Il sindaco Fabrizio Ciarapica
di Luca Patrassi
Due settimane per riconvocare (si svolgerà il 28 marzo prossimo) l’assemblea dei sindaci dell’Aato 3 saltata perchè agli amministratori non era stata data in tempo utile la documentazione. Nel frattempo il presidente dell’Aato 3 Alessandro Gentilucci ha varato un ordine del giorno che presenta alcune novità ad iniziare dall’ultimo punto in discussione, che recita: «Illustrazione del progetto in house “Acqua pubblica Macerata” presentato da alcuni sindaci il 21 marzo 2024 e discussione». Al punto precedente l’ordine del giorno indica: «Deliberazione di indirizzo sul “Protocollo di intesa tra le società” presentato il 7 marzo all’Assemblea dei sindaci per la candidatura alla gestione del Servizio idrico integrato nell’Aato 3 a seguito della presa d’atto della relazione tecnica».
Massimo Belvederesi
Tradotto: Civitanova (con il sindaco di Fi Ciarapica e l’Atac con il presidente che è anche il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia Massimo Belvederesi) ed altri Comuni presentano una proposta contro quella sostenuta dal presidente della Provincia Sandro Parcaroli sottoscritta dalla larga maggioranza dei sindaci dell’Aato. Non solo dunque un’azione contro la posizione già espressa dalla larga maggioranza dei sindaci, ma i tecnici del fronte Parcaroli fanno anche notare come la soluzione proposta ora da Ciarapica-Belvederesi tra l’altro non sarebbe realizzabile nei tempi indicati e quindi si andrebbe oltre il limite temporale entro il quale la gestione del servizio idrico andrebbe a gara.
Sandro Parcaroli, presidente della Provincia di MACERATA
Ecco comunque cosa propone il progetto a trazione civitanovese: «In via preliminare, tutte le amministrazioni comunali dovrebbero approvare una delibera consigliare, o quantomeno un atto di indirizzo di Giunta (con successiva ratifica consiliare) per autorizzare il sindaco a votare in senso favorevole nelle diverse assemblee societarie (tutte) alle proposte di operazioni straordinarie necessarie alla creazione di un unico soggetto con proprietà interamente pubblica a cui poter affidare con il sistema in House providing l’intero servizio idrico integrato dell’Aato 3. Preferibilmente entro il 15 maggio 2024». Il percorso ipotizzato: «Fusione iniziale tra Unidra e Si Marche e contestuale creazione da subito della società contenitore denominata “Acqua pubblica Macerata” società consortile o società per azioni. Contestuale recesso quote di Apm ed Assem Asm da SI Marche ed Unidra o cessione quote ai Comuni. In entrambi i casi le amministrazioni comunali vedranno accresciute le proprie quote o partecipazioni sociali. Il recesso può avvenire a valore del patrimonio netto non essendo riscontrati nei bilanci di Unidra e Si Marche attività da rivalutare» .
Il passaggio successivo: «Fusione per Incorporazione di Valli Varanensi in Unidra e contestuale assegnazione delle quote delle due società ai soci enti locali. Per Valli Varanensi occorrerà preventivamente effettuare l’uscita dell’Unione Montana Marca di Camerino” perché l’Unione non è un membro dell’Aato. Scissioni proporzionali delle società Atac, Apm, Assm e Assem con separazione del solo servizio idrico e soci interamente pubblici. Le società risultanti dalla scissione aventi ad oggetto servizio gestione idrico saranno pronte per la successiva fusione per incorporazione nelle società consortili. Il valore del ramo d’azienda servizio idrico integrato scisso potrà essere oggetto di idonea perizia di stima». Liquidata in un attimo la questione dell’idonea perizia di stima si procede: «Operazione San ed Acquambiente. In via alternativa si propongono due soluzioni, la prima operare una fusione per incorporazione di San e di Acquambiente nella società Acqua pubblica Marche, in tal modo il valore delle reti apportato accrescerebbe le quote dei Comuni soci di San ed Acquambiente. Come ultima opzione visto che San non è un soggetto gestore del Sii ma solo un soggetto che concorre a che il servizio venga reso, si potrebbe mantenere in vita San e stipulare apposita convenzione con il gestore unico dell’Aato. Scissione non proporzionale società Astesa con creazione di società gestione del solo servizio idrico in mano esclusivamente pubblica e resto dei servizi in compagine mista. Le società risultanti dalla scissione aventi ad oggetto servizio gestione idrico saranno pronte per la successiva fusione per incorporazione nelle società consortili».
Ed ecco la tempistica che la compagine che fa capo ai civitanovesi immagina: «1 maggio 2024: inizio delle procedure, lavori preparatori per la scissione societaria e la costituzione delle newco Srl o delle fusioni per incorporazioni e stime degli esperti e controlli iniziali. 16 giugno 2024: convocazione degli organi amministrativi delle società scisse e delle newco Srl, convocazione organi amministrativi società in fusione, convocazione delle assemblee straordinarie della società scissa per l’approvazione del progetto di scissione e delle società coinvolte in operazioni di fusione. 1 luglio 2024: assemblee straordinarie della società per l’approvazione del progetto di scissione o di fusione, deposito del progetto di scissione presso il Registro delle imprese, inizio dei 60 giorni per l’opposizione dei creditori. 15 settembre 2024: termine dei 60 giorni per l’opposizione dei creditori, rinuncia dei soci al termine dei 30 giorni per il deposito degli atti. 30 settembre 2024: fase di attuazione delle scissioni o fusioni, costituzione delle newco Srl.derivanti da scissione o estinzione società fuse, trasferimento del patrimonio dalla società scissa alla newco Srl. L’efficacia degli atti potrà essere posticipata al 1 gennaio 2025 per le fusioni, dipenderà da iscrizione registro imprese per le scissioni. In ogni caso, al 1 gennaio 2025 tutte operazioni iniziali avranno piena efficacia. A questa data si avrà la seguente situazione: estinzione di Valli Varanensi. Creazione di una unica società interamente pubblica tra Unidra e Si Marche, proprietà interamente pubblica di Cma. Presenza di società di gestione con il solo servizio idrico integrato».
