Spazio pubblicitario elettorale

Acquaroli e le Marche che crescono:
«Non meritiamo di essere “in transizione»

DIARIO ELETTORALE - Esulta il presidente uscente: «Pil in aumento dello 0,8% nel 2025: ora sfruttiamo la possibilità della Zes». Simone Livi (Fdi) mette nel mirino Ricci dopo che la Corte dei Conti ha criticato la gestione dei bilanci del Comune di Pesaro nel 2022 e 2023: «Restiamo garantisti, ma i risvolti sono evidentemente culturali e politici: non vogliamo questo modo di amministrare». L'altra meloniana Francesca D'Alessandro torna sul caso della dottoressa di Treia bersaglio di un biglietto di offese: «Mi sento toccata, purtroppo è la prassi dei leoni da tastiera». Domani la co-portavoce di Europa Verde Fiorella Zabatta sarà a Matelica e San Severini, il leader di Democrazia Sovrana Popolare Marco Rizzo a Corridonia

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Francesco Acquaroli

di Marco Pagliariccio

C’è di che sorridere, secondo il presidente uscente e candidato del centrodestra Francesco Acquaroli, che parla di crescita del Pil nel Marche superiore al tasso nazionale.

«Secondo i dati diffusi dall’istituto di ricerca Prometeia di Bologna, la nostra regione è la seconda in Italia per crescita del Pil, con un tasso dello 0,8% nel 2025 e una proiezione positiva anche per il 2026. Un risultato che non arriva per casorivendica Acquaroli – è il frutto delle concrete politiche di visione che abbiamo messo in campo, a partire dai 130 milioni di euro per il cofinanziamento regionale che hanno permesso l’avvio di tutta la programmazione europea. Scelte che hanno permesso alle Marche di essere prime in Italia nell’utilizzo dei Fondi sociali europei e terze per l’impiego del Fesr, dimostrando capacità, serietà e visione. Grazie a questo lavoro, la nostra regione ha potuto rafforzare occupazione, formazione, sviluppo, inclusione, innovazione, ricerca, internazionalizzazione e sostegno al credito per le piccole e medie imprese, cuore pulsante della nostra economia. Ma non ci fermiamo qui: la sfida dei prossimi anni sarà quella di cogliere appieno le opportunità della Zona economica speciale, di continuare nel lavoro fatto per le infrastrutture, indispensabili per attrarre investimenti e consolidare la competitività del nostro sistema manifatturiero. Questi dati sono l’ulteriore conferma che le Marche stanno crescendo e che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta. Non lo dice Francesco Acquaroli, non lo dice il centrodestra: lo certifica un istituto di ricerca indipendente. Oggi le Marche dimostrano che con una visione forte e determinata si può cambiare passo, si può crescere, si può competere. Lo stiamo facendo, invertendo la rotta del quinquennio 2015-2020, che ci aveva portato nel 2018 ad essere una “regione in transizione” secondo le regole europee attraverso l’analisi del Pil degli anni 2015, 2016 e 2017. Le Marche non meritano di essere una regione in transizione, ce lo dimostra ogni giorno la determinazione, la tenacia, la passione dei nostri imprenditori, e vogliamo continuare a lavorare per tornare ad essere quel modello che aveva fatto grande la nostra regione».

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Simone Livi (Fdi)

