Lo Sferisterio
di Carlo Cambi
Il sindaco Sandro Parcaroli non ha detto la verità al Consiglio comunale relativamente allo stato economico dell’Associazione Sferisterio. Ha nascosto, o quanto meno ha omesso di rendere esplicita, la relazione dei revisori dei conti che esprimono forte preoccupazione per la tenuta economica dello Sferisterio. Così facendo espone i cittadini a un rischio che di qui a breve potrebbe portare a un esborso di quattrini dalle casse comunali imprevisto e di entità attualmente non misurabile.
Il sindaco Sandro Parcaroli in Consiglio
Come ognuno sa le casse comunali non esistono in sé, ma sono i tributi che i cittadini pagano anche se questa Giunta, e in particolare l’assessora alla Cultura, Katiuscia Cassetta, che è indirettamente coinvolta nella gestione dello Sferisterio, ma che a brevissimo ne sarà la prima responsabile, tende a considerare la cosa pubblica sua esclusiva proprietà.
Se l’Associazione Sferisterio fosse una qualsiasi azienda privata i soci sarebbero fortemente preoccupati perché la soglia che, oltrepassata, significa portare i libri in tribunale è pericolosamente vicina.
Ed è un melodramma, anzi un’opera buffa, considerare che se il 27 maggio all’ultima adunanza cittadina Parcaroli pareva vestire i panni di Lisandro protagonista del Sogno di una notte di mezza estate da cui il nomignolo di Losandro, oggi veste quelli assai più drammatici di Don Giovanni nel capolavoro di Mozart-Da Ponte (mandarlo in scena allo Sferisterio sarebbe cosa buona e giusta). Per la verità tutta la Giunta sembra lo spartito del Don Giovanni e magari con un po’ di tempo si potrebbe anche riscrivere il libretto. Ebbene Parcaroli – probabilmente non si dispiace di sentirsi paragonare a Don Giovani, basta osservarlo quando esce dopo copioso acquisto da un negozietto del centro con le sporte dei suoi panni nuovi illuminato in volto come una lampadina – forse ignora qual è la fine che attende Don Giovanni e non sa che la statua del commendatore sta già salendo le scale del Comune.
Il sindaco Sandro Parcaroli e l’assessora alla cultura Katiuscia Cassetta
Fuor di metafora: Sandro Parcaroli, in quanto presidente del Consiglio di amministrazione, non poteva non conoscere la relazione dei sindaci revisori sul bilancio dell’Associazione Sferisterio, ma rispondendo all’interrogazione relativa ai conti dell’Associazione medesima presentata dalla consigliera del gruppo misto Sabrina De Padova in data 27 maggio l’ha nascosta. Anzi ha detto – e per fortuna ci sono le registrazioni della seduta – che non vi è nessuna preoccupazione sulla tenuta economica dell’Associazione e che la consigliera con la sua richiesta, assolutamente legittima, gettava discredito sullo Sferisterio e sull’Amministrazione.
Peccato che al banchetto di Sandro-Don Giovanni si sia seduto il convitato di pietra. Sono i sindaci revisori che scrivono questo: “Per il secondo esercizio consecutivo il bilancio presenta un risultato negativo di una certa rilevanza. L’indebitamento totale lordo è diminuito mentre quello netto è aumentato a causa del risultato negativo conseguito: l’attivo circolante copre comunque l’indebitamento a breve termine, ma il margine di tesoreria è ulteriormente ridotto. In conclusione il Collegio, come già evidenziato nella precedente relazione, sottolinea il peggiorare della situazione economica e di conseguenza finanziaria per cui rinnova l’invito a monitorare con attenzione lo svolgimento della prossima stagione al fine di ottenere quell’equilibrio economico assolutamente necessario per ripristinare un margine di tesoreria adeguato a garantire un regolare funzionamento aziendale pena la necessità di dover ricorrere a un’opera di ricapitalizzazione”.
Giorgio Piergiacomi
Si ricorderà che il nostro Don Giovanni in quella seduta del consiglio comunale con un tono al limite dello sprezzante dichiarò: il deficit della gestione 2023 è assorbito dai mezzi propri dell’Associazione per cui non c’è alcun rischio. E’ comprensibile che Sandro Parcaroli (ha chiuso il suo desco che curiosamente si chiamava Vere Italie) abbia qualche difficoltà con i conti e con la verità, ma i sindaci revisori coordinati da Giorgio Piergacomi sembrano seriamente preoccupati ed evidenziano che i mezzi propri dell’Associazione Sferisterio sono al lumicino.
Del resto il bilancio – espone un flop di biglietteria rilevante e un aumento assai importante dei finanziamenti diretti e indiretti del Comune ivi compresi centomila euro stanziati in tutta fretta a fine anno – sta lì a illustrare un grave e preoccupante deterioramento dei conti dell’associazione. Senza starsi troppo a dilungare prendiamo quattro grandezze: l’attivo circolante si è ridotto di quasi un quarto e cioè di 600mila euro in un anno ed è oggi pari a 1, 763 milioni di euro e spiccioli, il patrimonio netto è pari 427mila euro più qualcosa (meno 34,6% in un anno) mentre i debiti a breve sono pari 1,69 milioni di euro (ce ne sono altri quasi 450mila oltre i 12 mesi) e le perdite portate a nuovo (che devono essere pagate) sono pari a 876mila euro e spiccioli (aumento del 32% in un anno).
Paolo Gavezzani, Flavio Cavalli e Sandro Parcaroli
Il che facendo due conti significa che se l’Associazione Sferisterio dovesse in questo preciso istante rientrare dai debiti a breve e ripagare le perdite accantonate avrebbe bisogno di trovare 376mila euro sull’unghia. Sono più o meno i 400mila euro promessi dalla legge in via di approvazione presentata dall’onorevole Giorgia Latini segretaria regionale della Lega, sinedrio dove siede anche il nostro Sandro Don Giovanni. Ma anche qui il Convitato di pietra chiede pegno: un posto nel consiglio di amministrazione riservato al ministero che se mette i soldi teoricamente vuole sapere anche come sono spesi. E’ una finzione scenica perché si sa già che il consigliere delegato dal ministero sarà l’assessora alla cultura. E però è nei dettagli che si nasconde il diavolo (o il commendatore mozartiano). Nell’ansia di ricevere questi quattrini – che però ancora non ci sono e non si sa neppure se ce la faranno ad arrivare in tempo per evitare un ulteriore deficit nel bilancio 2024 che dovrebbe essere ripianato a quel punto chiedendo i soldi direttamente ai cittadini maceratesi – Sandro-Don Giovanni ha varato un nuovo Statuto dell’Associazione Sferisterio che è, nella prospettiva di un eventuale disastro economico dello Sferisterio, un cappio al collo dell’amministrazione comunale. Converrà ricordare che il gruppo consiliare della Lega era assai restio a varare questo nuovo Statuto e che Sandro-Don Giovanni, poiché la delibera veniva presentata dall’assessora alla cultura che tra i vari esponenti di giunta è la preferita del sindaco, impose: “O la votate o si va tutti a casa perché io mi dimetto.”
Sandro Parcaroli, Giorgia Latini e Paolo Gavezzani alla Camera dei deputati
Va notato che solo sugli atti che afferiscono all’assessora alla Cultura il nostro Sindaco-Don Giovani assume questi toni. I consiglieri della Lega forse ci avevano visto giusto: per come è concepito quello Statuto in un eventuale giudizio si farà fatica a sostenere che Associazione e Comune sono due entità separate nelle responsabilità economico-patrimoniali. Nei giorni scorsi da Macerata si è mossa alla volta di Roma un’allegra carovana per annunciare per la quarta o quinta volta la legge-Latini che ancora legge non è. Don Giovanni si è molto speso nelle lodi di Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia. Sa perfettamente il nostro sindaco che buttare 400mila euro nello Sferisterio e poi chiedere aumenti di tasse anche locali non è un bel vedere e c’è il rischio che all’ultimo via XX Settembre blocchi la legge salva- Macerata per mancanza di copertura. Alla piccola corte dei miracoli leghisti il sovrintendente del teatro Flavio Cavalli ha ripetuto per la quarta o quinta volta che le cose vanno benissimo. A quaranta giorni dalla prima delle prime annuncia pien di giubilo: «Abbiamo venduto il 62% per cento in più di biglietti rispetto allo scorso anno con un incremento d’incasso del 68%: 6979 tagliandi per 488 mila euro. Considerando tutto siamo al più 97% di biglietti venduti e più 86% d’incasso rispetto al 2023».
