«Stipendi fermi da anni
e i nostri figli si vedono già all’estero»
Le voci dei lavoratori in sciopero

MACERATA - In piazza Cesare Battisti la manifestazione organizzata da Cgil e Uil. Stefano Rossi della Rsa Frau: «Da noi la partecipazione è al 70%». Angelo Mazzuferi lavora da 41 anni: «Avrò una pensione di 1050 euro. Non ci si vive. Evidentemente al governo c'è chi non fa la spesa». Antonella Visentin è direttrice gioco in una sala bingo: «Voglio una sanità e una scuola che funzionino». Sonia Prosperi rappresenta gli infermieri: «Due anni fa abbiamo sostenuto il Paese a rischio della vita e ora siamo tra i più penalizzati»

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I lavoratori della Cgil in piazza Cesare Battisti a Macerata

di Alessandra Pierini (foto Fabio Falcioni)

Sono preoccupati per come affrontare l’oggi e soprattutto per domani i lavoratori e le lavoratrici che questa mattina sono scesi in piazza Cesare Battisti a Macerata in adesione allo sciopero promosso da Cgil e Uil. Sono molte le categorie rappresentate e sotto il tripudio di bandiere, le voci gracchianti dei rappresentanti sindacali che dal microfono hanno gridato le loro ragioni, ci sono persone che hanno portato le loro storie e la voglia di fare il possibile perché qualcosa cambi. Nel mirino, come nelle manifestazioni del resto d’Italia c’è la nuova legge di bilancio in discussione al governo.

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Stefano Rossi

In piazza ci sono i lavoratori della Frau che segnalano una adesione notevole, circa il 70%. «E’ un risultato notevole – spiega Stefano Rossi, Rsa Frau – se si pensa che da noi molti lavoratori sono somministrati e su di loro pende una spada di Damocle che, comprensibilmente, non gli consente di partecipare allo sciopero». Pensioni e servizi sono nel mirino: «Noi lavoratori dipendenti sono quelli che contribuiscono di più, non è giusto che il governo faccia cassa sulle nostre pensioni. La sanità è diventata una tassa indiretta. Ci sono lunghe liste d’attesa che obbligano a ricorrere ai privati e, tra l’altro, non tutti possiamo permettercelo. Per finire la precarietà, chi è assunto ora non ha un futuro,  come può pensare ad avere figli e una famiglia?»

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Angelo Mazzuferi

Non è più alta dell’8-10% l’adesione dei lavoratori della Giessegì: «Dopo la riforma Renzi – spiega Angelo Mazzuferi, dipendente dell’azienda – gli interinali sono tanti e scioperare per loro non è una scelta percorribile». Anche lui è in piazza per protestare contro il governo e in particolare sulle pensioni: «Lavoro da 41 anni e non sono ancora in pensione. Se ci riuscirò avrò 1050 euro al mese e non ci si campa. Una volta lasciato il lavoro la nuova legge prevede anche sette mesi senza pensione. Chi ci governa non capisce la vita reale. Probabilmente loro non fanno la spesa. Devono mettersi nei panni dei lavoratori».

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Sonia Prosperi

Situazione non diversa nel settore della sanità. «Lavoro all’ospedale di Camerino – racconta Sonia Prosperi, infermiera e Rsu-  sciopero perché i lavoratori della sanità sono tra i più penalizzati. Fino a due anni fa hanno sostenuto il paese garantendo servizi a rischio della loro vita. Oggi non conta più niente cosa abbiamo fatto».
Simone Salvucci lavora come farmacista: «Il mio reddito è fermo a 25 anni fa, ho tre figli e rispetto a quando ho iniziato a lavorare il mio potere d’acquisto è dimezzato. I miei figli immaginano il loro futuro in un Paese nord europeo dove i diritti vengono garantiti».

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Antonella Visentin

Antonella Visentin lavora come direttrice gioco in una sala bingo a Civitanova: «Ci dobbiamo difendere contro legge di bilancio – spiega – che affossa il ceto medio, vorrei una scuola che funzionasse, una sanità che funzionasse. Questo governo non solo non ci ascolta ma ci snobba proprio, i contratti non vengono rinnovati o ci propongono di rinnovarli in maniera peggiorativa. Dovremmo scioperare ad oltranza.  Con la Filcam lo faremo sicuramente di nuovo a Roma il 22 dicembre».
Luana Pierdominici è impiegata allo sportello delle Poste a Porto Recanati: «Il governo non da prospettive, ho le mie figlie a casa trentenni e laureate in cerca di occupazione». Riguardo Poste: «Sta passando inosservata l’ennesima privatizzazione. I progetti che vengono proposti servono solo a ridurre personale e servizi alle persone».

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Luana Pierdominici

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Simone Salvucci

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L’intervento di Lara Ghiglione della segreteria nazionale Cgil

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