Centrodestra ringalluzzito anche dal pronunciamento della Corte dei conti sul bilancio del Comune di Pesaro negli anni 2022 e 2023, gli ultimi della giunta guidata dal candidato del centrosinistra Matteo Ricci. Il tribunale ha giudicato come “scorretta”, pur se formalmente ineccepibile, la scelta di usare l’avanzo di amministrazione per la spesa corrente. «Il giudizio della Corte dei Conti non lascia spazio a interpretazioni: con Ricci mancano trasparenza e chiarezza nell’uso dei fondi pubblici – dice Simone Livi, candidato di Fratelli d’Italia – i bilanci erano costruiti spostando in avanti problemi e promesse, come chi copre una buca scavandone un’altra poco più in là; avanzi usati in modo scorretto; opere annunciate e rinviate; contributi gestiti senza reale trasparenza; contributi, trasferimenti, affidamenti, tante voci, pochi dettagli e controlli insufficienti. È lo stesso nodo che l’inchiesta Affidopoli ha messo sotto la lente. Fdi resta garantista, ma è evidente che i problemi non sono solo penali: sono politici e culturali, perché riguardano il modo in cui si intende amministrare la cosa pubblica. Il punto è che Ricci propone di governare la Regione con lo stesso metodo. Promesse generiche, zero coperture, un richiamo a sbattere i pugni di qua o di là o mettendo a rischio politiche serie che con la giunta Acquaroli hanno portato risultati concreti. Non basta citare cifre a effetto, i marchigiani non hanno bisogno di uno showman, ma di un presidente capace di amministrare con rigore e responsabilità. Con Ricci al governo, l’unica certezza è l’aumento delle tasse per coprire promesse irrealizzabili. Le Marche meritano trasparenza, serietà e continuità con una gestione che ha saputo portare risultati come quella portata avanti dal centrodestra in questi primi cinque anni di governo regionale, non un ritorno al passato delle illusioni contabili e dei favoritismi, chiudendo o riconvertendo ospedali nelle aree interne, favorendo i soliti noti, innalzando le tasse».

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Francesca D’Alessandro (Fdi)

Sempre in casa Fratelli d’Italia, Francesca D’Alessandro, torna sulla vicenda di Martina Medei, la dottoressa del poliambulatorio di Treia bersaglio di un biglietto anonimo di offese (leggi l’articolo). «Non è tollerabile che si continui a prendere di mira il personale sanitario che si prodiga in condizioni speso difficilissime per quella che io considero la prima espressione di civiltà: la cura – dice la vicesindaca di Macerata -intesa non solo come diagnosi e intervento, ma come attenzione, presa in carico della sofferenza. Mi sento toccata come persona, come donna, ancor prima che come vicesindaca della città capoluogo e come candidata alle elezioni regionali nel collegio della provincia di Macerata. Bene ha fatto la dottoressa Martina Medei a denunciare pubblicamente l’accaduto: le parole riportate nel cartello sono di una gravità e di una violenza verbale inaudita. Senza contare la viltà del gesto commesso dall’autore che si è riparato dietro un anonimato vigliacco. E’ la prassi dei cosiddetti leoni da tastiera che ha inquinato, attraverso un uso distorto dei social, la nostra convivenza. Ma tacere è farsi complici di costoro. Sappiamo che c’è un numero di medici di medicina generale insufficiente, e tanto più bisognerebbe ringraziare chi decide come Martina Medei di mettersi al servizio di una comunità, della cittadinanza, sfruttando la possibilità che giustamente la Regione Marche ha dato di convenzionarsi con l’Ast ancor prima di terminare il corso triennale di formazione. I medici vanno difesi e supportati con ogni strumento, perché la strada che intraprendono è quella di prendersi cura della salute di noi cittadini, noi mettiamo le nostre vite e la nostra salute nelle loro mani. E quanto accaduto è inammissibile. Non possiamo commettere l’errore di dimenticare le immagini di qualche anno fa quando dottoresse dottori, infermiere infermieri ed operatori sanitari tutti, combattevano il covid cercando di salvare vite umane ogni giorno negli ospedali che erano divenuti luoghi pericolose e trincee della sanità. Li abbiamo chiamati eroi, salvo dimenticarcene passata l’emergenza. Perciò ho sentito il dovere civico di intervenire per dare solidarietà alla dottoressa Martina Medei e riaffermare che il mio impegno sarà sempre indirizzato a difendere e tutelare il senso di civiltà, la coesione della comunità, il diritto alla salute e la funzione di cura nel rispetto della persona umana».

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La lista Pace Salute Lavoro

Sul fronte del centrosinistra, Pace Salute Lavoro mette nel mirino la questione sanità e in particolare il bando per i servizi di ristorazione. «Per capire il modo di governare del centrodestra basta esaminare alcuni atti esemplari – fa sapere la lista in una nota – la Regione promuove e avalla atti come la gara attivata dall’Azienda sanitaria di Ancona per 161 milioni di euro in una procedura di affidamento riguardante servizi di ristorazione degenti e mensa dipendenti a ridotto impatto ambientale. La gara riguarda le prestazioni per enti quali l’Ast di Ancona, l’Ast Pesaro Urbino, l’Ast di Macerata, l’Ast di Ascoli Piceno e l’Inrca Marche. L’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ha segnalato alcune gravi criticità nella gara. I rilievi dell’Anac riguardano tre nodi cruciali. Anzitutto, si osserva che nel capitolato speciale sono stati richiesti requisiti di fatturato e requisiti analoghi calibrati con riferimento alla sola prestazione di ristorazione. Non sono stati richiesti requisiti di idoneità professionale, di capacità economico-finanziaria e tecnico-professionali per le prestazioni di manutenzione non qualificabili come accessorie. Questo, osserva l’Anac, apre la possibilità che il servizio sia svolto da soggetti privi dei necessari requisiti, con pregiudizio per la corretta esecuzione del servizio. Poi si evidenzia la criticità nella determinazione del costo della manodopera, dato che sono state prese a riferimento tabelle ministeriali non aggiornate, con la conseguente indicazione di un costo della manodopera sottostimato rispetto al reale costo del lavoro. Ciò comporterebbe la violazione delle fondamentali tutele poste a garanzia dei minimi salariali. Il costo della manodopera è stato calcolato forfettariamente e in misura uguale per tutti i lotti, senza considerare le specificità di esecuzione relative alle diverse strutture ospedaliere. Infine, Anac rileva che non è stata considerata la necessità di aumentare il prezzo in dipendenza della richiesta di prodotti biologici, senza tenere conto di quanto essi siano necessari soprattutto per alcune tipologie di utenti. L’Anac attende riscontro per le rettifiche della gara entro 30 giorni. Ma noi e gli elettori marchigiani non attenderemo 30 giorni, possiamo giudicare da subito un modo di agire che di fatto compromette le doverose garanzie circa qualità delle prestazioni professionali destinate alle strutture sanitarie, il giusto salario dei lavoratori e la qualità dei cibi forniti nelle mense. Non è una questione tecnica, è una questione etica e politica perché la giunta regionale nomina i dirigenti e deve controllarne l’operato. Ora con il voto possiamo dire basta a questo modo di governare».

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Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana Popolare

In casa Alleanza Verdi Sinistra, domani la co-portavoce nazionale di Europa Verde (“metà” di Avs) Fiorella Zabatta parteciperà a due appuntamenti elettorali che si svolgeranno nel Maceratese. Nel primo, che si svolgerà a Matelica al bar Europa alle 18,30, si parlerà del legame che esiste tra la violenza sugli animali e la violenza di genere. Nel secondo, in programma al cineteatro Italia di San Severino alle 21,15, si parlerà dell’intervalliva Tolentino-San Severino e dei servizi essenziali quali sanità, acqua, istruzione e gestione dei rifiuti.

Sabato invece sarà Marco Rizzo, leader di Democrazia Sovrana Popolare, a scendere in provincia per sostenere il candidato governatore Claudio Bolletta. Rizzo sarà a Corridonia (non a caso città del suo candidato “di spicco”, il consigliere comunale Francesco Calia) per presentare il sestetto maceratese alla pasticceria I fabbricanti d’arte in via Valadier, poi, alle 17, ci si sposterà in piazzale della Vittoria per il comizio finale pubblico. «La sinistra di Ricci odia la famiglia, mentre ama il politicamente corretto delle multinazionali e lo sfruttamento della popolazione migratoria sradicata dalle proprie origini per diventare manodopera a basso costo e mascherata da accoglienza – tuona Rizzo – la destra del presidente Acquaroli impoverisce la famiglia: II 62% delle persone con disabilità che vive a casa non riceve alcun tipo di sostegno. Circa il 75% delle persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continuativa non riceve alcuna forma di sostegno. E’ uno schiaffo alla famiglia e alla loro sofferenza.  Noi daremo nelle Marche, nuovi finanziamenti alle famiglie in difficoltà e proponiamo l’incremento delle pensioni per gli invalidi civili. Il nostro obiettivo è aumentarle (74/99% di invalidità) ad 800 euro e a 1200 euro (100% di invalidità), con una integrazione regionale valida almeno per due anni e con la richiesta di esportare questo criterio in tutta la nazione».

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