I cento fisarmonicisti dello Sferisterio
di Marco Ribechi (foto di Fabio Falcioni)
Trovare cento musicisti su un palco rappresenta una situazione piuttosto anomala. Ancor di più se i cento musicisti imbracciano tutti all’unisono lo stesso strumento. Se poi si tratta di fisarmoniche, decise a dimostrare che il loro suono può andare oltre gli stereotipi della musica popolare, allora ci si trova al cospetto di un vero e proprio esperimento musicale con cui c’è da divertirsi.
Enrico Melozzi
Questo è stato lo spirito che ha dominato nella notte di ieri lo Sferisterio di Macerata dove cento e più fisarmonicisti hanno partecipato al concerto orchestrato dal Maestro Enrico Melozzi e coordinato da Massimiliano Pitocco. Tra i cento anche una piccolissima quota rosa di solo sei elementi tra cui, però, è annoverata anche la più giovane del gruppo, appena undicenne. Una serata dedicata soprattutto allo strumento e a Castelfidardo, la sua patria mondiale rappresentata in arena dal sindaco Roberto Ascani e da alcuni sponsor che hanno sostenuto l’evento. Melozzi, non solo direttore della singolare orchestra ma vero e proprio frontman capace di condurre la serata tra battute divertenti e gag con i vari ospiti, lo spiega fin da subito: «Questo concerto è una pazzia, presenteremo alcuni brani che dovevano essere impossibili da orchestrare e invece ce la faremo» e subito dopo aggiunge: «Chi è venuto per ascoltare Piazzolla se ne può tornare a casa perché lui suonava il bandoneon». La risposta dalla platea fa già capire quale piega assumerà la nottata: «All’inizio suonava la fisarmonica!».
Lo Sferisterio al completo
Il primo brano è un omaggio a Rino Gaetano nei 40 anni dalla sua scomparsa, “A mano a mano” con cui la carica dei cento scalda i mantici e le dita. Dalla musica pop con un balzo funambolico si passa d’un colpo a Mozart con il primo movimento della Sinfonia n. 40. C’è tempo per “Signore delle cime” il brano che Melozzi dedica a Cristiano, un amico recentemente scomparso per approdare al momento forse più emozionante di tutta la notte. Entra in scena Estibaliz Martyn, già ammirata domenica nella Traviata nei panni di Annina, e il registro della serata muta drasticamente. La voce della soprano eleva il livello di brividi sulla pelle dei presenti eseguendo l’aria della Regina della Notte appartenente al Flauto Magico di Mozart. La cantante, che conquista il pubblico con il suo sorriso prima ancora che con la sua voce, viene acclamata e spinta al bis anche grazie all’insistenza di Melozzi che fa la parte di quello che se le canta e se le suona. Un bis però anomalo con il pubblico coinvolto nelle complesse vocalizzazioni che costituiscono uno dei brani musicali più famosi di sempre.
Il palco
Come in una ruota della fortuna da Mozart si passa alla colonna sonora del film Psycho di Hitchcock e poi di nuovo alla classica con il Bolero di Ravel: «Il primo brano minimalista della storia – spiega Melozzi – mi hanno detto che era impossibile da fare invece ci siamo riusciti. Per favore però non chiedete il bis perché dura 15 minuti». L’esecuzione è monumentale e solo il nuovo ingresso in scena della Martyn può far aumentare ancora l’entusiasmo dei presenti. La soprano si esibirà in “Se c’è qualcuno” tratta dall’opera sul Piccolo Principe dello stesso Melozzi e In furore iustissimae irae di Vivaldi, tra gli applausi della platea. Concludono la notte la Giga Fugata di Mozart del 1789 e l’Inno dell’Africa “Nkosi Sikelel’ iAfrika” cantato anche da tutto il pubblico su invito di Melozzi.
bello
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