
Un appuntamento dell’Erua Day
Una giornata per celebrare un’idea concreta di Europa, fatta di collaborazione, mobilità, scambio culturale e ricerca condivisa. È lo spirito dell’Erua Day, l’appuntamento annuale dedicato alla European Reform University Alliance, che oggi ha coinvolto l’intera comunità dell’Università di Macerata insieme alle altre sette università partner, con oltre 20 eventi che hanno coinvolto studenti, docenti e staff.
Una festa della cooperazione europea fatta di workshop creativi, giochi tematici, momenti musicali, attività per studenti e spazi di confronto, coordinati dal Local Board dell’ateneo. Una giornata che unisce, come da missione di Erua, dimensione locale e prospettiva internazionale.

Il rettore John McCourt
A inaugurare la giornata è stato il discorso del rettore John McCourt, appena nominato presidente Erua per il prossimo anno. Collegato online con tutte le sedi partner, McCourt ha richiamato il significato più profondo dell’Alleanza, sottolineando come «l’Europa non si costruisca solo nei trattati, ma nelle aule, nelle biblioteche, nei laboratori, nelle città e soprattutto nelle relazioni che si formano quando impariamo gli uni dagli altri».
«Siamo otto università – ha proseguito – diverse per storia e geografia, unite dalla volontà di mettere gli studenti al centro e di porre il dialogo al centro della nostra identità europea. In un’epoca in cui molte forze spingono le società a chiudersi in sé stesse, a erigere barriere, quando la polarizzazione aumenta, quando la sfiducia si diffonde, quando il futuro può appare incerto, Erua rappresenta il movimento opposto: l’apertura, la costruzione di ponti, l’ascolto, la collaborazione. Il paziente lavoro di comprensione».
Nel suo intervento, il presidente McCourt ha ricordato i progressi realizzati negli ultimi due anni: programmi congiunti, mobilità più accessibile, attività didattiche innovative, reti di ricerca interdisciplinari e un crescente dialogo con i territori. «Abbiamo creato qualcosa di essenziale: fiducia. Una cultura accademica europea fondata sulla cooperazione e non sulla competizione».
Dopo il saluto della delegata Jessica Piccinini, l’Erua Day ha preso vita con una serie di attività pensate per far conoscere alle studentesse e agli studenti l’Alleanza in modo dinamico e partecipato: dal laboratorio di storytelling ai giochi da tavolo internazionali come il gioco dell’oca umanistico a tema Erua, fino alla premiazione della competizione artistica per chiudere con un concerto online che ha connesso in simultanea tutte le università partner.
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Roberta Biagiarelli, Carla Danani e Agostino Zanotti
Non è solo un corso di formazione, ma una risposta collettiva al richiamo della storia. È partito ieri il percorso “Tempo di educazione alla pace, ai diritti e alla cittadinanza europea”, promosso dalla scuola di studi superiori Giacomo Leopardi dell’Università di Macerata. Un’iniziativa che ha già segnato un primo successo numerico e geografico: presenti oltre 100 insegnanti di Istituti di Istruzione Secondaria Superiore da tutta Italia, tra presenza e remoto.
L’apertura del ciclo di incontri non è stata affidata a una lezione teorica, ma alla voce viva di chi la storia l’ha subita e poi raccontata. Agostino Zanotti, pacifista e testimone dell’eccidio del 1993 nei pressi di Gornij Vakuf, ha ripercorso le ferite del conflitto nella ex Jugoslavia. La sua testimonianza ha offerto ai docenti non solo uno spunto di riflessione sul passato, ma una lente necessaria per interpretare le ombre del presente, dimostrando che la guerra non è mai l’unica opzione in campo, ma il fallimento della politica e dell’umano. Il progetto, che si svilupperà fino a febbraio, nasce dalla sinergia tra la Scuola Leopardi, la rete di Scuole di Studi Superiori “Efc – Educating Future Citizens” e Babelia&C. «L’obiettivo è fornire agli insegnanti strumenti critici e metodologie partecipative per educare le nuove generazioni a una cittadinanza attiva, capace di abitare la complessità senza cadere nella trappola delle identità escludenti» spiegano gli organizzatori.
Il percorso si articola in sei tappe cruciali, incrociando il diritto internazionale, la filosofia, la storia e l’arte: dalla riflessione giuridica di Micaela Frulli dell’Università di Firenze sull’effettività dei diritti allo sguardo documentario del fotografo Luigi Ottani e l’analisi dei confini della rotta balcanica con l’esperta Silvia Maraone fino alle politiche della speranza del filosofo Sergio Labate e alla ricerca storica di Annalisa Cegna.
Il percorso si concluderà con un evento di forte impatto emotivo: la lezione-spettacolo di Roberta Biagiarelli. Il suo monologo “Figlie dell’epoca, donne di pace in tempo di guerra” porterà alla luce un fatto storico poco noto, offrendo una prospettiva femminile e coraggiosa sulla resistenza alla barbarie.
«Con questo progetto – commenta la direttrice Carla Danani – la nostra Scuola intende onorare la sua missione più alta: non solo formare talenti, ma nutrire una coscienza civile diffusa. Vedere oltre cento docenti da tutta Italia collegarsi con noi oggi dimostra che c’è una domanda profonda di senso e di strumenti per affrontare temi complessi come i diritti e la pace. Questo corso è la nostra vetrina migliore, perché mostra un’Università che dialoga con il territorio e con il Paese per costruire, insieme, una vera comunità educante europea».
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