“Le diecimila camicie nere, venute da ogni parte della regione, attendevano dalle prime ore del mattino. Solo pochi gerarchi conoscevano il programma della visita. I più furbi erano appostati sotto un grande arco effimero con la scritta Dux. Mussolini invece atterrò con il suo trimotore all’aeroporto – oggi scomparso- di Sforzacosta. Era la sua prima visita nel maceratese. ”
Inizia così l’introduzione storica “Rito e mito della Corridonia del ‘36” con la quale il professor Evio Hermas Ercoli, domenica 6 dicembre alle 17.30, riporterà Corridonia al 24 ottobre 1936, giorno in cui fu inaugurato alla presenza di Benito Mussolini il Palazzo Comunale e il monumento all’Eroe Filippo Corridoni.
L’occasione è quella dell’inaugurazione del’esposizione fotografica Corridonia tra Passato, Presente e Futurismo, in mostra a Palazzo Persichetti Ugolini dal 6 dicembre al 6 gennaio. Evento che si inserisce nelle celebrazioni per il centenario del futurismo.
L’intento dell’Amministrazione Comunale è quello di dar vita ad una serie di iniziative finalizzate a creare un momento di unione tra la freschezza e la vitalità del futurismo e l’architettura di Piazza Filippo Corridoni, tipico esempio di architettura razionalistica italiana, volendo intendere con questo termine tutte quelle correnti architettoniche che partendo dal futurismo si sono sviluppate in Italia negli anni venti e anni trenta del XX secolo in collegamento con il Movimento Moderno internazionale, proseguendo in vario modo in frange sino agli anni settanta.
Il cuore architettonico della Città è, infatti, un chiaro esempio di architettura razionalistica italiana. Con questo termine si intendono tutte quelle correnti architettoniche che partendo dal futurismo si sono sviluppate in Italia negli anni venti e anni trenta del XX secolo in collegamento con il Movimento Moderno internazionale, proseguendo in vario modo in frange sino agli anni settanta.
Con questa mostra si proporranno alla Cittadinanza le fasi principali della costruzione del Palazzo Comunale e della adiacente Piazza. La mostra curata dal Comune di Corridonia e dall’Associazione Culturale Luigi Lanzi sarà aperta al pubblico presso il secondo piano di Palazzo Persichetti Ugolini.
Nella foto: la piazza di Corridonia il 24 ottobre 1936.
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Un intervento architettonico-urbanistico di P.zza Filippo Corridoni degno di nota.Un’architettura metafisica splendida anche se realizzatta con tecnicihe costruttive tradizionali a parte il rivestimento sottile di facciata in travertino che lo caratterizza e che è l’unico, così esteso, applicato in Provincia di Macerata. Una sua imitazione la si può osservare nel coevo Plazzo del Mutilato di Macerata. L’edificio di Corridonia meritita di essere visitato anche perchè all’interno vi sono ancora gli arredi dell’epoca e fatto non secondario ha dei serramenti in filofinestra in acciaio con aperture per l’epoca innovative.
Nello stesso periodo, ed anche in epoche precedenti, gli interventi architettonici urbanistici di altre nazioni europee non sono certamene da meno….
Per non parlare poi del fatto che, mentre il fascismo scimmiottava pateticamente l’Impero Romano, gli americani costruivano l’ Empire State Building (New York) o il Golden Gate Bridge (S. Francisco)…… Per non parlare del Ponte di Brooklyn, sempre a New York (la cui costruzione iniziò addirittura nel 1867)
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PS: Il Tower Bridge di Londra vogliamo paragonarlo alle misere fregnacce mussoliniane???
Gianfranco non esagerare. Non puoi attaccare sempre Munafò qualsiasi cosa dica.
Fai un attimo marcia indietro e pensa a come sono stati costruiti questi edifici. Gli americani rubavano soldi a destra e a manca ed avevano miniere d’oro e pozzi petroliferi in Italia si lottava con la povertà e la miseria. E nonostante tutto gli architetti del ventennio hanno realizzato opere pubbliche chesi dimostrano all’avanguarda ancor oggi. Pensa solo all’EUR a Roma. Non mi risulta che dopo il fascismo in Italia si siano realizzate opere degne di nota, a parte piccole parentesi di nome Nervi. Le chiami misere fregnacce? Figuriamoci quello che è venuto dopo……La piazza di Corridonia è bellissima ed è stata fatta in onore ad un grande socialista nonchè eroe della 1.a guerra mondiale…… o per te Corridoni non conta
Fabri, a me non interessa proprio attaccare Munafò.
