti, volle realizzare e donare, due secoli fa, alla comunità cittadina.
Ma, si dirà, una copertura dello Sferisterio, magari con strutture mobili e poco invasive, permetterebbe di utilizzare questo spazio tutto l’anno e, quindi, non solo nei mesi estivi. Ma per fare cosa? Anche il periodo invernale appare già oggi largamente coperto nel capoluogo da un variegato programma di iniziative di spettacolo e di intrattenimento, che trovano ospitalità nel <Lauro Rossi>, nel cine-teatro <Italia> e in altri ambienti. I fatti sono lì a dimostrarlo, basta sfogliare il denso calendario degli appuntamenti, a partire dall’autunno e fino all’inverno inoltrato.
Si affiancano ogni anno alla tradizionale Stagione di prosa, con le compagnie nazionali, la Rassegna di arte drammatica dei gruppi dilettantistici, la stagione dei <Nuovi percorsi> di teatro sperimentale, la rassegna di <Nuova musica> per solisti del ramo cameristico, la stagione del Teatro per ragazzi, il festival del Teatro dialettale, la stagione di Musica sinfonica, serate di balletto, la rassegna internazionale di Jazz e altro ancora. Programmazione a vasto raggio, in grado di soddisfare gli interessi di una vasta platea di pubblico e che pone Macerata – dati Siae – ai vertici delle graduatorie nazionali per numero di attività prodotte. Risultato da rimarcare per una città di appena quarantaquattromila abitanti. Ed allora, se questo è il quadro, non si capisce quali altre iniziative ricreative e di spettacolo (qualche veglione? lotterie a premi? giochi di società?…) si dovrebbero inventare per tenere aperto lo Sferisterio anche d’inverno, mettendogli in testa un cappello per ripararlo dalle intemperie. Ma <è scherzo od è follia?>. Se fosse oggi in mezzo a noi, il saggio conte “Riccardo”, protagonista di quel capolavoro verdiano che è il <Ballo in maschera>, ci porrebbe questo interrogativo.
*****
Il nuovo Palasport è un altro argomento al centro del dibattito della campagna elettorale. Si deve fare sì o no? Ma dove, come e quando? I costi sono elevatissimi: si parla di una cifra addirittura superiore ai dieci milioni di euro, stando ai calcoli presentati, in via informale, da diversi progettisti già contattati dal Comune. Venti e più miliardi di vecchie lire non sono bazzecole ed è per questo che si sta cercando di coinvolgere in tale impresa sponsor privati. Ma, al momento, la matassa è piuttosto intricata, con la crisi economica che attanaglia il Paese e che, da nord a sud, ha ridotto al lumicino le capacità operative degli enti e delle aziende. Staremo a vedere. Intanto, una puntualizzazione sembra opportuna. Il nuovo Palasport, se domani sarà il Comune a farsene interamente carico, dovrà avere una destinazione d’uso diversa da quella attuata fino ad oggi con l’impianto di Fontescodella. Precedenza al Pubblico nella fruizione del servizio, rilevano osservatori super partes. Anche il Coni si batte per questa esigenza: occorre favorire le attività di base, dando alle scuole, alle associazioni di volontariato, alle società dilettantistiche la possibilità di impegnarsi nella pratica sportiva. E’ un loro diritto usufruire in via prioritaria di strutture e impianti realizzati con i soldi degli enti, cioè dei cittadini-contribuenti.
