Il taglio del nastro della clinica: da sinistra il vescovo Marconi, l’ad Brizioli, il sindaco Parcaroli e la consigliera provinciale Rosalba Ubaldi
di Luca Patrassi (foto Fabio Falcioni)
Villalba ha riaperto oggi i battenti, ma dal cuore e dai ricordi della città non era mai uscita. Una storia lunga sessanta anni o quasi, con qualche piccola interruzione, del resto non si cancella, troppi i ricordi, le storie, anche di famiglia, che in quegli spazi si sono consumate ed hanno visto protagoniste tante generazioni di maceratesi.
L’interno della struttura
Tradizione ed innovazione come è stato osservato nel corso degli interventi che hanno fatto da prologo al taglio del nastro. Bella la struttura, bellissimo l’ambiente con un panorama da cartolina. In più grande attenzione anche ai particolari, con alle pareti splendide foto di scena dello Sferisterio realizzate da Massimo Zanconi, e un’opera dell’epoca della prima Villaba di Wladimiro Tulli. Era la clinica della città e tale è rimasta anche dopo il restyling. Non a caso oggi, per il debutto, sono scesi in campo maceratesi da un anno di età a diversi decenni. La proprietà della clinica è cambiata, ora è in mano al gruppo Kos, ma oggi c’erano comunque anche i fondatori e i loro eredi, a significare che quello di Villalba – i cui reparti ora hanno preso il nome dalle donne dell’opera lirica: Carmen, Tosca, Aida e Norma – è un patrimonio che resta della città.
Ester Graziosi e Gabriele Caraffa
Ed allora tra gli altri c’erano Ester Graziosi e sua figlia Eleonora Lampa, Fabio Tombesi, Enrico, Giancarlo e Marco Caldarelli, c’erano diverse generazioni di medici, da Giuseppe Musolino ai fratelli Gabriele e Giorgio Caraffa, Gianni Genga, Piero Ciccarelli, Maurizio Del Gobbo, c’erano ovviamente il sindaco di Macerata Sandro Parcaroli, Rosalba Ubaldi in rappresentanza della Provincia, il vescovo Nazzareno Marconi, la dirigente dell’Area Vasta 3 Daniela Corsi, la presidente della Fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti, l’avvocato Renato Perticarari, Alberto Carelli e Giorgio Patrizi. C’erano tanti maceratesi curiosi di riaffacciarsi in spazi che appunto appartengono alla memoria collettiva. C’era, soprattutto, Enrico Brizioli, ad del gruppo Kos Care, maceratese di nascita e di formazione che «con onore ed orgoglio», probabilmente emozionato, ha spiegato i contenuti della nuova Villalba, ne ha sottolineato il radicamento ed ha ringraziato i presenti e le imprese che hanno realizzato l’opera, Intermesoli e Emiliani.
Enrico Brizioli con il sindaco Parcaroli
«Con il taglio del nastro di oggi – ha detto Brizioli – andiamo anche a creare nuovi posti di lavoro nel territorio con l’assunzione delle numerose figure professionali di cui una struttura sanitaria articolata in molti servizi come questa necessita». Come Villalba, anche Enrico Brizioli è un riferimento sicuro per la città e, non a caso, ad applaudire per primo il suo intervento è stato il presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Macerata Romano Mari, rara figura di medico e di politico che ha un preciso senso delle Istituzioni e dell’impegno civico. Il sindaco Sandro Parcaroli ha esaltato la bellezza della struttura – la stessa che vorrebbe per il nuovo ospedale, quando si farà – e ricordato che «ha una missione importante: prendersi cura dei nostri anziani e aiutarci a fare prevenzione. Per questo il Comune sarà vicino a questa struttura e sarà un esempio importante di collaborazione tra pubblico e privato».
Renato Perticarari e Romano Mari
Che Villalba sia una storia maceratese emerge anche dall’intervento di una emozionata Rosalba Ubaldi: «Mio figlio è nato qui 44 anni fa, al Santo Stefano mi lega un percorso professionale durato 42 anni, oggi mi trovo in una Rsa realizzata dalle stesse imprese di quella struttura che mi ha visto muovere i miei primi passi da dirigente. In più, non ultimo, è anche un’importante occasione di lavoro: la diagnostica si fa con le apparecchiature, la sanità – è bene ricordarlo – si fa con le persone che assistono i pazienti».
Il vescovo Marconi ha sottolineato «il ruolo della Chiesa, di mettersi a disposizione per collaborare in questo caso tra il pubblico e il privato, tenendo presente gli insegnamenti di don Milani, occuparsi dell’altro fare qualcosa». Nella nuovissima struttura sanitaria di via Robusti 37 trovano spazio una Rsa da 4 mila metri quadrati e 80 posti letto, un polo diagnostico da 1200 metri quadrati con strumentazioni all’avanguardia (tra cui una risonanza magnetica nucleare di ultimissima generazione da 1,5 tesla) e un centro ambulatoriale con attività di numerose specialità come Cardiologia, Chirurgia, Ortopedia, Urologia, Dermatologia, Neurologia, Terapia del Dolore, Gastroenterologia ed altre in via di implementazione. Riprende inoltre l’attività la storica Clinica Dentale con l’èquipe di professionisti già attiva alle Cliniche Dentali Santo Stefano e Villa dei Pini. All’esterno e in copertura (con accesso da via Roma) aree parcheggi a servizio degli utenti e degli operatori. Un investimento importante – 11 milioni di euro – quello sostenuto dal gruppo Kos.
«Restituiamo al territorio un vero e proprio polo sanitario specialistico – ha commentato Giuseppe Vailati Venturi, amministratore delegato del Gruppo Kos – un tassello in più nella crescita e nel posizionamento del nostro Gruppo come punto di riferimento sanitario innovativo e di alta professionalità in una regione, le Marche, che ci vede già posizionati come Gruppo leader nella riabilitazione ad alta complessità delle gravi cerebrolesioni con le Case di Cura del Santo Stefano Riabilitazione e operativi con diversi centri ambulatoriali specializzati; presenti sul fronte dell’assistenza agli anziani con le Rsa Anni Azzurri; attivi nell’area medicina per acuti con l’ospedale Villa dei Pini di Civitanova». Monica Pennesi, direttrice della struttura ha sottolineato: «Villalba seguirà una innovativa gestione della residenzialità per anziani e garantirà un elevato livello clinico assistenziale, anche attraverso il collegamento e supporto con un polo diagnostico all’avanguardia».
La protesta dei Cobas all’ingresso
Infine non poteva mancare la protesta: alcuni sindacalisti Cobas hanno esposto striscioni lamentando il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro. Ma Villalba è Villalba: ed allora entrano la splendida signora che c’era ed era tale anche nel 1963 e una bambina che si muove a suo agio perlustrando le nuove stanze con il padre a farle da guida. Come dire che passato, presente e futuro spesso si incontrano anche dove e come non te lo aspetteresti: a meno di non conoscere Villalba, ed allora ti spieghi anche subito perché già ieri mattina c’erano tanti curiosi in fila per andare a vedere come si è trasformata.
Rsa, polo diagnostico e clinica dentale: sabato riapre Villalba «Sarà un riferimento sanitario»
Rosi Del Balzo con Alberto Carelli, Piero Ciccarelli e Giorgio Caraffa
Andrea Intermesoli e Giorgio Caraffa
Ester Graziosi con il sindaco Parcaroli, Andrea Intermesoli e Giorgio Caraffa
Rosaria Del Balzo con Romano Mari e Piero Ciccarelli
Silvia Tomboleoni ed Enrico Brizioli
Bellissima complimenti
Ooo una bella foto
Da tempo che ci si lavora.cosa eccelsa x macerata.
a saperlo partecipavo
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COMPLIMENTI, MA NON POTEVA ESSERE DIVERSAMENTE.
RIGUARDO AI COBAS FORSE QUALCHE RAGIONE L’AVRANNO VISTO IL MOTIVO DELLA PROTESA
Villalba riapre e riprende ad operare ma non sarà un ospedale come fu agli inizi della sua attività quando la medicina di qualità si poteva fare anche nelle piccole strutture. Ora sarà RSA e polo diagnostico, tutte attività a basso impatto medico e quindi ad elevato valore aggiunto. E ciò giustamente perché il privato avendo investito 11 milioni vuole rientrare prima possibile dall’investimento e cominciare anche a guadagnare. Sono peraltro attività che l’aumento della aspettativa di vita fa ritenere saranno sempre più necessarie. Quindi non un nuovo ospedale ma un polo diagnostico con RSA, privato, presumibilmente convenzionato con il servizio sanitario nazionale.
Chiarito questo bisogna fare ulteriori due considerazioni.
La diagnostica pubblica e le RSA pubbliche dovrebbero essere efficienti come quelle private per garantire una sana concorrenza. Inoltre quando il pubblico stipulerà la convenzione con il privato dovrà farlo tenendo conto soprattutto dell’interesse pubblico e non dei desideri del privato.
Scorrendo l’articolo leggo di primari che, collocati in pensione, rientrano nel mondo del lavoro a pieno titolo e con importanti incarichi. Ho sempre pensato che soprattutto in ambito sanitario un medico ospedaliero pensionato possa essere una risorsa come tutor dei giovani medici che si affacciano alla professione; questo naturalmente se si è fisicamente in grado e disposti a farlo a titolo di volontariato; altrimenti sarebbe più opportuno che il pensionato si dedicasse alle attività proprie del suo stato, purché non sia il vecchio lavoro, dal momento che anche ISTAT lo definisce ‘persona ritirata dal lavoro’.
Un pensiero mio personale va al Dott. Paolo Lampa che ha fatto nascere mio figlio Luca.
Un pezzo di cuore è li, Matteo ci è nato.
A sette mesi mi ricoverano per una forte intossicazione , Paolo Lampa con il dott.massi mi coccolavano, Cardarelli miscelava farmaci per ripristinare il tutto…alla dimissione Cardarelli vuole scommettere una cena…..se Matteo nasceva con gli occhi celesti la cena la pagava lui, se li aveva scuri come il padre pagavo io.