Vittorio Sgarbi
«Cerca un capro espiatorio per far dimenticare la sua natura di capra irredimibile». Ci va giù duro il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi nel replicare alle parole della deputata dem maceratese Irene Manzi. L’altro giorno, infatti, alla Camera, si è discussa la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni (M5S, Pd, Verdi e Sinistra Italiana) per chiedere il ritiro della delega a Sgarbi dopo i due casi che lo hanno visto al centro delle polemiche: la vicenda delle presunte consulenze retribuite come critico d’arte nonostante il suo ruolo nel governo e finita all’attenzione dell’Antitrust, e l’indagine della procura di Macerata per riciclaggio di beni culturali che lo vede indagato in relazione alla sparizione del quadro, attribuito a Rutilio Manetti, “La cattura di San Pietro”.
Uno degli interventi in Parlamento a sostegno della mozione è stato proprio quello di Irene Manzi. La votazione sulla mozione di sfiducia dovrebbe avvenire la prossima settimana.
«Irene Manzi è convinta che il pettegolezzo sia il fatto, che la diffamazione sia la verità. Le sue accuse poggiano sul sentito dire. Lei si occupa di quello che io non ho fatto, non di quello che ho fatto, e che resta, presente e vivo, nelle Marche, anche nella sua Macerata. Vediamo. Chiede che mi vengano tolte le deleghe. Irene Manzi, eletta senza merito e senza preferenze, nella lista proporzionale automatica del Partito democratico, non rappresenta nessuno, non se ne conosce un pensiero, una idea, una proposta. La ascolto in aula e mi chiedo chi rappresenti e per chi parli. E penso alle Marche, a Macerata dove è stata vicesindaco e assessore alla Cultura per un sindaco, Romano Carancini, di cui sono stato amico e sostenitore in anni difficili. Ma per la Manzi non conta quello che si è fatto, ma quello che scrivono gli autori di lettere anonime su presunte incompatibilità».
Sgarbi fa poi riferimento alle attività di conferenziere e consulenze dell’ex segretario del Pd Matteo Renzi. «Cosa dovrà pensare – continua sempre il sottosegretario riferendosi alla deputata dem – del presunto conflitto di interessi di quello che fu il capo del suo partito, e che oggi, non per il suo lavoro politico, rivela, grazie alle stesse conferenze e consulenze che rendono me esecrabile, un reddito di oltre tre milioni di euro? Perché non si alzata per denunciarlo in Parlamento?».
Quindi il sottosegretario ricorda quanto ha fatto nelle Marche. «Parlando d’arte, raccontandola, illustrandola, per oltre cinquant’anni, in cosa io ho mancato di disciplina e di onore? Io faccio e ho fatto quello che sono – sottolinea – E io sono quello che so. Bastava che non facessi niente come lei, di cui nessuno ricorda una parola. Io, già sindaco nella sua provincia, a San Severino, ho fatto iniziative che non sono state dimenticate, come in tutte le Marche. E tuttora, con grande successo, a Fermo. Ne chieda al sindaco di quella città. E a Urbino. E nella sua stessa Macerata, dove la mostra più importante, a palazzo Buonaccorsi, la mostra su Luigi Bartolini, l’ho voluta e inaugurata io. Un altro marchigiano onorato da me. Un uomo è quello che ha fatto e che fa, e per quello va giudicato, non per le diffamazioni e i pettegolezzi che sciacalli diffondono, dettando l’agenda dei lavori di un parlamento umiliato e offensivo per chi ha fatto mille volte più di lei per sostenere la cultura italiana. Non insulti, con la sua retorica, chi, solo nella sua Regione, ha tanto fatto e in questo momento ha promosso e realizzato mostre in quattro città: Urbino, Ancona, Macerata, F
«Ci mostri lei cosa ha fatto e in cosa si è distinta, nelle sue funzioni, più che a partecipare, con relazioni distratte, a inutili convegni e fiere, con parole vuote e non ritenute da nessuno? – aggiunge ancora Sgarbi – E, in una Camera deserta e disertata, parla e chiede punizioni per me, senza rispetto e senza dignità, per il solo piacere sadico di ferirmi, mancando di rispetto anche a se stessa e alla capacità di giudicare con la sua testa. Triste ventriloquo, che cerca un capro espiatorio per far dimenticare la sua natura di capra irredimibile. Ha ripetuto bugie, ha innalzato a intervento parlamentare la diffamazione, con parole automatiche, per il solo piacere di ferirmi. Io, da oggi, non la dimenticherò, per come ha umiliato la sua intelligenza e il Parlamento, per come ha negato la sua autonomia di giudizio, illustrandomi per quello che non sono. Erano soltanto in tre, per mortificate il luogo dove erano arrivati non per loro merito. E basterà a giudicarli il pensiero di un grande politico progressista, alla Manzi forse ignoto, ma della sua parte politica, se per lui non è un offesa, Sauro Turroni: “Ho ascoltato il dibattito. Che pena il parlamento che agisce sotto dettatura di un giornale”».
Qui l’intervento integrale di Irene Manzi pronunciato alla Camera l’altro giorno.
(Clicca per ascoltare la notizia in podcast)
Carabinieri nelle case di Sgarbi, sequestrato il quadro di Manetti
Sgarbi indagato a Macerata per riciclaggio di beni culturali
Grande Sgarbi....
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Sgarbi, nomen omen.
Quanto Sgarbi ha fatto nelle Marche non c’entra nulla con questione del ritiro della delega.
Secondo me Sgarbi è indifendibile per entrambe le questioni sollevate in Parlamento, e bene farebbe la presidente Meloni, a tutela del governo da lei presieduto, ad estrometterlo dal Governo.
Insopportabili, come sempre, gli insulti che Sgarbi lancia contro chi lo insulta.
Questa è la super intelligenza di codesto signore come qualcuno afferma,poveri non come stiamo cadendo sempre più in basso…lui è intelligente se gli dici sempre di sì senza controbattere…altrimenti capra capra capra…
E’ veramente incontrollabile SGARBI.
Rammenta il discorso del bivacco: https://it.wikipedia.org/wiki/Discorso_del_bivacco
La questione, dico occuparsi di Sgarbi che ben conosco, rientra ne quadro “clinico-patolologico” ( patetico?) della Opposizione. Tanto quanto occuparsi della Ferragni o di Fedez. Illustri sconosciuto che “annebbiano” il vero problema del paese. Mentre muoiono 28.000 palestinesi. Questo è il teatro.
Mandare via Sgarbi sarebbe da parte della Meloni un atto di discriminazione verso i suoi collaboratori. O tutti o nessuno!!
quel che uno ha fatto di buono,innegabilmente,non serve a coprire eventuali manchevolezze,ad accertare le quali ci sono organi deputati.Alla sensibilità dell’indagato lasciare incarichi pubblici,che mica significherebbe ammissione di comportamenti irregolari.Ma non sono questi i tempi per simili sensibilità.
Una volta un mio collaboratore facendomi da cicerone a Napoli mentre passavamo davanti al carcere di Poggioreale ..mi dsse..
quà dentro ci vivono un sacco di bravi ragazzi..bravi a rubare-bravi a falsificare–bravi scippare .. In effetti bravo è bravo..