Lo Sferisterio
di Luca Patrassi
Sferisterio, entra il Ministero ed esce la Provincia in un Cda che dovrebbe essere sforbiciato e ridotto da dieci a cinque componenti. Ad occuparsene oggi è Stefania Monteverde, consigliera comunale di Macerata Bene Comune.
Stefania Monteverde
«È urgente – scrive Monteverde – occuparsi della modifica dello statuto dell’Associazione Sferisterio ma soprattutto è urgente aprire il dibattito pubblico per uno statuto che assicuri la governance del Macerata Opera Festival al comune di Macerata. Lo abbiamo chiesto al sindaco Parcaroli in consiglio comunale perché tutto questo è un patrimonio vitale per lo sviluppo della città anche per merito dei Cento Consorti grazie ai quali lo Sferisterio è diventato bene comune della città. Occorre, quindi, governare bene questo patrimonio, avere il controllo cittadino, valorizzare l’opera lirica, non rischiare deficit di bilancio. Per questo il nuovo statuto deve rafforzare il ruolo del Comune e ridefinire il ruolo degli altri soggetti chiamati a sedere nel board».
Le novità in arrivo: «Certo non potrà più sedere la Provincia, che non ha né competenze né investimenti. In base alla proposta di legge approvata dalla commissione cultura della Camera, sarà obbligatorio inserire nel consiglio un rappresentante di nomina governativa, caso veramente unico in Italia. Ben venga una legge speciale che garantisca un finanziamento annuo di 500mila euro all’Associazione Sferisterio, ma perché Macerata deve essere messa sotto osservazione con un rappresentante governativo? Anche la Regione, altro importante finanziatore annuale, potrebbe chiedere un suo rappresentante in consiglio d’amministrazione? E i Cento Consorti potranno ancora avere un rappresentante come garantisce l’atto di donazione? E i Cento Mecenati, visto l’impegno economico annuale, non potrebbero avere maggior diritto del rappresentante ministeriale in quanto espressione della comunità maceratese? In consiglio comunale il sindaco Parcaroli ha sostenuto che prima possibile sarà portata in consiglio comunale una proposta di governance che prevede cinque membri, garantendo la maggioranza delle nomine all’amministrazione comunale. Ma non ha sciolto nessuna delle questioni. Lo statuto comunale non è questione burocratica e nemmeno una spartizione delle poltrone di un nuovo consiglio d’amministrazione da trattare nelle segrete stanze. È un dibattito da fare in modo trasparente, con il coinvolgimento di tutti».
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