Monsignor Luigi Conti
Una voce limpida, un uomo dalla cultura immensa, che non ha mai mancato di accogliere, ma anche di chiamare alla riflessione la politica, rimproverando quando il mondo andava in una direzione diversa da quella della legge del cuore. Si è spento questa mattina all’ospedale Murri di Fermo monsignor Luigi Conti, vescovo di Fermo e di Civitanova. Una notizia che ha rattristato i fedeli che lo ricordano come un uomo minuto ma dal carattere volitivo. Monsignor Conti era nato nel 1941 ad Urbania, ha frequentato il liceo e gli studi filosofici e teologici nel pontificio Seminario Regionale “Pio XI” di Fano. Ha conseguito la licenza in teologia presso la Pontificia Università Lateranense negli anni 1967-1968 dove ha acquisito anche il dottorato. Ordinato presbitero nel 1965 per la diocesi di Urbania e Sant’Angelo in Vado, dal 1978 al 1988 è stato incardinato nella diocesi di Roma dove ha svolto il ministero di parroco del Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, quartiere Prenestino. Il ritorno nelle Marche è datato 1996 eletto alla sede di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia e ordinato Vescovo il 21 settembre 1996, con inizio del ministero episcopale in Diocesi il 28 settembre 1996. Il 13 aprile 2006 è stato eletto Arcivescovo Metropolita di Fermo. Ha ricoperto nella sua missione numerosi e prestigiosi incarichi: membro della Commissione Episcopale della Cei per il clero e la vita consacrata, membro della Commissione mista Vescovi religiosi istituti secolari, Presidente della Conferenza episcopale marchigiana dal 2005 al 2015. Dal 3 giugno al 27 settembre 2013, fu anche amministratore apostolico “sede plena” di Ascoli a causa dell’aggravarsi delle condizioni di salute dell’allora vescovo Silvano Montevecchi che venne ricoverato a Imola nell’aprile 2013. Dopo la morte di Montevecchi, monsignor Luigi Conti diventò “amministratore apostolico sede vacante” di Ascoli. E fu proprio lui, il 12 aprile 2014 ad annunciare nell’Episcopio di Ascoli la nomina del nuovo vescovo Giovanni D’Ercole. Dal 14 settembre 2017, a seguito dell’elezione ad arcivescovo di Fermo di Monsignor Rocco Pennacchio, aveva assunto l’incarico di amministratore apostolico e Arcivescovo Emerito. Il funerale sarà celebrato a Fermo, in cattedrale, sabato 2 ottobre alle 10.
L’Arcivescovo di Fermo, Rocco Pennacchio, invita alla preghiera per monsignor Luigi Conti, Arcivescovo emerito, che ha raggiunto la Casa del Padre dopo aver compiuto l’ultima parte della vita unendosi più strettamente a Cristo nella sofferenza generata dalla malattia, vissuta con la riservatezza che lo contraddistingueva.
«Monsignor Conti – scrive il vescovo – è stato il Pastore accorto e sapiente che ha accompagnato le persone a lui affidate ai verdi pascoli della pienezza di vita in Cristo. La sua è stata una guida pastorale attenta e discreta. Ringraziamo il Signore, in particolare, per l’amore alla Parola che in modo speciale ha saputo spezzare per l’edificazione del Popolo di Dio, lo spirito di paternità verso i presbiteri e specialmente i diaconi permanenti, che ha costantemente accompagnato negli anni del suo ministero e l’attenzione a nuove forme di vita apostolica».
Con moltissima umiltà un grandissimo apostolo.
Sentite condoglianze
R.I.P
R.I.P
R I p
R.i.p.
R.i.p
R I P
RIP
brava persona bravo sacerdote bravo vescovo
Condoglianze
Condoglianze!!!!
Bravissima persona, condoglianze alla famiglia
Mi ricordo quando veniva a Santa Maria in Selva, una persona stupenda,condoglianze alla famiglia
R. I. P. dal cielo continua a pregare x tutta l'Umanita
Ne sono addolorata uomo di grande fede.
R.P.I. Condoglianze
Si nella gioia del signore proteggici dal cielo condoglianze
R.I.P.
R.i.p.
R. I. P.
R.i.P.
Rip in pace
R.I.P.
R.i.p.
Ho appreso la notizia con grandissima pena. Voglio esprimere la mia gratitudine a Dio per tutto cio`che ho ricevuto dal Vescovo che mi ordinó Il 27 maggio nel Giubileo del 2000, per avermi condotto con suavita` e forza a ricevere questo il dono del presbiterato nella diocesi di Macerata. Un affettuoso saluto a tutti.
Sentite condoglianze
Condoglianze
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Non aveva un carattere facile. Abituati ai sorrisi e alla bonomia di Tarcisio Carboni, il salto si fece sentire. Riservato, taciturno, lui stesso aveva peraltro dichiarato “Non è facile fare il vescovo dopo un santo”. Ricordo di averlo salutato con entusiasmo, quando se ne andò a Fermo. E non avrei mai creduto – come invece dopo successe – di avere occasione di tornarci a parlare, e molto diffusamente, invitato proprio da lui nel suo nuovo episcopio fermano. E lì fu una scoperta: di umanità, di semplicità, di umorismo, di enorme sensibilità; gli dissi “Ora ho capito, con lei si può anche litigare perché prima di essere un prete lei è un uomo”. E lui, ammiccando sorrise: “Ah sì, questo sì!”. Ricordo benissimo quel giorno, in cui ci chiarimmo a lungo e ci riconciliammo anche con un po’ di reciproca commozione. Negli anni che seguirono, quando ci sentivamo mi mandava sempre i saluti per Macerata e i maceratesi, e anche per Cronache Maceratesi che – con la scusa dei miei corsivi – dimostrava di gradire e di leggere spessissimo.
Mi dispiace non averlo potuto salutare come avrei desiderato. Sono certo però che dal Cielo, insieme a quell’altro gigante che è stato Mons. Tarcisio Carboni, sarà vicino alle nostre sorti, singole e cittadine.
Riposa in pace Eccellenza, ti ricorderò sempre con immenso affetto
Non ho conosciuto personalmente Monsignor Conti quando era nostro Vescovo a Macerata, ma di lui ho sempre apprezzato l’alto livello culturale e umano che, e questo è importante, sapeva trasmettere.
Incontrai Monsignor Luigi Conti in un’unica occasione, sufficiente per intendere alcune sue doti: grande cultura, umanità, fine intelligenza. Da lui ricevetti uno dei più bei complimenti che io abbia mai ricevuto. Venne a sorpresa in Cattedrale a Tolentino dove recitavo “Gli ultimi 36 santi delle Marche”, spettacolo nell’ambito dell’omonimo progetto ideato con Silvio Craia e Giovanni Prosperi. Al termine della recita volle conoscermi, entrò in sacrestia e stringendomi la mano mi disse: “Lei … o ha una gran fede … o recita benissimo”. Spiazzato e imbarazzato risposi solo con un sorriso.