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Basso bacino del Chienti,
esposto in procura per la mancata bonifica

CIVITANOVA - A sottoscriverlo il comitato Civitanova unita e la lista Nova urbs: «In 30 anni nessuno ha fatto nulla per la bonifica, occasioni perse e inerzia e qui si muore più che altrove e nascono più neonati con malattie congenite che in altre parti d'Italia. La magistratura valuti le responsabilità in capo ad amministrazioni e privati»

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Da sinistra l’avvocato Massimo Luzi, Giuliana Venturini, Paolo Squadroni e Domenico Bevilacqua

di Laura Boccanera

Inquinamento del basso bacino del Chienti, il comitato Civitanova Unita assieme a Nova Urbs presentano un esposto per chiedere alla procura di indagare sulle eventuali responsabilità di enti pubblici per i mancati atti necessari alla bonifica e di privati in capo all’inquinamento delle falde. Nell’esposto viene ripercorso tutto l’iter della vicenda: dall’inquinamento della falda da sostanze chimiche, fino alla mancata bonifica a causa delle lievitazione dei costi del progetto che lievitò da 4 milioni a 10 milioni portando il ministero a fare dietrofront, fino al declassamento da sito di interesse nazionale a sito di interesse regionale.

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Paolo Squadroni e Domenico Bevilacqua

Viene riportato anche l’esito della commissione di inchiesta parlamentare che assegnò in capo a sindaci dei territori e regione l’onere di provvedere alla bonifica. Ma da allora (2016) nulla è stato fatto.

E ad allarmare la cittadinanza ora è anche l’esito dell’indagine epidemiologica Sentieri che mette in evidenza nella popolazione giovane nei neonati rischi di mortalità e malattie congenite molto più elevati che altrove.

A spiegare le motivazioni dell’esposto c’erano, per Civitanova Unita, Giuliana Venturini assieme a Domenico Bevilacqua, e per Nova urbs Paolo Squadroni e Mirella Franco, tutti coadiuvati dall’avvocato Massimo Luzi.

«Il basso bacino del Chienti aspetta da 30 anni una bonifica e nessuna amministrazione si è mostrata interessata a risolvere un problema che sta lasciando dietro di sé una scia di morti – ha detto aprendo la conferenza Giuliana Venturini -. Alla nostra conferenza del 28 luglio, sebbene fossero stati invitati tutti i sindaci di tutti i 5 comuni coinvolti (Civitanova, Montecosaro, Morrovalle, Porto Sant’Elpidio e Sant’Elpidio a Mare), nessuno si è presentato. Abbiamo incontrato lo scorso 22 settembre l’assessore Giuseppe Cognigni assieme al segretario per chiedere una delibera consigliare che impegnasse il consiglio a mettere in atto tutti i passi necessari per coinvolgere la regione e risolvere il problema, ma da allora le istituzioni si sono negate e non ci rispondono più. Com’è possibile che in 30 anni le amministrazioni si siano dimenticate che qui la gente si ammala e muore. Quanto ancora vogliamo fare finta di niente?»

Sottolinea le mancate responsabilità in capo agli autori dell’inquinamento Domenico Bevilacqua: «la sentenza ha assolto tutti, quindi deduciamo che il Chienti si sia inquinato da solo. E in più nel 2017 la corte di appello ha restituito le cauzioni dopo aver assolto tutti coloro che erano stati chiamati in causa. C’è una situazione terrificante e non per il mercurio che è stato trovato recentemente che è nulla rispetto all’inquinamento delle falde. Parliamo di un’area di 26 chilometri quadrati e nessuno vuole intervenire. Per questo abbiamo scritto e presentato un esposto anche per accertare perché chi doveva muoversi per provvedere alla bonifica non l’ha fatto. Sono stati spesi 3 milioni di euro per la caratterizzazione, ne servono 27 per fare la bonifica, dove sta l’impedimento?».

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Il gruppo assieme a Mirella Franco

Ad illustrare il rapporto Sentieri, indagine epidemiologica sui siti inquinati delle Marche è Paolo Squadroni di Nova Urbs: «abbiamo fatto scadere il piano di programma per l’esubero dei costi passati da 3 milioni a 10 milioni, non abbiamo trovato gli inquinatori e allora Comuni e Regioni devono trovare il modo di intervenire. La nostra domanda è semplice: cosa succede nel basso bacino del Chienti? Perché nel rapporto Sentieri si continua a vedere in questa zona un eccesso di mortalità infantile che non esiste ad esempio nell’altra area inquinata delle Marche a Falconara e in più le malattie congenite nei neonati. Ma dall’opposizione nessuno ha appoggiato la nostra richiesta di un consiglio comunale aperto sull’argomento».

Infine l’avvocato Massimo Luzi che considera un «fallimento della giustizia» non essere risaliti ai responsabili dell’inquinamento. «Sconcerta perché queste problematiche sono devastanti sotto il profilo sanitario e dovevano trovare la loro immediata reazione nelle stanze della giustizia. Parliamo di reati ambientali come l’avvelenamento di acque. Con l’esposto chiediamo al Pm di valutare quali reati sono stati commessi a causa dell’inerzia delle amministrazioni e quali danni abbia provocato alla cittadinanza la mancata bonifica». Le conclusioni politiche sono state affidate a Mirella Franco di Nova urbs: «E’ vergognoso il disinteresse della politica che non ha inserito il problema nell’ agenda elettorale. Senza salute non si può fare turismo e altre cose a cui viene data la priorità dal sindaco. Qui c’è un eccesso di mortalità e non ne parliamo. Anche l’Asur  non può non aver presente che in questa zona c’è qualcosa di strano nel modo in cui i cittadini si ammalano. Il silenzio e disinteresse della politica sono vergognosi. Cercavamo un complice e  un alleato nel sindaco nella ricerca della verità. Non ci interessa il mercurio che riempie oggi la polemica sul Chienti, ma la bonifica del basso bacino del Chienti e la scoperta delle cause per cui i civitanovesi si ammalano e muoiono».

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