E qui il discorso cade inevitabilmente sulla Lube, che sarebbe poco considerata a Macerata. <E’ vero il contrario – è la voce di amministratori e anche di funzionari del Comune – ed è auspicabile che cessino le infondate critiche ripetutamente sollevate da alcuni settori politici quanto meno disinformati, che antepongono agli interessi della collettività il proprio tornaconto di bottega>. E’ tempo di fare chiarezza, aggiunge Alferio Canesin, delegato allo Sport. <Le polemiche sono dannose ed è per questo che fino ad oggi non abbiamo mai risposto alle menzogne che ci sono piovute addosso. La Lube ha sempre ricevuto dal Comune solidarietà e sostegni concreti. E ce ne dà atto. Certo, al momento, non si può chiedere all’istituzione pubblica un esborso di oltre dieci milioni di euro per costruire il nuovo Palasport. Ma è inaccettabile, perché falso, sostenere che non si è fatto nulla per la Lube. Parlano le delibere ed è arrivata l’ora che i maceratesi conoscano la verità. Il Comune, da dieci anni a questa parte, non solo concede a questa società l’utilizzo pressoché esclusivo del palasport di Fontescodella, ma ad essa garantisce anche, ogni anno, un contributo di ben 85 mila euro, che diventano 60 mila netti, essendo a carico della Lube il pagamento delle pulizie dell’impianto e delle utenze (luce, riscaldamento e altro). E’ tutto documentato. Noi vogliamo il bene della Lube e tifiamo perché vinca lo scudetto. Però non sono più sopportabili le ingenerose e strumentali critiche rivolte al Comune, alimentando verità fuorvianti e al limite della calunnia>.
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati
Fnalmente si scatena una saggia riflessione. a me sembrava infatti …che i candidati sindaci andassero un po’ tutti ,o quasi, in cerca di farfalle, sempre a rincorrersi nelle risposte sui medesimi temi, creando confusione piuttosto che far luce. Ho anche pensato che se venisse chiesto loro ,oggi, di ipotizzare dove collocare una pista di atterraggio per astronavi aliene, avrebbero una risposta pronta anche per quella.
Io credo, che anzichè disperdere le energie per pensare a se e come fare la copertura allo Sferisterio per poterne prolungare la stagione lirica o adoperarlo per altri usi di spettacolo, dovrebbero applicarsi ia fare il contrario e cioè cercare di trarre il massimo del profitto, da quei pochi giorni di attività a pieno regime, approfittando del traino pubblicitario che l’evento stagionale comporta.
Non è detto poi , che intensificare l’attività dello Sferisterio produca necessariamente un ritorno vantaggioso. andrebbe vagliato prima da studi di marketing.
il tutto , senza contare che, se fai una copertura come si deve (e questo non so che effetti potrebbe produrre sull’acustica , non saprei proprio) magari fuori piove e tu stai riparato , ma non riesco a immaginare come si possa seguire indisturbati il bel canto, con lo scroscio d’acqua battente di un temporale estivo sulla testa .
Grazie signor Battistini. Finalmente qualcuno che dice cose sensate a proposito della copertura dello sferisterio. E’ ora di smetterla con la fantasia e guardare alle cose possibili e utili . Se in una piazza affollata un tale guarda in alto indicando con la mano un ipotetico oggetto in cielo, subito altri lo imitano ed appresso gli altri.
Perchè allora non mettere una copertura al colosseo ed anzi, per come è fatto quel monumento, completarlo magari con porte e finestre!!!!
Grazie di nuovo Signor Battistini.Domattina sorgeilsole e Lei mi fa sperare in un bella giornata.
Condivido pienamente le argomentazioni, dimostrate e verificate, di Mario Battistini.Una cosa è “disegnare” una città di Utopia per un programma elettorale, altro è fare i conti. Una cosa è più analiticamente verificare, come Mario ha fatto, l’oggettiva e ricca offerta culturale di Macerata, altro è fossilizzarsi su alcuni luoghi comuni, tutti “derivanti” dal motto: piove Governo ladro. Durante le elezioni, la propaganda “spinge” ( purtroppo) ad enfatizzare pregi e difetti ai fini di “cogliere” l’emotività ( i voti) dei cittadini.
La differenza tra un oggetto dell’architettura storica, come lo è lo Sferisterio, e un’opera d’arte, ad esempio grafo pittorica, sta nel fatto che il primo va conservato tenendo conto del suo utilizzo. Il monumento architettonico infatti deve necessariamente entrare nel contesto sociale ed economico della vita quotidiana e non può essere certo musealizzato come si fa con il secondo che per preservarne le valenze artistiche trova la sua giusta collocazione nei musei. L’architettura ha una sua specificità rispetto all’opera d’arte comunemente intesa, perché racchiude dentro di se uno spazio destinato a soddisfare svariate funzioni.
Nello specifico la politica entra in gioco proprio nelle modalità di utilizzo dello Sferisterio, oggi abbandonato per quasi tutto l’anno, negandogli così una sua necessaria e giusta collocazione nella vita quotidiana.
Detto questo, la copertura dello Sferisterio, fattibile senza intaccare l’integrità materiale del monumento, con un intervento assolutamente reversibile, darebbe allo Sferisterio la possibilità di poter essere goduto tutto l’anno ed essere esso stesso un volano della cosiddetta “economia culturale” della Città.
Ricordo che durante l’amministrazione guidata dal Sindaco Anna Menghi fu messo a disposizione della stessa amministrazione un progetto preliminare sul quale si era già verificata, all’epoca, la fondata possibilità di alcuni sponsor di finanziare l’opera.
Musealizzare e conservare con un’operazione fine a se stessa un monumento architettonico è operazione scontata e sbagliata. Coraggiosa e non certamente rivoluzionaria è invece riuscire a inserire nella vita quotidiana questi monumenti ridandogli vita.
Caro Mario Battistini,
permettimi di dissociarmi dal conservatorismo che manifesti, pur essendo un “parnassiano” (io). Hai ragione, quando parli di salvaguardare il bello storico: ma più ancora ha ragioni da vendere Munafò – che pur essendo un ingegnere dimostra, a differenza della nomea del suo titolo di studio – una sensibilità da architetto (è una boutade, ovviamente; da cui però sono rimasto felicemente colpito).
Lo Sferisterio può e deve essere fruito anche nei mesi invernali; ovviamente, vedendo come sono intervenuti negli anni costruttori e progettisti a Macerata, capisco il tuo sgomento anticipato: penso a Via Trento (con quei palazzi che destano riso e pietà insieme), all’ex-mulino Vignati, ma ancora prima alla Galleria del Commercio, totalmente anacronistica nel nostro centro storico; oppure al Palazzo degli Studi, ingombrante e improprio almeno quanto il Monumento alla Patria romano (la famosa “macchina da scrivere”); e ancora all’abbattimento di chiese come Santa Caterina per edificare il Palazzo delle Poste.
Insomma, ben sapendo che la città pullula di costruttori e imprenditori edili ma non ha mai saputo offrire lezioni di architettura, è comprensibile che tu paventi una copertura dello Sferisterio. Chissà, magari per gli stessi motivi subiamo inamovibilmente il blocco sul parcheggio sotto Rampa Zara: “quel parcheggio non s’ha da fare, né ora né mai”, han sempre detto i nostri “bravi” amministratori da quarant’anni in qua.
Tuttavia, mi sento di incoraggiarti: la buona archittettura esiste. Soluzioni tecniche non invasive ce ne sono a iosa. Progetti, concorsi di idee, si possono chiedere ovunque; non è detto che bisogna fermarsi qui. Idem dicasi per le cose da fare con un contenitore come quello, anche d’inverno. Sono certissimo che, avendocelo a disposizione, non mancherebbero le richieste d’uso. Per i più svariati motivi. E sarebbe allora compito degli amministratori – speriamo un po’ più bravi dei precedenti (ma non nel senso manzoniano) – cernitare i più idonei.
Concludendo, non mi precluderei niente: l’uomo propone, Dio dispone. Così un vecchio noto proverbio. Non dobbiamo aver paura di sognare.
grazie alle riflessioni di Mario si comincia a parlare della politica del “fare” e non delle solite bugie fatte digerire ai maceratesi. Da 5 anni, io e i miei amici di Città viva, ci siamo sbattuti per questo progetto palas a Villa Potenza. Si poteva fare e si può ancora fare se il privato ha un tornaconto economico che gli permette di anticipare la costruzione della struttura polivalente (ossia l’apertura di un maxi centro commerciale,albergo,centro fiere ecc ecc). Si è perso tempo,come al solito, perchè la maggioranza non era compatta e perchè,quando la maggioranza non era compatta,il Sindaco preferiva rimandare.. tanto che nel 2006 non sapeva ancora se il terreno, dove si doveva costruire il “centro fiere”, necessitava o no di una variante di “destinazione”. Quando si è giunti alla decisione di andare avanti la situazione economica ha costretto molti privati a riconsiderare l’investimento(parliamo di non meno di 50 milioni di euro). Nel mio lavoro siamo abituati a leggere una delibera in un minuto e decidere in un secondo..in politica non è così,passano anni anche per l’incapacità manageriale di personaggi che sì e no sanno che significa la parola bilancio e non immaginanano neanche le soluzioni che possono essere trovate. Si svegliano solo quando si avvicinano le elezioni:anni senza uno straccio di piscina in un capoluogo di provincia e riaperta a due mesi dalle elezioni,lavori di asfaltatura fermi per anni ed ora cantieri aperti a tutta!!! Squallido. E squallida è la promessa di: nuovi impianti sportivi a sforzacosta,impianto polivalente alle Vergini,riqualificazione degli impianti sportivi a Collevario e Madonna del Monte,acquisizione dell’area per un a struttura unica per il rugby e hockey e,ciliegina sulla torta, anche una pista da motocross!!!!!! poi quando ci svegliamo e cadiamo dal letto ci accorgeremo che era un sogno o peggio che ci hanno preso per il…..Intanto seguitiamo a percorrere la nostra pista ciclabile per le mura!!!!! Per lo Sferisterio credo che la soluzione prospettata da Anna sia la conseguenza all’incapacità di creare questo contenitore polifunzionale che permetterebbe di risolvere tanti problemi dello sport e non solo.poi sinceramente non ho idea della fattibilità e l’impatto,i costi e tanto altro. Un ultimo pensiero per la Lube: loro hanno diritto ad avere un Palas degno di questo nome che li ospiti. Una grande realtà sportiva ed industriale, un fiore all’occhiello per Macerata. Un invito all’amico Giulianelli: Macerata e Treia sono la stessa cosa..fai il tifo per tutte e due..non può esistere nel 2010 una rivalità tra realtà così vicine..anzi..fai di tutto per superarle ed in bocca al lupo per il finale di stagione. Maurizio Mosca
@Placido Munafo
Signor Munafò, ammesso che davvero questo progetto sia al centro dell’interesse economico e culturale di Macerata, senza alcuna vena polemica, ho già espresso altrove il mio personale apprezzamento a Anna Menghi e lo confermo, le chiedo a mo’ di dibattito:
1) che vuol dire copertura reversibile? che si può rimuovere qualora non fosse funzionale agli scopi prefissati oppure che si può rimuovere in qualsiasi momento che non serva? si potrà cioè continuare a godere dell’Opera sotto un cielo stellato d’agosto oppure si dovrà farlo sempre “sotto copertura”?
2 vero ,che opera d’arte e opera architettonica sono due campi semantici separati, ma credo che Battistini abbia adoperato il termine Opera d’arte per riunire entrambi i sensi che lo Sferisterio racchiude. Tant’è, che l’operazione estetica di voler far prevalere uno dei attributi sull’altro, determina il conflitto tra i sostenitori e gli oppositori che temono sostanzialmente lo snaturamento o mi passi il termine, lo stupro, del monumento simbolo di Macerata. Tutto ciò, trattando l’argomento senza tener conto come sottolineato da Battistini, del parere della Sovrintendenza , dei costi, del profitto e della effettiva utilità dell’intervento.
3) chiedo: è stata condotta preliminarmente al progetto che vi è stato sottoposto , una ricerca di mercato sul potenziale bacino di utenza per fasce di età , indotto e altri parametri incisivi per una corretta valutazione della fattibilità? Cioè, da Ancona per esempio, per restare nell’ambito locale, verrebbero ad assistere a un qualsiasi spettacolo del palinsesto, che non sia la lirica, nel corso dell’anno? Sicuramentte noi verso Ancona ci spostiamo, ma avverrebbe il contrario ? Le proporzioni dell’investimento, meritano secondo me, attente valutazioni di marketing prima ancora che estetiche.
