Il presepe realizzato dalle tre consigliere
«Il nostro presepe non ha grandi pretese; vuole solo testimoniare l’identità culturale e religiosa della nostra città, senza che ciò contrasti con la concezione di laicità delle istituzioni ed essere segno di richiamo per quanti nei giorni a venire visiteranno la nostra bella Civitas Mariae». Con questa mission le consigliere di maggioranza Antonella Fornaro (UdC), Laura Orazi (Lega) e Sabrina De Padova (Lista Sandro Parcaroli Sindaco) si sono date un gran daffare ieri pomeriggio per allestire il presepe nella vetrata della biblioteca Mozzi-Borgetti, che dà sulla piazza della collegiata di San Giovanni.
«Semplice e decoroso – così lo descrivono le consigliere – con riserva di primazia alla Sacra Famiglia, usando un po’ del materiale dello scorso anno, con qualche elemento di novità».
«Abbiamo voluto introdurre ad esempio la Bibbia, aperta, all’impiedi; di lato, ma in evidenza. Un omaggio alla Parola di Dio, così gravemente offesa nel consiglio comunale del 28 novembre scorso. Ci sembrava doveroso» chiarisce Antonella Fornaro.
«Tutti, anche i non cristiani e financo gli atei, potranno scorgere nel presepe delle consigliere quello straordinario messaggio di pace, di solidarietà, di civile convivenza tra i popoli e di speranza nel futuro che il presepe ancora oggi rappresenta» concludono le tre consigliere.
Il presepe dei consiglieri comunali allestito alla Mozzi Borgetti
L’importanza del presepe divide il Consiglio «E’ un simbolo di gioia» «Esibizionismo religioso»
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Almeno una cosa buona …brave era ora
Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio» (latino: Réddite quae sunt Caésaris Caésari et quae sunt Dei Deo) è una frase attribuita a Gesù nei vangeli sinottici, in particolare nel Vangelo secondo Matteo 22,21.
Non mischiamo la fede con la politica.
Il presepe e l’albero fanno parte della nostra coltura occidentale, e rispettiamo anche gli altre civilta’.
Presepe di lotta e di governo.
Un presepe così assertivo e identitario, con questa “Bibbia all’impiedi” che è tutto un programma, non ammette dissensi e rifiuti: “anche i non cristiani e financo gli atei potranno scorgere” il solito stucchevole “straordinario messaggio di pace, solidarietà…”. Ma qui casca l’asino con il bue, perché dal culto dell’identità si passa al trito ecumenismo, mentre il Verbo che si fa carne, nella rappresentazione della Natività e nella vita vera, provoca confronto e divisione, suscita la libertà e la fede…
Intanto, per celebrare la laicità delle istituzioni si dovrà aspettare l’arrivo dei tre re Magi, già in cammino verso la civitas Mariae non per visitare il presepe riparatore delle tre consigliere ma per cercare il Bambino, se lo trovano, in mezzo a cotanta “riserva di primazia alla Sacra Famiglia”.