Gestione cinghiale, approvato il piano:
obiettivo mantenere stabile il numero

NATURA - Al parco dei Sibillini ci sono 1.180 esemplari in diminuzione rispetto al 2024. Lo scorso anno sono state presentate 494 denunce di danni. Gli indennizzi liquidati dal Parco ammontano a circa 108mila euro, in calo rispetto al 2023

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cinghialidi Monia Orazi

Approvato il piano quadriennale di gestione del cinghiale nel parco nazionale dei Monti Sibillini. Il decreto del direttore Laura Talamè apre ufficialmente le operazioni per il periodo 2025-2029 dopo il parere favorevole dell’Ispra arrivato a settembre.

Un documento che prova a tenere insieme esigenze spesso in tensione tra loro: la tutela dell’agricoltura, il contenimento del rischio legato alla peste suina africana, e la conservazione di una specie chiave per l’equilibrio ecologico del parco.

Le ultime stime indicano, nella primavera 2025, una popolazione di circa 1.180 cinghiali, in diminuzione rispetto ai 1.687 censiti nel marzo 2024.

L’obiettivo del piano è mantenerla stabile tra i mille e i 1.250 individui, pari a una densità di 2-2,5 capi per chilometro quadrato nelle aree più vocate. Secondo i tecnici del parco si tratta di oscillazioni fisiologiche, influenzate da clima, disponibilità di cibo e soprattutto dai movimenti degli animali tra aree protette e territori esterni, dove la pressione venatoria è più elevata: il cosiddetto “effetto spugna”. Nel 2024 sono state presentate 494 denunce di danni, per oltre 300 ettari complessivi. Gli indennizzi liquidati dal Parco ammontano a circa 108mila euro, in calo rispetto al 2023 ma ancora rilevanti.

I settori più colpiti sono quelli di Fiastra, Cessapalombo e Amandola; le colture maggiormente danneggiate restano prato-pascoli e foraggere, seguite dai cereali. Il piano sottolinea come l’impatto economico non sia sempre proporzionale al numero di capi, ma dipenda anche dal valore delle produzioni e dall’andamento delle annate agricole.

Il passaggio più delicato riguarda le richieste della Regione. Nel piano di interventi urgenti contro la peste suina africana, aggiornato a marzo 2025, la Regione fissa per l’area del Parco un obiettivo di 3.646 abbattimenti l’anno. Un target che il oarco definisce apertamente “insostenibile”.

Secondo le stime interne, numeri di questo tipo non sarebbero compatibili con la reale consistenza della popolazione, né con gli strumenti di controllo attualmente consentiti in area protetta. Da qui la proposta di puntare non su quote rigide, ma sul massimo sforzo di prelievo realisticamente ottenibile. Sul campo operano circa 150 selecontrollori, organizzati in sette gruppi territoriali. Nel 2023-2024 sono stati abbattuti 475 cinghiali; in passato si era arrivati anche a oltre mille capi annui. Tra le novità del piano c’è il potenziamento delle catture, anche grazie all’introduzione delle “pig brig”, trappole a rete flessibile che consentono interventi più rapidi e controllati.



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