
Giuseppe Cruciani sul palco del Lauro Rossi introdotto dall’assessore Riccardo Sacchi
«Il lupo perde il pelo ma non il vizio: dopo le intemerate censorie, snob e pretestuose nei confronti di Camillo Langone prima e del cantautore Gigi D’Alessio poi, ci risiamo. Il comunicato del Pd riguardo al festival Presente Liberale rivela e conferma – già dal linguaggio e al di là dell’inqualificabile contenuto censorio e intimidatorio, semmai ce ne fosse stato bisogno, – l’urgenza e l’importanza di un festival come quello in corso ormai da più di due anni». Barbara Antolini commissario comunale e consigliera comunale di Forza Italia e Sandro Montaguti, capogruppo di FI, replicano alle accuse del Pd dopo l’evento al Lauro Rossi con Giuseppe Cruciani. I dem hanno stigmatizzato alcune parole del conduttore, specie su bullismo e droghe, e hanno accusato il centrodestra di favorire e promuovere il ritorno a una cultura medievale.

Barbara Antolini e Sandro Montaguti, consiglieri di Forza Italia
«Se le iniziative culturali non promuovono quella libertà di parola che è a fondamento imprescindibile della costituzione, e quindi della democrazia, non si capisce quale altro tipo di manifestazione dovrebbe essere sostenuto da una politica che ha a cuore la partecipazione attiva e libera della propria cittadinanza – replicano gli esponenti di Forza Italia – Giuseppe Cruciani è un difensore di idee spesso difformi e scomode, con cui certo si può dissentire, ma che grazie alle sue spiccate doti comunicative permette la circolazione di quella libertà che è alla base della democrazia e del confronto di e sulle idee. Poi è ovvio che si può non essere d’accordo con quanto l’opinionista sostiene – in alcuni casi come ad esempio sulla sua posizione sulle droghe e sul bullismo accade anche a noi – ma è proprio questa l’essenza del confronto libero e democratico di cui tanta parte del centrosinistra si riempie la bocca spesso a sproposito».

Giuseppe Cruciani con l’assessore Riccardo Sacchi
«Nel precisare che il costo del festival per il Comune è inferiore di quello indicato dai piddini che fingono di non sapere che ci sono state anche sponsorizzazioni private, stigmatizziamo il fatto che altrettanto stupore sui costi non viene manifestato da parte del Pd in occasione di festival che, evidentemente, vengono considerati, per così dire, ‘affini’ – aggiungono Antolini e Montaguti – Irricevibile, infine, l’accusa di aver condotto la città ‘nel vortice del più becero populismo e disfattismo’ tanto più perché proveniente dalla stessa parte politica che, nel 2018, ha avallato – senza ancora mai dissociarsene – una manifestazione in una piazza centrale della città con manichini posti a testa in giù e l’invito ai bambini a colpirli per vincere caramelle, in un’aberrante quanto vergognosa rievocazione. Noi al contrario, e ove ce ne fosse bisogno, non temiamo alcuna manifestazione di idee, anche se più o meno lontane dalle nostre, sicuri di essere in grado di saperci e di volerci confrontare con esse. Macerata, con ‘Presente Liberale’, grazie agli ospiti di primissimo livello, si è posta al centro del dibattito culturale italiano in una posizione di grande rilevanza, stabilendosi come una piccola capitale del pensiero libero – concludono – e il contegno del Pd maceratese dimostra quanto la manifestazione sia necessaria».
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Il problema non è solo o tanto quello che dice, ma che il Comune promuova e spenda soldi pubblici per ospitare certi personaggi, che la città di Macerata dia il patrocinio ad un evento come questo. Sarebbe molto facile e nessuno potrebbe dire nulla se l’evento fosse privato, ma non lo è, è pagato profumatamente con i soldi dei maceratesi. La censura è altro, tant’è che certe stupidaggini le ha dette. Eppure sembrano concetti molto semplici.
