La Regione “sfratta” gli allevatori,
Coldiretti in subbuglio:
«A rischio la tenuta del territorio»

UNA LETTERA invita una sessantina di aziende agricole terremotate a trovare una nuova sistemazione: «Sarà estremamente difficile trovare un alloggio in aree rurali e questo li costringerà ad abbandonare le loro attività»

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raci-muccaA giugno gli allevatori terremotati dovranno lasciare i moduli abitativi e trovarsi una nuova sistemazione. Una doccia gelata in poche righe. È il contenuto di una lettera che la Regione Marche, nei giorni scorsi, ha inviato a una sessantina di aziende agricole che nel 2016, dopo le scosse che hanno devastato le province di Ascoli, Fermo e Macerata, si erano ritrovate a fare i conti con abitazioni e stalle inagibili.

Dopo le scosse erano stati installati 126 moduli abitativi rurali (Mapre), 304 moduli stalla, 90 stalle realizzate direttamente dagli allevatori e 253 fienili. I Mapre, in particolare, erano stati pensati per consentire agli allevatori di poter continuare a vivere vicino agli allevamenti e consentire loro di accudire quotidianamente gli animali. La Regione ha avvisato che il 7 giugno i Mapre dovranno essere lasciati e che gli attuali occupanti potranno usufruire del Contributo per autonoma sistemazione sentito il Comune di residenza.

«Con questa presa di posizione la Regione mette a rischio la tenuta di un territorio già spopolato e alla ricerca di un ritorno alla normalità – attaccano da Coldiretti Macerata – senza conoscere prima dove andranno gli allevatori. Sarà estremamente difficile trovare un alloggio in aree rurali e questo li costringerà ad abbandonare le loro attività». Da sempre la Coldiretti aveva puntato per il mantenimento delle strutture provvisorie. Lo scorso marzo, all’apertura di Tipicità 2023, la Regione e lo stesso Commissario straordinario alla ricostruzione avevano accolto con favore questa richiesta. Oggi, a un anno di distanza, la Regione sembra aver cambiato idea.



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