chiedo scusa ma devo aggiungere quello che ho tralasciato…rispetto alla fruibilità … è vero che opera d’arte e opera architettonica sono due campi semantici distinti
Grazie Tamara per le tue domande non velate da pregiudizi. Copertura dello Sferisterio reversibile vuol dire che può essere tolta senza alcun problema. E’ una copertura mobile per cui d’estate si può continuare a godere del celo stellato, mentre nelle stagioni più fredde si può godere dello spazio e organizzare spettacoli e quant’altro. E’ da tempo anche, con una tesi di laurea, che sto studiando il problema e ti assicuro che la copertura non interferisce affatto con l’esitente, anzi gli da un valore aggiunto. Sono contento che persone come te pongono queste domande e sono disponibile anche a chiarire a voce l’idea. Lascio da parte di chi parla senza conoscere i problemi che la Soprintendenza non dovrebbe dare i permessi, sono persone che, scusa se mi permetto, non sanno di cosa stanno parlando. Spero in un incontro con te per spiegarti l’idea, un caro saluto.
Salve,
qua le cose sono due:
1. si fa un progetto di fattibilità per realizzare la copertura dello sferisterio in modo da renderlo fruibile anche di inverno per concerti o altro e, d’estate, ovviare al fenomeno della pioggia, che impedisce talvolta il corretto svolgimento delle rappresentazioni; e qui con tutti che ne deriverebbero…a livello organizzativo e a livello logistico (si pensi solo ai parcheggi)…
2. lasciare tutto come ora e creare una struttura esterna (villa potenza, piediripa, non so…), meglio un palazzetto, dove poter realizzare almeno 2/3 concerti di spessore e da destinare anche ad altre attività. Il primo esempio che mi viene in mente è il palasharp di Milano o, più vicino a noi, il palazzetto dello sport di jesi dove gioca la squadra di basket e dove si fanno numerosi concerti…
Riposto le considerazioni che feci tempo fa nell’articolo sulle risposte dei candidati sindaci per quel che riguarda l’argomento Palas, visto che quest’articolo ci si concentra in misura molto maggiore:
Secondo me sarebbe poco lungimirante ed anche antieconomico continuare a pensare ad un palazzetto solamente per la Lube, cioè fruibile dai cittadini una volta ogni due settimane quando la Lube gioca, e basta. Queste cose non vanno più, non funzionano: di esempi ne abbiamo tanti. Per esempio la Juventus, a Torino, che si sta costruendo il suo stadio privato (cioè coi soldi suoi e quelli trovati dagli sponsor, 105 milioni di € se non erro) lo ha pensato come fruibile 7 giorni su 7 ed ha previsto un parco, diversi negozi, ristoranti, un museo, proprio perché era impensabile continuare a costruire cattedrali di cemento che vengono riempite (riempite?) due-tre volte al mese al massimo.
Fra l’altro, come cittadino, non mi sono piaciute alcune esternazioni del management Lube (pur capendo le ragioni che li hanno spinti ad usare certi toni). Mi spiego meglio; non ho molta simpatia per chi, con cadenza regolare, ha minacciato
di spostarsi a Civitanova
di spostarsi nel treiese
di porre continuamente (non ho tenuto il conto, magari i bravi giornalisti di cm sono preparati) degli ultimatum (si era arrivati, un po’ come nella love story lario-berlusconi a discutere sui giornali, chiedendo superstrade sulla valle del potenza con uscita su fabbrica Lube e la mediazione dell’allora presidente della provincia Silenzi, trattato come una sorta di Bruno Vespa, tra società sportiva e comune di Macerata. Come se fosse stato uno dei compiti istituzionali della provincia costruire il palazzetto!).
Insomma, Macerata mi è sembrata trattata con poca considerazione alcune volte, ma ripeto, comprensibile l’impazienza dopo anni di tira-e-molla da parte dei vertici della squadra.
PROPOSTA:
Io propongo una cosa semplice da capire: invece di incaponirsi su palazzetto sì/palazzetto no/ facciamolo grosso, facciamolo strano, facciamolo su, facciamolo giù, eccetera…
si potrebbe creare una vera struttura polifunzionale, attrezzata, fruibile anche e soprattutto dai CITTADINI. Non è difficile, l’ho visto fatto coi miei occhi qui a Reykjavik dove vivo al momento; c’è la sede del Valur, che è una squadra di calcio che ha fatto anche la Coppa UEFA in passato. Un grosso palazzo a più piani dove;
in alcuni insegnano ballo
in altri giocano a pallamano
in altri ci sono campi da basket/pallavolo, le poltroncine sono “estraibili” dai muri: quando giocano le squadre vengono completamente tirate fuori e la capienza aumenta: quando non ci sono partite ufficiali, chiunque può andare lì, affittare il campo, giocare.