Sacchi, stavolta hai toppato alla grande e continuano i tuoi colleghi. Per voi anche bestemmiare in chiesa sarebbe un idea su cui confrontarsi anche perché vista la vicinanza non può far finta di non sentirvi e dato che lui è buono non vi sotterra subito ma aspetta di sapere di quale splendida idea sareste furieri.Ospiti di primissimo livello, dibattito culturale di grande rilevanza .Affermate con una presunzione illogica che dai personaggi finora invitati sia venuta fuori una idea che è una, meritevole di essere presa in considerazione. Ha quel signore trasandato all’aspetto, la più pallida idea di come possa essere un qualcuno che si senta lontano da una moralità che non accetta e ne sa spiegare le origini e i perché? E credo che sia anche un po’ vigliacco perché avrebbe potuto anche legalizzare qualche altra “ difficoltà” vista l’impossibilità di fermare il fenomeno. Ma non so se lui creda veramente a quello che dice però avere un pubblico che lo applaude, forse considerandolo soltanto un comico border line o che finge di esserlo mi fa venire un’idea, chiaramente in libertà e non certo gratificante per gli spettatori che magari ieri hanno finalmente trovato “ un pensatore “ divertente e ne hanno approfittato per dimostrargli affetto, comprensione e vicinanza. Gli amici della banda del Sacchi dovrebbero farci leggere che cosa ne pensano gli illustri presenti al dibattito altamente formativo. Figuriamoci, fior di pensatori rischiano di perdersi nell’universo delle idee e questi quattro pezzenti di solito lecca chiappe per raccattare di che sostenersi in misura proporzionale al loro impegno, avrebbero scoperto che esiste la libertà di dire la propria che se poi comandassero loro, cosa oramai impossibile visto che alla lunga non solo stancano ma proprio nauseano non te la farebbero dire.
Aridatece Karl Kraus.
Che quel Cruciani non sia un genio si intuisce agevolmente. Ma esaltarne le qualità intellettuali (quasi fossimo di fronte a un Karl Kraus) mi lascia basito: infatti, se questo è il libero pensiero siamo proprio alla frutta.
Meglio sarebbe stato invitare Matteo Giovanni Brega:
Le condizioni di vita in senso politico, sociale, culturale sono state suscettibili di miglioramenti per tutto il Medioevo, per tutto il periodo chiamato feudalesimo. Bisognerebbe considerare la giornata lavorativa del Medioevo e la scansione ciclica del tempo come esempi di valorizzazione delle libertà individuali impensabili oggi. Nessun sociologo ha mai risposto all’argomento decisivo dei duecento giorni di festa di quel vecchio mondo, nessun economista ha mai spiegato il significato esistenziale delle leggi suntuarie, vale a dire che
in molte città italiane nel Medioevo c’erano leggi che limitavano l’eccesso di lusso che si riteneva portasse a comportamenti immorali o decadenti.
Non è facile commentare un articolo del genere.
Una volta da giovane feci una scoreggia nell’ascensore, arrivato al piano, io uscivo e una signora entrava.
Cosciente di cosa avevo lasciato in cabina ho accelerato il passo in doveroso silenzio.
Ora aspettarsi le scuse non è il caso visto che in politica l’errore non esiste, ma un dignitoso silenzio si.
Parlare di censura a spettacolo terminato è quanto meno curioso.
Se il presente per essere liberale ha bisogno di organizzare, patrocinare o sponsorizzare festival dove chiunque può dire qualsiasi cosa, allora era meglio il passato triviale e i mitici festival dei “rutti liberi”.
Sicuramente facevano meno danni.
Complimenti sig. Paolo Ponzelli, inutile dire altro, dopo il suo chiaro ed esauriente commento. Bravo.
Viva la libertà di espressione, sempre e ovunque.
DEL “NOSTRO EROE” MI TROVO SPESSO A PENSARLO PER QUELLO CHE E’: UN PARACULO. UNO CHE SI E’ FATTA LA FAMA DEL “LIBERO RUTTO” O SCORREGGIA” SUONANDO IL PIFFERO ALLA PANCIA PEGGIORE DEL NOSTRO PAESE. POI PERO’ MI RITENGO, CAMBIO CANALE RADIO. ECCO. QUESTA MIA LIBERTA’ DI ASCOLTO E’ L’ULTIMO SPAZIO RIMASTO. SOLO MI DISPIACE CHE MOLTA GENTE INVECE ACCORRA AD ASCOLTARLO. MA E’ GIUSTO COSI’. E ALLORA, GIORNO DOPO GIORNO, TRA “RUTTI E SCORREGGIE” IL NOSTRO PAESE DIVIENE QUELLO CHE VEDIAMO: UNO COSI’ AL TEATRO LAURO ROSSI!!
In filosofia si lascia una posizione non per sostituirla con un’altra, ma perché anche quella non era altro che una stazione del cammino. Quel che rimane identico, nelle forme del pensare, non è altro che il cammino. E le strade del pensiero celano sempre al loro interno un aspetto misterioso del conoscere: noi possiamo percorrerle in una direzione o nell’altra, ma spesso è proprio il procedere a ritroso ciò che più ci consente di avanzare. Il contadino della brughiera.