“Fuoco amico” contro sindaco e giunta,
la Lega nazionale contesta Alessandrini:
chieste le dimissioni da segretario

MACERATA - Le critiche all'operato della giunta Parcaroli vanno in controtendenza con quanto detto da Matteo Salvini durante la visita in città per le Regionali. Tensione non solo tra i salviniani, polemiche anche all'interno della compagine meloniana per il risultato elettorale che ha penalizzato la vicesindaca Francesca D'Alessandro

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Aldo Alessandrini, capogruppo della Lega

di Luca Patrassi

Doveva essere un weekend di relax per il centrodestra maceratese ma le dichiarazioni del capogruppo e segretario cittadino della Lega Aldo Alessandrini (con invito a sindaco e giunta a lavorare meglio) hanno riacceso le divisioni anche tra i salviniani.

In particolare ambienti vicini ai vertici nazionali della Lega riferiscono di una profonda irritazione degli stessi che avrebbero già chiesto ad Alessandrini un passo indietro stante appunto il fatto che il suo pensiero non è esattamente in linea (l’esatto contrario) di quanto detto pochi giorni fa dal segretario nazionale Matteo Salvini nella chiusura della campagna elettorale a Macerata. Possibile dunque che Alessandrini possa abdicare come segretario della Lega o addirittura rilanciare e portare alle estreme conseguenze il suo ragionamento.

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Alessandrini qualche anno fa tra Matteo Salvini e Sandro Parcaroli

Centrodestra in fibrillazione con la Lega che si prepara ad aprire la settimana mettendo all’ordine del giorno la questione Macerata con l’apparente paradosso di una amministrazione che è riuscita ad ottenere oltre cento milioni di finanziamenti per opere varie e viene contestata da pezzi di maggioranza. Situazione efficacemente e ironicamente sintetizzata nello scorso Consiglio comunale dal dem Narciso Ricotta capogruppo del maggior partito di opposizione: «Sono in imbarazzo, mi rubano il mestiere e io non so più cosa fare».

Alessandrini ha poi specificato che il suo intervento non era di critica ma di pungolo all’amministrazione («non difendere le poltrone ma fare il bene dei cittadini, non certamente un assist al centrosinistra che la lasciato la città in condizioni estreme»). Lega divisa con i vertici nazionali e regionali che hanno appunto chiesto ad Alessandrini un passo formale indietro come segretario cittadino ed anche il centrodestra cittadino è in forte crisi di identità con un risultato regionale che parla chiaro, al riparo da sofismo e da interpretazioni: per la prima volta da 55 anni a questa parte in Regione non ci sarà alcun rappresentante del capoluogo. Non ha eletto nessuno la Lega che ha visto ridursi a un terzo i suffragi del 2020 e non ha eletto nessuno nemmeno Fratelli d’Italia che è invece arrivata al 27% ed aveva in lista la vicesindaca Francesca D’Alessandro la cui storia elettorale si è chiusa in quarta posizione e dunque fuori anche da eventuali ripescaggi nel caso in cui un esponente Fdi andasse e fare l’assessore. Insomma sarebbe un disastro, se non fosse che Acquaroli ha vinto la partita elettorale. Ora il testimone di un eventuale bis passa al sindaco Sandro Parcaroli che intanto attende di vedere le prossime mosse della Lega (di governo e di opposizione) e della coalizione di centrodestra nel capoluogo per poi decidere il da farsi. Vero è anche che pretendere di dare lezioni di politica e di amministrazione dopo aver ottenuto risultati imbarazzanti (ci sono candidati maceratesi che hanno registrato un numero di preferenze utili solo per guidare un condominio) sembra un pochino eccessivo anche in tempi in cui se ne vedono e se ne sentono veramente tante.

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