«Al sindacato mi hanno detto che avevo diritto a percepire il Reddito di cittadinanza perché avevo il permesso di soggiorno a tempo indeterminato», assolta dal gup. Quello di una donna di 30 anni, marocchina, residente a Civitanova, che oggi è stata prosciolta in udienza preliminare al tribunale di Macerata, non è il primo caso in cui ci sono persone che finiscono sotto accusa per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza e che lamentano di non essere stati informati adeguatamente quando sono andati a fare domanda.
La 30enne marocchina, ha sostenuto la difesa (la donna è assistita dall’avvocato Tiziano Luzi), nel 2020 era andata ad informarsi per sapere se avesse diritto al reddito di cittadinanza.
L’avvocato Tiziano Luzi
«Le hanno detto che siccome aveva il permesso a tempo indeterminato non era necessario il requisito dei 10 anni di residenza – spiega l’avvocato Luzi -. Lei sé è fidata. Nel corso delle indagini è stata anche sentita una amica che era andata con lei al sindacato e che ha confermato che le era stato detto che aveva diritto al reddito di cittadinanza perché aveva il permesso di soggiorno a tempo indeterminato». La 30enne marocchina era accusata di aver percepito da novembre 2020 a ottobre 2021 circa 6.100 euro di reddito di cittadinanza e questo avendo affermato falsamente, dice l’accusa, di risiedere in Italia da oltre 10 anni. Decisivo per l’assoluzione il fatto che la donna non avesse firmato alcun documento in cui attestava che da 10 anni risiedeva in Italia. Il giudice Domenico Potetti l’ha assolta «perché il fatto non costituisce reato».
(Gian. Gin.)
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