E’ la conferma che quando si fa di conto intorno allo Sferisterio i numeri ballano sempre un po’. Considerando il nuovo Statuto – ne accenno tra poche righe – viene da dire che il primo risparmio sarebbe eliminare il sovrintendente: non serve a nulla. Basta un bravo contabile e se si togliesse di mezzo l’emolumento, a questo punto pleonastico, di Cavalli si sarebbe abbattuto di un terzo il deficit di bilancio. Tuttavia è strano che il sovrintendente che di bilanci sa non si renda conto che glorificandosi esplicita una preoccupazione: il buco di bilancio dello Sferisterio si allargherà. Perché se vendendo più 93% di biglietti l’incasso cresce dell’86% vuol dire che su ogni tagliando ci si rimette. Quanto alla prevendita favolosa significa che lo Sferisterio è sfruttato oggi al 18,6% della capacità. Ma facciamo un altro conto. Se vendendo 6.979 biglietti l’incasso è di 488mila euro significa che il prezzo medio e attorno ai 70 euro (ma dentro ci sono probabilmente gran parte dei tagliandi per le prime che hanno i prezzi più elevati).
Il Consiglio comunale di Macerata
Ammettendo di tenere il trend dell’aumento del 68% di incassi su tutta la stagione rispetto al 2023 quando l’incasso per la lirica è stato pari a 1.154.852 euro con evidenti problemi di cassetta si ha che si dovrebbe realizzare un introito ulteriore di 785.299 euro che su un prezzo medio effettivo dei biglietti dello Sferisterio di 59 euro significa portare a teatro in due mesi su 15 rappresentazioni ulteriori 13.310 spettatori che significa saturare il 35% dello Sferisterio. Considerando che oggi il trend di vendita rispetto alla capienza copre il 18,6% appare traguardo lusinghiero anche perché la capienza massima dello Sferisterio è durante la stagione lirica di 37.500 posti (2500 per 15 rappresentazioni) ammettendo di non dare tagliandi omaggio e che paghino anche le loro autorità compresi quelli che hanno fatto giovedì il viaggetto a Roma. Anche così facendo i conti restano complicati perché un aumento d’incasso del 68% come vagheggiato dal sovrintendente Cavalli è pari 785mila euro che danno come risultato massimo un introito da biglietti per la lirica di 1,9 milioni e spiccioli a fronte di un costo di oltre 4,9 milioni.
Dunque i 400mila euro promessi dalla Latini servono come l’aria: si spiega così il viaggetto a Roma di Don Giovanni, dell’assessora preferita e di un po’ di leghisti sotto forma di pellegrinaggio alla Lourdes laica che è Montecitorio. Resta un dubbio sollevato dalla consigliera Sabrina De Padova: hanno i soldi per finanziare la stagione 2024? E se non li hanno: dove li trovano? I revisori dei conti hanno risposto che bisogna operare per “ottenere quell’equilibrio economico assolutamente necessario per ripristinare un margine di tesoreria adeguato a garantire un regolare funzionamento aziendale”. Tradotto: allo Sferisterio stanno per mancare i soldi per andare avanti. Anche a questa domanda Sandro-Don Giovanni ha invece risposto alzando la voce, ma non fornendo numeri convincenti. Nella riunione di Consiglio del 27 maggio il sindaco vantava le disponibilità liquide dell’Associazione.
Vediamole: in banca – bilancio 2023 – hanno circa 191mila euro che si sono dimezzati rispetto al precedente esercizio. Quanto ai crediti – sono i contributi che l’Associazione riceve cospicuamente da Stato, Regione e Comune: cioè soldi dei cittadini – fanno parte dell’attivo circolante che sta lì a garanzia delle perdite pregresse e del non esiguo indebitamento. Anche bussare in banca per l’Associazione Sferisterio non deve esser facilissimo: solo al Banco marchigiano – che è anche uno dei principali sponsor/contributori – è esposta per 610mila euro. Ma ha detto Sandro-Don Giovanni che i conti sono in ordine: rispetto al preventivo tutti i costi sono aumentati e di molto e tutti gli attivi sono diminuiti. Magari pensa che il Convitato di pietra sia a dieta e così lo porta a cena volentieri. Peccato che non si possa fare da Vere Italie.
Considerando che la biglietteria copre meno del 30% dei costi e quindi da decenni lo sferisterio si regge solo grazie a fondi pubblici ovvero grazie ai cittadini, non esiste altra soluzione che affidarlo ad un privato per decenni in cambio di un canone. Lo Stato incapace esce dalla questione (non sa gestire un ufficio, immagina una stagione musicale). Il comune invece di spendere incassa (il canone) e magicamente lo sferisterio sarà sempre pieno perché il privato se ha un costo fisso (canone) sarà interessato a riempire per alzare i profitti. Ben venga che si arricchisca, significa che avremmo tanti spettacoli pieni di gente. Dovremmo abbandonare la lirica, gli appassionati andranno a vederla in Germania. Il privato, se lasciato libero di agire, potrebbe anche investire in una copertura per aumentare i ricavi con stagione invernale. La cosa importante è che lo stato scompaia dalla gestione e lo lasci libero di agire
Spero che lei, una volta finito di scrivere il suo post, si sia fermato un attimo a riflettere sulla serie di scempiaggini che ha scritto. Per fare quello che dice lei non serve lo sferisterio ma va benissimo qualsiasi campo di patate. Si tirano su 2 tende, si fanno i concertoni urlanti e qualcuno si arricchisce. Poi per ascoltare la musica si va in Germania.
Massimo Raparoridi ridi che mamma ha fatto gli gnocchi. Quello che ha scritto è la parodia del libero mercato. Fa piacere che nelle scuole "moderne" insegnino 'sta roba, o magari è lei che non ha fatto bene i compiti. Chissà.
Spara Polli pensa che fra 5 anni anche le scuole e la sanità saranno private.
Massimo Raparoappunto, dopodiché lei sarà contento e io no. Vorrà dire che in Italia, bravi come siamo a vivere alla grande ma con le pezze al c..., ne avremo per un pò da campare di rendita, e qualcuno farà bei soldi. Aveva cominciato Totò anni fa vendendosi la fontana di Trevi. Ma quella era appunto una parodia.
Sarà contento anche lei
Ma perché non scappa a nascondersi, questo??? Torni alla sua Med... fa meno danni!!
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Parlate con la Meloni e fatevi infilare nel Piano Mattei tra la Tunisia e l’Algeria. Naturalmente alla Prima: “Aida”.
Fate pagare il biglietto a tutti, anche al sindaco. Poi si vedrà.
Bugie, ai Maceratesi dico dormite tranquilli.
…un piccolo commento da parte di quel signorino che elogia sempre l’amministrazione maceratese ma solo quando gli organizza una festicciola come si fa in qualsiasi paesino…alla fine penso che tutto il Maalox che ha consigliato può darsi che dovrà servire a lui io sinceramente non glielo auguro …
E lui urlò..quà si fa come dico io o vi mando tutti a casa….e Castiglioni gli rispose..ora vediamo chi va a casa. !!!!
Mi sa che sapppiamo tutti a casa di chi è andato a frignare… solo che pagare moneta ..vedere cammello…MMMMMM…stavolta l’è dura..
l’analisi del Dott.Cambi è molto ben circostanziata e come al solito molto lucida: io non vedo l’ora che la assessora preferita se ne vada a casa!!!!!!
Di tutto quello che si fa durante il mandato poi si dovrà rendere conto ai cittadini elettori!!!!!!!
Tranquilli, va tutto benone, poi quando aumenteranno TARI e tributi locali vari (stanno già iniziando) basterà dire ai bravi maceratesi che la colpa è tutta di “quelli di prima” ed i maceratesi convinti applaudono e continuano a votarli!! (CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO)