Lucia Isolani
di Gianluca Ginella
«Buona giornata mondiale», Lucia Isolani, direttrice dello Spsal di Macerata, ufficio chiave per la sicurezza su lavoro, saluta così rispondendo al telefono per una intervista programmata per parlare della situazione degli infortuni sul lavoro. Oggi è la giornata mondiale per la salute e sicurezza sul lavoro. E Isolani sin dalla sua risposta mostra quanto tenga a questa battaglia che è garantire a chi lavora un ambiente sano e tutte le tutele per evitare infortuni.
Non solo, è anche al lavoro per andare oltre e l’Area vasta 3 sta sperimentando un esoscheletro che servirà ad evitare infortuni professionali e a lavorare meglio proteggendo la salute di spalle e schiena perché non verranno sforzati. Una sperimentazione che mostra che il lavoro dello Spsal (Servizio prevenzione sicurezza ambienti di lavoro) è a 360 gradi e non si ferma ai controlli in aziende e a interventi in seguito a infortuni. Infortuni che purtroppo nei primi quattro mesi del 2022 sono stati parecchi. «Abbiamo un numero enorme di indagini nei primi quattro mesi del 2022 – spiega Isolani -. Faccio riferimento al dato del 2021, quando lo Spsal ha preso in carico 441 indagini per infortunio nell’arco di 12 mesi, e già sono molte, di cui 88 di pronta disponibilità, per codici gialli e rossi. Nel 2022 abbiamo in questi primi 4 mesi 224 indagini per infortuni sul lavoro. Mentre per malattie professionali ne abbiamo avute 825 lo scorso anno e già 230 quest’anno».
Che tipo di infortuni registrate?
«Tanti sono successi anche fuori dall’edilizia anche per cose sciocche, come una scala non a norma che ha prodotto infortuni gravi e gravissimi».
Perché tanti infortuni?
«La sensazione è che ci sia stato un abbassamento dei livelli di attenzione e risulti prevalente la necessità di lavorare, di guadagnare anche a discapito delle attenzioni basilari. Il primo è il lavoratore stesso che pur di lavorare, tralascia quelle misure che sono basic per la sua sicurezza, credo che questo abbia inciso moltissimo».
Dunque una conseguenza della pandemia?
«Abbiamo perso molto di quello che avevamo guadagnato prima del covid, ho la sensazione che il Covid abbia deviato l’attenzione, abbiamo dato priorità ad altro. La percezione del rischio è stata alterata e si vede perché infortuni e malattie professionali sono tante».
Quali sono le patologie professionali più comuni?
«Questo è un territorio manifatturiero importante, abbiamo soprattutto patologie muscolari a schiena e braccia, sono tantissime. Siamo la seconda provincia in Italia per denunce di malattie professionali muscolo-scheletriche. Significa comunque che c’è anche grande attenzione su questo tipo di patologie».
La ricostruzione…
«La nostra specialità è diventata la ricostruzione del sisma, abbiamo il più grande cantiere d’Europa. Ci occupiamo di controllo dello stato di salute dei lavoratori, controlli nei cantieri, attività di formazione. Abbiamo a giugno un grande convegno formativo sulla ricostruzione. Abbiamo destinato moltissime risorse sulla ricostruzione».
Avete personale sufficiente?
«No, stiamo ancora aspettando del personale. L’anno scorso abbiamo supplito alla carenza degli ispettori con personale che ha lavorato il doppio dell’orario pur di portare a casa gli obbiettivi che erano necessari. Parliamo di un lavoro che è stato mostruoso, i controlli nei cantieri col caldo, sotto la pioggia, non sono facili. C’è anche un clima di tensione. Sono ispettori di lungo corso quelli che abbiamo e sono molto bravi perché riescono a far rientrare situazioni che potrebbero essere pericolose. È vero che spesso usciamo con le forze dell’ordine, ma non è un mestiere facile e servono qualifiche particolari».
Quanto personale vi sarebbe necessario?
«Già se avessimo tre ispettori in più rispetto a quelli che abbiamo adesso non sarebbe male. Al momento abbiamo un ispettore a Matelica, sei a Macerata e due a Civitanova. Ritengono che l’attenzione al nostro settore sia doverosa, non è un mestiere facile. Arriviamo tardi rispetto alle esigenze attuali, perché numericamente non abbiamo un organico adeguato. Un maggior numero di ispettori ci garantirebbe di lavorare in un orario più ampio».
Ricorda qualche infortunio particolarmente grave avvenuto negli ultimi mesi?
«Più che questo quello che colpisce è che anche il caso più semplice inizia a diventare complesso. Anche quando arriva la chiamata del 118 e sembra semplice la situazione in cui è avvenuto l’infortunio, in realtà non lo è, magari poi vengono fuori carenze documentali, formative. Visite mediche carenti, che magari non ci sono state. Evidentemente in momenti di crisi si inizia a tagliare, per risparmiare, dove si può. Su molti infortuni ci sono indagini in corso, la sensazione è che sia stato abbassato il livello di guardia, per via del Covid».
In edilizia quali sono i problemi più comuni?
«Soprattutto i ponteggi, la mancata difesa delle aperture, mancate recinzioni, cantieri non adeguatamente registrati, la formazione».
E il badge di cantiere?
«È obbligo di legge che ogni lavoratore deve avere un badge, la presenza di lavoratore con un cartellino lo identifica come lavoratore in regola. Con questo strumento e i controlli il lavoro irregolare sarebbe completamente evitato. Chi lavora bene ha tutto il vantaggio a promuovere il badge di cantiere, non teme i controlli fatti in maniera seria. Noi non andiamo a cercare il pelo nell’uovo ma vogliamo solo che i lavoratori siano in sicurezza».
Oltre i controlli quali sono gli altri impegni dello Spsal?
«I controlli ci impegnano moltissimo ma facciamo anche molte altre cose. Ad esempio prevenzione, e anche convegni e un progetto sperimentale su un esoscheletro, un laboratorio per il reinserimento dei lavoratori dopo malattie e infortuni. Con il prefetto poi stiamo pensando a incontri nelle scuole per parlare di sicurezza. Ritengo che entrare nelle scuole sia fondamentale. È una questione di cultura della sicurezza. Ci credo moltissimo e credo moltissimo alla formazione. Ad esempio il 12 magio avremo un incontro alla Domus San Giuliano di Macerata sul burnout, l’esaurimento psicofisico del lavoratore. Un tema che interessa tanti settori, a partire da quello sanitario».
L’esoscheletro
E l’esoscheletro?
«Stiamo facendo una sperimentazione. Si tratta di un giubbino che indossi e ti consente di muovere le braccia al di là della gravità, non senti più il peso, bypassi il problema di spalla, gomito, polso che magari non riusciresti a muovere più. È notevole questa sperimentazione per un lavoratore, vogliamo rendere i luoghi di lavoro quanto più vivibili possibile. Lo stiamo sperimentando come Area vasta 3, significa andare oltre i limiti di età o di qualche patologia. Se funziona a quel punto dovrebbero essere le aziende a produrlo. Con questo giubbino il braccio non si stanca e possono fare cose impressionanti, potrebbe essere una prevenzione primaria».
Altre attività?
«Abbiamo fato un lavoro di un anno nelle aziende vitivinicole, su salute, sicurezza, vaccinazione antitetanica. Siamo soddisfatti di questa attività e devo dire che la differenza tra prima e dopo si vede».
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Con 42 anni di lavoro, qualunque esso sia, altro che malattie professionali .
Questo è dovuto a tutti quei lavoratori interinali costretti a lavori massacranti con la speranza di poter essere assunti in ditta
Basta dare il reddito di cittadinanza a tutti .. chiedete a me che vi risolvo i problemi nooo!! Politicanti senza idee
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