
Giacomo Piergentili
di Luca Patrassi
Niente concordato, si passa alla procedura negoziata. Le terme di Sarnano tornano al centro del dibattito politico cittadino e a riportarcele è Giacomo Piergentili, capogruppo consiliare di Insieme per Sarnano, che sottolinea il cambio di strategia voluto dalla nuova amministrazione dell’azienda.
Si inizia dal ricorso iniziale al concordato. «Tale procedura – osserva Piergentili – era indicata nella relazione svolta dallo studio Gigli quale una delle tre opzioni da poter scegliere. Allora perché scegliere il concordato preventivo? I critici dovrebbero sapere che, per accedere alla composizione negoziata è necessario avere dei numeri a bilancio che consentano la prospettiva di risanamento. Qualcuno ricorda i numeri del bilancio ad agosto? Numeri impietosi, che non potevano passare il test di accesso alla composizione negoziata con immediata inammissibilità della procedura che chiudeva ogni desiderio di gloria. Una società con debiti per quasi 4 milioni, mutui in carico e ricavi insufficienti per far fronte ad una situazione finanziaria disastrosa, quale composizione negoziata poteva fare? Oltre a questo, con quale amministratore si doveva portare avanti una composizione negoziata? “La storia” del gruppo romano che avrebbe rilevato anche la fideiussione (tanto sventolata dai critici), in quel preciso momento, erano solo parole: infatti il sindaco, per far venire allo scoperto l’allora amministratore sulla questione, gli ha inviato, dopo il famoso consiglio comunale in cui è emersa la cosa, una nota ufficiale con cui gli ha chiesto di produrgli la proposta scritta in cui il gruppo romano si impegnava all’accollo della fideiussione. Sapete la risposta? Il nulla, mai ricevuto nessun documento».
La situazione attuale nella ricostruzione di Piergentili: «Dopo quasi tre mesi di lavoro incessante e silenzioso del nuovo amministratore della Sarnano Terzo millennio e dei superconsiglieri, le prospettive della società sono evidentemente cambiate, per un verso, con una operazione di pulizia dei bilanci da poste apparse inesistenti con numeri che oggi, forse, sono in grado reggere il test della composizione negoziata e, per altro verso, soprattutto con manifestazioni di interesse che i consiglieri hanno fatto diventare proposte concrete e non solo favolette politiche bellissime e altre manifestazioni sulle quali stanno lavorando. Oggi, finalmente, grazie al loro lavoro, si prospetta qualcosa di concreto per la società e non solo parole. Dinanzi a questo cambio radicale di situazione della società, ben ha fatto il neo amministratore a rimettere in discussione la delibera precedente per verificare la possibilità di scegliere una strada di risanamento più snella e veloce, sempre se possibile. Tra l’altro, questa opzione era stata caldamente raccomandata da me e dal sindaco quale socio di maggioranza nell’ultima assemblea dei soci, che invitavano il neo amministratore e gli advisor a percorrere tutte le strade possibili prima di accedere al concordato preventivo». Il messaggio finale di Piergentili: «Questo si è realizzato perché la società è stata affidata alle mani sapienti ed esperte di un amministratore capace e di professionisti che conoscono la materia e hanno saputo consigliare il da farsi. Quindi non si capisce di cosa i critici si debbano prendere i meriti: visto che la composizione negoziata se iniziata 3-4 mesi fa, senza le precauzioni prese oggi dal nuovo amministratore, si sarebbe rivelata uno sfacelo e sicuramente l’anticamera del fallimento. Veniamo ai presunti costi che i critici agitano quale ulteriore spauracchio. Lo sanno i critici che la composizione negoziata necessita di un incarico ad un advisor legale e ad uno finanziario e il pagamento di un esperto, stesse spese che si devono affrontare per un concordato dove anziché l’esperto c’è da pagare un commissario? E lo sanno i critici che la composizione negoziata sfocia necessariamente in un’altra procedura che alla fine potrebbe addirittura sommare i propri costi con quelli della composizione negoziata? Il paradosso di tutto è che coloro che hanno condotto allo sfacelo della Stm per oltre quindici anni in cui hanno solo indebitato la società con la tecnica del tirare a campare, promettendo miracoli, oggi lamentano che la nuova amministrazione avrebbe perso un anno per arrivare a trovare la migliore soluzione per la società. Oggi, invece, una amministrazione, appena insediata da circa un anno e mezzo, ha preso seriamente in mano le redini della società e sta compiendo una operazione di salvataggio che mai prima era stata intrapresa, avendo avuto il merito di individuare professionisti seri che sono certo condurranno al risanamento la società».
«Terme, basta fake news sulla vendita. Nessun veto, valuteremo ogni proposta»
E la volpe si mangio il gatto
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati