Chirurgia della tiroide, l’attacco di Carancini
a Parcaroli, Corsi e Menghi:
«Una follia portarla a Civitanova»

MACERATA - Il consigliere regionale del Pd critica il sindaco: «Non è accettabile che resti indifferente, inconsapevole e supino di fronte a una scelta tanto illogica quanto prepotente». E sulla direttrice sanitaria dell'Ast: «Lo sanno anche i muri che che persegue il solo fine di decentrare le eccellenze sanitarie costruite e presenti da decenni nel capoluogo verso Civitanova»

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Romano Carancini

di Luca Patrassi

Trasferimento a Civitanova della chirurgia della tiroide, il consigliere regionale Pd Romano Carancini rilancia l’attacco. Nel mirino il sindaco Sandro Parcaroli, che tace e nemmeno più appare in Consiglio, la direttrice sanitaria della Ast Daniela Corsi e la consigliera regionale della Lega Anna Menghi. Si parte: «Il silenzio assordante – è appunto la frase di esordio del dem Carancini – del sindaco Sandro Parcaroli sulla volontà di spostare la chirurgia tiroidea da Macerata a Civitanova “grida vendetta” e abbiamo il dovere – tutti – cittadini e amministratori, di contrastare questo scempio sanitario. Non è possibile e non è accettabile credere che il sindaco resti indifferente, inconsapevole e supino di fronte a una scelta tanto illogica quanto prepotente e, allo stesso tempo, mortificante per la sanità ospedaliera della Ast di Macerata. Non è chiaro a nessun cittadino se Sandro Parcaroli sia nella condizione di comprendere cosa stia accadendo, se si sia minimamente informato sulla vicenda, oppure si sia fatto almeno preparare una “velina” da Filippo Saltamartini».

Le accuse dirette: «Ciò che è certo, però, è che il sindaco non ha sentito neppure la necessità di spiegare, come suo dovere, il perché di questa scellerata volontà – ostinatamente personale – del direttore sanitario Daniela Corsi. Mi stupisco anche di come le forze politiche della maggioranza maceratese, che in un primo momento hanno compreso la gravità della scelta e hanno chiesto opportunamente di fermarla, poche ore dopo abbiano smentito loro stesse, indossando la maschera degli ordini di scuderia e bocciando in Consiglio comunale un semplice ordine del giorno diretto ad esprimere coerentemente un parere contrario».

caranciniIl riferimento ad Anna Menghi: «Ma il “capolavoro argomentativo” a difesa tanto dello spostamento della chirurgia tiroidea quanto dell’operato del direttore sanitario Daniela Corsi arriva dalla fuffa che la consigliera regionale Anna Menghi espone nelle proprie dichiarazioni. Anna Menghi, che è dipendente della sanità maceratese da anni, sa bene – ma colpevolmente non lo dice – che la patologia della tiroide ha radici diagnostiche, terapeutiche e chirurgiche affinate, sperimentate in oltre 40 anni a Macerata, tempo nel quale è cresciuta in termini di autorevolezza professionale e risposta ai bisogni sanitari – appunto – di diagnosi, cura e chirurgia».

La chirurgia tiroidea tra storia e cronaca: «Debbo ricordare io ad Anna Menghi il pioniere dell’endocrinologia a Macerata Ennio Spaccesi negli anni ‘80 capace di “inventare” l’attività di diagnosi e cura? Oppure nei decisivi fine anni ‘90 il dottor Veronesi? E ancora la chirurgia di Ivo Patrizi, o in otorinolaringoiatra quella del dottor D’Agnone, fino ai giorni nostri con Siquini? Debbo ricordare io ad Anna Menghi la legge regionale 61/97, tuttora vigente, che istituisce nel presidio ospedaliero di Macerata l’unico centro regionale di terapia radiometabolica che è parte integrante ed essenziale della Struttura Complessa di Medicina Nucleare di Macerata? Debbo ricordare io ad Anna Menghi che la Medicina Nucleare non è una semplice integrazione della patologia tiroidea ma una parte fondamentale della stessa? Ma la tesi più interessante della consigliera Menghi è che, siccome a Civitanova c’è la tecnologia post-chirurgica utile ad evitare la tracheotomia, allora dovremmo “organizzare un pullman” e trasferire i chirurghi a Civitanova, nonostante a Macerata abbiamo tutto. O quasi».

Parcaroli, Menghi ed infine Corsi: «E infatti – ricordo ad Anna Menghi – che per ridurre al minimo il rischio di tracheotomia non è determinante la tecnologia oggi esistente a Civitanova quanto, piuttosto, è fondamentale dotare la chirurgia tiroidea maceratese di una tecnologia di monitoraggio intra-operatorio del nervo laringeo, che il direttore sanitario Corsi si è ben guardata dal far arrivare. Quale mente diabolica può immaginare di scardinare storia, professionalità, appropriatezza, sicurezza per i pazienti, crescita sanitaria dell’ospedale di Macerata in nome di un nuovo centro specializzato a Civitanova? Quella mente appartiene alla “donna di tutte le poltrone” (direttore di dipartimento, direttore generale), Daniela Corsi, ora anche direttore sanitario. Basta ascoltare e confrontarsi con le donne e gli uomini della sanità maceratese per comprendere non solo l’incapacità di gestione ma soprattutto il “clima di guerra” instaurato in questi anni. Lo sanno anche i muri che il direttore sanitario persegue il solo fine di decentrare le eccellenze sanitarie costruite e presenti da decenni a Macerata verso Civitanova. E mi chiedo ancora: esiste un direttore generale della Ast 3 che prenda posizione su questa vicenda? O dobbiamo credere che Daniela Corsi, oltre che direttore sanitario, sia anche direttore generale facente funzioni dell’azienda sanitaria maceratese?». L’appello al centrodestra: «Per questo è fondamentale che anche le forze di maggioranza maceratesi abbiano un moto di responsabilità e consapevolezza verso il disastro che si sta consapevolmente consumando: Pierfrancesco Castiglioni in primis, ma anche la stessa consigliera Anna Menghi, fermino questa follia, anche nel segreto delle loro stanze. Purché contribuiscano a fermarla. Non ci si volta dall’altra parte su una vicenda così importante per la salute dei cittadini».

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