Simone Cristicchi ieri sera in piazza Vittorio Veneto
di Marco Ribechi
Simone Cristicchi conquista Macerata, Musicultura apre le notti della Controra con una standing ovation. Sono passati vent’anni eppure sembra ieri, non si è assopito l’affetto che la città dello Sferisterio nutre per il cantautore romano, primo vincitore del festival di Musicultura dopo il suo trasferimento da Recanati all’arena del capoluogo. In una retrospettiva condotta dal giornalista toscano Andrea Scanzi, il musicista ha ripercorso i suoi “Venti anni fantastici” che dal palco del festival lo hanno portato a diventare una delle voci più importanti e autorevoli di tutto il panorama italiano. Una carriera fatta non solo di soddisfazioni ma anche di momenti di profonda riflessione personale, come ha raccontato col sorriso sulle labbra accompagnato da profonda intimità. Dopo il goffo ma propiziatorio “salto della tigre” con cui il direttore artistico Ezio Nannipieri ha scongiurato un eventuale acquazzone, e dopo i saluti dell’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Riccardo Sacchi, Cristicchi è partito con il suo racconto mostrando ad un pubblico un po’ infreddolito le sue varie anime. Le prime parole sono quelle della poesia “Credo”, contenuta nell’album “Dalle tenebre alla luce”, un vero e proprio manifesto poetico con cui Cristicchi rivela il suo pensiero e la sua visione dell’esistenza. A seguire il brano “Lo chiederemo agli alberi” dall’album Abbi cura di me.
Simone Cristicchi intervistato da Andrea Scanzi
Le parole del cantautore, ben forgiate anche da anni di teatro, si sono poi fuse con delicati momenti musicali accompagnati solo dal suono del pianoforte di Riccardo Ciaramellari per regalare alcune delle sue perle più preziose. I primi passi alla ricerca di un linguaggio espressivo però furono mossi in seguito a un doloroso lutto, la perdita del padre in giovanissima età, quando Cristicchi ancora sognava di fare il disegnatore: «Il mio maestro fu Jacovitti – spiega il cantautore – sono stato il suo ultimo allievo. Con la morte di mio padre mi sono chiuso in me per un lungo periodo e il mio essere cantautore nasce anche da quella voglia di affrontare quel grande dolore». Il grande successo però arriva, dopo 9 anni di gavetta e porte in faccia, con un brano ironico e scanzonato che però lo porta alla ribalta nazionale e su tutte le radio, è “Vorrei cantare come Biagio Antonacci” pungente critica al cantautorato più pop. «Senza dubbio è stato un trampolino che ha accelerato enormemente il mio percorso – prosegue Cristicchi – però ne avevo anche molta paura. In particolare temevo di diventare un fenomeno dell’estate il cui nome sarebbe stato legato alla breve storia del suo tormentone come accade a molti».
E’ proprio a questo punto che arriva la partecipazione a Musicultura nel 2025 con un pezzo capace di cogliere una sensibilità non banale. “Studentessa universitaria” vince il festival e anche il premio della critica portandolo, in un sol colpo, nella strada del cantautorato. Da festival a festival Cristicchi trionfa anche a Sanremo nel 2007 con “Ti regalerò una rosa” canzone incentrata sul dramma della pazzia e dei manicomi. «All’inizio del festival ero dato come ultimo – ricorda il cantante – il brano sembrava troppo triste e impegnato per conquistare un pubblico vasto. Lo avevo pensato come colonna sonora di un documentario appena realizzato sui manicomi, con cui ero stato per oltre un anno in giro per l’Italia a fare interviste. Sul palco di Sanremo però il messaggio è passato molto forte, al momento di cantare non ero più io ma l’insieme delle voce inascoltate di chi era stato rinchiuso in quelli che definisco “lager italiani” ovvero gli istituti di cura mentale».
Il pubblico di Macerata ha riempito la piazza
Dopo il successo a Sanremo Cristicchi affronta un periodo di impegno politico militante che forse trova il suo culmine col pezzo scomodo “Genova Brucia” ispirato dai fatti del G8. Poi decide di reinventarsi scoprendo il teatro e i monologhi. Una serie di spettacoli tra cui il più fortunato forse è Magazzino 18 con cui racconta il dramma delle Foibe. Proprio questo lavoro gli porterà l’avversità di una parte della sinistra radicale che in precedenza lo aveva acclamato. Il racconto della “Festa di Sole”, evento di solidarietà della provincia di Grosseto organizzato in memoria di Maria Sole Marras, per contribuire al progetto di Neuro-oncologia pediatrica dell’Ospedale Meyer di Firenze, anticipa l’esecuzione dei suoi successi più recenti.
Quelli ottenuti nel ripercorrere la carriera di Franco Battiato, in particolare i pezzi mistici, col tour Concerto Mistico per Franco Battiato, realizzato insieme alla sua compagna Erika Mineo, in arte Amara, cantautrice dalla splendida e profonda voce.
Lo spettacolo si conclude con alcuni aneddoti su Francesco Guccini, compagno di una gara di barzellette, e con l’esecuzione del pezzo dedicato alla malattia della madre “Quando sarai piccola” presentato all’ultimo festival di Sanremo e classificato al quinto posto. La piazza, al momento dei saluti finali, si alza in piedi per un sentito e corale applauso a salutare il nome più rappresentativo del suo festival cittadino.
L’assessore Riccardo Sacchi e il direttore artistico Enzo Nannipieri
Dall’altro lato di piazza Vittorio Veneto inizia il concerto degli Yosh Whale vincitori nel 2022 col brano “Inutile”. La band sicuramente, ascoltando le parole di Simone Cristicchi, avrà fantasticato sulla possibilità di una carriera altrettanto luminosa lanciata dalla partecipazione a Musicultura.
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