Ci sono enormi stanzone con parquet che possono essere allo stesso tempo un campo di calcio a 11 o molteplici campi da calcio a 5: le porte girano su rotelle, degli enormi tendoni scendono dal soffitto e dividono la sezione rettangolare del campo coperto in almeno 4-5 campi dove si gioca a calcetto con gli amici.
C’è spazio per tutti, la struttura ricava soldi grazie all’affitto, la Lube avrebbe strutture di allenamento all’avanguardia ed un campo di gioco di tutto rispetto.
Considerato lo spazio che c’è al Centro Fiere di Villa Potenza, si potrebbe fare lì (mi pare più conveniente che rifare ex novo il palazzetto a Fontescodella). Di certo meglio che fare i chilometri per arrivare a Treia, no? Dovrebbero guadagnarci tutti.
Non solo Lube, quindi: mettiamoci un paio di canestri, porte per il calcetto, biliardini, attrezzi ginnici, spazio per chi vuole fare balli latino americani, non lo so: a me piacerebbe un sacco una struttura del genere a Macerata.
condivido,sono falsi problemi.
ciao Filippo,
pienamente in accordo con te…tra l’altro leggevo in questi giorni come il calcio tedesco (la bundesliga) sia il meno indebitato grazie agli stadi e ai centri polifunzionali come quelli che hai descritto. Ne ho visti diversi in Germania e sono favolosi.
Se fanno un centro così a Macerata offro da bere a tutto il consiglio comunale…impazzisco…ma per ora ci dobbiamo accontentare dei due campi coperti del C.U.S….wau…:-(
Gentilissima Tamara, complimenti, hai centrato in pieno il cuore del problema: lo Sferisterio deve essere sfruttato al massimo. Tralasciando la discussione sula copertura, che mi torva perfettamente daccordo ma che avrebbe tempi lunghi, la nuova amministrazione comunale dovrebbe impegnarsi a catalizzare tutta “l’industria dello spettacolo e del turismo”. Purtroppo abbiamo una memoria storica latente e pochi ricordano i pulman che prelevavano gli spettatori dell’opera alla stazione e li portavano come “bestie” (consentimi il termine) a godersi l’opera, per poi riportarli alla stazione per prendere il treno. Le amministrazioni passate non hanno mai pensato che magari potevano intensificare gli sforzi per farli rimanere due o tre giorni per godere delle meraviglie della nostra provincia. Lo sferisterio, quindi, come traino dell’economia maceratese per tutta la provincia, con Macerata finalmente capoluogo. Ed i costi sarebbero davvero irrisori…….
@ sorgeilsole : il colosseo aveva una copertura. Forse è il caso che prima di sparare a zero ti informi…… La copertura dello Sferisterio non deve necessariamente servire a coprire per la pioggia, ma anche per il sole, permettendo quindi anche la fruibilità durante il giorno per manifestazioni di altro tipo, sia esse politiche che religiose…
e chi più ne ha più ne metta.
@ Mario Battistini, complimenti per il suo articolo che stimola la fantasia, e l’orgoglio, dei maceratesi che hanno veramente a cuore la città. Ma parlando dello Sferisterio si dimentica sempre di prlare della viabilità e quindi dei parcheggi. Vedere “Le casette” invase dalle auto e la viabilità stravolta è veramente deludente. Forse si dovrebbe avviare un dibattito su come sfruttare al meglio parcheggi esistenti (magari un sottopasso diretto al parcheggio di via Severini???) o ottimizzare la viabilità….
Salve Fabrizio,
sono in accordo con Lei…il problema del parcheggio è un problema rilevante che va risolto prima di occuparsi della eventuale copertura o meno dello Sferisterio….