Solo che mi pare ridicolo (e l’ho scritto su un altro post) che, ciclicamente, qualcuno si da tanto da fare per imbellettare il fascismo.
Con una scusa o con l’altra si cerca sempre di gettare una luce positiva sulla dittatura e sul mascellone…
Una volta è l’agro romano, qualche anno dopo è la scuola, poi le opere stradali, poi l’architettura, ecc. ecc.
Questi ripetitivi, spesso patetici e ridicoli, tentativi di revisione di una sciagurata pagina nazionale vengono sempre portati a galla da chi è ancora mentalmente un fascista, ma che non ha il coraggio di fare il saluto romano.
Le grandi opere le fano i grandi progettisti, i grandi architetti, i visionari dell’urbanistica…
Il periodo fascista non ha realizzato nulla di così grandioso, se paragonato a quello che si creava altrove.
E’ solo “ordinaria (spesso grigia) amministrazione” edilizia che si tenta di contrabbandare per qualcosa di grande, ma che di grande non ha quasi nulla.
Pensa che, ben prima del fascio, a Messina vene realizzata una villetta con empirici criteri antisismici: ebbene restò in piedi dopo il catastrofico terremoto: quella si che sarebbe una struttura da studiare, no gli scimmiottamenti dei romani delllo sciaugurato ventennio
Non vorrei rispondere a chi sostiene tesi insensate e che forse non conosce la storia dell’architettura del Ventennio, ma voglio comunque fare delle precisazioni. Archiettettonicamente parlando nel Ventennio non si è affatto scimmiottato l’impero romano. A difefrenza, ad esempio della Germania, che ha imposto un proprio stile, in Italia è fiorito una ampio e libero dibattito sullo stile archiettonico. Nel Ventennio hanno convissutto il cosidetto stile classico, ma anche il Littorio e il razionalista, quest’ultimio addirittura promosso per la realizzazione delle GIL e il concorso per la costruzione degli edifici postali a Roma progettati da archietti di rilievo internazionale. Lo stile razionalista nulla ha a che vedere con l’imitazione dell’impero romano. Credo che se si scrive su un argomento almeno lo si debba conoscere!!!!
Sicuramente ha ragione “l’esperto” Munafò in quanto mai -e dico mai- durante il fascismo si è copiato dall’Impero Romano.
Infatti -tanto per far un esempio- al Foro Italico (chiamato durante la dittatura “Foro Mussolini”) in Roma le statue non sembrano essere un copiaticcio delle statue romane e nemeno il mosaico, in cui si pubbicizzava il mascellone (duce-duce), non assomigliava per nulla ai mosaici di epoca romana.
Ma il punto non è il copiaticcio mussoliniano (che, tra l’altro, aveva anche copiato militarmente sia i simboli che la gerarchia Romana -centurie, manipoli-) ma il fatto che si cerchi di fare finta che la nostra architettura dittatoriale fosse un passo avanti rispetto al’architettura di altri paesi quando questo non è assolutamente vero.
Cioè che si cerchi di “rivautare” (questa volta sotto il profilo edilizio, altre volte sotto il profilo culturale o economico o sociale) 20 anni di disgraziata storia nazionale al solo scopo di “ripulire” un periodo storico che nessuna nazionne civile ci invidia.
Gianfranco la tua è polemica ridicola e piena di precocetti perchè parti da un presupposto oramai fuori luogo: l’antifascismo. Nè tu nè io siamo architetti per cui parliamo solo per quello che vediamo senza titolo accademico. Siamo pienamente daccordo che il ventennio va condannato per certe azioni politiche ed umanitarie, ma non certo per quello che di buono che hanno fatto. Copiaticcio di uno stile antico? Mi sembra che questo copiaticcio sia stato utile. Lo stesso Foro Italico da te denigrato è l’ultima opera sportiva realizzata in Italia, a parte i palazzetti dello sport. Quindi dovresti puntare il dito da un’altra parte, e cioè a tutto il periodo post bellico che non ci ha lasciato molte opere se non, per dirla alla maceratese, “li palazzi de Lattà”. Per concludere allora dovresti attaccare tutto quello che il ventennio ci ha regalato, compresa la previdenza sociale che fu introdotta proprio in quel periodo….
Che Dio ci scampi e liberi finalmente dall’ignoranza e dalla settarietà!
Antifascismo presupposto oramai fuori luogo?
Fabrizio ma cosa stai dicendo??
Copiaticcio fascista dell’Impero Romano = Utile?
Perchè stai confondendo?
Chi ha mai detto che il Foro Italico non sia stato (e non sia) utle????
Ho scritto qualcosa di diverso, mi pare…..
Per quanto riguarda la “previdenza sociale” non mi pare che il fascismo abbia realizzato nulla di diverso da quanto stava accadendo in altre nazioni.
Quindi, per cortesia, evitiamo di creare falsi miti sulla dittatura.
Le prime leggi sociali inglesi, a favore dei poveri, sono addirittura del 1600….
In Germania le prime leggi in materia di assicurazione sociale sono del 1880.
Anche in Italia i primi esempi di previdenza furono introdotti sul finire del 1800 e l’istituzione della pensone di invalidità e di vecchiaia è del 1919….cioè mi pare ben prima della presa del potere di Mussolini….
Caro Gianfranco,
ti ho lasciato un po’ d’anni e ti ritrovo intellettuale organico al 100%, ossia in grado – in forza di un’ideologia, quale che sia – di dire una parola su tutta la realtà, al di là delle specifiche competenze. Il relativismo che tanto piace a voi laicisti dovrebbe produrre, in casi come questo, una forma del tipo “a me questo tipo di architettura non piace, perché mi ricorda etc. etc.”. Se invece esprimi un giudizio di valore, peraltro sommariamente, fai la fine di quelli che contesti con ampio zelo. Un po’ come i critici letterari degli anni ’50 e ’60 che si premurarono di stroncare le opere di Vasco Pratolini perché, ad esempio, Metello amava copulare invece di andare in piazza a fare la rivoluzione: un marchiano errore di valutazione artistica piegato ad un canone peraltro extraletterario. E dovrei ricordarti, allora, pure gli scatoloni di cemento in cui all’Est ancora molti poveracci devono vivere. Là sì che non c’era un’idea costruttiva, per quanto ributtante – come lasci intendere tu di quella del Ventennio. Ti confesso poi che a me l’architettura del Ventennio non piace, così come preferisco il Romanico al Gotico, però. E’ un fatto di idealità, di gusto personale. Astraendomi per quel che il ruolo di critico (non di censore) mi richiede, invece, non posso non riconoscere all’architettura del Ventennio delle qualità indubbie di sintesi e di rilettura originale del passato. E’ sempre grave o quanto meno riduttivo se le manifestazioni artistiche vengono incartate e calciate via in forza delle ideologie: con questi argomenti, farebbero la stessa fine anche i futuristi (l’hanno fatta, in realtà: per decenni…) o poeti come Giuseppe Ungaretti (che aveva per prefatore del suo primo libro proprio il duce). O scrittori di grande qualità come Giuseppe Berto (che infatti è ancora tenuto in un olimpico oblio, proprio per le sue idee), etc.
Sono atteggiamenti – purtroppo ancora molto in voga – che fanno un male incredibile al giusto e all’onesto dell’attività intellettuale e critica. Sono atteggiamenti, quia absurdum, fascisti – o bolscevichi, che è la stessa cosa.
Bisognerebbe invece, come il compagno Elio Vittorini, rivoltarsi al Migliore: e pronunciargli ancora una volta che non siamo intenzionati a “suonare il piffero della rivoluzione”.
Caro Filippo, la “rivisitazione del passato” romano fatta dal regime fascista può piacere o non piacere: ed è una considerazione soggettiva
Così come certe costruzioni “scatola di scarpe” dell’Est europeo (costruzioni, tra l’altro, per nulla differenti dalle case-popolari fasciste) possono sembrare grigie e mortorie; ed anche qui è una considerazione soggettiva.
E non si tratta nemmeno di manifestazioni artistiche che vengono scartate in nome dell’ideologia.
E’ un discorso un pochino diverso che mi pare strano tu non riesca a leggere, visto che sei sempre attento a queste cose.
Attraverso una rilettura artistico-edilizia (oggi) si cerca a tutti i costi di innalzare soggettivamente l’architettura del ventennio fascista come a qualcosa di mirabile e importantissimo….
Ed attraverso il (presunto) “positivo” edilizio si cerca anche di dare una chiave di lettura positiva alla dittatura.
E’ il solito gioco dei nostalgici che oggi si attaccano all’edilizia e che ieri mormoravano “ma con il duce i treni arrivavano in orario” e l’altroieri addirittura teorizzavano l’importante ed indiscusso avanzamento sociale ed economico dell’Italia in camicia nera.
E la patetica scusa del “non sei esperto e non sai di cosa parli” (con cui si cerca di imbellire la presunta “idea costruttiva” fascista) non è altro che un metodo abusato dagli adoratori di “libro e moschetto, fascista perfetto” che sono 50 anni che cercando di creare un alone positivo ad un periodo storico che, grazie a Dio, è definitivamente fnito nell’imondezzaio del passato.
Quindi mi sembra ridicolo continuare a ingigantire le opere “dell’ingegno fascista” facendo finta che chissà quale mirabile modello di costruzione edilizia siano e quale ardimento architettonico-artisitco siano portatrici quando, fuori dai confini dell’Italia di allora, nello stesso tempo ci furono opere edilizie che per ingegno, innovazione, architettura, idee, difficoltà costruttiva (rispetto alle costruzioni fasciste) sono oggettivamente migliori, sia dal punto di vista costruttivo che da quello estetico.
Continui come un treno in corsa, ma quel che è triste è che lo fai fermo nel pre-giudizio di valore. Un canone che taglia le gambe a una rilettura oggettiva. Ripeto (mi ripeto): a me l’architettura del Ventennio non piace. Così come non mi piace affatto la narrativa di Moravia. Questo non mi impedisce di valutare la capacità di un’epoca di pensarsi e tradursi in arte, più o meno compiutamente, più o meno riuscitamente. Anzi, le vestigia di un tempo rimangono come testimonianza fondante: non solo nel bene, ma anche per non commettere più ciò che fedelmente traducono e tradiscono.
Gianfranco, vedo che correggi in corsa le tue parole ma non i tuoi contenuti. Premesso che io non sono fascista, non posso però chiudere gli occhi per precocetti antifascisti. E come, per tornare ai giorni nostri, i Talebani hanno fatto saltare in aria monumenti antichi di 3000 anni solo perchè ricordavano un periodo a loro poco piacevole. Ti dò del Talebano? No per carità. Volevo solo farti capire che non dobbiamo far cadere gli argini di Roma solo perchè i Savoia hanno promulgato le leggi razziali. Gli argini sono lì a proteggere la capitale dalle esondazioni del Tevere, mentre le leggi razziali no. Puoi sempre esprimere una tua opinione soggettiva dicendo che ti fanno schifo per un gusto personale, e non perchè fatte in un certo periodo della nostra vita passata. I tuoi interventi mi piacciono perchè fatti con ironia e sarcasmo e spesso prendono spunti da verità che a molti sono nascoste, quindi non litighiamo su antifascismo e anticomunismo perchè io non sono nè l’uno nè l’altro.
Grazie Filippo per il tuo intervento fatto con quell’acume culturale che ti ho sempre ammirato
Caro Filippo, forse i tuoi studi classici e il tuo percorso “artistico” (detto senza alcuna ironia) ti impediscono di rapportarti compiutamente con il soggettivo/oggettivo del mio intervento e forse, ripeto forse, hai focalizzato l’attenzione sul bello/brutto dei palazzotti fascisti non cogliendo invece l’essenza del problema.
Fabrizio, ma dove ho scritto che i palazzi del’Eur devono essere abbattuti perchè brutti o che, al posto del Palazzo degli Studi di Macerata, dobbiamo costruirci un giardino???
