Volantini con la sindaca a testa in giù,
in due a processo per minacce aggravate.
La difesa: «Non siamo stati noi»

POTENZA PICENA - In tribunale a Macerata l'udienza per i fatti avvenuti alla vigilia del 25 aprile 2020, quando in città vennero trovati diversi adesivi che ritraevano Noemi Tartabini capovolta con la scritta "Credere, obbedire, penzolare". Imputati un 38enne di Civitanova e un 44enne di Recanati. Entrambi oggi davanti al giudice hanno negato ogni addebito

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Uno dei volantini trovati a Potenza Picena all’epoca dei fatti

Volantini con la sindaca a testa in giù, in due a processo: «Non siamo stati noi». Si è svolta oggi in tribunale a Macerata la terza udienza del processo contro Andrea Rosati, 44enne di Recanati, e David Bastioli, 38enne di Civitanova, accusati di minacce aggravate al primo cittadino di Potenza Picena Noemi Tartabini.

I fatti risalgono alla notte antecedente il 25 aprile 2020. Nei giorni precedenti la Festa di Liberazione era scoppiata in città una polemica politica su come l’amministrazione aveva pubblicizzato la cerimonia ufficiale. Pd, Anpi e M5S avevano ritenuto inaccettabili le parole della sindaca che nel volantino del Comune aveva rivolto un invito a ricordare le vittime della Seconda guerra mondiale e del Covid, senza mai citare la liberazione dal nazifascismo. Qualche giorno dopo, nella notte tra il 23 e il 24 aprile, in città comparvero diversi volantini dove era raffigurata la sindaca con la fascia tricolore a testa in giù e la scritta “Credere, obbedire, penzolare”.

Arrivarono messaggi di solidarietà bipartisan per Tartabini, e partirono le indagini della Digos. Poi la notte prima del 25 aprile davanti al Comune comparve anche uno striscione in piazza con su scritto: “La storia non si cancella, 25 aprile: festa della liberazione dal nazifascimo”.  Mesi dopo, ad ottobre, la polizia chiuse le indagini e denunciò i due presunti responsabili: Rosati e Bastioli appunto. Che poi sono stati rinviati a giudizio. Secondo l’accusa, sarebbero stati loro con altri complici rimasti ignoti, a realizzare 50 volantini, portarli a Potenza Picena e affiggerne almeno otto in diverse vie della città.

I due imputati oggi, davanti al giudice Andrea Belli con l’accusa sostenuta dal pm Raffaela Zuccarini, hanno dato la loro versione dei fatti. Hanno spiegato, difesi dagli avvocati Paolo Cognini e Gabriella Ciarlantini che loro coi volantini non c’entrano niente e che l’unica iniziativa intrapresa era stata quella di appendere lo striscione in piazza. La prossima udienza è stata fissata ad aprile, quando saranno sentiti i testimoni della difesa.

(Redazione Cm)

 

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