@ Fabrizio Gentili
è quello che bisogna fare in tempi di crisi: ottimizzare.
anche la copertura, per esempio, se ci saranno le risorse e se ci sarà mai un accordo previa , insisto, verifica in termini di ritorno economico dell’utilità dell’intervento , si lavora su quello dell’immagine. Una copertura ben progettata e realizzata, può far parlare in positivo di Macerata anche finendo nelle pagine delle più prestigiose riviste di settore. nelle nostra realtà non mancano aziende capaci di essere all’altezza della sfida da un punto di vista tecnologico.
sulla viabilità, i parcheggi e il resto che dici, come non essere d’accordo??
“..Per non essere derisi dai contemporanei e criticati dai posteri..” . Fu con queste parole che il comitato promotore dei cento consorti per la “fabbrica” dello Sferisterio, “..da eseguirsi a guisa di anfiteatro anche per il gioco della palla al bracciale..”, si decisero ad inviare per l’esame del progetto, la proposta dell’Ing. comunale Innocenzi, prima all’accademia di Bologna poi a quella di Roma. Ne scaturì l’idea di bandire un concorso nazionale che, dopo complesse vicende, si concluse con l’incarico al conterraneo -neo laureato- arch. Ireneo Aleandri, allievo di Camporese, Stern e Valdier. Intanto la politica di allora si era divisa tra i fautori di un “teatro al coperto” per circa 1500 posti -capeggiati dal conte Armaroli- e i sostenitori di una macrostruttura polifunzionale all’aperto per oltre 5000 posti, in grado di intrecciare il divertimento dei ricchi con quello dei poveri. A sostenere questa seconda soluzione, oltre alle gerarchie ecclesiastiche (card. Consalvi, vescovo Strambi ecc.), vi furono numerosi cittadini e gran parte del notabilato locale dell’epoca.
La motivazione di fondo era in realtà quella di frenare il declino della città, in un momento di particolare e profonda crisi economica e sociale della città.
Oggi a Macerata, è ancora possibile un’alternativa civile tra declino e utopia? Io credo di si ma non certo attraverso la copertura dello Sferisterio.
ciao David: è vero, non solo in Inghilterra gli stadi di proprietà sono una realtà, ma penso dovunque tranne che qui. Per rimanere nel calcio, la prima società italiana fu la Reggiana ed intorno a quel “maledetto” (per noi tifosi biancorossi, brutti ricordi) stadio di Reggio Emilia c’è una zona commerciale fatta di negozi, centri benessere, cinema, ecc…
Qui il discorso è in parte diverso, perché non si tratta di uno stadio calcistico ma di una struttura che potrebbe funzionare per le esigenze sportive più diverse all-in-one. E niente impedisce che si possa creare un polo commerciale intorno, con ristoranti, negozi, pub, ecc…
Forse tra un paio di secoli ci si riuscirà 🙂
Caro Iommi lo sfersterio è letteralmente abbandonato quasi tutto l’anno se non per poche settimane d’estate, e allora per favore dicci la tua ricetta pratica per farlo rilanciare. Sai benissimo che un contenitore come quello dello Sferisterio è destinato ad un ruolo marginale se non si interviene sul suo utilizzo. Poche chiacchire e soluzioni pratiche ti prego.
Caro Placido, ormai quasi tutte le città capoluogo hanno una loro struttura polifunzionale, realizzata in epoca contemporanea con un minimo di 4000 e sino a 7/8 mila posti al coperto. Molte città hanno anche più o meno antiche strutture architettoniche -tipo sferisterio- che costituiscono, in primo luogo, dei “musei di se stessi”. Credo che solo all’interno di questo concetto sia possibile ricercare ulteriori margini di sviluppo funzionale.
Proposte Iommi concrete, il contenitore c’è ed è lo Sfgeristerio di cosa stiamo parlando?
@ Iommi, mi deludi… In pratica proponi di abbandonare lo Sferisterio a se stesso per spostare il tutto in un teatro polifunzionale. Pura speculazione edilizia aggiugerei. Perchè non dobbiamo salvaguardare il nostro passato pensando al futuro? La scorsa estate un mio amico genovese che vive tra Boston e la California mi chiedeva se avevamo ancora quel meraviglioso teatro all’aperto secondo solo all’arena di Verona. Ora non vorrei rispondergli che è stato abbandoato per una struttura polifunzionale moderna sorta per non so quali oscuri motivi. LO SFERISTERIO è un nostro vanto e va sfruttato meglio……