Tra l’altro i talebani hano fatto saltare in aria le statue solo per motivi religosi, per una lettura distorta della loro religione, non certo perchè erano esteticamente belli o brutti.
Anzi credo che il concetto di belezza o bruttezza non abbia minimamente influito sulla loro decisione di usare la dinamite.
E’ triste osservare chi ancora non ha capito che arrampicandosi sugli specchi si scivola!!!!!!
Sembrerebbe (ma sicuramente sono io che ho capito male) che la regola che si vuole imporre sia che si possa intervenire su temi edilizi/architettonici soltanto se si è in posesso di titoli e lauree e che, pertanto, solo gli esperti hanno diritto di parola.
Però poi siamo conseguenti quando si discutono altri argomenti, visto che la (assurda a mio avviso) regola deve valere sempre e per tutti….
Visto che le dottrine politiche, quelle economiche e sociologiche non rientrano nel loro curiculum di studi i cosiddetti “esperti” di architettura, ingegneristica e costruzioni poi dovrebbero essere conseguentemente muti come pesci e non venire a darci lezioni di politica, economia e scienze comportamentali…
Seguendo questa mostruosità intellettiva, che non faccio mia perchè la ritengo idiota anche se qui e altrove cerca di essere sempre imposta, raccomando a Filippo, “specializzato” in letteraturta e filosofia, di evitare di parlare di politica e società, visto che questi argomenti non sono presenti nel tuo curriculum universitario.
Ed io che non ho mai praticato calcio a livello professionistico non posso quindi parlare di pallone, squadre ed arbitri.
Caro Gianfranco,
specialmente se non sei juventino ti è fatto assoluto divieto di occuparti di calcio, perché significherebbe che non te ne intendi.
Detto questo, mi tocca smentirti una volta ancora: infatti, il mio curriculum umanistico prevede necessariamente l’inclusione della teoria politica, sia per gli studi storici sia per quelli latini (ricordi Cicerone e Cesare, tanto per dirne due?), sia anche per quelli letterari (Pellico, Manzoni, Foscolo, Croce, Sciascia, Pasolini, solo per dirne alcuni…) e per quelli filosofici (uno per tutti: Platone).
Mi spiace: hai toppato un’altra volta… 😉
Caro Filippo,
il tuo curriculum di studi potrà anche avere una inclusione (si badi bene: breve e sommaria!!!) della teoria politica, ma comunque questo non ti innalza alla stregua di un esperto.
Pertanto qualcosina, rispetto ad altri, potresti pure dirla però (sempre nell’esempio di cui sopra) tu saresti semmai al piano rialzato mentre gli esperti sarebbero comunque al supermega attico con vista mare-monti.
Questo perchè, sempre seguendo l’esempio idiota di cui sopra, tu non avresti comunque “titoli” accademici e pertanto (avessi anche letto ventimiladuecentoquarantatre libri sull’argomento) rispetto ai sapienti saresti sempre considerato un paria.
Ma l’esempio di cui sopra a me sta benissimo, se tutti lo seguissimo alla lettera senza “licenze poetiche”…..
Conseguentemente mi aspetterei pertanto che gli esperti ed i sapenti di architettura, costruzioni ed ingegneria civile, che pontificano sulla loro materia di studio trattando tutti gli altri come incompetenti e demideficenti, si astengano dall’intervenire su argomenti che esulano il loro curriculum di studio in quanto non hanno “titoli” per farci la lezioncina 🙂
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PS: ma io sono un fans della squadra del Cavaliere, la squadra che ha vinto più Coppe Campioni in assoluto in Italia e che nel corso degli ultimi 25 anni ha espresso il miglior calcio.
Pertanto questo mi autorizza (con bolla pontificia e imprimatur dell’imperatore) a parlare di tutto e su tutto, con estrema e precisissima cognizione di causa, poichè è verità rivelata che se -anche indirettamente e coincidentalmente- il Cavaliere ti è vicino tu assorbi tutto il suo splendore e quindi hai tutti i titoli ed hai passato tutti gli esami possibili ed immaginabili per intervenire.
Se poi respiri anche la sua stessa aria dicono, ma non è confermato, che riesci a fare anche i miracoli… 😛
Concedo tibi loqui de calcio mediolani. Ad maiora.