
In prima fila Narciso Ricotta e David Miliozzi
«Possiamo dire che ieri l’implosione dell’amministrazione di Parcaroli è giunta a compimento, con l’esplosione, in una giornata sola, delle bolle della gestione dei rifiuti e dell’acqua e il grido d’allarme di Musicultura». L’urlo arriva da sei esponenti dell’opposizione: Alberto Cicarè (Strada Comune), David Miliozzi (Macerata Insieme), Stefania Monteverde (Macerata Bene Comune), Ulderico Orazi (Italia Viva, fresco di lancio della nuova lista Casa Riformista), Narciso Ricotta (Pd) e Roberto Spedaletti (Movimento 5 Stelle).

Alberto Cicarè (in primo piano) e dietro Stefania Monteverde
«Il nostro sindaco che ha dimostrato di non saper difendere gli interessi della sua città ma anche di non essere in grado di rappresentare le esigenze della comunità provinciale – dicono i sei – un tutti contro tutti in cui a rimetterci saranno solo i cittadini: il caos finale per la selezione del sito della nuova discarica sarà la causa di continui aumenti della Tari nei prossimi anni; la pantomima sulla nuova società idrica porterà la gestione dell’acqua in mani private, con le conseguenze che ben possiamo prevedere. E poi il grido di allarme di Musicultura, che prefigura il possibile esodo di questo nostro gioiello verso altre città, vista la scelta dell’amministrazione di ridurre il suo sostegno economico. Tre elementi tutti in una volta che sono il sigillo finale di una avventura politica che dopo cinque anni dimostra il suo completo fallimento. Come un tappo che alla fine salta e porta all’evidenza tutta le scelte sbagliate, l’incapacità amministrativa, il vuoto di idee di questo sindaco, della sua giunta, della maggioranza politica che lo sostiene. Dopo cinque anni di amministrazione Parcaroli, quando il ciclo si è concluso e i risultati si dovrebbero vedere, ci sono pochi dubbi sul tracollo del sogno rappresentato dall’imprenditore calato in politica, che ora fugge alle sue responsabilità e dimostra tutta la sua debolezza istituzionale».

Ulderico Orazi
Ma le colpe, secondo gli esponenti della minoranza, sono da attribuire a una maggioranza politica «incapace di visione unitaria, che lo ha scelto e utilizzato per sedare le divisioni interne, che in questi anni ha perso molti pezzi, che ha avuto la fortuna di essere destinataria di risorse pubbliche inimmaginabili fino a prima, e che non ci saranno più, utilizzate senza un coordinamento da assessori che agiscono ciascun per sé. Una maggioranza politica arrogante in Consiglio comunale, dove tutte le proposte della minoranza sono state bocciate, e insensibile alle richieste dei cittadini che lamentano una grave mancanza di ascolto».

Roberto Spedaletti
Chi nel 2020 ha creduto di votare per una svolta, secondo il sestetto, «trova una città paralizzata da opere pubbliche che quando va bene porteranno benefici risibili, ma purtroppo segneranno un inutile, dannoso, sperpero di enormi quantità di denaro; trova una manutenzione dell’ordinario che semplicemente non c’è stata; trova le frazioni abbandonate a sé stesse; trova una situazione economica, culturale, sociale nettamente peggiorata. Da qui, purtroppo, dobbiamo ripartire per immaginare i prossimi anni. Non si potrà semplicemente gestire una situazione così degradata, serviranno scelte importanti e radicali per dare una identità e una amministrazione consapevole alla nostra città. E’ ora di ridare alla nostra città un governo all’altezza della sua storia, del suo ruolo, delle sue potenzialità».
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