«Padel club sospeso, maggioranza o no
quello che conta è il rispetto delle norme»

PORTO RECANATI - L'avvocato Silvia Panico, che assiste le famiglie firmatarie dell'esposto, replica all'imprenditore Gabriele Miccini

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padel-club-porto-recanati-e1619686078745-325x241«Essere minoranza o maggioranza non rileva assolutamente nulla quando c’è in ballo il rispetto della normativa, che è indipendente da sondaggi demoscopici e petizioni popolari». Inizia così la replica dell’avvocato Silvia Panico all’imprenditore Gabriele Miccini sul Padel club sospeso a Porto Recanati. Il legale assiste la famiglie che hanno presentato l’esposto da cui poi è scaturita l’ordinanza di sospensione del Comune. Secondo l’imprenditore, infatti, la maggior parte dei residenti è favorevole all’attività del centro sportivo in zona Eurovillage.

«Dichiarazioni – replica l’avvocato – che allontanano la risoluzione della vicenda perché ostentano non meglio precisate maggioranze di consensi senza però spendere una sola parola sul diritto alla salute negato a chi abita vicino ai campi da gioco, come attestato da certificazioni mediche e da rilevazioni fonometriche incontrovertibili, anche di un ente pubblico. Non si tiene in debito conto il disagio percepito da 26 nuclei familiari, che non sappiamo se rappresentino il 40, il 50 o il 60% degli abitanti raggiunti dall’incessante rumore del gioco del padel e dalle esternazioni concitate degli sportivi, ma sappiamo che portano avanti dignitosamente e a loro spese, una iniziativa legale da circa due anni, senza che la società, almeno fino a pochi giorni fa, abbia loro mai dato ascolto».

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L’avvocato Silvia Panico

«L’ordinanza 138 parla chiaro – sottolinea il legale – deve essere sospeso ciò che causa l’attività rumorosa e va trasmesso un piano di bonifica, che deve essere approvato dall’Arpam, e poi vanno realizzati e verificati tutti (non uno di meno) gli interventi in esso previsti necessari a ricondurre le emissioni acustiche entro i limiti di legge. Fatto ciò (non un secondo prima) l’attività potrà legittimamente riaprire e prosperare, cosa che – ribadisco – ci auguriamo tutti, a cominciare dai miei assistiti. Non vogliamo però – conclude – in alcun modo dover scegliere tra degrado e diritto alla salute ed al riposo, minati da un rumore martellante che spesso va quasi ininterrottamente dalle 8 di mattina alle 23, ma a volte anche oltre».

 

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