Luci natalizie sulla Sfera di Peschi,
Sacchi spegne Miliozzi:
«Polemica misera, led via fra un mese»

MACERATA - Fa discutere l'illuminazione della scultura di fronte allo Sferisterio. L'assessore replica alle accuse del consigliere di opposizione: «In un’epoca in cui in quasi ogni capitale e città d’arte importanti monumenti storici vengono illuminati, la critica appare davvero strumentale»

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Riccardo Sacchi, la Sfera di Peschi illuminata e David Miliozzi

«Meno male che c’è Miliozzi a illuminare, è il caso di dirlo, le nostre rattrappite coscienze artistiche». È l’assessore ai grandi eventi Riccardo Sacchi a prendere di petto le parole del consigliere comunale di opposizione David Miliozzi, che aveva puntato il dito contro la scelta di illuminare la Sfera di Peschi che trova posto di fronte all’ingresso dello Sferisterio.

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L’assessore Riccardo Sacchi

«Miliozzi lamenta, con paragone forzato, tra qualche led e il cappello di Babbo Natale, che si sarebbe deturpata la scultura – dice Sacchi – il danno provocato da questo “gesto dissennato di amministratori che… dicono qui comando io e faccio come mi pare” sarebbe di aver illuminato con dei fili, che comunque saranno rimossi appena finite le festività natalizie, la struttura in ferro che Peschi ha definito “scultura modulare, opera mondo” sotto le sembianze di una sfera. Penderebbero “fili che interrompono l’armonia narrativa della scultura”. Forse si è peccato di lesa circonferenza? Scherzi a parte, in un’epoca in cui in quasi ogni capitale e città d’arte importanti monumenti storici vengono illuminati con led, vi vengono proiettati videomapping, la polemica appare davvero misera e strumentale».

Secondo Sacchi, Miliozzi ha calcato la mano su un presunto vilipendio all’opera di Umberto Peschi «sparando a casaccio, quando invece si è trattato di un intervento effimero volto a far luce in un contesto dove l’opera avrebbe rischiato l’oscurità assoluta, costretta tra le vivaci luminarie del borgo e la caleidoscopica illuminazione dello Sferisterio che l’avrebbero occultata del tutto nel periodo in cui ogni angolo della città, compresa l’opera peschiana, si stringe alla comunità per celebrare i più autentici sentimenti ispirati dal Natale – prosegue l’assessore – chissà che Peschi non ci guardi dall’alto con sorriso beffardo per queste diatribe di basso cabotaggio».

Poi Sacchi allarga il discorso a diversi altri interventi portati avanti dalle amministrazioni passate. «Non si capisce però dove fosse Miliozzi quando la sua coalizione decideva di incidere permanentemente sulla torre civica con l’installazione del più grande orologio di plastica mai prodotto, marchiando Macerata con un indelebile falso storico costato alla collettività diverse centinaia di migliaia di euro – conclude Sacchi – non si sa dove fosse il consigliere quando è stato venduto il complesso della scuola Mestica, ultima testimonianza dell’anima medioevale della città, per realizzare con denari del Qatar le scuole delle Casermette. Smantellare il complesso della Mestica privando il centro storico della presenza dei bambini non somiglia a sfregiare la storia di Macerata? E dov’era Miliozzi negli anni di completo abbandono di Fonte Maggiore o mentre veniva edificato l’ecomostro di piazza Pizzarello? Dov’era quando nel 2018 venivano appesi dei fantocci a testa in giù incoraggiando dei bambini a colpirli con dei bastoni per far cadere caramelle? Non si è trattato di ferite? Magari il consigliere Miliozzi con i suoi raffinati canoni estetici potrebbe illuminarci. Ricordando però che le luci natalizie tra 35 giorni saranno rimosse, gli scempi di chi ha amministrato Macerata per 20 anni rimarranno a lungo».

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