Gianluca Puliti
di Gianluca Puliti*
L’ampio dibattito ospitato da Cronache Maceratesi sulla richiesta della Simonetti spa di costruire a Piediripa un centro commerciale, rientrante nella tipologia della “grande struttura di vendita”, ha portato ad acquisire un importante elemento di chiarezza: la proposta dell’azienda non si configura come l’esercizio di un diritto acquisito e non è vincolante per il Comune. Sembra acclarato, quindi, che il Consiglio comunale possa esaminare il nuovo progetto nel merito, senza obblighi né limiti, se non quelli temporali. Sgomberato il campo da quella che sembrava una questione dirimente non resta che attendere i prossimi sviluppi, non senza notare che al dibattito non partecipano, a parte qualche eccezione, peraltro di segno avverso, commercianti e le loro associazioni che stranamente tacciono, sebbene l’argomento dovrebbe essere in cima alle agende di tutti, soprattutto di chi esercita in centro storico.
L’edificio dell’ex chiesa di San Rocco in vicolo Costa
Il centro commerciale proposto da Simonetti porta fatalmente a rievocare la storia più recente dell’ex chiesa di San Rocco, attualmente di proprietà del Comune. Il fabbricato “edificato nel XV secolo come chiesa di San Rocco, patrono contro la peste, di proprietà dell’omonima confraternita, successivamente demanializzato per essere rivenduto dal Regno d’Italia al marchese Giacomo Costa, che ne mutò la destinazione in civile abitazione”, era stato acquisito, senza troppo entusiasmo, da Simonetti insieme al terreno su cui dovrebbe sorgere il centro commerciale. L’imprenditore (si legge negli atti del Comune) si è “trovato nella condizione di acquistare detto immobile in disuso e fatiscente in centro storico (vicolo Costa, 4), seppure non privo di qualche pregio architettonico, di cui il proprietario alienante della richiamata area produttiva desiderava disfarsi”. Nel 2008 l’edificio è entrato nella trattativa per l’approvazione della variante urbanistica che modificava da direzionale-terziaria a commerciale la destinazione dell’area acquistata da Simonetti. La negoziazione sanciva l’impegno da parte di Simonetti di trasferire al Comune l’immobile, ma solo dopo averlo recuperato realizzandoci quattro alloggi di edilizia popolare.
Un rendering del progetto del nuovo centro commerciale a Piediripa
Due anni dopo, però, Simonetti trovava il modo di liberarsi del fardello. L’occasione era l’accordo di compartecipazione alle spese per la realizzazione del collegamento tra la lottizzazione Valleverde, la strada provinciale Maceratese e la superstrada, con cui si prevedeva anche la costruzione dello svincolo di San Claudio (che non si è fatto e mai si farà). Simonetti si impegnava a versare anticipatamente 2 milioni di euro a titolo di anticipo sul contributo di costruzione, dovuto ai sensi dell’art.16 del DPR 380/2001. In cambio chiedeva, ferma restando la cessione gratuita al Comune dell’ex chiesa di San Rocco nello stato (di degrado) in cui si trovava, di essere sollevato dall’impegno (presumo abbastanza oneroso) di ristrutturare il fabbricato. Il Comune accettava e, infatti, solo qualche tempo dopo, doveva spendere circa 40mila euro per la messa in sicurezza dell’ex chiesa.
Tutta la vicenda sembra una partita a Uomo Nero, antico gioco di carte per bambini, in cui la carta perdente, il Fante di Bastoni, è appunto l’ex Chiesa di San Rocco. Oggi il Comune, dopo tanti anni d’inerzia, ha deciso il restauro e il recupero funzionale dell’immobile. Ha stabilito di trasformarlo in uno spazio polifunzionale destinato all’attività convegnistica, espositiva, concertistica. Un’idea che non mi persuade e neppure del tutto nuova, se si pensa che una simile suggestione l’aveva inseguita anche l’Amministrazione Carancini che ci voleva fare un auditorium. La spesa prevista per la realizzazione della nuova struttura, di soli 90 posti a sedere, è di 1.650.000 euro ed è finanziata con risorse del Pnrr.
I rendering per l’auditorium nella chiesa di San Rocco
Vedremo come andrà a finire, visto che troppo spesso le Amministrazioni (tutte, nessuna esclusa) si impegnano per ottenere fondi pubblici destinati alla riqualificazione di immobili, ma non si pongono contestualmente il problema della gestione (con relativi costi) degli spazi che vengono recuperati. L’intervento di rigenerazione urbana di cui stiamo parlando viene finanziato dal Pnrr per le sue finalità sociali, perché intende perseguire l’obiettivo del contrasto all’emarginazione e al degrado sociale. A ben vedere anche Simonetti aveva avuto analoga ispirazione quando si propose di realizzare in quel fabbricato quattro alloggi di edilizia popolare da destinare alle persone meno abbienti e in condizione di fragilità. Chissà se qualcuno se n’è ricordato, quando si è trattato di fare un progetto che potesse essere finanziato con i fondi del Pnrr.
*Gianluca Puliti, dirigente del Comune di Macerata in pensione
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Peccato per gli anni d’inerzia perché da San Rocco un centro vaccinale ci sarebbe venuto bene.