Le operazioni di secondo livello inserito nel progetto civitanovese: «aumento di capitale sociale della società Acqua pubblica Macerata riservato ai Comuni che attualmente gestiscono il servizio idrico in modo autonomo, mediante sottoscrizione di capitale sociale a loro riservato, stipula di un contratto di locazione di ramo d’azienda tra le società di gestione e le due concessionarie. Contratto destinato poi ad estinguersi nei 18 mesi successivi, con il compimento delle operazioni seguenti: fusione integrale tra la società Acqua pubblica Macerata e la Cma società concessionarie interamente possedute da solo Comuni a cui associare la fusione anche delle società di gestione (attività di locatore) in possesso di tutti gli asset per la gestione del servizio idrico integrato». Le ultime operazioni societarie sono immaginate come possibili tra il 31 gennaio 2025 e il 30 aprile 2025: «Lavori preparatori per la scissione societaria e la costituzione della newco srl, stime degli esperti e controlli iniziali, convocazione degli organi amministrativi delle società scisse, convocazione organi amministrativi società in fusione, convocazione delle assemblee straordinarie delle società coinvolte in operazioni di fusione, assemblee straordinarie della società per l’approvazione del progetto di fusione, deposito del progetto di scissione presso il Registro delle Imprese, inizio e termine dei 60 giorni per l’opposizione dei creditori, rinuncia dei soci al termine dei 30 giorni per il deposito degli atti, fase di attuazione delle fusioni, estinzione società fuse, trasferimento del patrimonio dalla società risultante finale. E’ anche ipotizzabile richiedere la disponibilità dell’Aato di concedere proroghe delle concessioni limitate al tempo necessario a completare il complesso delle operazion straordinarie, già deliberate dalle amministrazioni comunali. Nel valore di accorpamento delle gestioni con le società concessionarie, le quote da attribuire alle singole amministrazioni comunali potrebbero essere valutate ed espresse, anche in funzione di parametri demografici (popolazione e superfici) oltre che patrimoniali, per il tramite di idonee perizie di stima».
La considerazione finale espressa nel progetto: «Esiste un solo soggetto interamente posseduto da Comuni concessionario del servizio idrico integrato “Acqua pubblica Macerata” possessore di tutti gli asset per gestire il servizio nella Provincia. Per il sistema di governance si propone quello che la giurisprudenza amministrativa ha ritenuto legittimo in ipotesi di controllo congiunto analogo frazionato; in particolare si è inteso seguire il modello di Asm Pavia. La cronologia tende a garantire la piena esecutività per il 30 giugno 2025. Qualche termine è limabile, soprattutto quelli relativi alle convocazioni assembleari. Molto importante è avviare subito interlocuzione con la Corte dei Conti Marche per ottenere assenso preventivo all’operazione, nonché incaricare un team di professionisti (avvocati, commercialisti, notaio) che pianifichi da subito tutte le operazioni». C’è da aggiungere che finora i tecnici incaricati dalle varie società pubbliche in assemblea hanno espresso opinioni diverse da quelle del progetto. Il progetto civitanovese guarda al futuro ma è bene anche guardarsi indietro ed essere consapevoli del presente. Dispersione idrica: Macerata viaggia con percentuali vicine all’8% e Civitanova al 42%: nonostante questo Aato 3 non è riuscita a presentare un progetto condiviso per l’accesso ai fondi del Pnrr che invece hanno portato decine di milioni di euro negli altri Aato delle Marche. In un anno e poco più il progetto civitanovese immagina una serie di passaggi importanti: bene, ma se ci si guarda attorno e indietro si vede che gli stessi soggetti da diversi anni sono impegnati in assemblee che hanno prodotto solo chiacchiere e nessun atto concreto. Resta l’impressione che si cerchi il capro espiatorio su cui far eventualmente ricadere le colpe del mancato accordo in tempo utile per evitare la gara per l’affidamento del servizio idrico e l’arrivo del privato, soluzione che nessuno dice di volere ma intanto si cerca in tutti i modi di arrivare a una spaccatura.
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E fu così che l'acqua superò il prezzo della benzina.
Ridurre le tariffe, che non paghino le diatribe politiche, i cittadini
Fate tutte le capriole che volete ma l'acqua deve restare pubblica.
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Queste situazioni fanno a favore di tutti i cittadini del maceratese che al momento giusto faranno sparire dietro una nuvola di fumo, sostanza di cui molti sono fatti, sia chi già non ha bisogno di presentazioni che qualcuno che ancora gode di qualche credibilità. Naturalmente i primi a sparire saranno quelli che hanno sempre mostrato una spiccata preferenza per le manovre a sfondo speculativo.
Il problema dell’acqua che deve essere pubblica non riguarda solo qualche provincia, è nazionale e se i sindaci continuano ad ignorare la Costituzione Italiana dando retta ai ladri di Montecitorio, costringeranno il popolo alla disobbedienza civile e chiedere il risarcimento danni