Il direttore del Mof Paolo Gavazzeni, l’assessora Katiuscia Cassetta e il sindaco Sandro Parcaroli
Giovedì grasso a Sanremo. Le Marche in Festival portano nella città dei fiori i nasi rossi del Clown&Clown Festival di Monte San Giusto, kermesse internazionale di clownerie e clown terapia ideato dalla Mabò Band nel 2005 per valorizzare l’arte circense contemporanea.
Dai clown alle magie e trasformazioni dell’opera lirica, nella giornata dedicata alla provincia maceratese l’altra eccellenza culturale è quella dello Sferisterio e del Mof che al Villaggio di Sanremo ha incontrato alcune scolaresche parlando delle professioni del teatro e presentato le 60 edizioni della manifestazione di Macerata.
A rappresentare il territorio oggi a Sanremo il sindaco di Macerata e presidente della sua provincia Sandro Parcaroli: «A Sanremo, Comune, Provincia e associazione Sferisterio, hanno l’occasione di promuovere un territorio ricco di storia, arte e cultura all’interno di una vetrina di ampia risonanza. Un ringraziamento alla Camera di Commercio e alla Regione Marche per questa opportunità che ha visto una forte coralità di tutti gli attori in campo a servizio di un territorio meraviglioso che ha da offrire molteplici momenti esperienziali dal punto di vista culturale, turistico, paesaggistico, architettonico, enogastronomico».
«In una vetrina di rilevanza internazionale quale è Sanremo, abbiamo portato la qualità, il grande lavoro di squadra e illustrato i risultati ottenuti in questi anni grazie alla manifestazione fiore all’occhiello della nostra città, il Macerata Opera Festival – ha commentato l’Assessore alla Cultura del Comune di Macerata Katiuscia Cassetta anche lei a Villa Ormond stamattina -. Una città che ha tanto da offrire culturalmente a partire dalla rete museale fino alle tante risorse che abbiamo catturato per ideare iniziative sempre nuove, originali, contemporanee e dal forte richiamo».
«Sono estremamente contento – dichiara Paolo Gavazzeni, direttore artistico del Mof – di poter presentare, grazie all’iniziativa della Camera di Commercio e della Regione Marche insieme al Comune e alla Provincia, il Macerata Opera Festival nell’ambito delle iniziative collaterali del Festival di Sanremo, tenendo presente il legame ideale che unisce la musica italiana di oggi con le sue radici nel repertorio melodrammatico ottocentesco. In questi giorni, Sanremo è crocevia di incontri e scambi culturali oltre che centro dell’attenzione mediatica, quindi luogo ideale per un confronto con diversi operatori del settore artistico, della comunicazione, pubblico e istituzioni nell’ottica di un continuo allargamento della platea dell’opera».
Che ce cantéte wardasci? Daje a tuttooo!
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Infatti vorrei sapere i costi e i possibili ritorni. A chi sono rivolte queste manifestazioni? Stampa, operatori turistici, pubblico, non si capisce bene. Invece sarebbe utile che noi cittadini ne fossimo informati. Grazie
Pensate che effetto se i Nostri avessero dichiarato: “Abbiamo pure la Cappella Palatina di San Carlo Magno a San Claudio di Macerata (dato che esiste una cartolina di Macerata in cui San Claudio di Corridonia è “di Macerata”). Aquisgrana era qui da noi nel Piceno e non in Germania. A Serra dei Conti c’era Carlo Martello, il nonno di Carlo Magno, con una sua effige scolpita sul capitello di Santa Croce degli Atti, riconoscibile per il pene che gli arrivava fino alle caviglie. Potete visitare altre basiliche e chiese carolinge nella zona. Oltre a tutto il resto…”
Se i turisti vanno a vedere a Loc-Ness un mostro che non c’è, potrebbero venire a Macerata per un Carlo Magno che c’è, ancora sepolto da qualche parte…
Ho sbagliato nome del Comune: Sassoferrato, invece di Serra dei Conti.
Chi paga? Domanda pleonastica, lo sappiamo tutti chi paga.
Che sono andati a fare? Domanda già più calzante, visto che il “ballo del quà quà” lo ha già fatto John Travolta, credo si cimenteranno nel “ballo dei Vatussi”, o, visto che va di moda, diranno che il bisbisnonno di Elvis Presley era originario della Pieve.
In ogni caso prima ritornano meno ci costano e meno figuracce ci fanno fare.