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L’ora legale e gli effetti sulla salute,
il “sonnologo” Alberto Tubaldi:
«Provoca una sorta di jet lag»

MACERATA - Lo pneumologo del polo di Villalba spiega cosa accade negli esseri viventi con lo spostamento in avanti delle lancette: «Ci sono persone che si adattano rapidamente e altre che richiedono settimane. Nei giorni seguenti al cambio di orario aumentano del 40% gli incidenti, soprattutto sono coinvolti i motociclisti»

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Il dottor Alberto Tibaldi

di Alessandra Pierini

«Sull’ora legale al momento le motivazioni economiche sono preponderanti ma questo non vuol dire che non ci siano ripercussioni sullo stato di salute». Il dottor Alberto Tubaldi, pneumologo e “sonnologo” del polo diagnostico Villalba di Macerata.  Alberto Tubaldi, ha lavorato per 40 anni all’ospedale di Macerata. Trenta di questi nel reparto di Pneumologia, dove è stato primario per 20 anni. In tutti questi anni ha avuto modo di osservare, tra l’altro, gli effetti del cambio di orario sul sonno.

Dottor Tubaldi, in questo momento dell’anno col passaggio dall’ora solare all’ora legale si riaccende il dibattito su pro e contro. Lei cosa ne pensa?
«Ci sono motivazioni di carattere economico che in questo momento sono preponderanti. Basti pensare che è stato calcolato un risparmio di quasi 190 mln di euro in 7 mesi di ora legale. Ma le ripercussioni sullo stato di salute ci sono. Non sono drammatici ma effetti significativi ci sono, tanto che alcuni esperti propongono di introdurre l’ora legale tutto l’anno per evitare il passaggio da un orario all’altro».

Perchè il cambio di orario ci fa sentire strani?

«Dobbiamo partire dal ritmo circadiano degli esseri viventi, una sorta di ciclo delle funzioni vitali geneticamente determinato che si modella sull’alternarsi di luce e buio. Questo ci permette di adattarci all’andamento della giornata. Non si tratta solo del ritmo sonno veglia. Ad esempio ci sono funzioni legate sono al sistema nervoso centrale, ma anche le funzioni cardovascolari, la pressione arteriosa e frequenza cardiaca, il metabolismo e la temperatura corporea, oltre alla produzione di ormoni come il cortisolo e la melatonina. La produzione di melatonina ad esempio è regolata dalla luce del giorno, mentre il buio stimola il rilascio. Sarebbe buona norma, ad esempio per chi soffre di insonnia,  evitare nel tardo pomeriggio l’esposizione alle sorgenti numerose (comprese tv, smartphone e tablet)».

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Il polo di Villalba

Come interviene l’ora legale nel ritmo circadiano?

«Provoca un piccolo jet lag che si ripercuote innanzitutto sulla quantità e qualità del sonno, non solo il giorno del cambio ma anche nei giorni seguenti. Ci sono persone che si adattano rapidamente e altre che richiedono settimane. La deprivazione del sonno può provocare eccessiva sonnolenza e rallentamento dei riflessi di giorno che si traducono in aumento del rischio di incidenti stradali che aumentano del 40% e coinvolgono, chissà perché, soprattutto i motociclisti. Su questo c’è uno Studio di Università di Oxford con il Ministero dei Trasporti inglese. Ma aumentano anche incidenti sul lavoro e domestici. Si riduce invece il rendimento scolastico e lavorativo, compromessi in qualcuno per qualche settimana. Si arriva persino all’aumento dei tentativi di suicidio perché cresce la tendenza depressiva. Un fenomeno difficile visto che la luce tende a ridurre la depressione».

Ci soffre di più del cambiamento di orario?

«Ognuno di noi ha una sua capacità di adattamento. In linea di massima la popolazione viene distinta in gufi che tendono ad andare a letto tardi e a dormire di più la mattina e allodole che crollano presto la sera e la mattina sono molto attive. Se spostiamo le lancette in avanti, andiamo a penalizzare i gufi e sono loro che dovrebbero soffrire di più. Tra l’altro è dimostrato che il buon sonno è fondamentale anche per il sistema immunitario. Inoltre il cambio d’orario incide negativamente su chi ha già delle patologie, gli effetti del cambiamento sono pesanti su chi soffre di insonnia e apnee subdirette ad esempio».



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