Mega parco eolico a Caldarola?
«Paradossale osteggiare questi progetti,
la crisi climatica ci riguarda tutti»

LEGAMBIENTE interviene sul progetto che prevede 12 pale da 200 metri ciascuna e che ha già incontrato la contrarietà dei sindaci: «E’ chiaro che la realizzazione di grandi impianti richiede un’attenzione maniacale per i luoghi. Ma non possiamo comportarci come se fossimo esenti dal dover partecipare alla transizione energetica del paese»

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Una prospettiva di come sarebbe il maxi impianto eolico

«Le Marche stanno vivendo un paradosso. Di fronte ad una crisi climatica che sta pesantemente impattando su tutti i territori ed una crisi energetica che a livello globale alimenta le tensioni tra gli Stati, ogni progetto di grande impianto per la produzione di energia pulita, viene osteggiato ad oltranza, rallentando ed impendendo un processo di transizione ecologica imprescindibile per la lotta al cambiamento climatico, come sta succedendo in questi giorni a Caldarola di fronte ad un progetto di parco eolico».

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Marco Ciarulli responsabile scientifico Legambiente Marche

E’ quanto dice Legambiente Marche, che interviene sulla vicenda del maxi progetto di una multinazionale norvegese che vorrebbe installare 12 pale eoliche da 200 metri di altezza ciascuna nel territorio di Caldarola. L’altro giorno in un summit tra i sindaci dei comuni interessati (oltre a Caldarola, Serrapetrona, Camporotondo, Cessapalombo, Fiastra, Valfornace e Belforte e l’Unione Montana Monti Azzurri) è arrivata una netta presa di posizione contraria al progetto, soprattutto perché secondo gli amministratori mancherebbe le garanzie ambientali.

«Nelle Marche oltre il 70% del nostro fabbisogno energetico viene coperto grazie all’integrazione con le altre regioni, dimostrando una scarsa autosufficienza energetica– dichiara Marco Ciarulli, presidente di Legambiente Marche – e ci posizioniamo come ultima regione in Italia per produzione di energia. Non possiamo comportarci come se fossimo esenti dal dover partecipare alla transizione energetica del paese. Abbiamo bisogno di ridurre i consumi, di lavorare sull’efficientamento energetico ma soprattutto di produrre energia pulita. L’energia prodotta da fonti rinnovabili è l’unica strada per sopperire alla crisi climatica e mettere un freno alla crisi energetica che sta mettendo in difficoltà imprese e famiglie. E per avere energia pulita avremo bisogno di realizzare tanti impianti. Dalle comunità energetiche fino ai grandi impianti che ad oggi purtroppo, non vengono trattati con la serietà che meriterebbero, come se la transizione energetica non riguardasse anche la nostra regione».

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La richiesta di energia delle Marche nel 2021

Stando ai dati forniti da Legambiente, nelle Marche il fabbisogno energetico del 2021 corrisponde a 7596,3  gigawattora  con una capacità di produzione netta di 2313,2 gwh, per un deficit energetico di 5283,1 gwh (circa il 70% del fabbisogno totale). «L’unica fonte di energia rinnovabile che nelle Marche riesce a dare un contributo degno di nota è il fotovoltaico, con 1293,1 gwh di energia prodotta – sottolinea l’associazione – tutte le altre fonti, sono praticamente trascurabili, come ad esempio l’eolico, con appena 36,6 gwh di produzione (nemmeno lo 0,5% del fabbisogno totale)». «E’ chiaro che la realizzazione di grandi impianti richiede un’attenzione maniacale per i luoghi interessati – conclude Ciarulli – ed è fondamentale che si dia la giusta importanza allo strumento della partecipazione dei territori, perché anche impianti importanti come l’eolico e il moderno agrivoltaico vanno fatti bene, in luoghi idonei. Quello che ad oggi manca è un sano dibattito sulla necessità di queste infrastrutture, spesso osteggiate con motivazioni e pretesti irragionevoli. La crisi climatica sta modificando permanentemente i nostri luoghi, non la realizzazione di impianti come l’eolico».

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Il deficit di energia delle regioni italiane

 

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