
La presentazione del progetto
di Mauro Giustozzi
Cannabis come prima sostanza stupefacente più diffusa tra i ragazzi, seguita dalla novità dell’uso di psicofarmaci, un incremento del fumo e del binge drinking (lo sballo del sabato sera) soprattutto tra le ragazze, giovani che passano più di cinque ore al giorno della propria vita attaccati allo smartphone che dà dipendenza digitale.
Una generazione che ha bisogno di ascolto, che vive in perenne ansia e fragilità emotiva. Sono le risultanze del progetto Podcastle del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast Macerata che ha coinvolto gli istituti scolastici provinciali ed è stato selezionato a livello nazionale e sostenuto dal Dipartimento per le politiche antidroga (Dpa) della Presidenza del Consiglio dei ministri.
Presentata una pubblicazione di ottanta pagine piene di dati e tabelle che hanno monitorato gli studenti della provincia tramite 12 dei 14 istituti di secondo grado presenti sul territorio, di età compresa tra i 15 ed i 19 anni.
Ad illustrare il report nell’aula magna dell’Ite Gentili di Macerata, sono stati il direttore generale dell’Ast Alessandro Marini, Silvia Agnani e Stefano Stoccuto, sociologi referenti dei progetti di prevenzione e promozione della salute del Dipartimento, Gianni Giuli direttore del Dipartimento dipendenze patologiche dell’Ast, Simone Cartuccia dirigente scolastico del liceo Classico Leopardi.

«E’ stata l’occasione per entrare in contatto con tutti gli istituti secondari di secondo grado della provincia di Macerata con questo report, composto di 127 domande abbiamo ottenuto 6.430 questionari a cui i ragazzi hanno risposto, validi per l’elaborazione dati – ha detto illustrando i risultati Silvia Agnani – Basti pensare che le indagini campionarie italiane si attestano sui 12mila studenti: perciò abbiamo una fotografia del nostro territorio molto dettagliata. Il progetto Podcastle era focalizzato sulle sostanze stupefacenti illegali ma noi abbiamo colto l’occasione per indagare altri comportamenti a rischio dei giovani e il loro stato di benessere bio-psico-fisico. Quello che è emerso è che le sostanze più utilizzate dai ragazzi sono i cannabinoidi, e questa non è una sorpresa: vengono usati in maniera abbastanza frequente soltanto dall’11% dei ragazzi e il secondo dato che invece ci ha stupito è che la seconda sostanza stupefacente sono gli psicofarmaci senza prescrizione medica. Possiamo ipotizzare che i giovani abbiano accesso ed una certa familiarità con questo tipo di sostanze che possono sicuramente vedere a casa.
Questo dato fino a qualche anno fa neppure compariva nelle sostanze stupefacenti illegali: la fragilità dei giovani fa sì che questi comportamenti siano di autocura ad uno stato di ansia perenne che manifestano. Non ci dimentichiamo che questa generazione ha affrontato all’inizio dell’adolescenza il periodo della pandemia».
Ma non solamente l’aspetto legato agli stupefacenti quello emerso dalla ricerca. «Un altro dato che ci preoccupa molto oltre alle sostanze stupefacenti è l’abitudine al fumo che ha oltre il 40% dei ragazzi che hanno risposto al questionario, che utilizzano indistintamente le sigarette classiche ed i prodotti a tabacco riscaldato, le E cig, cioè le sigarette elettroniche, che sono state un nuovo apriporta per questa pericolosa abitudine – ha ribadito la sociologa del Dipartimento di prevenzione – Poi ci sono le sbronze del fine settimana che sono abbastanza frequenti e riguardano soprattutto le ragazze, così come lo stesso fumo. Dobbiamo interrogarci sulla maggiore vulnerabilità del sesso femminile rispetto a quello maschile per questi due tipi di dipendenze. Infine, ma non ultimo, l’utilizzo del telefono: abbiamo chiesto ai ragazzi di guardare per quante ore il giorno precedente l’indagine avessero usato il loro smartphone, ebbene il tempo di utilizzo medio è di 5 ore e mezza. Considerando che nella vita quotidiana di uno studente ci sono ore di scuola, ore per mangiare e dormire è un dato piuttosto elevato. Altra cosa che viene fuori da questo report in merito al benessere dei giovani, l’ansia e la paura di non farcela prende spesso il sopravvento. L’80% dei nostri ragazzi dichiara una salute psichica non soddisfacente. Immaginiamo che i comportamenti di cui si è parlato come alcool, cannabinoidi, l’uso eccessivo del telefono vengano di supporto ai giovani in questi momenti di passaggio e di fragilità che sono tanto presenti in questa generazione».

Al centro Gianni Giuli, a sinistra Alessandro Marini
Gianni Giuli ha sottolineato poi come «oggi non c’è più solo la dipendenza da sostanze stupefacenti ma, come dimostra questa indagine, stanno aumentando le dipendenze comportamentali, quindi gioco d’azzardo e dipendenze digitali. Una bella soddisfazione: un grazie all’Ufficio scolastico regionale, agli istituti, tanti, che hanno collaborato.

Silvia Agnani
Noi abbiamo lavorato tanto alla Conferenza nazionale sulle dipendenze che si è svolta ed in cui le Marche hanno avuto un ruolo centrale: io ho partecipato ad una delle commissioni e c’è da dire che l’allarme è elevato sulle dipendenze. I dati dicono che sembra che ci sia una diminuzione dell’uso di sostanze, anche della stessa cannabis, a scapito però di un grande aumento delle dipendenze comportamentali come il gioco d’azzardo patologico e dipendenze digitali.
Questa mappatura effettuata grazie al progetto Podcastle significa orientare i nostri programmi di prevenzione sul territorio maceratese perché probabilmente sta cambiando qualcosa e noi dobbiamo essere pronti ad intervenire e soprattutto prevenire quello che sta accadendo o che accadrà in futuro». Infine Silvia Agnani ha ricordato come «per quanto riguarda la dislocazione territoriale di questi dati, all’inizio ipotizzavamo che la popolosità della città incidesse poi nelle risposte degli studenti: qualche anno facemmo un’indagine sul consumo di alcool e c’erano significative differenze tra il paesino dell’entroterra o città come Macerata e Civitanova.

Alessandro Marini, il colonnello Ferdinando Mazzacuva (Finanza) e Gianni Giuli
Stavolta, in realtà, la popolosità del comune di residenza non incide per nulla. Ad incidere è il genere sicuramente e incide il tipo di istituto scolastico frequentato, con dati diversi: per esempio i ragazzi dei professionali tecnici utilizzano più sostanze mentre quelli dei licei usano meno sostanze ma hanno un benessere psico-fisico minore. Probabilmente dettato dal tipo di pressione che questo indirizzo scolastico può esercitare in questi momenti cruciali».
La "fragilità" dei giovani?? Sarà mica che sti giovani sono molto lucidi su quello che sia diventato il mondo e sul futuro di sterco che li attende??
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